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Autore: The_red_Quinn_of_Darkness    20/08/2015    4 recensioni
Hiccup dopo aver rimesso in sesto la città di Berk ed aver preso il posto di Stoik, deceduto durante il combattimento contro gli Alfa, vive un periodo tormentato da incubi e sogni strani.
Questi sogni sono legati a un ricordo di capelli rossi, occhi acquamarina e una voce incantevole, che cantava una nenia che si disperdeva in un fitto bosco, guidato da fuochi fatui.
Ma un giorno, andando a caccia, si imbatte in quei fuochi blu del sogno e decide di seguirli.[...]
Merida, principessa di Dunbrock, viveva libera dopo essere scampata ai giochi per la sua mano 3 anni prima.
Era diventata un abile guerriera, dopo aver rischiato di perdere la propria madre e la propria vita nello scontro con Mord'u, crebbe e divenne un altra persona.
Nonostante fosse ormai divenuta forte ed indipendente, il suo cuore rimuginava nel silenzio quegli occhi verde smeraldo, per cui mandò in fumo i giochi tre anni prima.
Successivamente, sbarcata sulla costa di Berk, dopo anni che non ne vedeva...una scia di fuochi fatui la guida nel bosco...[...]
Una MERICCUP dedicata a mia sorella e alla sua ossessione per i due film e scritta dopo aver insistito tanto:)
Spero vi piaccia!!!!:)
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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∞SUNRISE OF FLUTES∞
 




Dalla notte del rogo, passò un mese.
Un mese intenso, in cui la giovane principessa riuscì a familiarizzare con il territorio di Berk e con i suoi abitanti; con la sua allegria e la sua spensieratezza, riuscì a farsi amare anche in quel piccolo paese cercando di rendersi utile come meglio poteva: aiutava sia il proprio equipaggio nella ricostruzione della nave sia chi aveva bisogno nel paese, passando dalle semplici cose come, per esempio, andare a consegnare il pane fresco alle vecchiette infreddolite che uscendo avrebbero rischiato di scivolare e farsi male, a cose più impegnative come tagliare la legna per alimentare le braci nelle case.
Quel piccolo terremoto rosso non stava fermo un minuto e nonostante l’esile corporatura, totalmente diversa da quella ben piazzata e robusta dei vichinghi, riuscì ad adattarsi perfettamente a quello stile di vita.
Anche i Cavalieri dei Draghi, dopo aver conosciuto la sua tenacia e il suo coraggio da vendere, la rivalutarono ed ora per ogni battuta di caccia era la prima ad essere chiamata; notarono le sue abilità nel combattimento, nell’utilizzo della spada, la sbalorditiva maestria nel maneggiare arco e frecce e rimasero piacevolmente stupiti nel vedere tutte queste cose racchiuse dentro una principessa… insomma, di solito una principessa non dovrebbe essere così “selvaggia” e tutti quanti si aspettavano una persona totalmente diversa.
Pian piano familiarizzò anche con i draghi del posto, sotto la saggia guida di Valka e Hiccup, specialmente con Sdentato che sembrava impazzire ogni volta che la vedeva; la Furia Buia non era mai diventato matto così tanto per un umano che non fosse Hiccup, giocava e si lasciava coccolare a più non posso dalla principessa che, nonostante il timore iniziale, imparò ad apprezzarlo e a volergli un sacco di bene.
Tra Hiccup e la rossa sparì anche il “voi”, che aveva legato loro le mani fino al giorno in cui Skaracchio spezzò il ghiaccio con un “Oh andiamo, voi due… ancora con tutti questi formalismi? Vi continuate a sforzare di parlare in modo elegante in mezzo ad una marmaglia di vichinghi?! Che baggianata è mai questa?? Perché non rendiamo le cose più facili e meno imbarazzanti addentando un buon cosciotto di capretto, davanti a un buon idromele chiacchierando amichevolmente??” detto sventagliando in aria oggetti da lavoro, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, sotto al loro sguardo perplesso e divertito.
E grazie a lui, tra loro tutto diventò più facile.
Quel sottile legame che li unì definitivamente quel giorno, nel bosco, andava via via rafforzandosi sempre di più, timidamente, silenziosamente…
Hiccup imparò a conoscere e ad apprezzare sempre di più Merida, con quel suo carattere così peperino e forte, con quella sua instancabile voglia di fare e di esplorare, con quella sua parlantina così strana accompagnato da un gesticolare frenetico e divertente, con quello sguardo che sapeva passare dalla felicità più sincera alla fierezza più pura… e con quel sorriso così bello che sapeva scaldargli il cuore anche quando i pensieri tornavano a vorticargli per la testa.
