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Autore: Persefone3    21/08/2015    6 recensioni
Maine. Storybrooke sembra una pacata e tranquilla cittadina di provincia, quando non è al centro di qualche crisi fiabesca. Stavolta, però, qualcosa la scuote fin dentro le sue fondamenta e tutto quello che crediamo di sapere sulle favole viene messo in discussione. Si tratta di un qualcosa che porta Hook a volersi allontanare e a lasciarsi tutto alle spalle. Ma lui non è più lo stesso pirata di un tempo e la mancanza di quello che aveva in città lo porta a tornare indietro. Il punto è che la città che il capitano trova al suo ritorno non è la stessa che aveva lasciato lasciato otto settimane prima.
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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XIX. War Cabinet
 
Erano appena rientrati dalle prigioni e Hook era sempre più sconvolto e turbato: il comportamento di Emma lo stava facendo consumare nel senso di colpa come non mai. Non appena varcò con David la soglia della porta della capanna di Snow, la donna era venuta immediatamente a sincerarsi delle condizioni di sua figlia. Gli altri erano tutti rimasti seduti al tavolo, compreso Henry.
 
- Perché non è con voi?
- Barian ha intenzione di convocare il consiglio – esordì David senza mezzi termini – sarà in quella sede che decideremo il destino di Emma.
- Ma non ha alcun senso! – rispose Snow con le lacrime agli occhi.
- Mi ci fate capire qualcosa anche a me? – disse Hook alquanto infastidito
- Hai ragione – intervenne Regina dalle spalle di Snow – Convocando il consiglio, Barian vuole fare una sola cosa: paralizzare le decisioni su Emma. Perché è un mistero, ma non c’è altra spiegazione.
- Il consiglio – continuò Robin – è composto da dieci membri. Del nucleo originario sono rimaste solo le persone in questa stanza.
- Chi sono gli altri sei membri? – chiese il pirata
- Barian, Caspian, Peter e Robert. Barian è stato il primo ad essere stato eletto e poi ha favorito gli altri tre – rispose Snow.
- Restano ancora due posti vuoti, chi manca? – chiese ancora il pirata.
- Uno posto è per te Hook – disse David – te lo abbiamo riservato sin dall’inizio. Sapevamo che saresti tornato.
- E l’altro?
- Per l’altro posto, ci penso io – disse Snow – è sempre stato assegnato, ma mai rivelato per sicurezza. Questa però è un’emergenza. Henry, vieni con me: devo affidarti un compito importante.

Nonna e nipote uscirono dalla stanza e dopo poco si sentì Henry uscire dalla porta.
 
- Snow – disse Regina – non credo sia sicuro mandare Henry fuori!
- Sarà qui tra un paio d’ore, abbiate fiducia.

Dopo un’intensa azione di convincimento, Snow era riuscita a convincere Hook a sdraiarsi un paio di ore prima di andare al consiglio. Il pirata si era chiuso in una delle stanze del piano di sopra, ma di dormire non ne aveva alcuna intenzione: troppa tensione, troppa adrenalina, troppa ansia nel sapere Emma sola in balia di quella gentaglia. E poi non riusciva a togliersi dalla testa i suoi freddi occhi verdi puntati su di lui con fare accusatorio. Emma aveva la stessa espressione di quando aveva scoperto che Zelina lo aveva maledetto per cercare di rubarle la magia. Odiava deluderla perché tutto quello che aveva cercato di fare da quando l’aveva conosciuta era cercare di essere un uomo migliore, un uomo d’onore. Prese il suo ciondolo e si lasciò cadere sul letto.

- Farò di tutto per stare con te, lo sai no? Quindi aspettami, per una volta aspettami tu.
 
Era sceso da pochi minuti, quando fu raggiunto dagli altri.

- Henry è tornato? – chiese immediatamente.
- Non ancora – rispose Snow – sapevo che ci avrebbe potuto mettere più del previsto. Dobbiamo cercare di guadagnare tempo al consiglio. Gli ho detto che è là che deve raggiungerci in caso si fosse attardato.
- Mi raccomando Hook – disse Robin dandogli una pacca sulla spalla – non fare cose avventate. Lascia parlare noi.
- Ci proverò amico, ma non garantisco.

