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Autore: Horse_    23/08/2015    6 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                    Drunk.


Thirty-Ninth Chapter.

Pov Nina.

La serata sta andando meglio del previsto e mi sembra di essere tornata indietro ai vecchi tempi quando uscivamo ancora tutti insieme in giro per le strade di Atlanta. Ora sono madre però e mi mancano un sacco i bambini sebbene li abbia sentiti meno di due ore fa, ma non posso farci nulla, non mi sono mai separata da loro. 

E mi sto divertendo veramente tanto con Phoebe, Claire e Leah. Danielle non è venuta perché ha preferito rimanere in hotel -l’avevo pensato anche io, ma poi ho deciso di uscire a divertirmi.

 

“Credete che se bevessimo potrebbe succederci qualcosa di male?”- domanda Phoebe fissando il barista che sta preparando alcuni cocktail.

“Non credo, bere qualcosa non ci farebbe male.”- dice Claire e con il capo indica Paul e gli altri che stanno bevendo qualcosa. -“Loro si stanno già divertendo.”

 

C’è anche Ian lì e solo pensare a cos’è successo prima mi fa imbarazzare di nuovo. Dio, non avrei mai pensato di trovarlo quasi completamente nudo e la cosa mi ha fatto andare in iper ventilazione perché era da una vita che non lo vedevo così. Sinceramente non me lo ricordavo così bello e non è affatto peggiorato nel corso degli anni, ma mi pento comunque di averlo visto con solo un asciugamano a coprirgli la vita. Lui è un uomo sposato da parecchio tempo e non è bello mettere gli occhi su qualcuno che è già impegnato, anche se, come mi ricorda il mio subconscio, le cose stanno andando a rotoli. Penso che Ian non ne voglia parlare perché ha paura di ferirmi in qualche modo e sebbene voglia aiutarlo forse è meglio così, perché non sopporterei per molto sentire continuamente il nome di lei.

 

“Forza Nina, assaggia anche tu.”- mi dice Leah porgendomi un bicchiere.

 

Fisso il bicchiere stretto tra le mani di Leah e non credo sia una buona idea. Certo, sono venuta qua per divertirmi, ma non per ubriacarmi, ho quasi trentaquattro anni, non più venti, e sono madre, quindi devo essere responsabile.

 

“Non credo sia il caso…”- mormoro osservando il bicchiere.

“Un bicchiere non ti farà certamente male, forza.”- mi incoraggia Phoebe mezza brilla che ha già finito il suo -o forse ha già finito il secondo, o il terzo.

 

Sta parlando veramente? E’ lei la più responsabile, più o meno, ma credo sia già andata visto che, accanto a lei, noto altri due bicchieri vuoti. Con che velocità ha bevuto? Credo sia meglio avvertire Paul prima che le cose finiscano male e poi… Io non reggo molto bene l’alcol.

 

“Phoebe, sei già ubriaca?”- le domando.

“Nah.”- biascica scuotendo la testa.

“Dai Nina, siamo qui per divertirci.”- continua Claire.

 

E forse, se berrò un bicchiere, andrà tutto bene.

Afferro il bicchiere che Leah mi sta ancora porgendo e lo bevo tutto su un sorso. Peccato che, presa dall’euforia e dalle ragazze che continuano a porgermi bicchieri su bicchieri, quel bicchiere diventa più di uno. Molto più di uno.

Ringrazio il cielo che questo sia un locale frequentato da persone ricche e famose, sennò domani mattina ci ritroveremo in prima pagina su qualche giornale londinese e non è proprio il massimo.

Tutto inizia improvvisamente a girare e appoggio la testa sul bancone di marmo freddo per cercare di alleviare il dolore, credo di aver esagerato un po’. Claire e Phoebe continuano a bere e vorrei avere il loro stesso grado di sopportazione dell’alcol, ma, purtroppo, non è così e del mio stesso avviso è anche Leah che ha una faccia leggermente disgustata. 

Si, sono veramente ubriaca fradicia. Perché Ian è qui davanti a me se pochi secondi fa era seduto tranquillamente insieme agli altri?

 

“Nina?”- lo sento chiamarmi.

“Mmm…”- mugugno tenendo la testa appoggiata al bancone.

“Sei ubriaca.”- constata.

“No.”- biascico e tento di sollevare la testa. -“Assolutamente no.”

“Si, certo. Quanto hai bevuto?”- mi domanda.

“Poco.”- gli dico indicando i bicchieri accanto a me.

 

Non riesco nemmeno a contarli, gira tutto. Forse sono due, forse tre. No, certamente quattro….

