Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Biszderdrix    21/08/2015    1 recensioni
Come possiamo sapere se siamo pronti per le sfide del mondo? Come possiamo sapere se saremo all'altezza di ogni nemico? Ma soprattutto... se fossi tu stesso il tuo nemico?
L'intera saga di Dragon Ball e degli eroi che tutti amiamo riscritta dalle origini del suo stesso universo, per intrecciarsi a quella di un giovane guerriero, che porta dentro sé un potere tanto grande quanto terribile, dai suoi esordi fino alle sfide con i più grandi nemici, e la sua continua lotta contro... sé stesso.
Se non vi piace, non fatevi alcun problema a muovere critiche: ogni recensione è gradita, e se avete critiche/consigli mi farebbe piacere leggerli, siate comunque educati nel farlo.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO QUARANTUNESIMO- GIOCHI MORTALI

Goten e Trunks erano riusciti a portare tutti gli sfollati fuori dalla città, o da quello che ne restava, e ad accompagnarli in una zona relativamente deserta, e osservavano da una piccola sporgenza rocciosa.

«Al diavolo i legami di parentela, se vi siete schierati con i saiyan scordatevi di darci ulteriori ordini!» sentirono gridare i due, e voltandosi poterono vedere le loro madri, seguite dal resto della loro grande famiglia allargata, che si avvicinavano minacciose.

«È per il vostro bene… Poi sistemeremo tutto…» provò a giustificarsi Trunks.

«Non raccontare fesserie! I saiyan sono nostri nemici, e se voi vi siete schierati con loro, allora scordat-»

«Uh, un litigio in famiglia. Decisamente il modo ideale per trascorrere l’ultimo giorno di esistenza!»

La voce che interruppe Bulma costrinse tutti a guardare verso l’alto, facendo rabbrividire i due saiyan quando videro cosa si stagliasse sopra di loro.

In tutta la sua terribile enormità, la coda che si muoveva lentamente alle sue spalle, Doomshiku li osservava con aria divertita. Ma la cosa che inorridì la maggior parte dei presenti, fu la figura impalata al pezzo di roccia che levitava al fianco del mostro.

«Lord Baby!» gridò Bulma sconvolta.

«Qualcuno sembra preoccupato…» sogghignò Doomshiku, mentre Goten e Trunks assunsero posizioni d’attacco.

«Cosa pensate di fare, voi due? Sapete, io ammiro il coraggio. Davvero. Ma, francamente, non vedo come possiate essermi d’ostacolo, in queste condizioni. Credo mi sareste molto più utili se faceste quel vostro balletto, almeno contribuireste al mio divertimento… e chissà, potrei anche decidere di risparmiarvi la vita.» disse il demone, sorridendo ai due saiyan.

«DOOMSHIKU!» urlò improvvisamente una voce, che si rivelò appartenere a Goku, quando apparve in mezzo a Goten e Trunks, seguito a ruota da Vegeta, Gohan, Pan e Ub.

«Papà! Come ti senti?» chiese Trunks, alla vista del padre rinsavito.

«Non è il momento, Trunks.» gli rispose Vegeta, freddo.

«Sta bene.» gli sussurrò Goten, alleggerendo l’atmosfera che si era creata.

«Ascolta, Doomshiku,» iniziò Goku «Questa gente non ha fatto nulla di male per meritarsi la tua vendetta! Hanno il diritto a proseguire la loro esistenza!»

Doomshiku, in tutta risposta, ridacchiò: «Forse non ti è ben chiaro chi sono io, saiyan. Evidentemente il tuo amico re Kaioh non è così ben informato come crede. Dovrò fargli una visitina…in questo caso, tocca a me presentarmi come si deve. Innanzitutto, ti basti sapere che per me le vostre esistenze valgono come tutte quelle in questo universo: cioè, zero.»

Il suo tono quasi canzonatorio non fece che irritare ulteriormente i presenti.
    
«Io sono nato per portare la morte e la disperazione,» proseguì «è un po’ il mio lavoro. Ma, nella mia lunga esistenza ho potuto constatare che, se ti diverti a fare il tuo lavoro, non lavorerai mai un giorno in tutta la tua vita. E ti assicuro che mi sto divertendo un mondo.»

Il suo ghigno malvagio si allargò ulteriormente.

