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Autore: Black_Sisters    21/08/2015    0 recensioni
Ambientato nel 1975/1976.
Catherine e Helena Black iniziano il loro quinto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Durante l'anno vivranno vicende emozionanti, si troveranno a far parte dei misfatti dei Malandrini, entreranno a far parte della squadra di Quidditch della loro Casa, inizieranno a percepire più vicino a loro l'Oscuro Signore. I primi amori, i G.U.F.O., le uscite di nascosto dal castello ... tutto confluito nel primo libro di una saga che speriamo vi piaccia.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La pioggia tamburellava fastidiosamente da ore sulle finestre di Villa Black. Le gemelle Helena e Catherine stavano ancora dormendo quando loro sorella Bellatrix fece irruzione in camera. Spalancò le finestre trillando:
“SVEGLIEEE!!! Ci tenete così tanto ad arrivare in ritardo al vostro primo giorno a Hogwarts??”. Catherine si tirò le coperte sulla testa per non sentire la voce squillante della sorella trapanarle le orecchie, mentre Helena uscì dal letto senza fare storie. Bellatrix stava sulla porta ad aspettare che uscissero, ma nel vedere che Catherine si rifiutava categoricamente di alzarsi, estrasse la bacchetta e con un rapido gesto la levò per aria gridando: “LEVICORPUS!”.
Cat ruzzolò sul pavimento fino a trovarsi con il naso sulla punta degli stivaletti di Bella.
“Alzati pigrona!” la rimproverò tirandola per la lunga treccia corvina. Catherine le puntò contro i suoi penetranti occhi neri e la fulminò con un solo sguardo. Bellatrix scoppiò in una risatina isterica, mentre Cat si diresse imbronciata verso il bagno. Helena era fuori ad aspettare che Narcissa, la terzogenita, lo liberasse; ed era dentro da quaranta minuti! Era il colmo che in quella casa enorme ci fosse solo una toilette. Finalmente Cissy uscì avvolta da una nuvola di profumo, vestendo il suo nuovo abito di velluto verde e mostrando la fluente chioma bionda che le volteggiava sulle spalle.
“Sono pronta” affermò con la sua voce flautata. Helena era schifata, Catherine altrettanto, ma non fecero commenti in quanto dovevano prepararsi in venti minuti, prima che loro zia Walburga le passasse a prendere per arrivare alla stazione di King’s Cross, binario 9 ¾, entro le undici in punto, quando regolarmente passava l’Hogwarts Express.
Catherine e Helena avevano compiuto quindici anni da poco e sebbene avessero frequentato la scuola di Durmstrang fino al quarto anno per il loro quinto anno erano iscritte alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (si ignora la natura della decisione dei genitori riguardo a questo).
Erano due gemelle diverse, intelligenti e carine nei modi. Catherine era scontrosa, riservata, sempre un po’ sulle sue. Non amava la concorrenza e cercava di fare in modo di essere notata, soprattutto in aula e nei duelli. Helena invece era più sadica, un po’ strana e malvagia. Era molto simile a Bellatrix nei modi e la stimava molto.
Entrarono in bagno a turno per lavarsi il viso e pettinarsi, poi tornarono in camera loro per vestirsi. Helena si sdraiò sul letto e chiese:
“Sei pronta per iniziare Hogwarts?”.
Cat rimase sorpresa del quesito. Ovviamente era nervosa, soprattutto per via dello Smistamento, ma rispose: "No."
“Io sì, invece. E se mi mettessero in Corvonero? O peggio, in Grifondoro? Non voglio finire con un branco d’imbecilli!”.
Catherine non aveva mai visto la sorella così allarmata: le sembrava quasi ossessa.
“Figurati! Se non mettono te in Serpeverde non ci mettono nemmeno me. Anche Andromeda, che è un’idiota, era Serpeverde” la rassicurò Catherine indossando un vestito corto di chiffon nero, allacciandosi la sua collana portafortuna d’ossidiana e infilando le ballerine. Helena mise i pantaloni e una camicia scura e si sciolse i lunghi capelli biondi e mossi sulle spalle. Cat invece raccolse i suoi boccoli neri in una crocchia sulla nuca.
Finalmente erano pronte. Scesero in sala da pranzo, dove Cissy, Bella e Andromeda, la loro sorella maggiore, stavano facendo colazione.