Fecero in silenzio il breve tratto dalla capanna all’edificio adibito a quartier generale. La tensione era palpabile, praticamente la si poteva tagliare con un coltello.  
Quando entrarono nella sala del Consiglio, Barian era circondato dai membri a lui fedeli. Fece loro cenno di tacere e si avvicinò al gruppo capeggiato da Snow e Regina.

- Bene, ora che siamo tutti, possiamo decisamente cominciare.

Gli otto membri si disposero attorno ad una tavola rotonda mentre Hook era rimasto in piedi accanto alle sedie destinate agli ascoltatori. La sala era gremita. Attorno alla tavola si erano formati due semicerchi, come a marcare ancora di più la contrapposizione: Regina, Snow, David e Robin da un lato e Barian, Caspian, Robert e Peter dall’altra. I due posti vacanti erano rispettivamente quelli tra David e Barian e quello tra Robin e Robert. La prima a prendere la parola fu Snow.

- Prima di iniziare la seduta, voglio invitare al tavolo e ufficializzare il seggio di Hook nel consiglio.
- Astuta come mossa – intervenne Peter – ma mi appello affinché in questa sessione il nuovo arrivato non abbia diritto di voto. È appena stato nominato e poi il suo coinvolgimento è troppo grande per non pensare che sia del tutto lucido.
- Mi meraviglio di te Snow – proseguì Caspian – voi che siete i paladini dell’onestà volevate fregarci con questo mezzuccio da quattro soldi.
 - Abbiamo solo chiesto che la posizione di Hook venisse ufficializzata. – ribatté Regina.
- Questo non ve lo possiamo negare – asserì Barian.
- Allora procediamo senza perdere ulteriore tempo – cercò di chiudere Robin.

David fece cenno a Hook di avvicinarsi al tavolo.

- Il Consiglio accetta e ufficializza la tua posizione tra noi Hook. Il tuo posto è quello tra me e Barian. Benvenuto tra noi.

Mentre David parlava, il pirata rimase con lo sguardo fisso su Barian, c’era qualcosa in lui che non lo convinceva e il suo formidabile istinto gli stava dicendo che c’era qualcosa di strano in quel tipo, troppo strano. Quando tutti furono in piedi davanti ai loro posti, estrassero contemporaneamente la spada e la posarono sul tavolo davanti a loro: la cerimonia di apertura era stata compiuta.

- La seduta è aperta – dichiarò Snow invitando tutti a sedersi ai propri posti.

Nella sua cella Emma aveva visto Hook passare per la strada e dirigersi con gli altri da qualche parte. Aveva il ciondolo in mano e lo stringeva forte. Prima di accasciarsi al suolo aveva provato a sfilarsi quel dannato bracciale in tutti i modi possibili e immaginabili. Amareggiata e frustrata aveva finito col sedersi rassegnata. L’unica cosa che in quell’istante avrebbe voluto era la vicinanza della persona che le aveva donato la sua collana, sapeva dentro che era l’unica cui importasse qualcosa di lei. Ma chi era? Perché non ricordava nulla? Se solo lo avesse saputo avrebbe potuto rifugiarsi da lui. Aveva sempre dato per scontato che si trattasse di un lui, era una convinzione talmente radicata in lei da non essere mai stata sfiorata dal dubbio del contrario. E poi nella sua mente tornò il viso di Hook. Era incredibile come ogni volta cercasse di interrogarsi sul donatore, il primo volto che visualizzava era quello del pirata. La cosa la infastidì alquanto. Stava cercando di odiare Hook con tutte le sue forze. Ma più cercava di odiarlo più il sentimento che aveva nutrito per lui si radicava nel suo intimo.
Improvvisamente la porta della cella si aprì lasciando entrare Chuck. Emma scattò immediatamente in piedi sulla difensiva. Quell’uomo l’aveva guardata strana per tutto il giorno e sapeva che non aveva buone intenzioni.

- Milady, ora mi segui.
- Dove andiamo?

Chuck l’afferò per il braccio con forza.

- Ti porto in una cella permanente. – disse lui aumentando la sua stretta attorno al braccio della donna.
- Non credo che Hook sarà contento di sapere come mi stai trattando!
- Il pirata? Lui è lontano e tu sei qui sola con noi. Ora fai la brava e cammina.

