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Autore: FiftyShades97    21/08/2015    6 recensioni
Il giorno prima del suo diciassettesimo compleanno, Anastasia scoprii Christian tradirla con una donna più grande: Elena, la quale, tenterà in tutti i modi di sedurre Christian e di allontanarlo da Anastasia.
Vincerà l'amore o la rabbia?
La rabbia è un'ottima arma che spingerà Ana a respingere Christian, e ad "odiarlo". Ma riuscirà ad essere un'arma tanto potente da spezzare l'amore tra i due?
Riuscirà Ana a perdonare Christian, per il suo IMMENSO tradimento?
E cosa farà lui, per cercare di chiarire, di farsi perdonare, e per cercare di riavere l'unica ragazza del suo cuore, nella sua vita?
Non vi resta che scoprirlo!
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                 TROPPI RICORDI

POV'S ANASTASIA

Il giorno dopo, mi ritrovai in ospedale alle sette del mattino; e ne ero davvero felice, specialmente dopo aver passato un'intera notte insonne, piena di pensieri su Christian. 

Papa doveva lavorare, ed è per questo che eravamo arrivati così presto, ma nessuno dei dottori ci fece entrare. 
Di Grace o Carrick nemmeno l'ombra. 

-Annie, mi dispiace così tanto!- Si scusò mio padre.

-Papà, non è colpa tua se non ci fanno entrare.- Lo rassicurai. 

-Certo, lo so.- Disse. -Speravo almeno di poterlo salutare.- 

-Te lo saluterò io, d'accordo?- Proposi.
Ma in realtà, ero sicura che Christian non si sarebbe ricordato di lui. 

-Sei sicura di voler rimanere qui?- Mi richiese per la terza volta. 

-Certo.- Alzai gli occhi al cielo. 

-D'accordo. Ma se ci sono novità o se ti serve qualcosa... chiamami, va bene?- 

-Si, papà.- Risposi. -Va' tranquillo.-

-Ci vediamo dopo, tesoro.- Disse baciandomi la testa, e poi andando via. 

La stanza del corridoio in cui si trovava Christian, era affiancata da altre tre camere con due pazienti ciascuna. 
Tutte e tre erano chiuse. 
Non c'era nessuno. Il corridoio era deserto.
Niente medici o infermiere che passassero da lì anche solo per caso. Nessuno. Ero completamente sola. 
Magari sarei potuta entrare di soppiatto. Nessuno mi avrebbe vista. 

-Ana!- Esclamò Grace, ancora prima che potessi alzarmi ed entrare di nascosto in camera. 

La fortuna mi accompagnava sempre. 

-Non credevo che saresti arrivata così presto!- Esclamò. 

Le sorrisi calorosamente. 

-Si, in realtà papà voleva salutare Christian prima di andare a lavoro, ma non ci hanno fatto entrare.- Risposi.

-Lo so. È ancora troppo presto per gli orari di visite.- Sorrise a sua volta. 

-Non fa niente...- sussurrai. -Lui come sta?- Chiesi ansiosa.

-Sta ancora dormendo.- Disse. -Carrick è andato via proprio mezz'ora fa.- 

-Ha passato una notte tranquilla?- Chiesi timorosa. 

-Ha solo avuto un incubo.- Disse.

"Oh, no!"

-Ma nulla di preoccupante. Si è subito calmato e ha ricordato qualcosa.- Sorrise.

-Qualcosa?- Chiesi speranzosa. 

-Del suo passato.- Rispose. -Si è ricordato della sua infanzia... l'ultima cosa che volevo che ricordasse. Ma grazie all'incubo sembra essersi ricordato oltre che a me, anche di Carrick, Elliot e Mia.- Sorrise. 

-Oh..- dissi con una punta di delusione. -E loro come l'hanno presa? Elliot e Mia, intendo.- 

-Beh, Mia è scoppiata in lacrime, mentre Elliot non ha più detto una parola da quando lo ha saputo.- Si intristì. 

-Credo che sia normale..- 

-Si, certo. Ma presto tutta questa situazione sarà solo un orribile ricordo.- Sorrise leggermente. 

-Certo!- 
Doveva essere così per forza.

-Ora... non potresti fare uno strappo alle regole per me, e farmi entrare?- La supplicai mettendo il broncio. 

Grace scoppiò a ridere, ed era la prima volta dopo molto tempo. 

-Certo, Ana. Entra pure.- Mi accarezzò il viso. 

-Grazie!- Sorrisi. 

