Epilogo
Mstislav trasferì l’ultimo pesce dal sacchetto alla vasca e osservò con fare soddisfatto il risultato. Adesso l’acquario era arricchito da un piccolo branco di animali dai colori sgargianti che si muovevano curiosi attraverso le rocce, ispezionando il finto relitto adagiato sul fondale o nascondendosi fra le alghe. Si trattava di pesci pagnotta, creature tranquille e un po’ paffute che dovevano il nome proprio al loro carattere rilassato e alla forma un po’ tondeggiante del corpo. Mstislav li aveva sempre trovati simpatici e un po’ buffi, inoltre erano molto semplici da mantenere, quindi non era stato difficile sceglierli come primi inquilini della vasca.
«Ora sì che possiamo chiamarlo acquario!» esclamò il ragazzo tutto contento allontanandosi di qualche passo.
Anche Anastasia sembrava piacevolmente coinvolta dai nuovi arrivi e osservava con occhi curiosi gli spostamenti dei pesci. Fino a quel momento le era capitato di rado di vedere dal vivo degli acquari, e quello era indubbiamente il più bello di tutti.
«Dai, lasciamoli in pace per un po’.» suggerì l’elfo, e insieme uscirono dall’ala di ferro e vetro per raggiungere il giardino posteriore.
Mstislav si stravaccò su un divanetto e poi fece segno alla cameriera di fare altrettanto. La ragazza si sedette compostamente al suo fianco.
«Sai, sono proprio felice.» esordì il giovane, come se il suo atteggiamento non avesse evidenziato abbastanza il concetto, «Ho un mucchio di soldi, non devo lavorare, ho la cameriera migliore del mondo, sono in grado di fare cose incredibili e mi basta indossare una maschera per poter fare tutto quello che voglio. È tutto perfetto!» Si voltò verso Anastasia. «Cosa potrei fare per renderla migliore?»
La ragazza gli si avvicinò. «Se posso permettermi,» iniziò a bassa voce, come per non farsi sentire da orecchi indiscreti, «mi farebbe piacere se acquisisse l’abitudine di non lasciare in giro la biancheria sporca dopo aver fatto la doccia.»
Il volto di Mstislav si contorse in una smorfia colma di ironica sofferenza. Prese un bel respiro, come se le parole che stava per pronunciare gli richiedessero un grande sforzo fisico e psicologico: «Ci lavorerò su.»
La cameriera sorrise e annuì.
Il ragazzo osservò l’ampio giardino e solo allora fece caso al fatto che l’erba delle aiuole era stata tagliata con cura. Sul suo voltò si delineò un’espressione di soddisfatta gratitudine: Anastasia era davvero fenomenale.
Di colpo gli venne un’illuminazione e scattò in piedi. «Cavolo, ecco cosa mi manca!»
L’elfa lo guardò senza capire. «Cosa le manca?»
Mstislav si voltò verso di lei allargando le braccia. «Un nome da antieroe!»
Note dell’autore
Per i prossimi racconti della saga proporrò dei sondaggi che decideranno gli sviluppi della trama.
Se volete proporre un nome da antieroe per Mstislav, potete farlo in questo articolo.
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