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Autore: Darktweet    21/08/2015    1 recensioni
Spesso ci chiediamo da dove provengano tutte quelle strane leggende, collegate alla presenza della "magia" sul nostro pianeta.
Eppure, come sempre, una leggenda ha sempre un fondo di verità.
Una organizzazione segreta infatti cela al mondo la magia affinché regni l'armonia, ma durante la spedizione di una equipe, due membri scompaiono nel nulla.
Lana e Dan, loro figli, indagheranno, accompagnati da Missy e Storne...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: L'associazione Pandora

Missy arrossì violentemente appena il ragazzo le sfiorò il petto col dito. Che dire, si trovava di fronte a Daniel Baxter, il figaccio della scuola, capitano della squadra di basket e tutte quelle cose lì da figaccio.
Cosa aspettarsi dal fratello di Marylin?
Missy indietreggiò, passandosi una mano tra i capelli.
“Cos’è questa cardinia?” chiese.
“Chi erano quelli? Nex corporation? Chi l’ha mai sentita?”
Man mano che faceva una domanda, la ragazza indietreggiò.
“Missy, te l’ho detto.” Disse Dan, osservandola.
Missy fissò il ragazzo. Stavolta negli occhi, non guardando il tutto del ragazzo (e come a volte faceva, guardando in qualche parte più giu).
Aveva gli stessi occhi verdi della sorella. Quegli occhi magnetici e profondi, che leggono tutto di te, fino al segreto più oscuro. E pure se non si scopre quel segreto oscuro, quegli occhi sono del tipo “so che hai qualche cosa che non va”.
Ma Missy non intuiva quello sguardo, per ora. Era uno sguardo della serie “comprendimi”.
Ma cosa c’era da comprendere? Era tutto così assurdo. E Missy non capiva.
Iniziò a studiare l’intera sala da pranzo, incamminandosi e studiando il suo intero perimetro. Sul fondo della sala una grande vetrata dava sul giardino.
Missy guardò giu. Tanto che era grande il giardino che non riusciva a guardare la strada. Si chiedeva ancora se stessero in zona quei due.
“Ormai se ne saranno andati.” Disse Dan, osservando ancora la ragazza.
“Dici?” fece Missy.
“Certo, questa casa ha un’antica protezione. Qualsiasi male viene allontanato.” Disse Dan, sorridendo.
Missy abbozzò un sorriso.
“E, se io avessi questa cardina…” fece Missy.
“Cardinia.” Lo corresse il ragazzo. “E non so il motivo, se te lo stai chiedendo.”
Missy pensò a quanto fosse impossibile la famiglia Baxter, sembrano sapere tutto di tutti, da uno sguardo.
“E secondo te?” chiese Missy.
“Beh, due sono le possibilità. O hai incontrato una persona con una cardinia così potente da far vedere la magia anche a te…”
“Lana?”
“Sta sicura che Lana è molto potente, ma non così tanto da permettere ad un umano di vedere la magia” rispose il ragazzo.
“E altrimenti?” fece Missy.
“Altrimenti, ce l’hai innata.”
“Come?” Missy era sempre più curiosa. Dall’essere scettica, adesso era passata a volerne sapere di più.
“Semplice: avere qualcuno in famiglia con questa potenzialità.”
L’ultima affermazione del ragazzo le fece pensare molto. Possibile che qualcuno nella sua famiglia potesse fare scintille blu, raggi verdi e fulmini col solo pensiero?
Analizzò ogni membro della famiglia, dal bisnonno al fratellino.
Voleva saperne sempre di più.
“E beh quello che è successo oggi, quanto capita?” fece Missy.
“Quanto dici? Sempre, ma nessuno se ne accorge.” Disse Dan.
“E io solo adesso me ne sono accorta?”
“Beh, normalmente quando c’è un fenomeno magico, per una antica magia, si cela a chi non è portatore della cardinia. Insomma, per esempio se in piazza due agenti della Nex usano la magia, e tu non sei portatore, magicamente ti viene la fissa di cambiare strada, così, se ci abiti, non ti va di affacciarti.
Insomma, un’antica magia fa in modo di evitare ai non portatori di intercettare anche minimamente la magia. Per te è diverso, se è innata, può essere che la cardinia si sia diciamo congelata, fino ad un momento preciso.” Disse Dan, aggrottando la fronte.
“Mio padre è sempre stato scettico, in qualunque cosa. Ad esempio, mio padre è già ateo, figurati se crede in sciocchezze, come dice lui. Può essere questo il motivo?” chiese Missy.
“Certo, se sei stata educata in un certo modo. Ma cosa ha scatenato il contrario? Fa mente locale.”
Missy seguì il consiglio del ragazzo. Analizzò tutto da quando era uscita da scuola. Aveva rincorso Lana, erano andate a casa sua, e poi… e poi Lana aveva trovato quel nascondiglio dietro quel quadro.
“Nella borsa!” esclamò.
“Come scusa?” disse Dan.
“Nella borsa, ho preso un diario e un ciondolo che abbiamo trovato nella mia cameretta. Si è illuminato stranamente” disse la ragazza tutta d’un fiato.
Dan ci pensò, poi scavò nella sua tasca sinistra ed estrasse una catenella alla cui base pendeva un ciondolo di cristallo.
“E’ quello!” esclamò Missy, indicandolo. “Come fai ad averlo?”
“Questo è mio. E’ un oggetto magico che avverte la presenza di magia nera. Tutti i membri dell’associazione ne hanno uno!” esclamò Dan.