Merida, dal canto suo, non si era mai sentita così bene in tutta la sua vita e la vicinanza con Hiccup non faceva altro che farla sentire ancora meglio: quel ragazzo con un andatura un po’ goffa, ma sicura, con quella voce così profonda che le faceva battere sommessamente il cuore, con quei morbidi capelli castani che rilasciavano quel profumo che le inebriava la mente ogni volta che le passava sotto al naso, con quel sorriso dolce che contrastava con le sopracciglia aggrottate sugli occhi smeraldo quando era immerso nei suoi pensieri, quel suo timido balbettare e quella spiccata intelligenza; ma quel velo malinconico che era posato su di lui, su ogni sorriso e ogni sguardo, proprio non le piaceva… magari era solo una sua impressione, per questo decise di non dirgli nulla per non ficcanasare in cose che non la riguardavano.
Insomma, fu un mese ricco di scoperte, di nuove amicizie e di emozioni…
Un mese che lasciò sempre più spazio al gelido inverno che, con l’imminente avvenuta, rese difficoltosa la ricostruzione della nave; si lavorava dalle prime ore di luce fino alle ultime a pomeriggio inoltrato, con il freddo pungente che graffiava la pelle e i geloni alle mani, con i draghi che trasportando molte delle merci più pesanti risparmiavano almeno un po’ di fatica a tutti quegli uomini.
Ma nonostante tutti lavorassero fino allo stremo, ogni giorno, capitava sempre qualcosa che costringeva i lavori a fermarsi o ricominciare da qualche passo indietro: assi che si spezzavano, chiodi che sparivano, marinai che finivano inspiegabilmente nelle acque gelide del mare oppure si ferivano e non potevano continuare il lavoro, legna pronta per essere lavorata che prendeva fuoco…
-Ne mancano quindici…- sussurrò Valka osservando attentamente le scatole di chiodi vuote che gli uomini avevano usato quella mattina.
Strinse gli occhi e si tirò su il cappuccio di pelliccia per ripararsi da una gelida folata di vento, poi si rannicchiò sopra le scatole e iniziò a spostarle con una mano avvolta da una calda e morbida manopola.
Erano un enormità, ma lei era un abile osservatrice e controllando ogni giorno l’andamento dei lavori, non si faceva scappare nulla; quel giorno, a metà pomeriggio, quindici scatole di chiodi su cinquanta mancavano all’appello.
-Valka! Che stai facendo li impalata? Ti prenderai un malanno, accipicchia! –sputacchiò Skaracchio andandole incontro, seguito dal capitano.
-Nulla, stavo solo controllando che non fosse avanzato niente. –disse la donna alzandosi e rivolgendo un debole sorriso all’amico, poi rivolse gli occhi verdi al capitano.
-I vostri uomini sono al caldo? Oggi il tempo non permette di lavorare oltre…
-Ho notato, signora Valka! Ma non c’è da preoccuparsi, sono già tutti nei propri alloggi…- ridacchiò l’uomo sistemando il pesante tabarro che lo avvolgeva.
-Ciò è bene, signor capitano… questa settimana sei dei suoi uomini si sono feriti; almeno oggi non è successo nulla. –disse la donna guardando il capitano che, in quel momento, pareva non ascoltarla.
-A proposito, Valka… è sicura di voler continuare ad ospitare la principessa in casa vostra? Non vorrei creare troppo disturbo.
-Sono sicurissima, signor capitano, Merida non crea alcun disturbo! Mi tiene compagnia! –disse Valka, sorridendo dolcemente, poi guardò Skaracchio, intento a liberare il suo bel piedino di legno da una pozzanghera di fango.
-A proposito… dov’è Merida?
-Dovrebbe essere a caccia nel bosco, l’ho vista dirigersi verso il lago qualche ora fa. –disse il vichingo facendo ondeggiare un dente ballerino con un ampio sorriso.
 
Merida avanzava in mezzo al fitto bosco con una corsa veloce e leggera, facendo scricchiolare sommessamente le foglie ghiacciate sotto la suola dei suoi stivali.
Silenziosa e furtiva, stava pedinando una grossa cerbiatta da una decina di minuti e attendeva pazientemente il momento giusto per scoccare la freccia; paziente, certo, ma dentro di sé scalpitava come una furia e non vedeva l’ora che quel momento arrivasse, non vedeva l’ora di vedere quale freccia sarebbe arrivata per prima a trafiggere il morbido manto dell’animale.
Già, perché quella in cui si trovava Merida non era solo una battuta di caccia, ma una gara.