“Pronte?” domandò Narcissa sorseggiando rumorosamente la sua tazza di tè nero.
“Sei fastidiosa” la rimproverò Bellatrix addentando due biscotti.
“E tu schifosa” controbatté Cissy lanciandole il tovagliolo.
“Per cortesia care, le buone maniere!” le rimproverò Druella Rosier Black. Loro madre era arrivata appena in tempo per bloccare una delle solite liti fraterne che scoppiavano regolarmente in quella famiglia. Era una donna di classe, dai capelli biondi e gli occhi grigi, la copia di Narcissa vent’anni dopo. Ci teneva molto alla famiglia e alle sue cinque figlie, anche se non facevano altro che beccarsi.
“Helena, Catherine, siete pronte? Zia Walburga vi sta aspettando in cortile con Regulus e Sirius”.
“Sì mamma” rispose Helena indossando il mantello.
Uscirono tutte e sei dalla villa. Due facchini le seguivano portandosi dietro i bauli. Percorsero il ciottolato di fronte all’abitazione a grandi passi, fino a giungere davanti al cancello ferruginoso dove Walburga e i loro cugini le attendevano.
“Oh care, che immenso piacere vedervi. Ciao Druella, le piccole sono pronte?” le salutò la zia con un immenso e falso sorriso dipinto sul volto.
“E tu, Narcissa cara, hai finito gli anni a Hogwarts?” aggiunse poi rivolta alla nipote.
“Sì, quest’anno a giugno ho conseguito i MAGO, non ricordi?” le rispose con finta gentilezza. Walburga sorrise e fece accomodare Helena e Cat sui sedili posteriori dell’automobile con Regulus, mentre Sirius se ne stava davanti con i piedi appoggiati all’americana sul cruscotto. Sirius era un Grifondoro, una delle case a Hogwarts, dove un Black non avrebbe mai dovuto mettere piede. Era un bel ragazzo, alto, muscoloso, più attraente di suo fratello Regulus e anche più tremendo. Non era mai corso buon sangue tra quei cugini, ma ogni tanto cercavano di andare d’accordo per far piacere ai loro genitori.
Si salutarono in fretta e partirono per arrivare a King’s Cross. Arrivarono quando mancava un quarto alle undici e corsero trascinando i carrelli verso i binari e, quando arrivarono al muro che separava il terzo e il quarto, Helena e Cat videro Sirius e Regulus attraversare la barriera di mattoni e cemento. Le ragazze rimasero immobili davanti a quella scena. E ora che cosa dovevano fare?
“Sbrigatevi che mancano cinque minuti!” le rimproverò Walburga spingendole.
Si presero per mano e si trovarono catapultate davanti ad un treno nero e rosso che sbuffava a più non posso.
“Presto, salite!” gridò Sirius tirandole nel vagone.
Era tutto pieno; i quattro cugini si fermarono davanti ad una cabina che conteneva solo un ragazzo che leggeva. Sirius borbottò qualcosa tra sé ed entrò.
Il passeggero alzò la testa e Cat poté notare il distintivo di Serpeverde. Nonostante tutto quello le sembrava abbastanza strano. Non era molto bello, ma nemmeno brutto, giusto un po’ affascinante (almeno a lei pareva così). Aveva i capelli neri che gli arrivavano quasi alle spalle e due penetranti occhi scuri, la pelle chiare, quasi grigia, come uno yogurt scaduto.
“Ehi Mocciosus, possiamo metterci qui?” chiese Sirius sprezzante. Lui annuì e Helena gli domandò il nome.
“Mi chiamo Severus Piton e devo iniziare il quinto anno” rispose con una voce molto tenebrosa per essere quella di un ragazzo.
“Sarà in classe con noi?” chiese Helena al cugino. Sirius annuì come se non gli facesse piacere.
“Sì, purtroppo Mocciosus sarà in classe con noi” affermò. Poi, rivolgendosi a Cat, le sussurrò in un orecchio:
“E’ Serpeverde ma non fartelo amico. So che dato che te lo dico io non lo farai ma comunque ti conviene seguire le compagnie di Regulus e di altra gente. Lui è davvero atipico”.
