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Autore: Miss_MaD    20/08/2015    2 recensioni
Parigi, 1482.
C'è qualcosa in più della storia che tutti conosciamo.
Due clan di zingari, rivali dalla notte dei tempi;
Una figlia rinnegata; un re di un regno di straccioni; un futuro da ricostruire insieme, sotto lo sguardo attento della cattedrale di Notre Dame.
Genere: Fluff, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claude Frollo, Clopin Trouillefou, La Esmeralda, Nuovo Personaggio, Pierre Gringoire
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parlando del più e del meno e gironzolando tra i libri passarono le ore, tanto che, all' uscita, era ormai tardo pomeriggio.

Era quasi un' ora che Onyx cercava un posto dove passare la notte, invece di apprifittare dell' ospitalità 'caritatevole' della Falourdel, che le costava tre lire d'argento per volta oltre agli sguardi degli uomini che vi passavano la notte insieme a belle ma stupide donnacce.
Non trovandolo, però, decise di tornare dalla ruffiana almeno per quella volta.
Per arrivarci doveva passare davanti a Notre Dame e proprio lì ebbe un' illuminazione: avrebbe potuto dormirvi dentro, o da qualche altra parte nei dintorni, e avrebbe risparmiato qualche soldo!
Si avvicinò al sagrato e notò che le porte della cattedrale erano ancora aperte nonostante fossero le sette della sera.
Entrando, l'odore di incenso pungeva le narici ed i polmoni, ma qualcosa invitava a rimanere. Tutto era silenzioso e quel silenzio faceva risaltare le enormi statue che, come eterne guardiane di pietra custodivano l'anima degli uomini che vi pregavano.
Nelle navate secondarie, ai lati dell'altare vi erano numerose statue, le più raffiguravano la Madonna nelle sue più varie apparizioni. Erano tutte magnifiche, ma quella che più stava a cuore a Onyx era la Madonna Nera, con in braccio il suo bambino.

Era molto legata a quella raffigurazione perché da sempre osservava il colore della sua pelle, così diversa da quella della sua famiglia e da quella degli altri zingari che aveva incontrato in vita sua.
Da tempo, più che altro dall'incontro con Clopin, che l' aveva fatta tornare sull'argomento, si interrogava sugli svariati colori di pelle e si chiedeva perchè proprio a lei fosse capitato un colore tanto chiaro in mezzo a gente dalla pelle mulatta.
Si torturava dicendosi che, forse, se avesse avuto la pelle di un colore più scuro, la sua famiglia l'avrebbe amata, proprio come i francesi erano stati pronti a venerare una statua dal colorito del carbone.
Fu sotto quella statua che si decise a riposare, cullata dall'odore dell'incenso, dalle campane e dai pensieri che, come una fitta, morbida coperta, le avvolgevano la testa.

Qualche ora dopo si svegliò, sopraffatta da un incubo; incapace di dormire decise di calmarsi facendo un giro tra le navate.
Arrivata in quella opposta a quella dove stava lei, vide due occhi verdi muoversi nel buio: si avvicinò, avrebbe riconosciuto quegli occhi tra mille:
《Esmeralda?!》aveva chiamato.
La ragazza, sorpresa di essere chiamata, sussultò.
《Esmeralda che...che ci fai qui? Non dovresti essere alla Corte?》aveva Eva continuato l' altra.
《Io...non ho fatto in tempo ad avvisarli, ho dovuto chiedere asilo alla cattedrale! 》
《Ma cosa è successo?》
《Finché starò qui non corro pericoli ma sono ricercata per qualcosa che non ho fatto. Forse mi prenderanno: ho sentito due uomini parlare e dire che domani decadrà il diritto d' asilo per i clandestini! 》
Onyx ci pensò un istante:《 Potrei avvisare io il Reame d' Argot, ma non so esattamente dove si trova...》

Esmeralda tirò fuori da un sacchetto che aveva sotto alla cintura, un piccolo gioiello, che anche l'altra ragazza riconobbe: gli zingari avevano la tradizione di donare ai nuovi arrivati un anello, un ciondolo, un orecchino, una moneta da intrecciare nei capelli, con sopra un'indicazione del ritrovo: qualunque cosa fosse successa, ognuno di loro sapeva dove poter trovare quel luogo sicuro. I gioielli con su scritta l' indicazione venivano tenuti in luoghi sicuri e custoditi preziosamente, per la loro importanza. Ottenerne uno da uno zingaro voleva dire cieca fiducia.

