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Autore: ChrysTheElf    22/08/2015    2 recensioni
Ruby scrutava l’orizzonte dalla finestra di camera sua. Una lacrima scendeva lungo la sua guancia mentre i ricordi lo stavano assalendo. Il pesante mantello fluttuava nel vento, rendendo ancora più solida la sua presenza. Com’era finito in tutto questo?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lino, Rocco Petri, Ruby, Sapphire, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Chiedo scusa a tutti per averci messo così tanto a postare il nuovo capitolo, e spero che restiate comunque soddisfatti del risultato. Voglio ringraziare inoltre a ShadowMewtwo99 e Nodi per le loro recensioni, e auguro a tutti una buona lettura.

Il concetto che Rocco aveva di “parlare” era più o meno: “Anche se voi non lo sapete, il mondo sta per finire. Come scongiuriamo il pericolo?”
Particolare? Sapphire ci era abituata. Ruby un po’ meno, ma in fondo aveva esperienza di queste cose. Avrebbe preferito stare un po’ da solo con Sapphire, ma se il suo istinto l’aveva guidato sul Monte Camino un motivo doveva esserci. Hoenn era di nuovo in pericolo.
Però, d’altro canto, era possibile che toccasse sempre a loro salvarla? No, seriamente, e quando fossero morti cosa ca*** sarebbe successo a quella regione? Ma vabbeh, per ora tanto valeva salvarla e non pensarci.
Ruby aveva proposto di discuterne in tranquillità al Centro Pokémon di Cuordilava, ma Rocco non era d’accordo.
-Siamo troppo potenti e troppo famosi- Aveva detto -Già da soli attireremmo l’attenzione, ma in gruppo... non voglio neppure pensarci- Dopotutto aveva ragione. Come sempre. Quanto era tosto quel tipo!
-Ok- gli aveva risposto, per poi aggiungere -Aspetta, mi è venuta in mente una cosa!
Rocco l’aveva guardato incuriosito. Fosse stato un fumetto, gli sarebbe uscito un punto interrogativo sulla testa. -C’è qualcun altro a cui dobbiamo chiedere aiuto.
 
Nella Palestra di Petalipoli, gli allenamenti procedevano a pieno regime.
-Gallade! Psicotaglio!- Stava ordinando un ragazzo dai capelli verdi. Il suo pokémon, una figura slanciata verde e bianca con delle lame sulle braccia si scagliò contro al proprio avversario, una specie di orso molto peloso con un naso gigantesco.
Il suo allenatore, un uomo sulla quarantina dal fisico in forma e dall’aria di chi, nella vita, avesse già combattuto più battaglie di quante fosse disposto ad affrontarne, non reagì. Rimase immobile, gli occhi chiusi, fino a che il suo pokémon non venne colpito. A quel punto aprì gli occhi, ordinando:
-Slaking, afferralo!- Con una rapidità insospettabile vista la mole, il pokémon fece quanto gli era stato chiesto: bloccò Gallade cingendo le braccia dietro la sua schiena, incurante delle ferite procurategli dal colpo.
-AEROASSALTO!- Impossibile schivare un colpo del genere da quella distanza, persino per un pokémon veloce come Gallade.
Ma non era abbastanza. Gallade si rialzò, pronto a continuare.
-Ci sei Gallade? Allora vai con Breccia!- Il ragazzo dai capelli verdi aveva deciso di approfittare dell’abilità Pigrone di Slaking per poterlo sfondare di colpi. Una tattica sensata, ma dopo un paio di colpi, il pokémon avversario fu già pronto a reagire. E Gallade era troppo vicino per controbattere.
-Slaking, chiudiamo. Gigaimpatto!-  Un botto. Fumo. Gallade era a terra.
E così, aveva perso di nuovo. Nulla di strano, per carità, ma ogni tanto gli sarebbe anche piaciuto spuntarla.
-Bravo, Lino.
-Suona falso dopo una vittoria del genere, Norman -  Certi complimenti non li sopportava. Sapeva che il suo maestro credeva davvero in quanto aveva detto, ma a che serve un complimento se alla fine perdi comunque? Che merito aveva?
-Ma no, dai. Sei stato bravissimo Lino!
Quella voce. Lui. Il suo migliore amico, la persona che gli aveva donato quello che era stato il suo primo pokémon. E ora era lì.
-Ruby!- Esclamò euforico -Cosa ci fai qui? Ti credevo alla Lega! Che bello rivederti!
Ok, forse un abbraccio non era il modo più indicato per salutare il proprio rivale nonché mentore nonché Campione in carica della Lega, ma... che diamine, dopo tutto il tempo in cui non si erano visti! Poteva anche starci, magari!
-Calma, Lino. Anch’io sono felice di vederti, ma, come dire... abbiamo una certa urgenza.
E in quel momento si accorse che qualcun altro era entrato in Palestra assieme a Ruby. E capì che quella non poteva essere solo una visita di cortesia.
-Ciao Norman- Disse Rocco -Possiamo prendere in prestito il tuo allievo?
 
Quei ragazzi! Nel vederli insieme sentì qualcosa alla bocca dello stomaco. Gli era affezionato. A tutti loro. Si sentiva un po’ come fosse il loro fratello maggiore: tutti loro erano già in grado di cavarsela da soli, ma avevano ancora bisogno di una figura che li guidasse. Era contento che Ruby l’avesse riportato in vita, quella notte.
Ma anche se era affezionato a tutti loro e riponeva in loro una fiducia smisurata, non poteva ancora rivelar loro tutta la verità. Il Presidente glielo aveva vietato, e anche se Rocco era un tipo tutto a modo suo,  nemmeno lui poteva ignorare un divieto del Presidente in persona.
Si limitò ad avvertire i ragazzi del ritorno del Team Idro e del Team Magma, di una cosa misteriosa chiamata Archeorisveglio che sembrava essere la loro arma segreta, e delle catastrofi che sarebbero sicuro accadute se non li avessero fermati. Neppure lui conosceva tutti i dettagli, e questo era il loro problema più grande.
Nessuno dei tre ragazzi prese bene la notizia: Sapphire, che già pure sospettava qualcosa essendosi allenata con lui, si infuriò; Lino divenne serio, segno che comunque allenarsi con Norman gli aveva insegnato ad affrontare le difficoltà; ma fu Ruby che lo sconvolse più di tutti: si era scurito in volto, per poi pronunciare una frase che mai avrebbe previsto “Avrei dovuto ucciderli, quella notte” aveva commentato, a voce abbastanza alta perché Lino e Sapphire lo sentissero. Si scusò subito per quella frase, e sembrava sincero, ma Rocco non poté fare a meno di notare quanto fosse cambiato dal solare undicenne di cinque anni prima. Già allora aveva un lato più cupo, ma adesso era diventato più maturo, più forte, ma insieme a quello ancora più tetro e lunatico.
Quei ragazzi! Quei ragazzi a cui voleva così bene! Quei ragazzi che ora erano cambiati. Quei ragazzi che ora erano l’unica speranza di Hoenn, e forse, del mondo.
   
 
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