«Ma» disse nuovamente «non sono senza cuore: se questa gente non avesse sposato la causa di questo verme, rinunciando alla loro stessa umanità, forse qualche giorno in più di vita glielo avrei potuto concedere. E se anche dovessero rinsavire in questo momento, potrei sentirmi in vena di gentilezze…»

«Sono posseduti, non è stata una loro scelta!»

«E a me che differenza fa?» controbatté nuovamente Doomshiku, facendo arrabbiare ancora di più Goku.

«Tu hai ucciso un nostro amico… stai sfruttando il suo corpo… e questo non te lo perdoneremo mai…»

Le parole di Goku fecero improvvisamente sussultare Pamela e Keiichi Ryder: cosa intendeva quel saiyan?

«Ti chiedo solo pietà per questa gente: altrimenti dovrai passare sui nostri cadaveri!»

«Solo? AH! Tu e lui non siete diversi, nessuno di voi è diverso, siete tutti uguali!» gridò, allargando le braccia.

«Siete deboli, rammolliti,» continuò, volgendo lo sguardo su tutti i presenti «mi parlate di pietà, semplicemente perché non avete il coraggio di affrontare la realtà: il più forte vince sul debole, la morte è il modo migliore per depurare questo mondo dagli insetti come voi. Ed io ci provo un gusto incredibile nello schiacciarvi.»

Dopo quell’ultima frase, mostrò i denti aguzzi in un inquietante sorriso.

«Adesso BASTA!» gridò Goku, lanciandosi contro il mostro, seguito a ruota dal resto dei guerrieri, che si trasformarono immediatamente in super saiyan.

Doomshiku li affrontò con disinvoltura, librandosi in aria a sua volta, parando e schivando ogni singolo colpo che i guerrieri provavano a infliggergli con incredibile naturalezza. Finché non aumentò la sua aura, generando un’onda che li scagliò tutti lontano.

«Magari posso alleviare il dolore per la perdita del vostro amico, ricongiungendovi alla sua maniera! Ad esempio, facendovi finire in una TEMPESTA MORTALE!» gridò, lanciando uno dei tipici attacchi di Daniel Ryder, dove erano caduti Goten e Trunks, che per quanto ci provarono, non riuscirono ad evitare tutte le esplosioni.

«Spero abbiate portato l’ombrello, è in arrivo un DILUVIO ESPLOSIVO!» urlò, lanciando questa volta la versione più devastante del precedente contro Gohan e Ub, che si riuscirono ad evitare le esplosioni, ma per colpa delle ultime onde d’urto vennero schiantati a terra.

«Com’è divertente!» disse, prima di caricarne un nuovo attacco «Questo ha un nome che mi piace, CANNONE DOOMSDAY!»

Questa volta l’attacco fu diretto Vegeta, che si scansò all’ultimo, ma l’esplosione lo fece comunque volare via di diversi metri.

«E per finire, la mia preferita…» disse, voltandosi verso Pan, che lo guardava terrorizzata.

«Kame… Hame…» cominciò a sillabare Doomshiku, con Pan che rimase immobile mentre le mani artigliate del mostro si stava formando un piccolo globo carico di energia.

«Pan, spostati!» le gridò il padre, ma Pan non si scansò, e così Doomshiku poté concludere la formula.

«HA!» gridò, facendo partire dalle mani un’onda energetica mastodontica, che squarciò l’aria, puntando dritta verso la ragazzina.

Pan non riusciva a muoversi, mentre l’onda si avvicinava sempre di più.

Finché due braccia pelose non la cinsero, proprio nel momento in cui l’onda avrebbe dovuto colpirla, facendola volare a terra per l’incredibile spostamento d’aria. La Kamehameha di Doomshiku andò a spegnersi nello spazio, senza dare sfogo a tutto il suo potenziale distruttivo.

Pan era volata a terra a velocità comunque molto considerevole, eppure sentì di non essersi fatta male: si accorse di essere stata presa al volo da una figura che aveva subito tutto il danno al suo posto, salvandola comunque da morte certa.

«La prossima volta, dai retta a tuo padre, ok?» le disse Goku, piuttosto sofferente.

«Si, nonno. Grazie.» gli rispose, sorridendo affettuosamente.

Doomshiku si ritenne soddisfatto: non aveva ucciso nessuno, ma aveva comunque impartito una bella lezione a quel branco di scimmioni. Ma l’assenza di almeno un morto gli pesò sul cuore, e decise che ora avrebbe dovuto divertirsi un po’, e nessuno avrebbe dovuto obbiettare.