Aprii la porta della sua camera, e mi intrufolai dentro. 

La stanza era invasa da un profondissimo silenzio, e potei solo sentire il profondo respiro di Christian. 

Mi avvicinai cautamente, e dopo essermi seduta, gli presi la sua mano tra le mie.
Era tornata ad essere calda e rassicurante.

Mi mancava da morire. Ma avrei lottato per me e per lui. 
Avrei lottato per noi. 

Gli baciai la mano e l'avvicinai alla mia guancia.

-Ti amo così tanto...- sussurrai consapevole di quanto fosse vero.

E se fosse stato Christian a morire? Come avrei fatto ad andare avanti io?


POV'S CHRISTIAN 

Qualcuno mi stava tenendo la mano, e non avevo esitazioni su chi fosse. 

-Ti amo così tanto...- sussurrò Ana.
Mi scaldò il cuore. 

All'improvviso, aumentò la stretta sulla mia mano, come se si fosse spaventata di qualcosa.

Aprii gli occhi e la guardai.
Era così bella... e mia amava. Quella ragazza così bella mi amava. 

Non si accorse neanche che mi fossi svegliato. Era troppo presa dai suoi tristi pensieri, tristi perché aveva gli occhi pieni di lacrime. 

-A cosa stai pensando?- Chiesi preoccupato, facendola sussultare. 

-Christian!- Esclamò. E sul suo magnifico viso le apparve un sorriso degno di tale bellezza. 

Le sorrisi a mia volta. 

-Mi dispiace.- Si scusò. -Non volevo svegliarti.-

-Amo svegliarmi con te accanto.- Affermai, prima di rendermi conto di ciò che avevo appena detto. 

Arrossì un po', ma poi mi lanciò uno dei suoi stupendi sorrisi.
Come diavolo faceva quella ragazza ad essere così bella anche mentre arrossiva? 

-Come ti senti?- Chiese. 

-Meglio.- Ammisi. 
Il dolore era diminuito, anche se non del tutto. 

-Tua madre mi ha detto che hai avuto un incubo questa notte.- 

-Già.- Risposi. -Mi sono ricordato della mia infanzia...- 
Rabbrividii leggermente. 

-Speravo che quella non la ricordassi.- Disse. -Almeno per un po'- aggiunse. 

-Facevo sempre incubi come quello?- Chiesi. 

-Si, il più delle volte si.- 

-Capisco.- Sbadigliai. 

-Tu ed io stiamo insieme?- Chiesi prima di potermi fermare. -Intendo prima che perdessi la memoria.- 

Lei fu sorpresa dalla mia domanda, e anche un po' malinconica.

-Si...- sussurrò. -Si è così.-

-Non puoi neanche immaginare quanto mi dispiaccia non ricordarlo- dissi.

-Non devi dispiacerti!- Esclamò. -Ricorderai tutto, va bene?- 

-Va bene.-
Dovevo ricordare tutto. Era un obbligo per me.


Nelle tre ore successive mia madre venne a farmi visita con Elliot e Mia.
I miei fratelli erano esattamente per come me li ricordavo, e questo era un bel passo avanti, secondo mia madre. 

-Ehilà fratello!- Esclamò Elliot, entrando. 

-Christian...- sussurrò invece Mia. 

"No! Ti prego, non piangere anche tu...!"

-Ciao!- Esclamai, tentando disperatamente di rassicurarla. 

-Stai bene?- Mi chiese con le lacrime agli occhi.

"No. No. No. No! Non piangere, ti prego non piangere!"

-Molto meglio!- Risposi. 


Mezz'ora dopo Mia sembrava essere più tranquilla, e quando uscì dalla camera fu la volta di Elliot, che era stato davvero per troppo tempo in silenzio.
Mio fratello parlava sempre invece, no?

-Come stai?- Mi chiese serio.

-Molto meglio... ve lo avevo già detto.- Risposi confuso.
Perché era così serio? 

-Ne sei sicuro?- Continuò ad insistere. 

-Sono parecchio confuso.- Ammisi. -Ma per quanto riguarda il dolore fisico, ero serio; mi sento davvero molto meglio! E con Anastasia accanto credo di star guarendo in fretta.- 

-Però non ti ricordi di lei.-

-Ma mi ricorderò, no?- Chiesi titubante.

-Presto.- Rispose. -Prima di quanto tu ti aspetta.- 


POV'S ANASTASIA

-Che vuol dire che volete tenerlo ancora sotto controllo?- Sbottai. 