Ian appoggia una mano sulla mia spalla e scruta contrariato i bicchieri vuoti accanto a me. Ho mai detto che è veramente bello? 

Quegli occhi… Quelle labbra… Quei capelli… Quei pettorali… Si, è decisamente molto bello.

 

“Lo sai che sei bellissimo?”- gli domando.

“Si, sei decisamente ubriaca per dire cose del genere.”- mi dice guardandosi attorno. Non capisco cosa stia facendo, ma poco dopo vedo anche Paul davanti a me. Sono veloci. -“Forza, ti porto via da qui.”

“Voglio rimanere qui…”- piagnucolo.

 

Vedo che dice qualcosa a Paul nell’orecchio, poi mi obbliga a scendere dallo sgabello sul quale ero seduta. Non appena metto i piedi per terra barcollo e Ian mi afferra e mi cinge la vita con le mani prima che possa fare un incontro ravvicinato con il pavimento.

 

“La prossima volta, ora andiamo.”- mi dice cercando di accompagnarmi fuori.

“Sei il solito guastafeste!”- mi lamento.

“E tu non hai ancora capito che non riesci a reggere l’alcol.”- mi punzecchia trascinandomi letteralmente fuori dal locale.

 

La mia testa continua a girare e un senso di nausea mi attanaglia la gola. Ian mi prende in braccio e chiama un taxi. Saliamo sulla macchina gialla e lo sento dire qualcosa, probabilmente qualche indicazione, ma mi fischiano perfino le orecchie, per questo decido di appoggiare la fronte sul finestrino freddo, trovando così un po’ di sollievo.

 

 
















 

                                                                                 * * *
















 

 

Pov Ian.

Riprendo Nina ubriaca di nuovo in braccio e, sperando che nessuno ci veda, la porto nella mia stanza. Avrei preferito portarla nella sua perché, quando domani mattina si sveglierà, mi urlerà contro sicuramente, ma non so dove abbia messo le chiavi e non voglio indagare nella sua borsa, appunto perché è una cosa sua. Non appena la metto giù la vedo diventare improvvisamente pallida. Fai che non sia quello che sto pensando…

 

“Devo… Vomitare…”- biascica.

 

La porto al volo in bagno e non appena la rimetto a terra vomita quel poco che aveva mangiato nel water. Le tengo i capelli sollevati e, quando sta meglio, le porgo un asciugamano bagnato per pulirsi la bocca. Mi sembra di essere tornato ai vecchi tempi quando, dopo le feste, stava male e qualche volta, davvero raramente, capitava anche a me ed era lei che mi aiutava. Questa sera però ho preferito non bere. Avevo anche iniziato, ma poi ho visto che aveva iniziato anche lei ed avevo immaginato come sarebbe andata a finire la serata ed avevo ragione.

 

“Mi gira la testa…”- mormora.

“Lo so, piccola ubriacona.”- le dico sospirando. La riprendo in braccio e l’appoggio sul letto non prima di averle levato i tacchi. -“Adesso ti porto un po’ d’acqua con un’aspirina.”

 

Fa una smorfia veramente dolce, tra il confuso e l’irritato, e mi metto a cercare un bicchiere di plastica con una pastiglia. Prendo il bicchiere, ci metto dell’acqua e lascio che l’aspirina si sciolga per poi passarglielo. Beve tutto disgustata, poi mi porge il bicchiere che io mi affretto ad appoggiare sul comodino.

 

“Dovresti stenderti un po’.”- le dico cercando di farla stendere.

 

Non vorrei che vomitasse di nuovo. Non è per me, le starei accanto comunque, ma non credo che passare tutta la notte in bagno prima di una Convention sia l’ideale per lei. Sapevo che non avrei dovuto lasciarla da sola, la perdo un attimo di vista e la trovo ubriaca.

Questa ragazza mi sta facendo perdere la testa.

Alla fine cede e si stende, poi la copro con le coperte meglio che posso. Nina mi osserva, forse troppo intontita o forse per vedere che cosa ho intenzione di fare, per questo mi siedo sulla poltrona accanto al letto. Questa notte dormirò qui, non voglio che pensi che abbia intenzione di approfittarmi di lei e credo che sarebbe veramente scomodo dormire insieme -dormire vicini intendo.

 

“Non andartene…”- piagnucola.

“Non me ne vado.”- scuoto la testa. -“Rimango qui sulla poltrona.”

“Non mi vuoi?”- mi domanda con la voce incrinata.

 

Dio, non l’avevo mai vista così ubriaca. Le donna quando bevono in compagnia non la smettono più.

 

“Nina, credo sia ora di dormire.”- le dico fermo.

“Lo sapevo, non mi vuoi…”- piagnucola.