“D’altronde, come potrebbero mai impedirmelo?” pensò, tra sé e sé, dirigendosi verso gli sfollati.

«Allora, amici miei…» disse, atterrando tra la folla atterrita «Immagino che tutti voi vi sentiate degli tsufuru orgogliosi.»

Nessuno rispose.

«Il vostro amato leader…» disse, voltandosi verso un’ancora sofferente Baby «vi ha insegnato ad odiare i saiyan, vi ha convinto di come gli tsufuru siano state le povere vittime di una razza di brutali usurpatori.»

Si voltò, nuovamente, verso la folla, esibendo un altro sorriso inquietante. Keiichi Ryder osservava, paralizzato, facendo fatica perfino a piangere, avvolto nelle braccia della madre.

«Voi siete tutta brava gente che si merita di ascoltare storie vere… e , soprattutto, complete.» disse, mentre si elevò al livello di Baby che, dolorante, teneva la testa china «Racconta un po’, tsufuru, cosa successe con il pianeta Hamon, e con la razza degli hatwa… Dillo ai tuoi fedeli seguaci…»

Baby alzò leggermente lo sguardo verso il suo aguzzino, che ebbe un improvviso scattò d’ira «DIGLIELO!»

Baby emise un piccolo gemito di dolore ma, alla fine, parlò: «Gli hatwa… si rifiutarono… di concederci le risorse del loro pianeta… ma ne avevamo bisogno… così lì invademmo…»

Baby, nelle cui cellule scorreva parte del DNA dello stesso re degli tsufuru che ordinò l’invasione, aveva in mente quella storia come se avesse vissuto di persona quei fatti: ma in quel momento, il dolore non gli consentiva di scendere troppo nei dettagli.

«Li sterminammo… ma poi… il pianeta esplose, misteriosamente… uccidendo anche molti di noi… e fu un nulla di fatto…»

«Si… misteriosamente…» sussurrò Doomshiku all’orecchio dello tsufuru, che si voltò, stupefatto «Esatto… fui io a farlo esplodere, tsufuru. Quel pianeta fu la mia prigione, poi la mia casa, l’unica ragione per non portare distruzione… e voi l’avete distrutto. Forse ti serve un po’ di ripasso sul vero concetto di vendetta, eh?»

Doomshiku continuò a sorridergli, poi si voltò nuovamente verso la folla: «Allora! Se voi tsufuru siete stati capaci di invadere un pianeta pacifico per i vostri meri scopi egoistici, da chi, quindi, non siete diversi? C’è qualcuno tra voi abbastanza sveglio per rispondere a questa domanda?»

Doomshiku aprì le braccia, cercando di spronarli a rispondere, cercando di apparire gioviale con la folla, mentre attendeva una risposta: si divertiva un mondo a vedere i loro sguardi terrorizzati, guardandoli uno per uno. Finché non si voltò verso Bulma.

«Tu…» disse, indicando la scienziata, che ebbe un tremore improvviso «Da quel che so, tu sei una scienziata, un genio, a quanto pare: allora, sei in grado di rispondere ad un semplice quesito di logica?»

A quel punto, si chinò sull’azzurra, fissandola intensamente con i suoi brillanti occhi rossi. Bulma era paralizzata.

«Davvero deludente…» commentò mestamente Doomshiku, che allungò l’indice sul volto della scienziata, che chiuse gli occhi di fronte alla fine imminente.

«Dai saiyan.» disse improvvisamente una voce in mezzo alla folla, che fece voltare tutti «Non ci rende diversi dai saiyan.»

«Bingo! Allora l’intelligenza vi è stata concessa!» gridò Doomshiku, improvvisamente entusiasta, allontanandosi da Bulma «Avanti! Fatti vedere!»

Dalla folla uscì un ometto di mezza età, dai corti capelli marroni, lo sguardo piuttosto impaurito.

«Come ti chiami?» gli domandò Doomshiku. L’uomo lo guardò, terrorizzato, mentre il demone si chinava su di lui. «T-Ted…» balbettò.

«Complimenti Ted, hai dato nuova linfa alla mia giornata, grazie!» gli disse, allargando le braccia, e mostrando nuovamente i denti.

«I… I-Il g-grande Baby ti fermerà!» balbettò nuovamente l’uomo, raccogliendo dei sussurri si approvazione.

Doomshiku, dal canto suo, faticava a contenere le risate.