-Si tratta di un giorno o due, Anastasia. È per precauzione tenerlo qui.- Rispose Grace.

-Scusa, lo so, mi dispiace!- Esclamai.
Stavo letteralmente impazzendo.

-Tutta questa faccenda mi sta innervosendo un po', e ammetto che mi sarebbe piaciuto poter riavere Christian a casa. Ma se si tratta di uno o due giorni di attesa... posso resistere.- Sospirai. 

-Siamo tutti parecchio stressati, Ana. Ma presto sarà tutto finito, d'accordo?- Sorrise.

-Lo spero tanto...- risposi. -Ti dispiace se passo con lui il pranzo?- 

-No. Sta' con lui tutto il tempo che vuoi, può fargli solo bene.- Sorrise. 

Quando ritornai in ospedale con il mio pranzo, Elliot stava uscendo dalla camera di Christian. 

-Ciao Anastasia!- Si illuminò. 

-Elliot!- Lo salutai. -Come sta?- 

-Sta guarendo.- Il suo sguardo era arrabbiato, però. -Dio sono così felice di sapere che quell'altro stronzo che lo ha investito sia morto sul colpo!- Digrignò i denti. 

Sussultai leggermente.
Quell'uomo avrebbe potuto avere qualsiasi altra punizione, ma addirittura la morte? 

-Non volevo spaventarti.- Disse.

-Non mi hai spaventata.- Ammisi. -È solo che non è bello essere felice per la morte di qualcun altro..- 

-Anastasia, quel qualcun altro è l'uomo che ha messo Christian in ospedale, ed è la causa della sua dannatissima perdita della memoria!- Ringhiò.

Feci un passo indietro, spaventata dal suo improvviso attacco.
Ma sapevo che Elliot stava solo dicendo la verità.

-E se fosse stato fatale anche per Christian? Che cosa sarebbe successo allora?- La sua voce si spezzò.

"Elliot.."

-Hai ragione. Mi dispiace.- Mi scusai. -Ci ho pensato anch'io, ma non è successo, e ora quell'uomo è morto. Ha pagato per le sue azioni, hai ragione.- Ripetei. 

-Scusa...- sussurrò. -Non volevo accanirmi su di te. È solo che vederlo così... vulnerabile e indifeso, mi fa ribollire il sangue.- 

-Certo, lo capisco.- Risposi.
Lo capivo eccome. 

-Cavolo c'era Mia accanto a lui in lacrime! E lui sembrava nel panico mentre cercava disperatamente di consolarla!- Sbottò. -Il "vero" Christian, sarebbe stato infastidito dai suoi piagnistei. Non ha mai sopportato vedere le persone piangere, lo facevano letteralmente incazzare! E invece... ora era lì a cercare di consolarla, e tutto questo per colpa di quello stronzo!-

-Lo so, lo so.- Cercai di placarlo. -Ma ora è morto, okay? Ha già pagato, e Christian ritornerà in fretta come prima.- 

-Già.- Disse. -Grazie Ana. Avevo davvero bisogno di sfogarmi con qualcuno, e non potevo farlo con Mia.- Sorrise leggermente.


POV'S CHRISTIAN 

Quando Elliot uscì, mi promise che sarebbe ritornato presto; ma io aspettavo ansiosamente il ritorno di Anastasia. 

Perché non entrava da quella porta? Se n'era andata? 
Il solo pensiero mi provocò una stretta al cuore. 
E se si fosse stancata di aspettare che mi ricordassi di lei? 
O peggio ancora; se le fosse successo qualcosa? 

"Ma no!" Mi dissi mentalmente. "Me lo avrebbero detto, no...?"
La paura sbocciò in me, fino a quando la porta della camera si aprì, e intravidi Anastasia entrare. 

"Oh, grazie a Dio!"

-Ciao!- Si illuminò, chiudendo la porta. 

-Ciao!- Risposi, cercando di calmare i battiti del mio cuore. 

-Sono venuta per pranzare con te.- Nel suo bellissimo viso si aprì un sorriso altrettanto bello. 
Dio! Dovevo proprio essere innamorato di quella splendida ragazza. 

-È fantastico!- Risposi. -Cos'hai portato?- 

-Maccheroni al formaggio.- Si accomodò accanto a me. 

Per qualche strano motivo mi venne l'acquolina in bocca. 

-Devono essere buoni...- mormorai, fissandoli. 

-Possiamo assaggiarli, e poi daremo un voto, ti va?- Propose. 

-Perfetto!- Esclamai. 