La rossa si chinò dietro ad un grosso masso, facendo frusciare leggermente il mantello nero, e socchiuse gli occhi ghiacciati per scrutare meglio la situazione davanti a sé.
Anche se non aveva mai indossato dei pantaloni in vita sua, Merida trovava quella sua nuova armatura molto comoda e confortevole, permissiva con i suoi movimenti, calda, leggera e… dannatamente stupenda; Valka era stata gentilissima a confezionarle quell’armatura riciclando i pezzi di alcune sue vecchie protezioni, senza contare che i suoi vestiti oltre che essere leggeri erano anche tutti bruciati.
Sentì uno scricchiolio sinistro a qualche metro di distanza dal masso e non poté fare altro che trattenere una risata, scuotendo la testa divertita.
-Sei ancora troppo rumoroso... –sussurrò facendo uscire una candida nuvoletta di vapore dalle labbra sottili, che si aprirono in un dolce sorriso sul volto lentigginoso.
Detto ciò, la ragazza riprese il suo inseguimento seguendo attentamente le orme della cerbiatta fino a che non si nascose improvvisamente dietro un grosso albero, con un movimento quasi impercettibile: l’aveva vista, era sulla riva del lago che cercava qualche ciuffo d’erba ancora morbido da mangiare.
Caricò silenziosamente l’arco, ma il rumore secco di un ramo spezzato fece allarmare l’animale, che alzò testa e orecchie e fece uno scatto per iniziare la sua fuga; ma la freccia di Merida si conficcò precisa nella sua nuca, facendolo cadere a peso morto nell’acqua gelata.
Solo a quel punto, la ragazza rilassò i nervi ed uscì allo scoperto.
-Ah… se non fosse stato per quel maledetto ramo… -disse Hiccup uscendo dal suo nascondiglio con Sdentato, rivolgendo un sorriso alla rossa.
Il drago nero trotterellò verso la ragazza, piegando le ali ed agitando la coda, cercando di elemosinare un po’ di coccole.
-Devi fare più attenzione, Hiccup… Sdentato invece, è perfetto. –disse lei inarcando un sopracciglio sorridendo beffardamente, seguita da un versetto contendo di Sdentato.
-Mi si è incastrato nella protesi… è una scusante? –disse lui alzando le mani al petto.
Merida rise, rabbrividendo, poi guardò il ragazzo, sorridendo.
-Sei migliorato molto, Hicc, dico davvero…
Il ragazzo rimase di sasso, di fronte a quello sguardo così bello, poi si scosse e si diresse verso di lei.
-Tutto merito tuo, Merida… tutto merito tuo. –disse lui, ricambiando il sorriso.
Merida stava per rispondere, quando furono interrotti da uno schiamazzare a loro molto familiare; i Cavalieri arrivarono in volo sui propri draghi e quando atterrarono, la ragazza sentì la terra tremare.
-Toh guarda chi c’è! Ciao ragazzi! –gracchiò Moccicoso in sella al suo fedele Zanna Curva, poi con un agile scatto scese dal drago e si diresse verso Merida.
-Buona sera, dolce principessa… -disse lui rivolgendo uno sguardo ammiccante alla rossa, che per tutta risposta sorrise imbarazzata.
-Guarda, guarda… che bel cervo!! –esclamò Testaditufo osservando il grosso animale riverso a terra, sporgendosi dal suo amato Rutto.
-È una cerbiatta, per la precisione. –intervenne Gambedipesce battendo i denti per il freddo, insalamato nel suo pesante mantello, che ondeggiava sul suo sgraziato Muscolone.
Testaditufo roteò gli occhi innervosito, accompagnato dalla grassa risata della sorella, Testabruta.
Sdentato osservava la scena con i grandi occhioni verdi, continuando a farsi grattare da Merida, poi girò la testa e alzò le orecchie nere richiamato da un familiare sbattere d’ali.
-A caccia anche voi? Che coincidenza! –intervenne bruscamente Astrid, atterrando pesantemente con Tempestosa; al suo seguito, poi, toccò terra anche l’immancabile Eret in sella a Spacca Teschi.
La bionda, dopo essersi sistemata il cappuccio di pelliccia, fulminò con lo sguardo Hiccup.
-Davvero una splendida coincidenza… -sibilò inviperita.
Poi roteò gli occhi nella direzione della rossa, che stava togliendo la freccia dal corpo della cerbiatta, e le sue labbra si aprirono in un sorriso acido.
-Principessa! Vedo che è riuscita ad ambientarsi bene, qui a Berk!
Merida, colta di sorpresa, si girò e le sorrise.
-Certo, Astrid, grazie all’aiuto di tutti mi trovo bene in questo paese.
