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Autore: Hikaru_Tsuki    22/08/2015    2 recensioni
"Questa è Berk
Dispersa in un arcipelago sperduto nel mondo. Un tempo era considerato una terra guerriera.
La leggenda narra che anni fa era in atto una guerra contro i draghi. Creature che avevano la sola gioia di distruggere Berk e mangiarsi le loro pecore.
In seguito un ragazzo ebbe il coraggio di dimostrare che non era vero, dimostro a tutti che i draghi avevano dei sentimenti e se distruggevano Berk era perché erano ordinati a farlo. Grazie a questo ragazzo coraggioso la vita per i Berkiani cambiò radicalmente, i draghi divennero i migliori amici dei loro cacciatori, e grazie a questa pace Berk ebbe il suo periodo d'oro.
Ma quarant'anni fa, per ragioni ancora sconosciute i draghi abbandonarono l'isola. Il ragazzo che fu il primo cavalca-draghi si ritrovò dunque a dire addio alla magnifica pace che c'era e nel popolo di Berk ritorno la tristezza."
(Secondo la storia dei film i draghi nel terzo film se ne andranno, questo sarebbe un continuo e di come la vita sia mutata, Nuovi personaggi e vecchi faranno di tutto per farli tornare in questa nuova avventura)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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L’albergo non era chi sa quale meraviglia era grande quanto la sala grande a Berk, solo con molte stanze e appena arrivammo Draco pagò subito un signore per poi trascinarmi in una stanza, prima che potessi solamente imprecare mi ritrovai in una stanza con due letti singoli alquanto invitanti.

- Oh- sussurrai provocando la risata di Draco.

-Credevi che ti avrei fatto dormire in un’altra amaca?- Sorrisi e lo abbracciai d’impulso.

-Grazie- lui mi strinse a se in un modo così affettuoso che sorprese entrambi, finché qualcuno non bussò alla porta rompendo quel lieve miracolo che era appena avvenuto, Draco dovette lasciarmi sola nella stanza per risolvere dei problemi.

Fino a cena mi ritrovai a canticchiare lungo la stanza per poi sedermi lungo la cornice della finestra osservando la pioggia, a volte c’era qualche lampo che illuminava il paesaggio, chiusi gli occhi annusando quel odorino che mi ricordava casa, Berk. In questo momento avrei dato oro per sapere come stavano tutti, se mio nonno mi cercava…

A cena ci fu’ un silenzio tomba, che neanch’io riuscivo a spezzarlo, c’era una aria seria e tesa che non capivo cosa fosse successo, a volte guardavo Draco ma era concentrato sul suo cibo, Leif sospirava e spostava lo sguardo ogni volta che lo incrociavamo.

A fine serata ci ritrovammo io e Draco a camminare verso le nostre stanze, anche se eravamo vicini, lo sentivo distante come se avesse appena rialzato un muro che ci divideva più che mai, non borbottò neanche quando gli chiesi di girarsi per mettermi il pigiama, ma fu’ proprio questo silenzio che mi fece preoccupare più di prima, era successo qualcosa o qualcosa lo inquietava.

Ero sdraiata sul letto quando un fulmine colpì nelle vicinanze, mi sedetti di scatto ricordandomi che la finestra era ancora aperta e lo vidi, Draco era seduto sul letto, si teneva le ginocchia al petto e il viso nascosto fra esse, respirava affannosamente, mi alzai e silenziosamente mi avvicinai a lui, sudava freddo e aveva i muscoli tesi. Gli sfiorai le spalle e con un scatto mi buttò sul letto bloccandomi la gola con il suo braccio in posizione di difesa, la mia testa però si era scontrata violentemente nel letto e mi pulsava.

-Draco… Tranquillo sono io…- sussurrai dolcemente per poi accarezzargli la guancia.

-Scu-scusami.- Scosse appena la testa prima di liberarmi la gola, fece per andarsene ma lo bloccai e lo feci sdraiare accanto a me, appoggiando la sua testa sopra il mio petto, iniziai a coccolarlo, giocando con i suoi capelli principalmente.

- Hai paura dei fulmini?- chiesi dolcemente, in altre occasioni sarei scoppiata a ridere per una paura così infantile, ma lui annuì appena col capo.

-Da bambina anch’io avevo paura, sai che mi diceva mia madre? Che erano gli starnuti di Thor, ed ogni qualvolta avessi sentito un fulmini di rispondere “salute!”, altre volte mi diceva che era Thor che voleva mettere un nuovo dipinto nella sua stanza ed usava il martello sbagliato.- Sorrisi al ricordo mentre lui ridacchiava, notai che non era più teso ma bensì rilassato e mi stringeva i fianchi con dolcezza.

-Perché ti piace così tanto la pioggia se ne avevi paura?- Mi chiese dopo poco, chiusi gli occhi.

-Lo senti questo odore?- sussurrai, Draco rimase zitto annusando l’aria.

-Se intendi del mio alito, non è colpa mia se oggi c’era zuppa di Yak.- risi per poi guardarlo seriamente.

- L’odore di terra bagnata, mi ricorda Berk, ma con un po’ di pesce.- lui rise.

-Mi piace questo odore.- Sussurrò in fine alzando il capo per guardarmi negli occhi, iniziò ad avvicinarsi a me sempre di più finche’ non eravamo a millimetri di distanza, le nostre labbra si solleticavano, dal modo in cui indugiava, mi fece dedure che come me era confuso, e pieno di dubbi, era giusto farlo? Quali sarebbero state le conseguenze? Cosa provavamo? Questa volta però qualcosa dentro di me voleva quel bacio a tutti i costi, e fu proprio quella piccola parte che mi spinse ad annullare le distanze ed a baciarlo. Mia nonna e mia madre mi hanno sempre detto che il primo bacio era qualcosa di memorabile, mia nonna lo diede a mio nonno quando avevano quindici anni ed era un modo di ringraziarlo, mia madre lo diede a mio padre come ringraziamento di averla aiutata. Io invece mi ritrovavo a baciarlo per pura curiosità, volevo sapere cosa sarebbe avvenuto dopo, cosa sarebbe scattato dentro di noi ora, alla fine avevo appena dato il mio primo bacio ad un pirata, e non un semplice pirata, ma bensì colui che mi aveva quasi rapita dalla mia casa, ed era persino il figlio adottivo di Drago Bludvist! Ma una cosa ero certa, Leif aveva ragione il vero Draco, era nascosto e pochi ne potevano far conoscenza, e credevo di essere l’unica ad averlo conosciuto fino in fondo.

Mi ritrovai senza fiato e con un sorriso gigantesco Draco si allontanò di poco, solo per guardarmi negli occhi, e il modo che mi guardava, riusciva a guardarmi dentro e non ne ero intimidita anzi mi sentivo come se volessi che lui mi conoscesse il più possibile.

- Credo di amare la pioggia anch’io.- Sussurrò dopo suscitando in me una allegra risata mentre tornava a sdraiarsi com’era prima in attesa di coccole.

- Lo avevo detto io che la pioggia è bellissima- ridacchiai di risposta per poi cadere addormentata beata come non mai.

 

   
 
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