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Autore: So_    21/08/2015    3 recensioni
Un giovane Cullen Rutherford sta vivendo il suo personale Tormento: l'amore per una maga è dolcissimo e terribile, sbagliato, impossibile. Maghi e templari non possono fraternizzare, i maghi sono pericolosi. Questo è ciò che gli è stato insegnato, questo è ciò che gli dice la mente. In amore, però, non è la mente a comandare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cullen, Custode
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doveva smetterla con la sua stupida fissazione. Doveva fermarsi, chiuderla lì, eliminare ogni pensiero che la riguardasse. Ogni pensiero impuro.
Perché non poteva essere come tutti gli altri? Perché non riusciva ad essere un bravo templare?
Non bisogna fraternizzare con i maghi, Cullen lo sapeva. I maghi sono pericolosi, sono figli ripudiati dal Creatore più di ogni altro essere. Vanno tenuti sotto stretto controllo, potrebbero trasformarsi in abominio in ogni momento. Potrebbero far saltare un edificio, dare fuoco a qualcuno, uccidere in un secondo. Ai maghi basta uno schiocco di dita per fare una strage.
Cullen sapeva tutto ciò, voleva crederlo, ma non riusciva a smettere di pensare a lei.
Lei, che quella stessa mattina gli aveva sorriso, e aveva il sorriso più perfetto che Cullen avesse mai visto. Lei che amava studiare, lei che sembrava sempre così tranquilla, lei che ogni settimana andava dai templari all’ingresso per chiedere di uscire, nonostante conoscesse già la risposta. Si era sottilmente infilata nei pensieri di Cullen e non se n’era più andata. Lei, che era nata con la magia nel sangue.
Che fosse un incantesimo? No, non doveva pensarlo, non era possibile, lei non l’avrebbe mai fatto. O forse sì. Dopotutto era una maga, e con i maghi non esistono certezze.
Forse era il volere del Creatore. Egli lo stava mettendo alla prova, voleva testare la sua fede, la sua forza, la sua determinazione… beh, in quel caso Cullen stava miseramente fallendo. Ma poteva essere forte, doveva esserlo. Una maga qualunque non avrebbe corrotto la sua integrità morale, di uomo e di templare. Peccato che lei non fosse una maga qualunque.
No, no, no! Lei era esattamente come tutti gli altri, doveva convincersene. Poteva cedere alle lusinghe della magia proibita, e in quel caso Cullen doveva essere lucido. Freddo. Distaccato.
Non si sarebbe piegato, non si sarebbe fatto corrompere, non sarebbe bastato un bel faccino a distrarlo dai suoi doveri. Non avrebbe ceduto al peccato, alla lussuria, al richiamo della carne, all’estasi dei sensi. Avrebbe trovato la sua estasi nell’abbraccio di Andraste. Avrebbe pregato di più, più a lungo, più intensamente.
Cullen avrebbe smesso di pensare a lei, ai bei lineamenti del suo viso, alla sua risata cristallina, al modo in cui le vesti evidenziavano il suo corpo… Non avrebbe più pensato alle sue labbra, al suo sorriso… quel sorriso contagioso, che alleviava e appesantiva l’animo del templare, che lo tormentava e lo faceva sentire sporco, peccaminoso, ma che era anche la parte migliore delle sue giornate.

Ecco, però, che a breve distanza dal templare passa proprio lei, e per un breve istante ogni dubbio sembra dissiparsi, ogni incertezza sembra risolversi, e rimane solo un sospiro innamorato.
  
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