«Ma lo hai visto?!» disse, indicando il pezzo di roccia dietro di lui, che ancora levitava per aria «Decisamente minaccioso…»

Il demone poté sentire la paura dentro l’ometto, così come dentro tutti gli altri: capì che era l’occasione per divertirsi veramente. Rimuginò un attimo, poi si chinò nuovamente su Ted: «E se fossi tu, invece, colui che mi fermerà?»

Doomshiku poté dirsi soddisfatto quando vide una luce accendersi negli occhi dell’ometto.

«Allora… io ti farò una domanda molto semplice, e ti darò cinque tentativi per rispondere correttamente.» disse, aprendo la mano destra di fronte a sé «Se mi darai la risposta giusta, mi prenderò comunque il vostro leader, ma voi sarete lasciati in pace. Ti sta bene?»

Il sogghigno di Doomshiku si fece più largo al piccolo cenno d’assenso che ricevette. «Bene allora, la domanda è questa… quante dita hai nella tua mano destra?»

Tutti emisero una sorta di sospiro di sollievo: era una domanda semplicissima, il mostro li avrebbe lasciati in pace e sarebbero stati tranquilli. Questi erano i pensieri della maggior parte dei presenti. Ma solo della maggior parte.

«È troppo semplice…» mugugnò Crilin, sospettoso, facendo girare il resto del gruppo vicino a lui.

«C-Cinque!» rispose Ted, rompendo gli indugi, e un peso si sollevò dall’animo di tutti i presenti, che assunsero tutti espressioni sollevate. Lo stesso Ted iniziò a sorridere, sollevato, ma la sua espressione cambiò nuovamente, mentre incrociava lo sguardo serioso di Doomshiku.

«Sbagliato.» rispose il demone, freddamente, chiudendo il pollice.

I presenti non ebbero nemmeno il tempo di stupirsi, perché lo stupore cedette immediatamente il passo all’orrore quando una delle dita di Ted saltò letteralmente via, generando una piccola pozza di sangue ai piedi dell’ometto, che iniziò a gridare dal dolore. Qualcuno provò a venire in suo soccorso, ma fu subito respinto da un’aura invisibile.

«State tutti fermi! Il nostro Ted può farcela da solo… Coraggio, hai ancora ben quattro tentativi…»

Ted, dolorante, alzò lo sguardo verso Doomshiku, che lo guardava, ghignante: «Allora, quante dita hai nella tua mano destra?»

L’uomo non capiva cosa stesse succedendo, ma l’unico pensiero che riuscì a formulare in quel momento fu quello di assecondarlo.

«Q-Quattro…»

«ERRORE!» esclamò nuovamente Dooshiku, chiudendo un altro dito della sua mano, facendone conseguentemente saltare uno dalla mano di Ted, che gridò nuovamente dal dolore.

Molti dei presenti volsero lo sguardo, mentre ai piedi dell’uomo, ormai caduto in ginocchio, si era formata una grossa pozza di sangue.

«Adesso basta! Lascialo stare!» gridò una ragazza, che si fece largo tra la folla, avvicinandosi al duo.

Doomshiku allora volse lo sguardo, fissando la donna, che si fermò, atterrita.

«Avevo detto di stare fermi…» disse, prima che la ragazza esplodesse in un grande bagliore, che non lasciò resti «Evidentemente non mi sono espresso bene.»

Tede aveva osservato con orrore cosa fosse appena successo, e capì che non c’era altro modo che assecondare quel mostro che, intanto, si era chinato su di lui.

«Hai visto, Ted?» gli sussurrò, piegato sulle ginocchia «La tua gente non ha fiducia in te. Dovresti dimostrargli il contrario, no?»

A quel punto, di fronte alla sprezzante arroganza di Doomshiku, dentro l’uomo si generò una forte rabbia, ma esitò ancora nel dare una nuova risposta.

«Avanti, Ted! Hai ancora ben TRE tentativi per salvarvi tutti! Coraggio!» lo esortò nuovamente il demone.

L’uomo stringeva i moncherini con l’altra mano, cercando di limitare la fuoriuscita del sangue. Ma la rabbia gli permise di ritrovare nuovamente il coraggio, e rispose nuovamente: «Ne ho… tre…»

«Sbagliato di nuovo!»

