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Autore: psychart    20/08/2015    5 recensioni
"[..] Perciò, posò una mano sulla guancia del riccio e la accarezzò dolcemente. Ma Harry, con gli occhi bassi, non alzò mai la testa per guardarlo. Stava lì, immobile, con la mente altrove.
Louis si allontanò, prese la giacca e andò via.
Da Zayn."
Se si unisce il blu e il giallo, si ottiene il verde. Se invece si vuole l'arancione, basta mischiare il giallo e il rosso. Il mondo dell'arte sarebbe semplice se si fermasse a questo. Ma si sa che l'arte non è solo una scelta di colori. I colori, nell'arte della vita, non si fanno scegliere. Decidono loro come unirsi. E, in alcuni casi, creano combinazioni perfettamente armoniche. Per citarne uno, si può pensare a New York, ad un negozio di materiale artistico ed ad un particolare verde smeraldo che decide di unirsi ad un azzurro fiordaliso. Poniamo che, al tutto, si aggiunga un caldo marrone, precisamente un rame perlato, e diamo inizio alle danze.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo VIII


-Conoscere-
 
-Me ne può dare un altro?-
La donna sorrise. Guardava quel ragazzo buttare giù shottini uno dopo l'altro da quasi mezz'ora, senza fermarsi. Continuava a lanciare occhiate a due ragazzi che ballavano, e lei non riusciva a capire se fosse sul punto di piangere o di rompere tutto.
-Io posso dartelo. La domanda è: dovrei?-
Louis strinse gli occhi. Era una domanda troppo complicata e i suoi neuroni non volevano collaborare.
Appoggiò le braccia sul bancone e nascose la testa fra esse. La musica gli pulsava nelle tempie e gli pareva che tutto il mondo stesse ballando, persino il bancone.
Era da troppo tempo che non si lasciava andare in quel modo. Non riusciva neanche a ricordarsi il numero di bicchieri che, roventi, erano scivolati giù per la sua gola.
La luce fioca che proveniva da un paio di fessure fra le braccia l’aveva calmato. Forse sarebbe perfino riuscito a tenersi tutto nello stomaco fino al suo appartamento.
Ma cosa gli passava per la testa? Bere in quel modo era stupido, immaturo e insensato.
Lui non era così.
Sbuffò, quando si ricordò che fino a qualche giorno fa pensava la stessa cosa sull'essere omosessuale.
Lui non era così? Ma a chi la dava a bere.
Rialzò la testa e i suoi occhi furono attirati per l'ennesima volta dai due ragazzi. Stavano ancora ballando, le mani strette e le bocche incollate.
Delle parole ovattate raggiunsero le sue orecchie.
-Bello spettacolo, è?-
Louis si girò troppo in fretta. La stanza ricominciò a girare e dovette chiudere gli occhi qualche secondo per riprendersi. Sentì il ragazzo di prima ridere e aggiungere un -Stai bene?- divertito.
Riaprì gli occhi. Il suo sorriso lo calmò, riuscì perfino a tirar fuori un -Non molto- incerto.
L’altro gli sorrise e, dopo aver preso un sorso dalla sua bottiglia di birra, gli porse la mano.
-Niall Horan-
Louis cercò di stringerla, ma finì per stringere l'aria accanto alla sua mano.
Niall rise e, facendogli segno di lasciar stare, riprese la sua birra.
-Sei ridotto da schifo amico.-
-Già..-
Louis riportò gli occhi su quei due. Con disgusto, riuscì ad ammettere a se stesso che erano davvero un bello spettacolo. Erano perfetti l'uno per l'altro. Ma Louis li conosceva così bene, da sapere che quella perfezione si sarebbe dissolta subito la mattina dopo.
Ed egoisticamente, non poteva che esserne felice. La morsa che gli stringeva il petto non aveva ancora l'intenzione di lasciarlo, probabilmente lo avrebbe fatto solo una volta che fosse arrivato al sicuro tra le braccia del riccio.
Harry.
Riusciva a pensare a lui anche quando i litri di alcol nel suo corpo gli rendevano difficile persino respirare. Il moro stretto ancora tra le braccia di Liam era una grande, grandissima incognita. Ma Harry, lui era tutt'altro. Gli mancava così tanto da soffrirne. Ma non gli mancava abbastanza da lasciare lì Zayn e semplicemente andarsene.
Aveva bisogno d'altro alcol.
Fece una smorfia e si girò verso la donna dietro il bancone.
-Allora, me lo dai o no?-
Lei sospirò e iniziò a preparargli l'ennesimo shottino.