Astrid era ancora l’unica persona che le dava del “lei” nelle poche volte che apriva bocca per rivolgerle parola, l’unica persona che mostrava diffidenza nei suoi confronti e che sembrava odiarla con tutta se stessa; Merida non capiva e cercava in tutti i modi di mantenere la calma di fronte a tutta quell’aggressività, per non creare tensioni all’interno dell’alleanza provvisoria… ma se avesse potuto, l’avrebbe già mandata al diavolo usando il suo stesso tono.
-Ho notato… -disse Astrid a denti stretti.
-Ragazzi si sta facendo buio… io direi di iniziare a tornare a Berk. –intervenne Hiccup per troncare quell’indesiderato dialogo, iniziando a caricare la cerbiatta sul dorso di Zanna Curva, aiutato da Moccicoso.
-Si, direi di si! –disse Gambedipesce tremando come una foglia, sfregandosi le mani.
-Ottima osservazione. –disse Astrid tirando le redini di Tempestosa.
La bionda fece per andarsene, ma poi girò il volto verso Merida.
-Ah, principessa? Le consiglio di coprirsi bene. Sa, qui a Berk l’inverno è molto rigido e ci si ammala facilmente! Non vorrei che dopo essere scampata alle fiamme della nave, un banale malanno le… stroncasse le ali. –disse con una smorfia.
Merida rimase a bocca aperta di fronte a quella frase inaspettata, guardando il sorriso malefico di Astrid farsi largo sul suo viso.
Hiccup guardò la moglie iracondo sentendo il respiro farsi sempre più pesante, trasformandosi quasi in un ringhio, mordendosi un labbro.
Poi la bionda, facendo un cenno al ragazzone che stava inespressivo al suo fianco seduto sul drago, si girò e spiccò nuovamente il volo.
Tutto il resto dei Cavalieri assistette alla scena con gli occhi sgranati, poi girò gli occhi su Merida; la rossa per tutta risposta si strinse a Sdentato, sentendo una morsa di nervosismo attanagliarle lo stomaco mentre strangolava con gli occhi Astrid.
*Mantieni la calma… Mantieni la calma, Merida…* continuava a pensare fra se e se.
Hiccup, infuriato, non sapeva come giustificare il comportamento di Astrid e rimase a guardare Merida senza sapere cosa dire, con le mani tremanti; ma grazie al cielo, Moccicoso lo salvò, facendo una grassa risata e mettendo una mano sulla spalla alla ragazza.
-Merida non prendertela… Astrid è un po’… come dire… ehm… strana! Stava scherzando! Sai, l’umorismo vichingo diventa particolarmente… grottesco quando viene usato da lei! Quindi… ecco… non farci caso, ok?? –disse il vichingo, con un sorriso isterico sul volto.
Merida abbozzò un sorriso, annuendo, e dopo aver salutato tutti, guardò i Cavalieri dirigersi verso Berk immergendosi nel freddo crepuscolo.
Hiccup le si avvicinò e, dopo aver deglutito un paio di volte, cercò il suo sguardo sollevandole il viso con un dito.
Quando gli occhioni di Merida puntarono i suoi seguiti da un dolce sorriso, si sentì subito meglio.
-Va tutto bene Hicc, davvero. Sono solo rimasta un po’ turbata, ma sto benissimo! –disse lei arrossendo e gesticolando imbarazzata per quel tocco così innocente e dolce.
Il ragazzo le sorrise, malinconico, poi tirò premurosamente su il cappuccio del mantello della ragazza e guardò il cielo.
-Merida, ormai è buio… vuoi provare a salire su Sdentato per tornare a Berk? –disse flebilmente.
-Grazie Hiccup ma… preferisco andare a piedi… ho bisogno di fare una corsetta. –ricambiò lei con un sorriso.
Come se non avesse già corso abbastanza… in realtà, quella corsetta serviva per calmare la “Merida selvaggia” che aveva provvisoriamente messo a dormire ed evitare di prendere a pugni in testa la bionda, una volta rincasati.
-Però mi riservo l’invito per un'altra volta! –disse lei sorridendo emozionata.
Il ragazzo sorrise ed annuì, si diresse verso il drago sistemandosi il mantello e salì in sella con un abile scatto.
-Volerò sopra di te, non ti lascio sola in mezzo al bosco. – disse lui facendole l’occhiolino.
Sapendo che se fosse rimasto li qualche secondo di più la rossa gli avrebbe sicuramente detto “Ma no Hicc, torna a Berk che fa freddo!”, spiccò velocemente il volo ridendo di gusto, facendole capire che la decisione era presa.