E si ripeté la stessa scena di prima, con Ted che stavolta cadde al suolo a causa del dolore insopportabile. Doomshiku volse lo sguardo verso di lui, che impallidiva a vista d’occhio per la continua perdita di sangue.

«D-Due…» sussurrò Ted, sempre più consapevole di quale fosse l’unico modo per porre fine a quella tortura. E quando un altro dito saltò, non ebbe più neanche la forza di gridare.

Doomshiku si piegò su di lui, ostentando compassione: «È il tuo ultimo tentativo, Ted. Usalo bene.»

L’uomo sputò un rivoletto di sangue, che gli finì a lato della bocca: «U… Un… Uno solo…»

«Peccato.» disse pacatamente Doomshiku, chiudendo l’ultimo dito della sua mano, lasciando Ted completamente senza dita nella mano destra. L’uomo, comunque, si sentì sollevato, nonostante il dolore e la fiacchezza che sentiva in quel momento: non pensò a cosa lo aspettasse, voleva solo che quella tortura finisse.

Finché non si sentì sollevato in aria.

«È stato divertente giocare con te, Ted.» disse, muovendo il pugno chiuso verso l’alto, con conseguente levitazione del malcapitato «Ma temo che dovrai lasciarci. Alla prossima! O forse no…»

A quel punto aprì la mano, e gli occhi e la bocca di Ted iniziarono a brillare di una luce accecante, finché non esplose in un gigantesco bagliore. Ma quando poi i presenti poterono nuovamente guardare, Ted non c’era più.

«Allora, in quanto a voi… oggi mi sento magnanimo, e voglio offrirvi una nuova chance: accettate di tornare a ciò che siete, alla vostra realtà di terrestri? Perché, nel caso, avreste salva la vita… almeno per il momento…»

Nessuno ebbe il coraggio di rispondere al mostro, che iniziò quindi a elevarsi verso il cielo.

«Lo prendo come un no…» disse, prima di voltarsi verso Baby, facendo levitare il pezzo di roccia verso l’alto, insieme a lui «Vieni, avrai un posto in prima fila per assistere alla tua disfatta…»

«Cosa avrà in mente adesso?» chiese mr. Satan, mentre il gruppo dei malridotti guerrieri osservava Doomshiku elevarsi sempre di più. Bills e Whis rimasero in silenzio.

«Bene, orgogliosi tsufuru!» gridò improvvisamente Doomshiku, una volta raggiunta una considerevole altitudine «Avendo fatto questa scelta, ora ne subirete le conseguenze, alla mia maniera!»

Allora, alzò le braccia verso l’alto, e gridò: «Mostrati, amico mio, a questi mostri che ci hanno costretto a separarci!»

La terra tremò per qualche istante, ma gli sguardi di tutti rimasero incollati al cielo, dove una gigantesca sfera di un verde acceso, che a qualcuno dei presenti ricordò vagamente un pianeta già visistato in passato, comparve improvvisamente, occupando interamente il cielo di Neo Vegeta.

«E q-quello cos’è?» domandò Goten, stupito.

«Quello, ragazzo, è il pianeta Hamon.» disse Bills.

«Hamon?! Ma è andato distrutto!» sbraitò Vegeta, stupefatto a sua volta.

«Hamon e Doomshiku hanno vissuto per anni in perfetta simbiosi: quello non è il vero pianeta, ma una proiezione di esso che Doomshiku ci sta mostrando, in quanto parte integrante del suo essere. E non credo si limiterà a quello…» gli rispose, secco, il Dio della Distruzione.

«Ora, amico mio, fai sentire loro, cos’è la vera sofferenza…» gridò Doomshiku, calando improvvisamente le braccia verso il basso, e una lunga nube bianca, partita da dietro di lui, iniziò a coprire il pianeta.

La folla di rifugiati, già piuttosto sconcertata, non ebbe il tempo di realizzare cosa stesse accadendo, che furono tutti colti da improvvise emicranie: nella nube iniziarono ad intravedersi figure, figure dalle fattezze umane, che iniziarono a girare intorno a tutti  i rifugiati.

Nella nube si formarono le figure di edifici distrutti, velivoli in fiamme, soldati che marciavano in mezzo ad una grande moltitudine di alberi.

Ma tra quelli che Doomshiku aveva scelto come tsufuru, si potevano sentire grida, grida di dolore, di disperazione, e gli spettri li accusavano di essere la causa della loro dipartita. Iniziarono tutti a gridare, cercando di chiudere gli occhi di fronte a quell’ennesima tortura.