Si rivolse verso il biondo che, con la bottiglia tra le mani, lo osservava sorridendo.
-Chi dei due?-
Louis lo guardava, cercando di capire a cosa si riferisse. Poi, come una calamita, il suo sguardo venne attirato ancora dai due ragazzi in pista. Quello non poteva più essere chiamato "Ballare".
Quelli erano abbracci, occhiate, mosse a tempo di musica, baci. Era passione pura.
Amareggiato dall'idea che avrebbe voluto essere al posto di Liam e arrabbiato perché fino a qualche secondo prima stava pensando alle braccia di Harry, guardò Niall.
Sospirò.
-Il moro.-
Il biondo seduto vicino a lui, sorridendo, scosse la testa, mentre riportava la bottiglia alla bocca.
-Lo immaginavo. Sei messo davvero male. L'altro è carino, per carità. Ma arrivare a bere così tanto per lui mi sembra esagerato. Beh, per il moro posso capire eccome.-
Quelle parole avrebbero infastidito chiunque. Non che fossero state dette con cattiveria, Liam era davvero un bel ragazzo. Perfino Louis dovette ammetterlo. Ma Zayn, tutto sudato, con i capelli scompigliati e lo sguardo infiammato era una vista tutt'altro che spiacevole.
Un impeto di gelosia, sfumata tra quel "Posso capire eccome" e quelle labbra rosse e gonfie non grazie a lui, gli salì al petto.
Chiuse gli occhi, sentendosi lo stomaco rivoltare.
Si girò e buttò l'altro shottino in gola. La sensazione di bruciore gli alleviò la ferita al petto.
Aprì il suo cuore a quello sconosciuto e ringraziò mentalmente l'alcol.
-Beh, in verità sto messo così male per due persone. Una più complicata dell'altra.-
Niall rise.
-Nessuno vale così tanto la pena, amico. Io l'ho capito solo dopo che, per scappare da un ragazzo, ho cambiato continente. Ma adesso sto bene e non mi frega più un cazzo. Capisci?-
Louis annuì, guardando Liam. Capiva eccome. A volte era così geloso di come se ne era semplicemente andato, fregandosene di tutti e pensando solo a se stesso. Lui non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciare Zayn. O Harry.
Osservando il modo in cui Liam guardava Zayn, come se fosse la cosa più bella del mondo, capì però che tutto quel coraggio che aveva sempre ammirato in lui era solo apparenza.
Liam era scappato. I sentimenti che provava per il moro erano così forti che aveva semplicemente deciso di ignorarli per un po’. Ricordava bene il periodo in cui era partito per la Florida.
Liam non era andato avanti. Si era ritrovato punto e a capo. E Zayn? Il ragazzo che era riuscito a distrarre e ad avere tutto per sé, stava lentamente tornando tra le braccia di Liam?
La prospettiva di una vita senza Zayn era talmente orrenda da farlo star male.
Un altro pensiero iniziò a soffocarlo. E una vita senza di Harry?
Come sarebbe stata un'intera vita senza quei soffici ricci, quegli occhi lucenti e quelle labbra morbide?
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Niall continuava a far vagare lo sguardo tra le persone, con la bottiglia in mano, quando il ragazzo vicino a lui cominciò a parlare.
-Zayn è un problema, capisci? Lo è sempre stato. Allora. Abbiamo questa storia strana, in cui io mi faccio trasportare e mi convinco che lo facciamo solo per piacere e per distrarci, perché siamo amici. Ma sono un coglione. Il giorno in cui quel moro maledetto mi ha baciato per la prima volta, io ho venduto la mia anima all'inferno. Comunque, la storia finisce e sembra che ne siamo usciti tutti e due. Chi più, chi meno, ma indenni. Restiamo amici e io vado avanti con la mia vita. Ma poi arriva lui, con i suoi fottuti ricci e quegli occhi di smeraldo e mi rapisce. Mi rapisce del tutto, capisci?-
Un fiume di parole uscì da quelle labbra sottili e Niall non fece altro che stare in silenzio e ascoltare.
-Io non so niente dell'arte! I quadri che ho in casa li ho comprati perché si abbinano alle pareti, capisci? Perché si abbinano! Ma lui è così.. così.. non lo so.-
Louis strinse gli occhi. Stupido riccio.