Chuck la spinse fuori della cella e la costrinse a camminare verso la sua nuova prigione.
 
La discussione in Consiglio si stava protraendo più del dovuto. Snow e gli altri erano risoluti nel guadagnare tempo e la cosa stava spazientendo i loro avversari. Stufo, Barian stava esternando tutte le sue rimostranze.

- Per me non è saggio liberare Emma.
- Insomma – protestò Robin – cosa può fare senza magia!
- Mi state dicendo – intervenne Caspian – che vorreste buttare al vento l’unico vantaggio che abbiamo sul castello? Questa è follia!
- Sai che consegnarla non ci porterà alcun vantaggio – affermò resoluta Regina – è stato Nottingham a metterle il bracciale con il chiaro intento di ucciderla.
- Questo è quello che sostiene lui – rispose Peter indicando Hook.

Fino a quel momento Hook aveva seguito l’intera discussione in silenzio, cercando di mantenere il controllo e non rispondere alle provocazioni che arrivavano soprattutto da Barian.

- Vi ho detto la verità! – affermò il pirata cercando di non far trasparire la sua indignazione.
- Come quando ti ho chiesto chi portavi con te? – lo sfidò Barian.
- Non potevo esporla in quel modo e avevo ragione! Ti sto chiedendo solo di porla sotto la mia custodia nel villaggio. Snow mi ha detto che c’è una capanna libera vicino alla sua, staremo lì.
- Certo. Così potrete tramare meglio. Volete farci uccidere tutti? Ho visto come guardi quella donna: siete d’accordo, volete scatenare una battaglia tra noi e Rumple. Una volta massacrati entrambi gli schieramenti potreste ristabilire il vostro potere. Tu e lei.
- Tu sei completamente pazzo!
- Ora vuoi negare che provi qualcosa per la nostra più acerrima nemica? Sono io a considerare pazzo metà del consiglio a riporre in te tutta questa fiducia!

Hook stava per scattare in piedi per fronteggiare quello sbruffone a quattr’occhi ma David lo trattenne sulla sua sedia.

- Calmati Hook – gli sussurrò David – è esattamente quello che vuole. Con tutti questi testimoni lui passerà dalla parte della ragione e tu no. Stai fermo.

Aveva provocato Hook nella giusta maniera, Barian lo sapeva e se solo quel guastafeste di David non si fosse messo in mezzo avrebbe raggiunto il suo scopo: screditarli tutti e prendere il comando dei ribelli una volta per tutte. Aveva ancora una carta da giocare però per fare in modo che la situazione rimanesse invariata.

- Cosa proponi allora Barian? – intervenne Snow per cercare di deviare il discorso da Hook.
- Semplice Snow, mettiamola ai voti.
- Ma questo è assurdo – esplose Robin – non raggiungeremo mai un accordo. Se il consiglio non raggiunge una maggioranza le cose resteranno come sono e noi non avremo risolto nulla.
- Io sono d’accordo con Barian – intervenne Peter – mettiamo ai voti se Emma deve rimanere o no il carcere.
- Cosa non darei per un’altra maledizione del sonno! – proruppe Regina spazientita.
- È deciso – disse Barian – tutti quelli a favore alzino la mano.

Barian, Peter, Caspian e Robert alzarono le loro mani per votare.

- Perfetto – disse Barian – e ora i contrari.

Regina, Robin e David avevano già alzato la mano. Snow aveva temuto quel momento sin dall’inizio: una votazione senza che Henry fosse ancora tornato. Sapeva bene che una volta che lo scrivano aveva preso nota di tutto, la votazione era chiusa e non si poteva riaprirla se non per una convocazione successiva. In altre parole voleva dire perdere altro tempo prezioso.

- Allora Snow? Hai intenzione di astenerti?
- Mi chiedo solo perché questo accanimento nei confronti di una persona indifesa.
- Mi meraviglio di te, hai combattuto per la salvaguardia del tuo popolo in molte occasioni perché ora dovrebbe essere diverso?
- Proviamo a parlarle e a offrirle una possibilità di redenzione.
- La dama che si redime? Ma non diciamo sciocchezze! E ora vota o lo scrivano prenda nota che ti sei astenuta.

Non poteva più temporeggiare e la prolungata assenza di Henry non era un buon segno. Stava per alzare la mano quando le porte del consiglio si aprirono per far entrare Henry.