Catherine stava per ribattere quando, in quel momento, la portiera della cabina si spalancò ed entrò un ragazzo con i capelli al vento e un’aria sbarazzina: James Potter.
“Ciao Sirius” lo salutò con un cenno del capo. Poi volse lo sguardo verso Severus Piton, sempre intento a leggere il suo libro, lo guardò quasi schifato e disse prepotentemente:
“Mocciosus…lo sai vero che sei seduto al mio posto?”.
Severus, senza degnarlo neanche di uno sguardo, girò la pagina del suo volume di “Guida alle Arti Oscure”.
“Hai sentito, Mocciosus?” gli chiese nuovamente James alzando leggermente il tono della voce.
Severus continuava ad ignorarlo. A quel punto Potter sfoderò la bacchetta e gliela puntò contro.
Helena e Catherine, che fino a quel momento avevano fatto finta di niente, si alzarono di scatto con le bacchette in mano.
James le guardò stupito, come se non le avesse notate nell’entrare, e lasciò perdere Severus.
“E queste due? Sono con te Sirius?” domandò.
“Sono le mie cugine, le sorelle di Bellatrix, Andromeda e Narcissa” rispose Sirius con fare annoiato.
“Va bene ragazze. Potete abbassare le bacchette ora. E’ tutto a posto” disse loro James accennando un sorriso.
Le due gemelle non si mossero né risposero al suo gesto. Severus le guardò con un’espressione quasi divertita.
“Chiedigli scusa!” gli intimò Helena.
“Ora!” insistette Catherine, alzando la bacchetta un po’ più in alto.
D’improvviso la porta dello scompartimento di aprì ed entrò un ragazzo alto e muscoloso, che poteva avere diciassette anni, con la divisa di Grifondoro e una spilla da prefetto che gli dardeggiava sul petto.
Passò velocemente lo sguardò su tutti i presenti e lo soffermò su Catherine e Helena.
“Cosa sta succedendo qui?” chiese con voce altezzosa.
“Niente…” rispose pronto Severus.
Il Prefetto lo guardò con diffidenza.
“Queste due volevano attaccarmi!” disse James.
“I vostri nomi?” domandò il nuovo arrivato.
“Ma non abbiamo fatto niente!” protestò Catherine.
Helena strinse l’impugnatura della bacchetta.
“Non fate storie” le rimproverò.
“Si chiamano Catherine e Helena Black” intervenne Sirius sdraiandosi sui sedili con la faccia di uno che avrebbe voluto essere in qualunque altro posto.
“Grazie Sirius” disse Cat fulminandolo con uno sguardo.
“Benissimo! Quando sarete Smistate, il responsabile della vostra Casa deciderà che provvedimenti prendere. Buon viaggio”. Detto questo se ne andò tutto impettito.
“Bella mi aveva detto che tutti i Grifondoro erano degli stupidi ma non pensavo fino a questo punto” si lamentò Helena con Cat, che si mise a ridere sommessamente.
“Io sono Grifondoro, dovreste portarmi rispetto! Ma chi vi credete di essere?” sbottò James arrabbiato. Poi si voltò verso Severus:
“Tu la pagherai”.
Piton alzò le spalle e ribatté prontamente:
“Potevo farcela anche senza l’aiuto di due pivelle”.
Helena divenne rossa come un peperone ed estrasse nuovamente la bacchetta:
“Pivelle a chi? Mocciosus!” gli sbraitò contro furibonda. Non permetteva a nessuno di sfidarla, men che meno da uno che aveva appena conosciuto.
“Sei davvero una Black presuntuosa, proprio come tuo cugino!”.
Severus aveva superato ogni limite. Helena cominciò a diventare di tutte le tonalità possibili di verde.
“Tu osi paragonarmi a lui?” strepitò puntando il dito contro Sirius.
Piton fece finta di nulla e tornò a leggere il suo libro. Helena uscì offesa dalla cabina seguita a ruota dalla sorella.
“Helly, fermati! Non puoi permettere che ti trattino così! Quello sfigato non sa contro chi si è messo!” la rassicurò Catherine trattenendola per un braccio.
“Non ti sei difesa” notò Helena. Catherine sorrise malignamente.
“Avrò modo di farlo più avanti”.
Helena le scambiò uno sguardo complice e cominciò a cercare un altro vagone con qualche posto vuoto.