-Mi acceca con quella sua perfezione, e improvvisamente l'arte mi sembra una cosa bellissima. Vado alle mostre e non mi annoio come invece facevo con Zayn. E mangio tanta, tantissima lasagna.-
Al biondo venne da ridere, ma non lo fece. Quel povero ragazzo castano era davvero ubriaco. Capiva bene quanto i sentimenti fossero difficili da gestire, lo aveva provato in prima persona. Ormai, ironicamente, si definiva un veterano della disperazione e dell'angoscia.
-La lasagna è buona, ma non ha la besciamella. Perché io odio la besciamella. Ma quel ragazzo è così convincente che un giorno mangerò besciamella dalla mattina alla sera, e mi piacerà da matti. E poi ritorna Zayn. E mi dice che prova cose importanti e mi bacia. E il mio cervello si fotte, perché penso di aver trovato un equilibrio, ma non è vero. E torna Liam, che rivuole Zayn. Ma Zayn è mio, ma non posso, perché ho già il riccio. Capisci?- Chiese al biondo animatamente.
Quello annuì, con un sorriso sulle labbra. Alla fine aveva trovato qualcuno più incasinato di lui.
-E adesso sono fottuto. Perché a me la besciamella non piace e non capisco niente dell'arte. Ma per lui posso farmi piacere sia le lasagna cremose che Klink, mi capisci?-
Il biondo annuì sorridendo, nonostante fosse terribilmente confuso.
-Klink?- chiese, infatti.
Louis annuì.
-Quello del libro, quello che disegna insomma.- spiegò, seppellendo nuovamente la testa tra le braccia.
Niall iniziò a ridere.
-Stai parlando di Klimt?-
L'altro fece segno di sì con la mano, come se non fosse importante. Rialzò la testa.
-Ma adesso non so se Zayn rivuole Liam, perché lui vuole anche me. Ma io non so cosa provo. Voglio entrambi per me capisci? Gli occhi del riccio e le labbra di Zayn. Ma amo gli occhi di Zayn e le labbra del riccio, e questo è un fottuto casino.-
Il biondo cercava di non ridere, nascondendo la bocca sulla bottiglia di birra quasi finita.
-Io sono un fottuto casino. E non capisco perché Harry voglia proprio me!-
Niall si bloccò. Appoggiò la bottiglia sul bancone, guardando il ragazzo davanti a lui che a malapena si reggeva sulla sedia.
-Come hai detto che si chiama?- Chiese, sentendogli il terrore salire nel petto.
-Harry. Harry bellissimo Styles.- Biasciò l'altro, osservando Zayn e Liam avvicinarsi a lui.
Niall si sentiva morire. Come aveva fatto a non capirlo prima?
I ricci, gli occhi di smeraldo, l'arte, le mostre, Klimt.
Sentì il fiato mancargli.
Zayn guardava Louis dolcemente, alzandolo dalla sedia e reggendolo.
-Lou, quanto diavolo hai bevuto? Andiamo a casa, su-
Liam lo aiutò. La forza del moro si era dissolta per colpa di tutto quell'alcol.
-Vi stavate divertendo, eh?- Chiese Louis amaramente, facendosi trascinare a forza.
Zayn scosse la testa, ridendo.
-Andiamo, spugna. Hai bevuto più di me. Non credevo di vivere abbastanza a lungo per vedere questo giorno.-
I tre ragazzi avevano appena oltrepassato la porta, quando Niall ritornò sulla terra ferma.
Lasciò velocemente una banconota sul bancone e si affrettò verso la cabina delle giacche dove i tre ragazzi erano spariti. Quando arrivò, col fiato corto per la corsa, vide Louis seduto su un divanetto, mentre Zayn e Liam prendevano le giacche. Doveva avvertirlo, doveva dirgli di non fare il suo stesso errore.
Gli prese la testa e lo scosse leggermente, per essere sicuro che lo stesse ascoltando.
L'altro spalancò gli occhi, sorpreso.
-Ehi Niall, ci conosciamo?-
-Louis, giusto? Ascoltami. Stai lontano da Harry Styles.-
Il castano dagli occhi azzurri lo guardò, confuso. Sbatte più volte le palpebre, sentendosi improvvisamente sveglio. Conosceva Harry?
-Ascoltami, ti prego. Ti ricordi quando ti ho detto che ho cambiato continente per un ragazzo? Non stavo scherzando. Harry mi ha distrutto. Sono dovuto scappare.-
Louis scuoteva la testa, incapace di respirare. Stavano parlando della stessa persona? Che aveva mai fatto il suo dolce Harry a quel ragazzo di così brutto da farlo scappare?
-Perché?-
Niall prese un forte respiro e guardò con compassione quella nuova vittima.
-Louis, Harry è completamente pazzo.-
 