- Henry! – disse Robert – come osi entrare a consiglio in corso? Dovresti essere punito per questo!
- Scusate il ritardo, ma ho un permesso speciale per questo, firmato da un membro dl consiglio.

Henry mostrò la pergamena con la firma di sua nonna. Quando si avvicinò al tavolo per mostrare a Barian e agli altri la pergamena con il permesso, rivolse un breve cenno di assenso verso la nonna.

- A cosa dobbiamo questa interruzione? – chiese Barian.
- L’ultimo membro del consiglio è venuto a prendere parte a questa decisione importante.

Tutti guardarono il posto vuoto tra Robin e Robert.

- Andiamo è ridicolo! Quel posto è sempre stato vuoto! Non potete nominarne un altro membro!
- È qui che ti sbagli Barian – intervenne Snow – quel seggio è già assegnato a qualcuno.
- Se così fosse perché non è mai stato qui? Quel posto è sempre stato vuoto – rincarò Caspian.
- Il membro che lo occupa è stato per noi di vitale importanza e con una missione molto delicata. Gran parte dei nostri successi sono dovuti alla sua attività.
- Non lo trovo giusto! Si presenta ora non sapendo nulla delle attività del consiglio!– sbottò Peter.
- Questo non è vero: è sempre stato informato di tutto! Il posto è suo sin dall’inizio, prima che voi vi entraste. Mi sembrava giusto che prendesse parte anche lui a questa decisione.

Henry fallo entrare.
Mentre Henry usciva dalla stanza per fare strada al nuovo arrivato, gli sguardi di tutti i presenti erano rivolti verso l’ingresso per capire chi fosse l’occupante di quel posto che era sempre stato vuoto. Dopo pochi istanti Henry rientrò seguito da una figura familiare al pirata. Quando il viso dell’uomo fu illuminato dalla luce delle torce, Hook ebbe un sussulto.

- Colin! – esclamò saltando in piedi.
- Chi è quest’uomo? – ringhiò Barinan.

Colin si avvicinò al seggio di Snow per salutarla e poi si diresse al suo posto. Estrasse la spada e dopo averla posata sul tavolo si accomodò al suo posto.

- Lui – disse Snow – è Colin Backer, uno dei più anziani membri di questo consiglio.
- Scusate il ritardo – intervenne Colin – ma io ed Henry abbiamo dovuto seminare un paio di cavalieri neri. Dopo il proclama c’è molto movimento in giro.
- Io so chi sei! – disse Caspian improvvisamente – tu sei il fornaio di Tocqville! Cosa ci fa un semplice fornaio al nostro tavolo?
- Lui non è un semplice fornaio – intervenne Snow – quella era la sua copertura. Colin ha fatto per noi un’attività di spionaggio enorme ed è quella che ci ha permesso di sopravvivere anche nei momenti più difficili.
- Immagino dovremo informarlo sui fatti e ripetere la votazione – osservò Robert.
- Non è necessario – rispose Colin – Snow mi ha informato dell’ordine del giorno. Riprendete da dove eravate rimasti.
- Stavamo deliberando sul rilascio di Emma dalle prigioni per porla sotto la custodia di Hook. Barian, Caspian, Robert, e io abbiamo espresso parere contrario. Era in corso la votazione per i favorevoli.
- Ma come possiamo affidare questa decisione a una persona che non sa niente! – disse Caspian.
- Su questo ti sbagli – intervenne Colin – ho avuto modo di aiutare Hook e Emma a Tocqville. Emma non rappresenta più un pericolo per questa contea. Sono Rumple e Nottingham quelli da cui guardarsi le spalle. Stanno tramando per conquistare il potere. Emma è l’ultimo dei nostri problemi.
- Bene, allora riprendiamo la votazione – disse Snow – io sono favorevole alla liberazione. Colin il tuo voto.
- Favorevole.

Lo scrivano finì di registrare le ultime dichiarazioni e poi si schiarì la voce per convalidare la votazione appena conclusa.

- Con un risultato di cinque favorevoli e quattro contrari il consiglio delibera la scarcerazione di Emma e la pone sotto la custodia di Hook.

Mentre abbracciava gli altri, Hook vide un cenno di disprezzo sul viso di Barian: non si aspettava quell’improvviso sviluppo e la cosa lo aveva infastidito.