“L’associazione?” chiese Missy.
“L’associazione Pandora… Come ti ho detto, analizza la magia per ricavarne scopi positivi e contrasta la Nex Corporation” rispose Dan. “La nostra famiglia ne fa parte da secoli.  Uno dei nostri antenati fu uno dei membri fondatori. Mai sentito parlare di Cornelio Agrippa?”
“E’ un vostro antenato?”
“Già!” esclamò il ragazzo. “Quindi quello che hai trovato, sicuramente appartiene ad uno dei membri dell’associazione!”
“Qualcuno della mia famiglia?” fece Missy, analizzando i suoi genitori.
“Già. Purtroppo gli stessi membri non si conoscono tutti, ma c’è un database comune che indica la giurisdizione d’appartenenza. Insomma, se in questa città ci sono membri della tua famiglia nell’associazione, lo saprò subito.” Disse Dan.
“E perché me l’avrebbero tenuto segreto?” chiese Missy.
“Questo è da chiedere al diretto interessato, non credi?” fece Dan.
Missy osservò di nuovo la grande vetrata. Vide qualcuno uscire dal grande portone. Era Lana, e dal passo rapido sembrava su di giri.
“Dan, tua sorella” fece Missy.
Dan vide la sorella uscire dal cancello della villa.
“Va bene che se la sia presa, però a questo livello…” mormorò.
“La raggiungo!” esclamò Missy, uscendo di corsa dalla sala da pranzo e per il corridoio.
“Missy, le scale sono dall’altra parte!” esclamò il ragazzo.
“Ehm, grazie, anche per il resto” fece la ragazza, sorridendo, per poi raggiungere l’ingresso della villa.
“Lana, Lana!” esclamò Missy, correndo per il vialetto.
Missy adocchiò la ragazza nel fondo della strada, ma non si voltò.
La ragazza la rincorse fino a fermarla.
“Lana, dai!” esclamò, prendendola per un braccio.
“Missy!” esclamò la ragazza, divincolandosi.
“Scusami per prima, davvero” fece Missy, pentita.
“Ah, acqua passata” Lana si passò una mano tra i lunghi capelli, come era solita fare.
“Dove vai, senza dirmi nulla?” chiese Missy.
“Non sono dovuta a dirti tutto o no?” fece Lana, acida.
“Beh, credo proprio di si!” esclamò Missy. Quella giornata in particolare poi, dovrebbe comprenderla.
Lana sospirò, infastidita.
“Volevo incontrare un mio amico, fa parte dell’associazione.”  Disse la ragazza. “Credo che a quest’ora starà in sede.”
“La sede dell’associazione?” chiese Missy.
“Già. Volevo venirci anche con quella checca, ma ero ancora un po’ arrabbiata con te per avvertirlo.” Missy ridacchiò. Aveva capito che il rapporto tra Lana e Dan era come il solito rapporto tra fratelli, tra odio ed amore.
Ma chiamarlo checca. Era un sogno proibito di ogni ragazza. Anche il suo, ma certo Missy non l’avrebbe rivelato così apertamente.
“Che guardi? Lo sai che Dan si sa fare la ceretta meglio di me? Io me la faccio fare dall’estetista di famiglia, lui da solo” sbottò Lana.
Le due scoppiarono a ridere al pensare a Dan chiuso in bagno a farsi la ceretta alle gambe.
Attraversarono varie vie, fino a svoltare il vicolo adiacente alla Basilica del Sacro Cuore.
Il vicolo era buio, in alto tra un palazzo e l’altro pendevano delle corde con vestiti da asciugare.
Lana si diresse verso un palazzo, prese una chiave dalla sua borsa Louis Vuitton e aprì.
C’era a lato un’ascensore.
Lana bussò velocemente i piani da 0 a 5 saltando il 4, in ordine crescente e poi decrescente.
Le porte si chiusero e l’ascensore scese.
“Scende?” fece Missy.
Passarono almeno cinque minuti, quando le porte si aprirono. Le porte davano ad un muro di mattoni.
“Ma?” fece Missy.
La ragazza estrasse dal collo il suo ciondolo e lo strofinò finchè non emise una luce bianca.
Subito, il muro di mattoni si divise in due, e si aprì come una porta scorrevole.
Una voce metallica emise “Benvenuti all’Associazione Pandora – Sede Ovest”.
Oltre la parete di mattoni vi era un lungo corridoio, formato interamente di piastrelle di ossidiana, una pietra nera.
“Non è la sede dei satanisti, è solo una pietra che protegge dal male” commentò Lana, guardando la faccia titubante di Missy. “Dai, seguimi.”
Raggiunsero poi il vero ingresso. Una saletta tutta bianca. Alle pareti era composta di marmo bianco. Era illuminata da torce appese al muro. Le fiamme danzavano seguendo la corrente che proveniva da dove erano venute le due ragazze.
Al centro della sala vi era una sorta di scrivania in pietra, dove una ragazza in tallieur sorrise a Lana.
“Breathfier.” Disse la ragazza. Stava lavorando ad una pila di fogli di un faldone. Si tolse gli occhiali e li poggiò sulla scrivania. Andò incontro alle due.
“Lei è la ragazza del messaggio giusto?”
Lana annuì.
“Cosa? Io cosa c’entro?” chiese Missy, guardando l’amica e poi la ragazza.
“Nuovo membro, non le hai spiegato nulla, Breathfier?” fece la segretaria.
“Ehm, non ne ho avuto modo, ma capirà” disse Lana.
“Capirò? E poi perché ti chiama Breathfier?” fece Missy.
“Capirai.” Fece la segretaria. “Comunque sono Miss Faraday”
Fece, stringendole la mano, mentre si incamminavano per un altro corridoio di pietra nera.
 
   
 
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