❄ ❄ ❄

Bagno.
Aveva urgentemente bisogno di andare al bagno.
Alzò di scatto la testa dal cuscino, cercando di mettersi seduto. Brutta, bruttissima idea. La camera cominciò ad ondeggiare e gli oggetti si sdoppiarono ad uno ad uno. Louis si portò le mani alle tempie e chiuse gli occhi, cercando di calmare i giramenti.
Sentiva le tempie pulsare dolorosamente contro le punte delle sue dita e alzarsi fu una vera impresa.
Una volta in piedi, cercò di camminare il più velocemente possibile per raggiungere il bagno. Avrebbe potuto vomitare anche l’anima.


Prese qualcosa per il mal di testa e poi si sedette a terra, sul tappeto del salone. Si sentiva ancora un po’ stordito, ma abbastanza lucido da riuscire a rimproverarsi mentalmente.
Bravo, Louis, complimenti davvero. Per quale assurdo motivo ti sei ubr-
Immediatamente le immagini della sera prima apparvero nella sua mente. Evidentemente non si era ubriacato abbastanza da dimenticarle.
Quei due corpi che si strusciavano e si baciavano al centro della pista; quelle mani che si toccavano in punti che avrebbe preferito dimenticare.
O meglio, avrebbe preferito dimenticare tutta la scena. Inutile mentire, vedere Zayn divertirsi e, soprattutto, baciare qualcuno che non fosse lui, lo faceva stare male. Ma, in quel momento, seduto a terra, non si sentiva ancora in grado di affrontare quei ricordi.
Si sdraiò sul tappeto e cominciò a pensare al ragazzo che aveva conosciuto al bancone del pub. Non ricordava molto della loro conversazione, solo qualche frase priva di senso. E il suo accento particolare. Irlandese? Probabile. Chissà cosa aveva spinto quel biondino –era biondo, vero?- a spostarsi dall’Irlanda a New York. Scuola? Famiglia? Magari una ragazz-
“Nessuno vale così tanto la pena, amico. Io l'ho capito solo dopo che, per scappare da un ragazzo, ho cambiato continente.”
-Giusto, per un ragazzo. La loro storia deve essere finita proprio male se, per dimenticarlo, è dovuto arrivare fin qui, in America...- sussurrò Louis fra sé e sé.
“Harry mi ha distrutto. Sono dovuto scappare.”
Quando quella frase risuonò fra le pareti della sua mente, Louis spalancò gli occhi e si alzò in piedi, forse un po’ troppo velocemente. Ignorò le prime tracce del mal di testa che, di lì a poco, sarebbe tornato ad infastidirlo.
Improvvisamente si ricordò di aver raccontato qualcosa a quel ragazzo, qualcosa riguardante Harry. Quel biondo lo conosceva? Stavano parlando dello stesso Harry? Sì, sì, di questo ne era abbastanza certo. Ma come poteva una persona meravigliosa come quell’artista distruggere qualcuno? Louis non riusciva ad immaginare una cosa del genere.
Iniziò a camminare per il salone, confuso.
“Harry è completamente pazzo.”
Pazzo? Il suo Harry, pazzo? Che assurdità! Quelle erano solo parole di un ragazzo ubriaco andato via dall’Irlanda perché troppo insoddisfatto della sua vita, ecco come stavano realmente le cose.
Quando un altro pensiero si fece strada nella sua mente confusa, Louis si bloccò al centro della stanza, immobile.
Aveva davvero definito Harry come “suo”? Come poteva permettersi di pensare una cosa del genere?
Non sapeva neanche come definire la loro “relazione”. Erano amici? Amanti?
La verità era che la bellezza di Harry, delle sue parole, del suo modo di pensare e agire, aveva affascinato Louis. Lo aveva catturato nella sua trappola d’arte, come un ragno con una preda nella sua ragnatela. Una ragnatela meravigliosa, fatta di sentimenti che un semplice studente di legge come lui non avrebbe mai potuto comprendere a pieno.
