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Autore: Piccola Marte    21/08/2015    2 recensioni
Salve a tutti miei cari lettori e benvenuti in una mia nuova storia! quest'oggi vi propongo una storia un po' angst che potrebbe risaltare lati della nostra caro Finlandia che forse non ci aspetteremo mai di conoscere. La dedico alla mia cara beta reader che mi ha supportato con il suo aiuto. In essa compariranno vari headcanon quindi se vi danno fastidio non leggete.
Senza ulteriori indugi vi lascio alla mia storia sperando che vi possa piacere.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finlandia/ Tino Väinämöinen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La gentilezza uccide

Il sangue inglobava ogni cosa che venisse a contatto con esso e dipingeva la candida neve rendendola sporca, insieme ai vestiti ed alle mani delle persone che stavano provando a soccorrere la povera creatura.

Passando il tempo quest’ultima diventava sempre più pallida e lasciava ogni facoltà di comprensione a quella sostanza che aveva invaso ormai il terreno.

Finlandia non riusciva a ricordarsi il motivo per cui in quel momento si era ritrovato steso lì in mezzo a tutto quel bianco.
I Nordici erano riuniti sopra di lui e pregavano, anzi, lo supplicavano di resistere. Piangevano, si disperavano…
Ed intanto Fin non capiva.

Cosa aveva fatto per ridurli in quello stato?

Gli si stringeva il cuore a vedere i volti degli altri rigati dalle lacrime, per questo confinava la sua stessa tristezza in un sorriso, non voleva che soffrissero a causa sua.
La sua allegria era perenne, anche quando dentro di sé stava urlando nel tentativo di dimenticare il sangue delle sue persone versato invano a causa della sua impotenza o le lacrime di chi sapeva di essere rimasto solo.

Quanto dolore aveva portato la guerra?

Quanto dolore aveva dovuto sopportare il suo popolo?

Quante persone si erano sacrificate per la sua stessa libertà?

Le risposte risiedevano nelle sue cicatrici(interne o esterne che fossero),queste ultime, di ogni forma e dimensione. La più profonda risiedeva nel suo cuore e la più recente tra i suoi ricordi più vividi.

Il cielo quel giorno era limpido.
Tino pensò ad un segno.
Se anche fosse scomparso nulla sarebbe cambiato.
Quest’ultimo infatti sarebbe rimasto sempre blu e le altre nazioni avrebbero continuato a vivere.
Un nuovo spirito sarebbe sorto ed avrebbe occupato il suo posto, forse uno dei suoi elfi avrebbe potuto prendere la gestione del laboratorio e diventare il nuovo Babbo Natale.

Tutte le nazioni insistevano col dire che lui fosse il più forte, eppure nonostante potesse battere in strategia e forza lo stesso Russia lui si sentiva debole, il suo cuore era forte e coraggioso, ma pur sempre fragile. La Guerra D’Inverno era stata quella che lo aveva ferito di più fra tutte. L’aveva combattuta tentando di difendere la sua famiglia, la sua dignità ed il suo popolo ed alla fine aveva perso la persona a lui più cara. La sua amata sorellina.

Il destino era stato ingiusto, a lui che distribuiva sogni aveva tolto la possibilità di sognare.
In quel momento avrebbe rinunciato addirittura alla pace pur di vedere la sorella sorridere di nuovo. Avrebbe dato tutto per non rimanere solo ancora una volta.
Fin Sapeva che ormai stava per giungere la sua fine: Il sangue non la smetteva di scorrere e l’unica cosa che era in grado di fare era fissare ciò che passava davanti ai suoi occhi.

E pensare che si era ferito con lo scopo di salvare proprio la persona che gli aveva fatto tutto questo.

Quel giorno lui ed i suoi fratelli erano stati invitati da Russia ad una manifestazione che a quanto pare si sarebbe svolta per festeggiare l’anniversario della fine della guerra, ma mentre si stavano dirigendo verso la piazza principale di Mosca, un pazzo si era diretto verso di loro ed aveva provato ad uccidere Ivan; Finlandia però gli si era parato davanti ed era stato ferito.
La Polizia era riuscita a fermare il malvivente solo pochi minuti dopo.

“La gentilezza uccide” gli aveva detto una volta sua sorella Annika, nonostante sapesse già cosa gli avrebbe risposto il fratello: “Se la gentilezza uccide allora io mi farò uccidere”.
Anche quella volta aveva sorriso dicendolo.

Non mancavano che pochi battiti ed il suo cuore avrebbe cessato di funzionare definitivamente.
I paramedici stavano tentando di fasciargli o comunque di disinfettargli la ferita, ma era troppo tardi.
In fondo a Fin non importava che sarebbe morto, anzi, forse considerando il dolore che gli comportava vivere, la morte sembrava la migliore tra le opzioni. Ma si… mollare tutto ed aspettare. Avrebbe voluto solo questo.

Eppure… come mai il suo corpo stava facendo un ultimo disperato tentativo di reagire?

Ancora una volta la sua voglia di vivere sembrava prevalere su quel desiderio cocente di morte e buio totale.
Forse erano le lacrime dei suoi amici o forse le parole disperate da loro rivolte che lo aiutavano a non mollare. Ad andare avanti.
O forse il destino beffardo che proprio non voleva saperne di dargli sollievo, continuando a tormentarlo in eterno.

Fatto sta che Finlandia si svegliò in un ospedale una settimana più tardi.
Nel corso di quei giorni ogni nazione era andata a fargli visita portando dei doni.
Il dottore gli spiegò che la ferita si era rimarginata e che adesso aveva la forma di una cicatrice(“L’ennesima”. Pensò Tino. Ma questo omise di dirlo).

Ed anche quella volta Tino trovò un motivo per sorridere ancora,
perché questa volta la cicatrice non gli faceva male, in quanto frutto della sua stessa bontà d’animo.





Angolino della piccola Fin:
Salve a tutti! Vi do il benvenuto- Anche se alla fine- in questa mia nuova storia; anche se dire nuova non è propriamente esatto, essendo stata scritta un mese fa e pubblicata solo ora. Ringrazio la mia beta reader: Triscele_Celtica98 e colgo l'occasione di salutarla e ringraziarla di cuore per l'ottimo lavoro svolto. In essa trovate un paio di miei headcanon come quello della sorellina di Fin, Annika, spero comunque che non vi abbia dato fastidio l'inserimento di essi. 

Grazie a tutti per aver letto.

Ci sentiamo alla prossima storia!

Moi Moi!





 
   
 
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