Serie TV > La famiglia Addams
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Autore: FairySweet    21/08/2015    1 recensioni
Cos'è l'amore Gomez Addams? Forse è una rosa senza colore, un fiocco nero su una culla, forse è la pelle di ghiaccio che tutte le notti sfiori e baci.
Cos'è l'amore ....
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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                                 L'amore Uccide




Un giorno, un altro ancora poi finalmente quella porta aperta e una bambina sorridente che si stringeva violentemente alle sue gambe “Papà!” “Ciao angelo del male” esclamò divertito prendendola in braccio “Come stai? Ti sei divertita?” “Mercoledì mi ha preso un coccodrillo” “Davvero?” sollevò la manina mostrandogli una gabbietta di metallo, al suo interno un piccolo coccodrillo di pochi giorni che se ne stava comodamente sdraiato incurante di tutto quel trambusto “L'ho chiamato Oblio” lo sguardo corse veloce al viso di Mercoledì, osservava sua sorella, le braccia incrociate sul petto e gli occhi pieni di orgoglio “Come stai raggio di malinconia?” la giovane annuì appena lasciandosi baciare dal padre “E tuo fratello?” “Ha perso qui pochi attimi di lucidità che ancora gli restavano” “Ha incontrato una bella ragazza” puntualizzò Ofelia ma la voce di suo zio la costrinse a ridere “Dov'è la mia nipotina preferita?” esclamò allegro Fester scendendo goffamente dalle scale “Zio! Zio Fester!” “Ha incontrato una ragazza?” ripeté confuso fissando la figlia “Una ragazza vera?” “Si papà, una ragazza con due gambe e due braccia che respira e parla, o per lo meno, finge di essere intelligente” “Non vedo l'ora di sapere che reazione avrà tua zia!” esclamò divertito grattandosi il mento.
Lurch scaricava lentamente la macchina mentre zio Arold dirigeva i suoi facchini personali con fermezza “Nipote, caro nipote mio” “Zio” mormorò perdendosi nell'abbraccio dell'uomo “Come vedi, siamo tutti sani e salvi” “Devo rigraziarti per …” “Per aver trascorso del tempo con i miei nipoti? Oh andiamo!” sbottò burbero “Perché non mi hai detto che Mercoledì è una calamita vivente?” “Cosa?” “Attira i ragazzi come il miele con le mosche” “Sta crescendo così in fretta” “Diventerà una donna molto bella Gomez. Avrà schiere di ragazzi ai suoi piedi e sono abbastanza certo che ne demolirà molti” “Tu credi?” “Ha rinchiuso un giovanotto nelle catacombe parigine dopo una notte di serenate sotto alla sua finestra. Tua figlia non ha pazienza, mi ricorda qualcuno sai?” “Oh andiamo! Mia moglie era la persona più paziente del mondo” “Non sto parlando di tua moglie” “Zio Arold, ti fermi a cena con noi?” domandò Ofelia apparendo di colpo tra loro “No fantasmino. Non mi freghi di nuovo con la storia della cena” “Ma l'ho fatto solo una volta” “E una volta è bastato” le scompigliò i capelli ridacchiando ma Ofelia scappò via lasciando la giacchetta tra le mani del padre “Mi ha avvelenato la cena. Tua figlia è un piccolo demonio” “Meno male, credevo che la lontananza l'avesse cambiata” “Come stai nipote?” “Bene” “Ora guardami negli occhi e ripetilo” sorrise appena abbassando lo sguardo “Sto bene zio davvero” “Non sei mai stato bravo con le bugie, è una pecca che ti porti dietro dall'infanzia. Tua moglie era molto più brava di te” “Lei era molto più brava di me nel gioco della vita. Ci ho provato tanto, forse troppo ma da quando lei è volata via da me non riesco …” sollevò leggermente una mano giocando con l'aria gelida “ … non riesco nemmeno a …” “Soffrire è normale. Anche dopo anni Gomez. Era tua moglie, la tua vita, hai perso una compagna, un'amica, un'amante, non devi rimproverarti per questo. Non è stata colpa tua” “Avrei potuto salvarla” “No, non potevi. Lei ha scelto per tutti e due, non potevi fare altro” “E convivere con il dolore come può aiutarmi?” “Il dolore dell'anima non ha cure ma questo …” posò una mano sul petto di Gomez sospirando “ … questo ha una cura ragazzo mio” “Non so di cosa …” “Da quanto senti quel tremito?” la voce di Ofelia arrivò dalla nebbia costringendolo a respirare di nuovo “Nascondere ai tuoi figli il male che porti dentro non ti fa bene” “Non sono malato” “Ti stai ammalando d'amore Gomez” “Padre?” si voltò di scatto incontrando gli occhi di Mercoledì “Hai bisogno di qualcosa vita mia?” la ragazza socchiuse gli occhi studiando qualche secondo il viso del padre “Mercoledì?” zio Arold sorrise appena appoggiandosi al bastone “Possiamo cenare nel cimitero questa sera?” “Che domanda bizzarra” rispose ridacchiando appena “Cosa ti viene in mente amore mio?” ma la giovane sorrise incrociando le braccia sul petto “Ci permetti di cenare nel cimitero?” “Certo raggio di malinconia, come potrei negartelo?” “Perché stai cercando di nascondermi qualcosa padre” zio Arold scoppiò a ridere posando una mano sulla spalla del nipote “Ora sarà meglio che vada. È stato davvero un piacere portarli con me e probabilmente accadrà di nuovo” “Grazie zio” un ultimo abbraccio prima di restare di nuovo solo con quegli occhi, con quel viso che studiava ogni più piccolo angolo della sua anima.