- Se il consiglio ha così deciso, io di certo non mi opporrò ma poi non venite a dirmi che non vi avevo avvertito! – disse Barian secco – Domani mattina potrete venire a prelevare Emma.

L’entusiasmo si spense in un momento.

- Domani mattina? Io me la vengo a prendere subito! – rispose Hook – non la lascerò nelle tue mani un momento più del necessario!

Barian capì che non avrebbe fatto desistere il capitano in nessuna maniera.

- Come volete. Io ti precedo nelle prigioni per dare disposizioni.

Barian e il suo gruppo si allontanarono dalla sala. Hook si avvicinò immediatamente a Colin per salutarlo e ringraziarlo.

- Figurati – rispose Colin – non avrei mai lasciato la mia figlioccia in questo frangente e poi la situazione a Tocqville si stava facendo pesante. Sono contento di essere qui.
- Hook – intervenne Snow – vai a prendere Emma mentre io vado alla capanna per sistemare le cose.
- Mi metto subito in cammino
- Come sei venuto? – chiese Colin
- A piedi. Non dovrei metterci molto ad arrivare alle prigioni.
- Fuori c’è il mio cavallo. Prendilo. Emma sarà molta spossata e la casa di Snow è quasi al confine. Non farla stancare. Henry ti indicherà qual è.
- Vengo con te – disse David – se vogliono tirarci uno scherzo, questa è la loro ultima occasione. E in questi casi è meglio essere in due.
- Se posso aiutare … - intervenne Robin
- Grazie amico, ma non possiamo rischiare tutti, la guerra è alle porte e non possiamo lasciare che Barian prenda il sopravvento.


Hook stava cavalcando verso le prigioni con accanto David che aveva dietro Henry. Il ragazzino non aveva voluto sentire ragioni: voleva accertarsi con i suoi occhi che sua madre stesse bene. Il che era anche comprensibile da un certo punto di vista, visto il modo in cui l’avevano portata via. Quando giunsero alle prigioni smontarono da cavallo e lasciarono il ragazzo a badare ai cavalli. David e Hook percorsero il corridoio in silenzio. Arrivarono al tavolo delle sentinelle dove Barian li stava aspettando.

- Siete arrivati, bene. Chuck sarà subito da voi. Ti avverto Hook, qualunque cosa succeda, sarà tua la responsabilità.

Barian era uscito da un paio di minuti quando i due furono raggiunti da Chuck.

- Allora – disse David impaziente – dov’è Emma?
- Seguitemi.

I tre percorsero il corridoio della prima volta. In quell’occasione, Hook aveva contato che la cella occupata da Emma era la terza su quel corridoio. Quando vi passarono davanti, la trovarono vuota.

- Emma era qui – disse rabbiosamente – che fine ha fatto?
- L’abbiamo dovuta trasferire – disse Chuck – quella era una cella provvisoria.
- Dove si trova ora? – chiese David.
- Se la smettete di interrompermi e mi seguite, la troverete presto.

La scena che si presentò davanti agli occhi di David e Hook quando giunsero alla seconda cella di Emma fu un pugno allo stomaco. La donna era stesa sulla panca di legno, apparentemente priva di sensi. La rabbia del pirata fu davvero incontenibile in quel momento.

- Cosa diavolo le avete fatto? – disse sbattendo al muro Chuck.
- Abbiamo dovuto, stava aggredendo una guardia.

David si precipitò a separarli, Hook aveva negli occhi quel disprezzo che lo avrebbe potuto portare a fare una sciocchezza quella sera.

- Cosa le avete fatto? – ripeté David.
- Si è agitata non appena l’abbiamo perquisita. Le abbiamo tolto una collana che portava al collo e ha iniziato a dare in escandescenza. La guardia ha dovuto colpirla per farla smettere!
- Avete osato toccarla? – tuonò Hook portando una mano sul collo di Chuck con il chiaro intento di soffocarlo.
- È davvero una gattina furastica pirata e dannatamente attraente, capisco cosa ci hai trovato – disse Chuck con la poca aria che gli era rimasta nei polmoni.

David capì che la situazione stava davvero per precipitare. Strattonò Hook affinché lasciasse la presa. Come l’aria poté tornare nei polmoni di Chuck, l’uomo tossì violentemente.