《Tieni》le disse, e le tirò il ciondolo.《segui la via che ti indicherà e sarai al sicuro.》
Non ci fu molto tempo per i convenevoli, per cui uno sguardo d'intesa e di ringraziamento fu sufficiente.

Le strade della città di Parigi erano troppo intricate, e troppo fiocamente illuminate per riuscire a capire esattamente dove si stesse andando.
《Non è altro che quella taverna!》 Si ripeteva. 《Le taverne sono sulla rive gauche, poi sempre dritto fino alle porte della città》diceva mentalmente, memore della prima volta in cui era andata in quel luogo così insolito.
Mano a mano che si allontanava dalla Senna, vedeva le luci farsi più fioche, poi più rade. Quando si videro luci più frequenti, si fermò: era nel quartiere delle taverne.
Già, ma qual era quella giusta? Il ciondolo non dava grandi indicazioni, diceva solo che si trovava in quella zona. Aveva due opzioni: la taverna più illuminata o quella meno?
A darle la risposta ci pensarono due uomini: un giovane alto, muscoloso, con una piccola cicatrice sulla guancia sinistra e una piaga sul braccio destro, e un uomo anziano, scheletrico, curvo su un bastone. Senza farsi notare si avvicinarono e le domandarono la carità. Lei non sapeva che rispondere, erano del Reame d'Argot? E se non era così? In più lei non aveva soldi a parte sei monete d'argento che le servivano per mangiare.
Provò ad avvicinarsi alla taverna che le stava piu vicino, rischiando il tutto e per tutto.
Il ragazzo aumentò il passo e quando lei fece per aprire la porta lui le afferrò il polso.
《Cosa fai?》
《Entro nella taverna!》
《Non si può!》Ruggi lui
《Ma le luci sono accese, e si sente rumore den-》
《Ho detto che non si può》 la interruppe.
Era nel posto giusto.

Dalla cintura tirò fuori il medaglione, reggendolo con una mano.《 Ora posso?》chiese, con un sopracciglio alzato e uno sguardo furbetto.

Il vecchietto le corse incontro 《Chi sei? Chi te lo ha dato?》
《Il re mi conosce, mi chiamo Onyx, e sono una zingara come voi. Quanto al medaglione, è di Esmeralda.》
《Cosa le hai fatto?》si infuriò subito il ragazzo.
《Devo parlare con il re. Posso entrare o no? 》
《Se è così vi accompagnamo noi dentro》

La porta si aprì e davanti agli occhi della ragazza si aprì uno spettacolo orrendo: ubriachi e donnacce in ogni angolo, uomini che dalle facce si intuiva fossero assassini e tagliaborse,...
La parte superiore della Corte dei miracoli non era poi così meravigliosa come la ricordava!

Si avvicinarono a Clopin, seduto su di una botte a ridere e scherzare.
Hombres, cosa mi avete portato?》 Chiese ai due.
Onyx alzò gli occhi sotto l' enorme cappuccio, e lui la riconobbe.
《Sire, aveva questo, è della Esmeralda!》
Clopin saltò giù dal trono e ringraziò i due uomini, dicendo che se ne sarebbe occupato lui, poi, come se fosse stato arrabbiato, prese il braccio della ragazza con forza e la trascinò in una stanza.
《Cosa ti salta in mente, perchè sei venuta qui?》
《Esmeralda è in pericolo!》aveva risposto lei, levandosi il cappuccio.
《Cosa? Esmeralda? L'hai vista? Sono due giorni che non torna qui!》domandò lui, preoccupato per la sorella.
《Ha dovuto chiedere asilo a Notre Dame, ma forse domani lo toglieranno a tutti i clandestini!》
A quelle parole Clopin rimase pietrificato: l' asilo alla cattedrale era la loro unica salvezza!
《Spero non ti dispiaccia restare qui questa notte》domandò, fiero
《 domani faremo una bella sorpresa al popolo di Parigi.》 

   
 
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