“Non è che non ti voglio, ma tu devi restare lì ed io qui.”- le dico indicando la poltrona.

“Non voglio stare da sola adesso.”- mi dice.

“Non sei sola, sono qui, sulla poltrona.”- le ripeto esasperato.

 

Perché è così difficile sostenere una conversazione con un ubriaco? Ubriaca in questo caso.

 

“Ma se tu sei lì è come se fossi sola…”- mi ripete.

“Nina-”

Ti prego.”- mi implora.

 

E so perfettamente che è l’alcol a farla pensare così e so anche che da sobria non mi implorerebbe mai di starle vicino. Guardo l’orologio e noto che sono quasi le due. Se non l’accontento non dormiremo più, quindi è meglio che vada da lei. 

E’ meglio anche per te mi dice il mio subconscio. Maledetti pensieri. Mi sarei messo accanto a lei dal primo momento, ma so che sarebbe sbagliato. Lei non tiene più a me in quel senso, mentre io ci tengo troppo. E spero solo che tutto questo non abbia nessuna conseguenza. Mi avvicino al letto e mi sdraio accanto a lei mettendomi sotto le coperte. Nina si avvicina di più a me e appoggia il capo sul mio petto facendomi sussultare e il mio respiro accelera. E’ stata decisamente una brutta idea, ma devo stare fermo.

 

“Il tuo cuore batte veloce…”- biascica socchiudendo gli occhi.

“Non è niente.”- le dico fissando il soffitto.

“Perché sei così teso?”- mi domanda innocentemente.

 

Perché non dormi? 

Stare accanto a Nina mi fa provare emozioni sempre nuove e sono un uomo. Avere una donna così al mio fianco… Avere Nina al mio fianco mi fa sentire bene e vorrei che tutto questo fosse diverso, che fosse reale. Ma Nina è ubriaca e domani non ricorderà più niente di tutto ciò, quindi posso anche perdermi ad osservarla ed accarezzarle i capelli come farebbe ogni uomo con la sua donna. 

 

“Perché ti ho detto che sei bellissimo?”- mi domanda ancora innocente.

“Grazie per avermelo detto, comunque lo sapevo già.”- le dico.

 

Alza la testa verso di me e si fa pericolosamente vicina alle mie labbra, ma non posso approfittarmi così di lei, non è in se, è ubriaca.

 

“Nina, fermati.”- cerco di bloccarla. -“Sei ubriaca e per quanto volessi baciarti in questo preciso istante non posso.”

“Perché?”- mi domanda con la voce da bambina.

“Perché si, ora dormi.”- le dico spegnendo la luce.

 

Vorrei baciarla davvero, sentire le sue labbra contro le mie, ma non posso. Glielo devo, lei sta con un altro e se si ricordasse di quello che è successo questa sera non se lo perdonerebbe mai, io non me lo perdonerei mai. Vorrei che fosse sobria, ma non lo è.

Sbuffa indispettita, ma alla fine rimane comunque sul mio petto.

 

“Notte Smouldy.*”- mi dice con la voce che si affievolisce sempre di più.

“Notte Neens.”- le dico io accarezzandole i capelli.

 

Domani non ricorderà niente anche se lo vorrei.
















 

 

                                                                          * * *



















 

 

 

Mi sveglio a causa di alcuni rumori che provengono al mio fianco. Apro gli occhi di scatto e quasi mi scontro con la testa di Nina che mi guarda sconvolta. Le spalline del vestito le sono scese sulle spalle e lei, quando si accorge che la sto guardando, si copre velocemente con il lenzuolo.

 

“Non… Non dirmi che lo abbiamo fatto.”- balbetta sconvolta.

 

Cosa? No. Oh, ma la situazione è abbastanza equivoca.

Scuoto subito la testa.

 

“Non abbiamo fatto niente, non avrei mai approfittato di te.”- mi difendo leggermente offeso. -“Ti ho portata qui perché non sapevo dove fossero le chiavi della tua stanza e ti sei addormentata.”

 

Sembra sollevata da questa constatazione e si appoggia una mano sulla fronte.

 

“Mi fa male la testa.”- mormora. -“E non ricordo praticamente niente.”

 

Meglio così vorrei dirle, perché la situazione sarebbe parecchio imbarazzante, anche se un po’ mi dispiace.

 

“Non reggi l’alcol, eppure non mi dai mai ascolto.”- la rimprovero. -“Passerà o comunque deve passarti visto che tra-”

 

Lascio la frase sospesa a metà accorgendomi di che ora è. Sono le 9.11 e dovevamo essere alla Convention mezz’ora fa. 