Male d'amore, dolore profondo che non andava via nemmeno dopo mesi interi.
Come poteva cancellare i suoi ricordi? Una vita intera assieme a lei, l'unica donna che aveva mai accettato nella propria vita, l'unico amore che aveva mai autorizzato ad entrare nel profondo della sua anima, a studiarne ogni più piccolo segreto.
Ora così solo, così lontano dalle sue certezze, dal suo amore, da quei ricordi sentiva freddo, un freddo voilento che la notte congelava i pensieri e colorava gli incubi.
Quei sogni in bianco e nero che ora si coloravano lentamente terrorizzandolo, togliendogli il fiato, quei sogni maledetti che non volevano andare via, che non lo lasciavano nemmeno per qualche secondo costringendolo a vivere.
Quanto sarebbe stato più semplice abbandonarsi a quell'oblio, lasciarsi andare per raggiungerla, per tornare da lei ma che senso aveva? Le lacrime dei suoi figli valevano davvero quei sacrifici? Chiuse gli occhi inspirando a fondo.
Sentiva il battito del cuore accelerare di colpo, troppe volte in quell'ultimo mese era accaduta la stessa cosa e troppe volte aveva smesso di respirare per quel tremito ma non aveva paura di quel battito così diverso, non aveva paura di niente, non più ormai.
I colpi leggeri sulla porta lo risvegliarono dal torpore in cui si era rinchiuso “Padre?” sorrise allo specchio dove il viso di Mercoledì si trasformava velocemente in realtà “Non scendi per colazione?” “Arrivo subito” “Stai bene vero?” socchiuse leggermente gli occhi avvicinandosi a lui “Perché non dovrei?” “Perché troppe volte nascondi i tuoi pensieri, troppe volte ti ritiri da solo nel silenzio del tuo studio” sfiorò il viso della ragazza con le dita sorridendo appena “Sto bene angelo del male, non hai niente di cui preoccuparti” “Padre non …” “Il giovane Midoro ci fa l'onore della sua presenza?” lo sguardo di Mercoeldì diventò improvvisamente più gelido inchiodandosi al suo “Da quando permetti all'idiozia di entrare nella nostra casa?” “Ho fatto una promessa a tua zia. Possiamo cercare di mantenerla?” la prese per mano tirandola leggermente in avanti “Coraggio”.
  
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