Doomshiku, di tutt’altro avviso, iniziò a ridere maniacalmente, mentre osservava compiaciuto l’effetto che gli spiriti stavano portando in mezzo ai rifugiati.

«Cosa sta facendo?!» chiese Gohan, sconcertato, mentre vedeva Videl inginocchiata a terra, sofferente.

«Gli sta fa facendo provare tutta la sofferenza subita dalla razza hatwa.» rispose, freddo, Whis.

«E non c’è un modo per fermare tutto ciò?!» chiese Trunks, anche lui rimasto scioccato nel vedere sua madre e sua sorella in quello stato.

«Forse un modo c’è…» disse Kibito, che teneva ancora in mano l’Acqua Miracolosa «Magari questa può essere d’aiuto, ma non basterà per tutti…»

Vegeta, ancora più sconcertato del figlio, si girò verso il kaioshin, infuriato: «ALLORA FAI ALMENO UN TENTATIVO! PROVA SULLE NOSTRE FAMIGLIE! RISPARMIA QUESTA SOFFERENZA ALMENO A LORO!»

«Calmati, Vegeta…» gli disse Goku, che faticava comunque a contenere la collera, nel vedere anche sua moglie nello stesso stato «Kibito… fallo.»

«Noi andiamo con lui: almeno sapremo essere convincenti, sicuramente più di voi saiyan, nel caso oppongano resistenza.» disse improvvisamente Bills, generando stupore tra tutti i presenti, Whis compreso. Goku, superato l’iniziale stupore, sorrise alla divinità.

«Grazie, lord Bills.» gli disse, ricevendo un ghigno in risposta, prima che le tre divinità prendessero il volo verso la folla.

Ma se c’era una persona che, fino a quel momento, non aveva prestato più attenzione ad alcun discorso, e quella era Pan.

Dopo aver visto sua madre, sua nonna e tutti i suoi amici ridotti in quello stato, aveva preso a fissare Doomshiku, con una rabbia dentro che cresceva ad ogni risata del mostro.

Lo vedeva ridere, mentre la gente soffriva, lo aveva visto torturare quell’uomo, prendersi gioco di lui e di tutti gli altri. Aveva riso dei loro tentativi di fermarlo.

Aveva ucciso uno dei suoi amici, uno dei suoi tanti zii, e aveva preso definitivamente preso possesso del suo corpo.

Sentiva la furia crescere dentro di lei, anche nel suo sentirsi inerme di fronte alla sofferenza che quell’essere stava arrecando. La sua aura crebbe con essa, la poteva sentire, costretta a digrignare i denti da quanta forza si stesse generando dentro di lei.

Finché non la poté più contenere.

«Pan, tutto ok?» le chiese il padre, che non fece in tempo a chinarsi sulla figlia, che questa iniziò a gridare con tutta la sua forza, liberando con la sua furia anche un enorme quantitativo di energia.

Pan continuò a gridare per qualche secondo, mentre l’aura intorno a lei assumeva un colore dorato.

Quando lo sfogo di Pan terminò, tutti rimasero stupefatti da cosa fosse appena successo: i capelli, ancora raccolti sotto la bandana arancione, si erano fatti biondi, e si allungavano verso l’alto. L’aura della bambina era diventata di un giallo intenso, e il gruppo non poté vedere le pupille, diventate di un blu cristallino.

Pan era riuscita a trasformarsi in un super saiyan.

Gohan si sentì in quel momento ricolmo d’orgoglio, ma non fece nemmeno in tempo ad elaborare la cosa che sua figlia stava già volando verso l’alto, diretta a tutta velocità verso Doomshiku.

«Aspetta! PAN!» le gridò Goku, ma fu un tentativo inutile inutile: Pan aveva ormai raggiunto Doomshiku, che la guardò, incuriosito. Baby, ancora piuttosto sofferente, alzò lievemente la testa, stupendosi anche lui di quello che si ritrovò davanti.

«Bene bene… Anche la piccola Pan ha deciso di tingersi i capelli. Ti stanno molto bene! Oltretutto, da quel che so, la tintura è decisamente una cosa più femminile…»

Pan non fece caso alla battuta del demone, e continuava a guardarlo, digrignando i denti.

«Smettila subito… Lasciaci in pace.» gli sussurrò, fronteggiandolo «Ridammi mio zio Daniel.»