Harry di certo non era una sua proprietà, ma pensare a quel ragazzo nelle braccia di qualcuno che non fosse lui, lo rendeva ridicolosamente geloso.
Eppure, cosa sapeva lui di Harry? Che era un artista, un amante della cucina, che aveva perso sua madre, e poi? Nulla.
Forse quel Neal –o Niall?- aveva ragione. Harry poteva benissimo essere pazzo e lui non se ne sarebbe mai accorto. Semplicemente perché le sensazioni che provava quando era accanto a lui, offuscavano la sua razionalità. Perché quel ragazzo riusciva a colorare la sua vita minimalista, bianca e nera. Riusciva a leggere le scaglie grigie dei suoi occhi, le zone ruvide del suo labbro inferiore, i suoi sorrisi introversi e il labirinto della sua mente.
Era vero, non sapeva nulla della vita di Harry, della sua infanzia, dei suoi gusti musicali, delle sue paure e dei suoi sogni. Ma conosceva la delicatezza del suo tocco, la morbidezza delle sue labbra, il sapore caramellato dei suoi baci.
Al pensiero di quei baci, Louis si sedette sul divano e portò una mano sulle sue labbra, accarezzandole, cercando di percepire il calore che aveva provato quando quelle dolci di Harry le avevano incontrate.
Conosceva le fossette che si creavano ai lati della bocca di Harry ogni qualvolta che esse si aprivano in un meraviglioso sorriso. Conosceva la sensazione di quelle grandi mani sul proprio collo, calde e delicate. Conosceva gli sguardi ricchi di bellezza e meraviglia che donava al mondo, anche se il mondo non li meritava affatto.
Conosceva il modo in cui la sua essenza si rifletteva nei suoi gesti, nelle sue parole. Conosceva le sue opere, almeno alcune, che urlavano il suo talento e la sua passione. E, soprattutto, conosceva i suoi occhi di smeraldo, capaci di toccare la sua anima e di renderlo inerme come una zattera di fronte all’impetuosità di un mare in tempesta. Occhi che erano in grado di travolgerlo con dolce violenza, mantenendo la loro magnifica purezza.
E se questo non fosse bastato, Louis avrebbe potuto dire senza esitazione di conoscere le proprie emozioni e le proprie reazioni causate da ogni singola azione di Harry. Perché sì, conosceva se stesso e i brividi che l’artista provocava in lui ogni volta che sussurrava soavi parole al suo orecchio. Conosceva l’indebolirsi dei suoi pensieri in presenza dell’altro. Conosceva il battito accelerato del suo cuore ad ogni suo bacio, ad ogni sua carezza.
E conosceva la propria anima, persa, fragile, annegata nell’essenza superlativa del suo amore.
-Del mio amore.-
Louis lasciò che quelle tre parole rompessero le pareti della sua insicurezza, che mostrassero i colori reali del suo cuore e che si espandessero all’interno di quel suo appartamento minimalista, impregnando l’atmosfera di sentimento.
Niente più bianco, niente più nero, niente più grigio.
Solo Harry.




Angolo Autrici 
Come al solito ringraziamo tutti colori che hanno deciso di leggere questa storia e/o che hanno recensito, inserendola fra le seguite, preferite o ricordate!
Ringraziamo anche le lettrici silenziose che, anche senza recensire, continuano a seguire la nostra storia. 

-Sofia e Paula



Attenzione: Con questo scritto (non a scopo di lucro) non intendiamo fare rappresentazione veritiera dei personaggi, nè offenderli in alcun modo.  
(Emerald Crystals si trova anche su Wattpadd)

 
   
 
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