Ana mi diede le posate, e mise il contenitore contenete i maccheroni sul tavolino. 

Li assaggiai, e capii subito il perché dell'acquolina in bocca. Erano buoni, davvero buoni. 

-Sono buoni.- Commentai. -Ma quelli che fa Grace, però, non li batte nessuno.- Sorrisi, e ad un tratto immagini di mia madre che preparava i maccheroni al formaggio, mi attraversarono la mente. 

-Allora credo proprio che dovrò proprio assaggiarli.- Sorrise a sua volta.

-Sono i migliori.- Dissi. -Mi sono ricordato della prima vota che li ha fatti, e me li ha fatti assaggiare.- 

-Man mano ricordi sempre di più, Christian!- Esclamò. 

"Già, ma vorrei ricordarmi di te..."

-È vero.- Concordai invece. 

-Dovrei dirlo a tua madre che ti sei ricordato dei suo maccheroni.- Rise.
Ed era un suono così bello la sua risata.
Tutto era perfetto in lei. Non avrei cambiato una virgola. 

-Riguardo all'incidente..- dissi. -Sono stato io ad investire l'uomo nell'altra macchina? È successo perché ero troppo arrabbiato?- Questa domanda era un tarlo per me. 

-No!- Rispose un po' troppo velocemente. -È stato quell'uomo a venirti addosso.Voleva già suicidarsi, così a metà strada ha aumentato la velocità, decidendo di schiantarsi contro la prima macchina che avrebbe trovato.- Sussurrò triste.

-Oh.- Fu tutto quello che fui capace di dire. 

-Guardandola da questo punto di vista è un miracolo che non ti abbia preso in pieno, e che tu sia ancora vivo..- singhiozzò. 

-Immagino di si- risposi. -Ma perché voleva suicidarsi?- 

-Elliot mi ha detto che era ubriaco, e... aveva molti problemi, ma non mi ha detto altro.- 

-Capisco.- In un certo senso ero sollevato di sapere che non ero stato io la causa dell'incidente. 

-Perché ero arrabbiato con te?- Chiesi. 
Cavolo, c'erano così tante cose che necessitavano di una risposta.

Lei abbassò lo sguardo sulle sue mani incrociate sul ventre. 

-Ana?- Dissi. 

-Avevo conosciuto un altro ragazzo...- sussurrò. -Era solo un nuovo compagno di classe, e credo che a Kate piaccia molto, così mi ha pregata di accompagnarla mentre parlavano, e così facendo non ho potuto passare il break con te.-

Il mio cervello però, si bloccò ad "avevo conosciuto un altro ragazzo".

-Ti sei arrabbiato.- Sussurrò. -Ma quando alla pausa pranzo ti ho spiegato tutto credevo che avessimo risolto... poi ci hanno invitato al tavolo con loro, e una volta insieme ti sei arrabbiato ancora una volta, e sei andato via senza dire una parola.-

-Ti ho rincorso per tutto il corridoio.- Continuò. -E ho cercato di farti ragionare, di farti capire che lo stavo facendo per Kate. Ma tu proprio non mi ascoltavi, continuavi a dirmi di tornare da loro, così io... beh, mi sono arrabbiata e sono tornata indietro. E quella è stata l'ultima volta che ci siamo visti.- 

-Quindi anche tu eri arrabbiata con me.- Dissi. 

-Già...- sussurrò. 

Immagini di me in corridoio mentre mandavo messaggi ad Anastasia, messaggi senza risposta, mi attraversarono la mente. 
Vidi me stesso nella sua classe, e la vidi difronte a d'un ragazzo... Harry! 
Ricordai il nostro discorso durante la pausa pranzo, e la mia furia dopo aver passato cinque minuti con quel ragazzo che non smetteva di guardare la mia ragazza. 
Ricordai il nostro litigio in corridoio, poi più niente. 

-Christian?- Mi chiamò Anastasia, preoccupata.

-Ho ricordato.- Risposi.

-Cosa?- Chiese.

-Quel giorno. Ho ricordato quel giorno, e ho ricordato Harry che non la smetteva di toglierti gli occhi da dosso. Avevi ragione, ero davvero arrabbiato.- 

-Hai... ricordato?- Chiese allibita.

-Solo quel giorno, ma si.- Risposi. 

-Perché ti ostini a ricordare le brutte vicende?- Mi chiese sorridendo leggermente.

-Non lo so..- ammisi. -Ma ero geloso.-

-Si, lo eri eccome.- Sorrise.