«Uh, lo “zio Daniel”! Che cosa tenera!» commentò Doomshiku, in tono canzonatorio.

Ma lo sguardo di Pan gli fece immediatamente capire che faceva sul serio subito che la ragazzina faceva sul serio: «Altrimenti, che fai?»

«Questo!» gridò Pan, colpendo con forza il muso del demone, che si vide costretto a piegare la testa ad ogni colpo, finché Pan non terminò la sua carica. Doomshiku rimase per un istante piegato sulla sua destra, per l’ultimo pugno subito dalla piccola saiyan: poi si voltò, apparendo quasi annoiato.

«Sai, come ho detto a quegli altri due, io ammiro chi ha coraggio…»

A quel punto, si proiettò a pochi centimetri da Pan, che rimase bloccata dalla sorpresa.

«È una giustificazione intelligente per la propria stupidità.»

Pan, allora, si sentì colpita fortissima sul fianco: Doomshiku, con un pugno, l’aveva scagliata verso il basso. Pan si avvicinava al suolo a grande velocità, finché due braccia non la raccolsero, prima che potesse schiantarsi con violenza: le braccia di Gohan.

«Papà…» sussurrò, ancora sofferente per il colpo subito.

«Shh, sei stata brava. MI hai reso orgoglioso di te.» disse, discendendo nuovamente verso il gruppo. Pan fu comunque lesta a rimettersi in piedi, e ricevette comunque sorrisi di affetto da parte di tutti.

«È stato parecchio stupido, Pan. Però, hai avuto fegato.» le disse Vegeta, cosa che Pan considerò come un attestato di stima.

«Almeno ci ha provato! Ci dovrà pur essere un modo per fermare quell’essere! Non possiamo continuare a rimanere qua, a far niente!» disse mr. Satan, sorprendendo un po’ tutti.

Goku chinò un attimo la testa e rifletté per un istante: anche se si era ripreso dalla batosta di prima, in questa forma non poteva comunque nulla contro quel demonio. Sapeva quale livello avrebbe dovuto raggiungere, ma forse anche in quella condizione, nella quale aveva lottato alla pari con Bills, avrebbe avuto poche chance.

Finché non ebbe come un’illuminazione: era una follia, probabilmente non avrebbe funzionato, ma ci si doveva provare.

«Ci serve il super saiyan god.» disse improvvisamente Goku, facendo voltare tutti.

«Pff, e chi sarebbe il designato, stavolta?» sbuffò Vegeta.

Goku rimase per un istante in silenzio, prima di girarsi verso il compagno di tante battaglie: «Io.»

«COSA?! Sei forse impazzito, Kakaroth? Hai già raggiunto la quarta forma del super saiyan!»

«Appunto. Se combinassi le due trasformazioni, potrei ottenere abbastanza energia per poterlo battere.»

«Ma è comunque un quantitativo di energia troppo grande per uno soltanto! Non durerai più di qualche minuto!» sbraitò nuovamente Vegeta.

«Vale la pena provare.» gli rispose, sorridendo amichevolmente a Vegeta. Voltandosi, incontrò le espressioni assenso del resto del gruppo.

«Oh, e va bene! Ma per me, resta una grandissima cazzata!» grugnì il principe dei saiyan.

Intanto, sulla sporgenza, la teoria di Kibito aveva avuto successo, ed era riuscito a ripulire qualche persona, tra cui le famiglie dei guerrieri e i loro amici, prima di interrompersi.

«Devo risparmiarne un po’, per poterla diffondere nell’aria quando torneremo sulla Terra… di più non posso fare!» si era giustificato.

«Non scusarti, Kibito: sei stato ancora molto utile alla causa.» lo aveva rassicurato Whis.

«Scusate un attimo, però: spiegatemi bene cosa intendete per “morto”!» aveva bruscamente interrotto Pamela, strattonando Whis.

«Che c’è da capire? Doomshiku ha distrutto l’anima di Ryder, lo ha ucciso e ripreso possesso del suo potere!» rispose, freddo, Bills, beccandosi un’occhiataccia da Whis.

Pamela lasciò andare il vestito di Whis, e rimase per un attimo sconcertata, le amiche che le si avvicinarono immediatamente per darle conforto. In quel momento, il mondo attorno a lei parve fermarsi, fino quasi a sparire. Faticava ad elaborare quello che le era stato appena detto. “Non è vero…” fu la prima cosa che le venne in mente.