Non ci posso credere, non è possibile. Nina sembra accorgersi di quello che ho scoperto e si copre la faccia sconsolata.

 

“Oh cazzo, siamo in super ritardo.”- le dico agitato.

“In… In cinque minuti sono pronta.”- balbetta alzandosi piano dal letto.

“Sei sicura di farcela?”- le domando preoccupato.

“Si, più o meno. Ci vediamo giù tra cinque minuti.”- mi dice avvicinandosi alla porta, ma prima di uscire si blocca. -“Non dovevo bere, hai ragione, comunque grazie.”

 

Se ne va lasciandomi a letto. Rimango per qualche istante a fissare la porta da dove se n’è andata, ma alla fine schizzo giù dal letto e inizio a prepararmi. 

Sei minuti e quindici secondi dopo sono nella hall appoggiato ad una colonna per aspettare Nina. La vedo sbucare dall’ascensore e mi meraviglio di come le donne possano prepararsi in così poco tempo visto che è riuscita a sistemarsi i capelli, a farsi il trucco e a mettersi un vestito con dei tacchi -e allo stesso tempo, comunque, è in ritardo.

Bellissima, come sempre.

 

“Ian”- mi chiama. -“dovremo andare.”

“Si, certo, andiamo.”- le dico incamminandomi verso l’uscita.

 

Il taxi fortunatamente non arriva troppo tardi e diamo all’uomo le varie indicazioni per portarci alla Convention.

 

“Come ti senti?”- le domando.

“Meglio, più o meno.”- borbotta appoggiandosi allo schienale del sedile posteriore. -“Sono un’irresponsabile!”

“Ti sei solo divertita.”- le dico cercando di rincuorarla.

“Non ho più venticinque anni, e sono una madre.”- si passa una mano tra i capelli. -“Non ascolterò mai più Phoebe, Leah e Claire.”

“Si, sarebbe meglio.”- ridacchio.

 

Arriviamo alla Convention in mostruoso ritardo e tiriamo un sospiro di sollievo quando leggiamo che non avevamo nessun panel per questa mattina, anche se io mi ricordavo di averne almeno uno. Ci scambiamo uno sguardo sollevato, poi però ci guardiamo terrorizzati quando Julie, parecchio arrabbiata, si avvicina a noi.

 

“Voi due.”- ci punta il dito contro. -“Dovete farmi santa per quello che ho fatto! Ho cambiato i vostri panel con quelli di The Originals!”

“C’è stato un problema…”- mormora Nina fissandosi le scarpe.

“Non voglio sapere assolutamente quale tipo di problema.”- borbotta per poi andarsene.

“Credi che l’abbiamo fatta arrabbiare?”- mi domanda Nina preoccupata.

“Le porteremo delle ciambelle per farle dimenticare tutto.”- le dico ridacchiando con un’alzata di spalle facendola sorridere. -“Forza, andiamo.”

 

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*Questo invece è il soprannome che Nina ha dato a Ian, come Smouldypants o Somerhotter o Smolderholder (e come non darle torto!)

 

Buona domenica a tutte :)
Ecco qui il 39° capitolo, ormai mancano soltanto quattro capitoli alla fine di questa storia e mi dispiace un sacco, ma vi farò il sermone quando sarà davvero finita, per ora godiamoci il momento.

Un altro capitolo interamente Nian con Nina parecchio ubriaca. Vi giuro, stavo morendo dalle risate quando l’ho scritto!

Credo che, sostanzialmente, la parte più importante sia quella dell’albergo, dove Ian si prende veramente cura di Nina, che n’è uscita parecchio stravolta. Era così tanto ubriaca che è arrivata al punto di dire a Ian che è bellissimo -e come darle torto!- e quasi a baciarlo, ma Ian, per rispetto nei suoi confronti, l’ha impedito. Non uccidetelo, poverino, non ci sarebbe stato gusto, e sarebbe stato veramente cattivo, baciare una donna ubriaca che alla mattina dopo non ricorda nulla, com’è accaduto proprio a Nina, infatti.

Vi avviso subito che il prossimo capitolo sarà veramente lungo, tipo 15 pagine, ma che comunque tratterà una tematica veramente delicata. Come ho scritto sopra -nel prossimo capitolo intendo- e come indicazioni sotto non è fatto per urtare la sensibilità di nessuno, in quanto argomento delicato, ma capirete mercoledì il perché di questi avvertimenti. Non spaventatevi troppo, però :)

Ringrazio le fantastiche 11 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, siete meravigliose, come sempre.

Ci vediamo mercoledì 26 agosto (tra l’altro è anche il compleanno di Dylan O’Brien, per chi seguisse anche Teen Wolf!), alla prossima <3

 

  
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