Merida socchiuse le labbra, arrossendo, poi scosse la testa e dopo aver preso un bel respiro iniziò la sua corsa verso Berk immersa nel silenzio del bosco.
 
 
 
-SPAZIO CHIACCHIERE :D
Buonasera a tutte! Spero abbiate passato delle buone vacanze ^^
Come sono contenta che abbiate letto anche questo capitolo… come sempre, per prima cosa vi ringrazio tantissimo per il vostro supporto, a tutte voi che leggete, che commentate e che recensite!!! :3
A queste ultime in particolar modo, un enorme grazie di cuore, perché con i vostri commenti e con le vostre parole mi aiutate sempre ad andare avanti <3
Allora…. Iniziamo con la novità di questo capitolo: l’immagine!
Ho realizzato questo fotomontaggio perché volevo rendere bene l’idea della nuova armatura di Merida (anche se non è sempre da tutti i giorni vedere Merida con addosso un armatura del genere, spero tanto che vi piaccia! ‘v‘ ) perciò, attraverso il buon caro Photoshop, ho appiccicato la testa di Merida sul collo di una poveraccia, che ho decapitato senza pietà XD
Ma questa poveraccia, aveva l’armatura che volevo io e_e è deceduta per una buona causa v.v
In tutti i modi… una volta finito di aggiustare luci, RICREARE GLI INFINITI CAPELLI RICCIOLUTI DI MERIDA (lo evidenzio bene perché è stata una delle mie esperienze più traumatiche da quando disegno e lavoro con Photosciocco < - - - Lol) e aggiunto l’arco, la piccola principessa sembrava così desolata sullo sfondo bianco…
Perciò ho aggiunto in un primo momento solo la firma e lo sfondo, che caratterizza bene anche il background di questa parte di Fic… poi sono saltati fuori Hiccup e Sdentato a caso che, grazie a Dio, un qualche Santo sceso in Terra aveva già scontornato quindi mi ha facilitato di gran lunga il lavoro (un particolare grazie anche a questo Santo Ignoto X,D) e mi son detta “uhm… dai non è male il piccolo Hiccup sorridente che fa compagnia alla incazzosa Merida… approvata!”…. ed infine, non c’è due senza tre, ho creato anche il logo del titolo della Fan Fiction.
Insomma, da un idea a parte e totalmente diversa, sono arrivata a realizzare l’intera copertina della storia XD
Ci ho messo tanto ammmore per farla, spero tanto vi piaccia çvç
E qui, un ringraziamento speciale va anche alla gentilissima MaJo_KiaChan_ che, dopo essersi trasformata in un perfetto GPS, mi ha pazientemente insegnato a mettere l’immagine nel capitolo! *w* Grazie mille, davvero!!!! *w*
Per quanto riguarda la storia, ho iniziato questa seconda parte raccontando l’episodio del bosco sia per dare un idea di ciò che Merida e Hiccup sono arrivati ad essere in un mese, sia per “accendere la miccia” tra lei e Astrid (che, in realtà, contavo di farla in un'altra occasione). Ho dovuto riservare la prima parte per un riassunto, per non far mancare nulla alla storia e per rendere bene l’idea su cosa è e non è successo, e dopo essermi resa conto che stava diventando l’intero capitolo, ho tagliato inserendo un piccolo episodio. XD
Questa volta, devo fare anche una piccola osservazione sul titolo.
Di solito, i titoli che scelgo sono basati su qualche avvenimento del capitolo, ma stavolta ho agito in maniera diversa; seguendo la mia logica “Sunrise of Flute” non c’entra una cippa con il capitolo perché ho menzionato tutto, meno che dei flauti e, davvero, il mio cervello non ha saputo pensare ad un titolo…
Quello che ho scelto, è il titolo di una canzone che mi ha aiutata a scrivere tutto quanto, sebbene sia relativamente cortaa… se vi va (e soprattutto vi interessa XD) potete andare ad ascoltarla! “Sunrise of Flute” The Elder Scroll IV Oblivion < - - - si signori, è tratta da un videogioco di cui vado pazza… Oblivion, il gioco che precede Skyrim <3
La colonna sonora delle saghe mi ispira un sacco, unita con quelle di “Dragon Trainer” e “The Brave” <3
Oddio ho scritto davvero troppo, scusate se mi sono dilungata troppo in questa mega chiacchiera DX
Però vado in vacanza contenta, sapendo di avervi lasciato un nuovo capitolo da leggere :3 Insomma non potevo andare via per una settimana facendo la gnorri D:
A questo punto, vi do appuntamento al prossimo capitolo!!!! *^*
Un enorme bacio e un fortissimo abbraccio,
 
The_red_Quinn_of_Darkness
 


 
   
 
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