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Autore: Chocolat95    21/08/2015    1 recensioni
"Aprendo un cassetto per riporre dei fogli trovo un quadernetto rosa. Lo riconosco subito, il diario che scrissi quando facevo la scuola media.
Quanti ricordi mi tornano subito in mente vedendolo, ricordo quasi perfettamente ogni cosa che avevo scritto al tempo e soprattutto perché avevo cominciato.
Lo prendo in mano e faccio scattare la piccola serratura di quel diario che sarebbe dovuto in teoria essere segreto, e mi tuffo in un passato felice, nel quale io ero una persona assai diversa…"
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Versione rivista e corretta di una mia vecchia storia in cui, una giovanissima Oscar al tempo delle scuole medie si ritrovò innamorata persa di un suo compagno di classe.
Tra giorni spensierati passati in allegria e in compagnia di tanti amici, si svolge questo romantico sogno ad occhi aperti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: André Grandier, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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25 marzo

Amore, non so se ti dovrei chiamare ‘Amore’, non so se posso chiamarti così, non so se potrò mai chiamarti così, non so se…
In questo momento non so neanche cosa dirti, oggi non è successo niente di particolare, sempre le solite cose; voi maschi che vi rincorrete con le spade di cartone, Rosalie sempre dolce e gentile, Philippe sempre noioso e rompiscatole, Antoinette che fa sempre la svenevole. A proposito, è sempre più evidente che dove c’è lei, ci siete anche voi, non riesco a capire perché, per le sue “grazie”, perché vi piace veramente (in fondo sembra ci sappia fare) o perché noialtre siamo noiose e almeno lei anima un po’ la situazione?
Io la guardo con gli occhi di una ragazza; a parte gli occhi (che sono davvero belli) non ha tutta questa straordinarietà.
Poi adesso parla sempre di un tipo con cui si è fissata.
Oggi tornando dagli allenamenti, ha invornito me e mia mamma chiedendo di poter andare anche lei a prendere mia cugina che tornava dalla gita, e tutto ovviamente per vedere LUI!
Che noia mortale… poi oggi era anche più incasinata del solito perché aveva da stare dietro ad altri due tre tipi contemporaneamente. Quando l’abbiamo riportata a casa ha chiesto se domani poteva venirci a prendere 5 minuti prima…



Già, Antoinette era mia vicina di casa, andavamo a scuola insieme tutte le mattine. Suo padre, capo di una importante industria della zona, veniva per portarci e mia mamma (santa donna) ci riportava a casa.
Quante cose mi vengono in mente se ripenso a lei, quante ne abbiamo passate pur avendo caratteri così diversi…  abitiamo ancora vicine ma crescendo abbiamo preso strade diverse e ora la vedo così poco…
Comunque cosa stavo leggendo? Ah sì



…perché doveva lasciare uno di quei tre, non ho capito quale, per mettersi con un altro…
Prima di lasciarci ha detto che oggi è andata in 2° e ha scritto alla lavagna “Buh Polignac by Fersen”, ha scritto così perché questa Polignac ti verrebbe dietro (non so se lo hai notato, ma quando passi per il corridoio, effettivamente le sue amiche urlano: “Charlotte! (si chiama così ‘sta qui) c’è Fersen!”)



Tremenda era Antoinette, e pensare che quella bambina era parente di una sua grande amica… ma tanto con lei eri amica un giorno sì e l’altro poteva parlarti alle spalle… crescendo credo sia un po’ maturata, ma al tempo era davvero volubile e insopportabile alle volte!
E poi ecco, Fersen… Hans Axel –qualche altro nome – von Fersen…  questo era il nome del ragazzo a cui era rivolto questo diario… Se ripenso a lui adesso, l’effetto che mi fa è totalmente diverso, ma all’epoca non avevo che lui in mente, era persa per lui, come tante altre ma ovviamente credevo e speravo di essere l’unica. Che sciocca ingenua ero. Ero così presa da questo amore, che non vedevo altro, il mondo mi sembrava tutta un’altra cosa. E forse era meglio se rimaneva così…
Mi fermo un attimo a pensare e mi perdo dietro a ricordi nostalgici per cinque minuti buoni, poi riprendo a leggere cosa gli scrissi dopo



Io non sono sicura, ma c’è diversa gente che sbava quando passi. Comunque ti ho detto tutte queste cose  ma in realtà volevo solo dirti che oggi avevi un buon profumo; fresco un po’ frizzante, come l’aria in primavera o il mare d’estate.
Lo sai che quando devo colorare degli oggetti penso sempre al colore che mi fanno venire in mente; bhe il tuo profumo lo collegherei al grigio chiarissimo più l’azzurro cielo.
E’ tardi, dovrei dormire, ho pensato che non ti chiamerò ‘Amore’ ma solo ‘A’

Buona notte A



'Sta cosa dei colori, ancora ci rido quando la rileggo! Eppure era vero, anzi, tutt'ora lo è, lo faccio ancora. Non ricordo quando e perchè ho iniziato ma per me è una cosa automatica, forse per il mio spirito un po' di artista...
Comunque, lo chiamai ‘A’ perché anche se Hans ha l’ “H” davanti, non si pronuncia quindi pensai potesse andare bene lo stesso per poterlo chiamare eventualmente in futuro anche "Amore" o comunque lasciare un po’ di indefinitezza alla cosa… come del resto essa stessa era… in seguito questa delle lettera ambivalente mi fece altalenare un bel po’…

  
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