POV'S ANASTASIA 

Era già qualcosa il fatto che avesse ricordato quella vicenda, mi aveva detto Grace. 

Nell'ora successiva dovetti uscire fuori, e cedetti il posto ai dottori e successivamente a suo padre. 

Ritornai la sera, con lo zaino con dentro le mie cose. 
Sarei rimasta io con Christian durante la notte.
Tecnicamente non sarei potuta rimanere, ma avevo pregato così tanto Grace che alla fine si era arresa. 

L'orario delle visite sarebbe finito dopo venti minuti, così decisi di aspettare in corridoio, finché il mio radar pedofilia non si attivò.

Era uno scherzo.
Doveva essere uno scherzo.

Elena entrò in tutto il suo splendore nel corridoio, con un'aria vagamente preoccupata.
Sembrò che non mi avesse neanche notata, e quando si avvicinò sempre di più alla camera di Christian, balzai in piedi e le bloccai il passaggio. 

-Non ci provare!- Ringhiai. 

Si bloccò sui suoi passi, sorpresa. 

-Oh, Anastasia.- Reagì a scoppio ritardato. -Non ti avevo vista.- 

-Va' via.- Dissi, mantenendo il contatto visivo.

-Sono venuta qui per vedere Christian, non te.- Rispose. 
Era la personificazione della tranquillità. 

-Non c'è bisogno che tu lo veda.- Ringhiai. -Quale parte di "sta' lontana da noi" non capisci?-

-Ascoltami bene, cara.- Sorrise. -Grace mi ha informata dell'incidente di Christian, e sarebbe stato maleducato da parte mia non venirlo a trovare, non credi?- 

-Non te lo dirò un'altra volta, va' via, Elena!- Sibilai. 

-Quindi..- continuò ignorandomi totalmente. -Puoi farmi entrare pacificamente, o possiamo dare un bello spettacolino qui in corridoio. Decidi tu, Anastasia.- 

"Perché Grace ha chiamato questa donna?"
"Perché non sa cos'ha fatto a suo figlio!" Mi gridò la mia vocina interiore. 

-Lui non si ricorda di te.- Cercai di mantenere la calma. -Quindi non c'è bisogno che tu gli faccia visita.- 

-Oh, io devo fargli visita.- Sorrise. -Ho capito qual'è il problema, sai? Sono sicura che lui si ricordi di molte cose, anche di me, ma il problema è che non si ricorda, o non vuole ricordarsi, di te.- 

Il suo commento mi fece vacillare. 
Era davvero per questo che continuava a ricordarsi di tutto tranne che di me? Lui non voleva ricordarmi? 

Il pensiero mi fece porre così tante teorie che non mi accorsi nemmeno che Elena approfittò del mio momento di insicurezza per superarmi e entrare. 

"Dannata donna!"

La seguii in camera, dove c'era Carrick.
Non potevo di certo fare una sceneggiata davanti a loro. 

-Ciao, Christian.- Elena sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi falsi.

"Dannata strega!"

-Ciao..- rispose confuso.
Stava cercando di ricordare chi fosse, lo so.

-Come ti senti?- Si sedette nel letto accanto a lui, e gli prese addirittura la mano tra le sue.

Okay, questo era troppo. 

-Indolenzito e anche un po' confuso.- Ammise, ma era a disagio, e mi lanciò un'occhiata che però io non ricambiai. 

-È normale...- sussurrò. Le apparvero anche delle lacrime agli occhi.

Ma quanto poteva essere falsa quella donna?

-Immagino che tu non ti ricorda di me.- Sorrise leggermente.

-No, mi dispiace.- Rispose, ma non sembrava realmente dispiaciuto.
Era ancora a disagio.

-Sono Elena, siamo amici. Ci siamo conosciuti una volta, mentre stavi lavorando a casa dei miei. Da allora, ci siamo visti sempre...- Mi gettò un'occhiata compiaciuta. 

Stava mentendo.
Così gli avrebbe confuso ancora di più le idee. 

Anche Carrick sembrava confuso da ciò che aveva detto, ma non disse nulla. 

-Capisco...- mormorò, guardandomi nuovamente.

Non ricambiai neanche questa volta lo sguardo, al contrario indietreggiai, e mormorai delle scuse prima di uscire. 


POV'S CHRISTIAN 

La donna che mi venne a trovare, mi mise parecchio a disagio.
Elena: era così che si chiamava. 
Anche Anastasia era a disagio, o meglio, era arrabbiata. 
Elena non le piaceva, era chiaro. 