- Hai bisogno della balia pirata?
- Piantala! – tuonò David – se ti vedo girare intorno alla mia casa ora che c’è Emma ti prometto che la prossima volta non sarai così fortunato! E ora apri la cella!

Mentre Chuck apriva la cella, Hook vide la sua catenina da pirata sul tavolo. La afferrò e poi entrò prepotentemente nella prigione per sincerarsi delle condizioni di Emma. La donna era priva di sensi, con una ferita sulla tempia e la veste lacera in più punti come se fosse stata strattonata in maniera davvero violenta. Il senso di colpa dilagava in lui, non lasciò avvicinare nessuno, nemmeno David, che capì come dovesse sentirsi il pirata in quel momento. Hook tirò fuori dalla tasca un fazzoletto e tamponò leggermente la ferita di Emma. Si chinò su di lei e le prese delicatamente il viso con la mano.
 
- Emma, amore mio, mi senti? Per favore, parlami.

Posò l’orecchio sul suo petto: il cuore batteva ancora e il respiro era abbastanza regolare. Le sentì la fronte: scottava come l’inferno. Le rimise la collana al collo e poi le accarezzò di nuovo il viso.

- Ti porto subito via di qui.

Si sfilò il cappotto e lo poggiò su di lei. Poi la prese in braccio per portarla fuori di lì. Quando passò davanti a Chuck lo fulminò ancora con uno sguardo tagliente. Si avviò immediatamente verso l’esterno. David lo seguiva in silenzio. Il pirata non aveva minimamente voluto essere aiutato, la teneva stretta fra le sue braccia. David aveva sempre dubitato un po’ dell’amore di quell’uomo per sua figlia. E questo non perché Hook avesse mai fatto qualcosa di sbagliato, anzi, ma perché quella era sempre sua figlia e aveva sofferto tanto, soprattutto in amore. Ma quando lo vide camminare in quel modo, posare i suoi occhi su di lei con una delicatezza che mai aveva visto fare e che gli ricordava il modo in cui lui guardava Snow, capì che Emma aveva fatto davvero la scelta giusta. E ne fu felice.

Non appena Henry li vide comparire, si precipitò da loro. Come vide la madre priva di sensi tra le braccia del pirata, l’ansia si dipinse sul suo volto.

- Sta bene Henry – lo rassicurò David
- Ma ha un taglio …
- Portiamola a casa e ci occuperemo di lei come si deve – disse Hook cercando di accennare un sorriso.

David si avvicinò al pirata per aiutarlo a montare in sella. Prese la figlia e aspettò che il pirata si sistemasse sulla sella prima di sistemare Emma tra le sue braccia.

- La tieni bene, Hook?
- Sì, David. Ci vediamo alla vostra capanna.

David montò in sella e poi aiutò Henry a salire. Si avviarono per primi. Prima di seguirli Hook guardò ancora un momento Emma. Era tranquilla e indifesa. Le sistemò il suo pastrano addosso. Improvvisamente la donna sembrò riprendere un momento i sensi prima di addormentarsi di nuovo.

- Sapevo che saresti venuto a salvarmi … Killian … -  sussurrò cercando la catenina al collo.

Hook sentì le sue gambe tremare per l’emozione: non aveva mai detto a quella Emma il suo nome. E lei ora lo aveva pronunciato. Non tutto era perduro. Spronò il cavallo e partì verso la capanna. Nessuno si sarebbe più messo tra loro.   



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Carissimi, a voi con un nuovo aggiornamento. Per fortuna il caldo è calato e io sono riuscita a mettere insieme questo capitolo. Finalmente Hook è riuscito a mantenere la sua promessa e a portare via Emma dalle prigioni. Il consiglio è stato molto movimentato da un gradito ritorno :D. Barian e i suoi compari son davvero duri conla povera Emma, chissà se riusciranno mai a lascirsi convincere dagli altri sulla possibilità di poter arrivare ad un'accordo con la Dama. 
La mia scaletta ha appeno visto la probabile nascita di un nuovo capitolo, quindi la storia dovrebbe arrivare a 25-26 capitoli :D
Come sempre grazie a tutti voi che leggete, recensite e inserite :D mi fate davvvero felice.
A prestissimo 
Persefone
  
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