Ne trovò uno nel quale c’erano tre ragazzi (tutti di Serpeverde) e non si fecero riguardo ad entrare.
“Possiamo sederci qui?” chiese gentilmente Catherine.
Uno si alzò in piedi indicando i sedili:
“Accomodati pure. Io sono Zabini, Alfred Zabini, ma potete chiamarmi Alfie. Loro sono Ellie Parkinson e John Rowle”.
Le ragazze erano rimaste affascinate da Zabini: era un ragazzo di colore, alto, con capelli e occhi scuri. Era davvero bello.
“Catherine e Helena Black. Siamo le cugine di Regulus Black” rispose Catherine stringendogli la mano.
Le due cugine gli si sedettero accanto e lui offrì loro due Cioccorane.
“Grazie” dissero le due facendosele scappare.
Il viaggio procedeva tranquillamente, fino a quando il treno si bloccò di colpo.
“Accidenti, che cosa succede?” squittì Helena. Catherine si alzò, quando tutto si fece buio.
Cat avanzò a tentoni verso la porta scorrevole. Udiva grida confuse, la nebbia e le tenebre le appannavano la vista. Sentiva sua sorella urlare il suo nome e una risata, fredda, inquietante. Non si fece prendere dalla paura ed uscì tenendo stretta in mano la sua bacchetta.
“Helena, vieni con me” sussurrò.
“E’ pericoloso” Zabini cercò di fermarle ma fu del tutto inutile: erano sempre state attratte dal pericolo.
Avanzarono per il corridoio con le bacchette sollevate, quando si imbatterono in una figura alta, incappucciata, con una maschera a forma di teschio sul volto.
“Pulci, cosa ci fate qui?”. Le Schiantò contro il carrello della signora che distribuiva dolciumi e che per la paura se l’era data a gambe. Cat si rialzò mentre Helena aveva perso i sensi.
“Chi siete?” chiese in tono di sfida.
“Chi sei tu, mocciosa”.
“Catherine Black”. L’uomo le si avvicinò fino a farle sentire il suo respiro.
“Tieni chiusa la bocca e sarà meglio per te” concluse questo materializzandosi in una nuvola di fumo nero.
Le luci tornarono insieme al trambusto. Sussulti e quesiti riecheggiarono nell’aria.
“Helena, alzati! Svegliati Helly!” gridò Catherine scuotendo la sorella.
“Cosa c’è? Chi erano?” domandò confusa.
“A mio parere i seguaci dell’Oscuro Signore!” esclamò eccitata. Helena la guardò male ma poi assunse un sorrisetto maligno.
“E’ meraviglioso!”. Cathy la stava aiutando ad alzarsi quando si imbatterono in un ragazzo non molto alto, con il volto stanco, solcato da due profonde cicatrici che gli rovinavano il bel sorriso. Indossava abiti consunti color marrone che gli conferivano un’aria ancor più sciupata di com’era già.
“Ciao, sono Remus Lupin” si presentò. Dietro di lui spuntava il viso paffuto da topo di un ragazzino cicciotto, davvero bruttino, che venne loro presentato come Peter Minus.
“Noi siamo Catherine e Helena Black”.
“Parenti di Sirius?” domandò indiscretamente. Cat gli rispose scocciata: "Sì..."
“Purtroppo” aggiunse Helena. Aveva ripreso perfettamente i sensi e non era assolutamente contenta cha ad averla scaraventata contro un carello pieno di brioches di zucca e Gelatine Tuttigusti+1 fosse stato proprio un Mangiamorte. L’avevano sempre affascinata moltissimo e lei era una grande sostenitrice del più potente Mago Oscuro di quei tempi: Lord Voldemort. Ma cosa ci facevano sull’Hogwarts Express?
La voce di Lupin cominciò a rientrarle in testa quando disse che doveva tornare dai suoi amici.
Catherine prese Helena per un braccio e la trascinò nella cabina dove Zabini e gli altri stavano prendendo i loro bagagli.
“Dovete sbrigarvi se non volete rimanere sul treno e tornare da dove siete venute”
Le due gemelle indossarono i loro mantelli e si prepararono davanti alle porte aspettando con ansia che si aprissero per dare inizio ad una nuova e entusiasmante avventura.
   
 
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