Si era raccomandata. Non era vero. Sarebbe tornato. Non poteva essere vero. I suoi pensieri persero ogni tipo di connessione logica.

«C-Come è possibile…» chiese ancora, trattenendo a stento le lacrime.

«È successo, quindi è possibile!» rispose, ancora piuttosto freddamente, Bills, che si beccò stavolta una bastonata da Whis «Che c’è adesso? Non è colpa mia se non sono in grado di arrivarci!»

Keiichi aveva ascoltato tutto, ed aveva finito per sedersi su una roccia: neanche lui riusciva a concepire la cosa. Suo padre non poteva essere morto.

“Non può essere morto: è come l’altra volta, non è morto…”    

Non faceva caso alle urla del resto della folla, che ancora soffriva della tortura di Doomshiku. Guardava verso il basso, osservando niente in particolare.

Sentì sua madre piangere, ma non volle alzare lo sguardo.

Quando però la terra iniziò a tremare, si vide costretto a farlo: in quel momento si accorse che Crilin si era seduto vicino a lui, cercando di consolarlo, ma non ci fece più caso. Entrambi fissavano il punto, dove i saiyan si erano messi in cerchio attorno a Goku, concentrando un enorme quantitativo di energia.

«Non ditemi che…» sussurrò il maestro Muten, che osservava la scena, rapito. Gli occhi di tutti conversero su Goku, che in quel momento levitava in aria, avvolto da un’aura rossa, mentre la sua potenza cresceva sempre di più, raggiungendo un livello mastodontico.

Quando poi il processo fu completo, Goku tornò a terra, il suo aspetto decisamente cambiato: la pelliccia rossa del super saiyan quattro aveva ora un colore tendente all’arancio, i capelli neri erano ora rossi.

Goku era diventato nuovamente super saiyan god, in una nuova, più potente versione.

«Questi saiyan sono veramente pieni di risorse, non trovi anche tu, Whis?» commentò Bills.

«Sicuramente.» commentò Bills, mentre i restanti saiyan raggiungevano la sporgenza, ricongiungendosi alle famiglie.

«Gohan! Goten! Oh, ero così in pensiero! Perdonatemi!» gridò Chichi, abbracciando entrambi i figli.

«E ora? Che succede?» chiese Kibito, rivolgendosi ai nuovi arrivati.

«Ora è il caso di fare attenzione, perché sarà un gran casino.» commentò Vegeta, che si staccò dall’abbraccio di Bulma per un istante, voltandosi nuovamente verso Goku, che ora guardava verso Doomshiku.

Il demone dal canto suo, poté immediatamente percepire cosa stesse accadendo. Guardò anche lui Goku, constatando l’arrivo di un nuovo, più che valido avversario.

Con un rapido movimento della mano, interruppe bruscamente il flusso della nube dal pianeta Hamon, che come era comparso, sparì nuovamente. L’emicrania scomparve improvvisamente, e la gente smise di gridare, riprendendo fiato dopo lo shock.

Ora il paesaggio di Plant era ritornato quello di sempre, con il cielo nuovamente tinto di rosso. Goku, in mezzo alle rovine, guardò ancora Doomshiku, e gli fece un mezzo sorriso.

Il Demone dell’Apocalisse sorrise a sua volta: «Ora si che ci divertiamo…»


NOTE DELL’AUTORE
Ehilà, bella gente! Come ve la passate? Eccoci con un nuovo capitolo. Spero di aver stimolato la vostra curiosità: ora, chi mi chiedeva perché avevo optato per deviare dal finale di Battle of Gods, rendendo quello del Super Saiyan God uno stato raggiungibile solo e sempre attraverso un rituale, ha la sua risposta. Spero che questo escamotage vi sia piaciuto.

Ora, gli aggiornamenti andranno molto a rilento. Ci sarà sicuramente qualcuno tra voi che scrive da più tempo di me, e quindi capirà se dico che sto attraversando una fase di quasi completo blocco creativo (oltretutto in un periodo in cui ho parecchio tempo libero… sgrunt) quindi credo che la storia subirà un brusco rallentamento: ho ancora qualche capitolo pronto, ma non sono molti. In più, sono sopraggiunti alcuni problemini con il mio pc, ma è roba di poco conto.

Con questa (triste?) notizia, vi dò comunque appuntamento alla prossima!

Dragon Ball è proprietà di Akira Toriyama.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Biszderdrix