Nonostante tutto ciò che mi raccontò, non riuscii comunque a ricordarmi di lei. 
Stavo cercando disperatamente di capire con chi fosse arrabbiata Anastasia, ma lei si ostinava a non guardarmi, quindi dedussi che fosse era arrabbiata con me, e quando si scusò ed uscì dalla camera, avrei voluto alzarmi e seguirla. 

-Christian, ciò che ti è successo è orribile.- Disse Elena. 

Mi irritava da morire, così la ignorai e mi rivolsi a mio padre. 

-Papà, puoi far rientrare Anastasia, per favore?- Chiesi.

Elena si incupì, ma non disse nulla. 

-Grazie per essermi venuta a trovare..- sussurrai. -Spero di ricordarmi di te.- Mentii, congedandola. 

Lei mi gettò un'occhiata infuocata, ma poi con discrezione si alzò, si sistemò la gonna e dopo aver detto: -Certo, spero davvero che tu ricorda tutto.- Si abbassò e mi baciò una guancia. 

Il mio cuore prese a battere più velocemente.
Chi diavolo era quella donna? 


POV'S ANASTASIA 

-Anastasia, stai bene?- Mi chiese Carrick, raggiungendomi.

-Si..- sussurrai. -Si, sto bene.- 

-Perché sei andata via, allora?- Chiese. -Christian vuole che rientri.- 

-Oh, mi dispiace. Credevo solo che fossimo troppe persone.- Mentii. 

-Elena non ti piace, non è vero?- Sorrise.

-È così evidente?- Feci una smorfia. 

-Un po'.- Rise leggermente. -Non piace neanche a me quella donna, ha un non so ché di inquietante.- 

"Oh, non sai quanto!"

-È quello che credo anch'io.- 

Se solo avesse saputo...

-Non so perché abbia mentito riguardo al fatto che sono amici.- Disse. -Però farò in modo che non si avvicini più a lui.- 

-Mi ha detto che è stata Grace a chiamarla.- Lo informai.

-No, certo che no. Grace non l'ha mai chiamata.- Aggrottò la fronte. 

E con perfetto tempismo Elena uscì dalla camera nera in viso, e senza neanche degnarci di uno sguardo scomparì dal corridoio.

-Per fortuna se n'è andata.- Commentai. 

-Ne parlerò con Grace.- Rispose. -Quella donna non vi si avvicinerà mai più.- 

-Grazie.- Sorrisi. 

Quando rientrai trovai un Christian nervoso, intento a cercare di distruggere l'ingessatura. 

-Christian!- Lo rimproverai.

Lui si bloccò di colpo, e non appena mi vide, notai una scintilla di sollievo nei suoi occhi. 

-Stai bene?- Mi chiese subito.

-Dovrei chiederlo io a te.- Risi chiudendo la porta.

-Ero preoccupato.- Rispose.

-Per cosa?-

-Come per cosa?- Mi chiese come se fossi stupida. -Per te! Ho visto come guardavi Elena, e come non guardavi me, e poi sei uscita.- 

-Scusa, non volevo farti preoccupare.- Mormorai appoggiando lo zaino per terra. -È solo che quella donna non mi piace.-

-Neanche a me.- Rispose. -È davvero mia amica?- 

-No, non lo è. Stava mentendo.- 

-Perché?- Chiese confuso. -Chi è allora?-
Stava cominciando ad agitarsi. 

Mi sedetti accanto a lui e gli strinsi la mano. 

-Calmati.- Sussurrai, accarezzandogli i capelli. -Per oggi hai già ricevuto troppe informazioni. Ora devi riposare, Christian.- 

-Ma io devo saperlo.- Continuò ad insistere.

-Non oggi.- Risposi. -Ora voglio solo che tu ti rilassi.- 

-D'accordo.- Sospirò. -Puoi farmi un favore, però?- 

-Qualsiasi cosa.- Risposi. 

-Voglio un tuo bacio.- Disse; i suoi ardenti occhi grigi nei miei.


COMMENTATE SE VI È PIACIUTO IL CAPITOLO!❤️
SONO DI NUOVO IN RITARDO, LO SO! MA STO AVENDO DAVVERO MOLTI PROBLEMI IN QUESTO PERIODO. SPERO SOLO DI ESSERMI FATTA PERDONARE CON QUESTO CAPITOLO! 
GRAZIE A TUTTI PER I COMPLIMENTI, VI ADORO!!
   
 
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