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Autore: Darktweet    23/08/2015    1 recensioni
Un gruppo di ragazzi ottiene poteri da un magico libro senza sapere il perché: ma giorno dopo giorno, i poteri li metteranno sempre più in pericolo.
Solo quando vengono convocati nel regno celeste comprendono ciò che devono fare: ritrovare il major flux (l'ordine superiore).
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: L'aiuto


“Sabrina! Sabrina!” esclamò Randall, alzandosi di colpo dal letto appena sentito nelle casse del computer la richiesta d’aiuto dell’amica.
La cameretta di Randall poteva sembrare a prima vista un buco. In effetti non era molto spaziosa:  c’era un letto e un grande armadio. Le pareti erano completamente piene di poster di film o videogiochi. Per non parlare dello spazio. Una fioca luce si intravedeva dalla finestra. Il resto era occupato da una grande postazione computer, una di quelle potenti, dove nello spazio che restava c’erano solo scatole di rare e costose schede video per le console videogames.
Il computer aveva intercettato la richiesta di aiuto dell’amica.
Randall si mise subito l’auricolare.
“Mi senti?!” esclamò, ma si sentiva solo un fastidioso rumore metallico. “Accidenti…”
Il ragazzo si mise subito all’opera. Scrisse velocemente sulla tastiera, adoperò programmi di localizzazione e cercò di trovare il punto preciso in cui si trovava l’amica al momento.
“Bingo!” esclamò. Aveva la febbre, ma non c’era molto da fare. Poteva provare a contattare gli altri, però.
Prese subito il cellulare, uno degli ultimi iPhone (e cosa poteva non avere, un maniaco della tecnologia?) e provò a chiamare Eric.
Eric era uno dei suoi migliori amici. Beh certo, lui non ne aveva molti. Da sempre è stato abbastanza isolato se non preso in giro da tutti.
“Dai. Rispondi!” sperò Randall.
Dopo aver riprovato due volte, finalmente Eric rispose.
“Hey, Randy!” esclamò il ragazzo.
“Oh, Eric, dove cavolo stai?” chiese Randall.
Si sentirono risate di sottofondo, mentre Eric emise un lamento.
“Uhm, aspetta un momento” fece il ragazzo, ridacchiando.
“Eric dai…” mormorò Randall.
“Eccomi eccomi, solite cose da spogliatoio, ma tanto il più veloce sono io.” Disse il ragazzo alzando la voce per farsi sentire dagli amici della squadra di nuoto.
“Dai, Eric. Senti lo sai che sto a casa con la febbre, ma credo che uscirò. Sabrina è andata al centro commerciale..” disse Randall.
“Se chiami per andare a darle una mano con le buste, no grazie…” fece Eric, mettendo il vivavoce per potersi asciugare.
“E’ seria la cosa. Ha chiesto aiuto, ma ora non riesco a contattarla.” Continuò Randall, preoccupato sempre di più.
“E’ forte Bree, se la sa cavare nelle code da centro commerciale.” Rispose Eric, ridacchiando.
“Io vado a vedere. Il computer lì ha intercettato una forte energia, credevo fossero dei demoni o mostri d’ombra, ma invece ha detto che non c’erano” fece Randall.
Eric tolse il vivavoce e imbarazzato dagli sguardi degli amici rispose “Ehm, le ultime novità di War of Warcraft”.
“Cosa?” fece Randall al telefono.
“Ehm… va bene, sto quasi per uscire dalla piscina, mi vieni incontro?” chiese Eric.
“Va bene vengo.” Fece Randall, per poi chiudere la chiamata.
Controllò velocemente il pc. Al centro commerciale ormai non indicava più alcuna forma di energia.
“Dove sei?” mormorò Randall, mentre spense tutto.
Dopo dieci minuti, il ragazzo raggiunse l’ingresso della piscina vicino casa, dove Eric lo stava aspettando.
Eric era un ragazzo sui diciotto anni. La piscina gli aveva dato un buon fisico. Era quasi l’opposto di Randall: lui era basso e biondo, Eric era alto e moro. E se lui era noto a scuola, Randall era perfettamente noto come “l’amico sfigato di Eric”. Questa cosa gli dava abbastanza fastidio, naturalmente. Eric era per lui il suo migliore amico, quelli destinati a durare per sempre. Assieme ad Adam, formavano un bel trio.
“Ohi, Randy!” esclamò Eric, alzando il pugno come di consuetudine per salutarsi.
Randall tossì e rispose al saluto.
“Ti vedo un po’ palliduccio, sicuro di venire?” chiese Eric.
L’amico scosse la testa.
Raggiunsero il centro commerciale, dove al momento sembrava esserci il finimondo. Persone soccorse dall’ambulanza, volanti della polizia ovunque, per non parlare dei vigili del fuoco e dei telegiornali.
“Qualcosa è successo in effetti.” Mormorò Eric.
“Ragazzi, il centro commerciale è chiuso.” Fece un poliziotto, appena i due si avvicinarono.
“Cos’è successo?” chiese Eric.
“Non avete seguito le notizie dell’ultim’ora?” fece il poliziotto. “Pare che sia esploso qualcosa, evidentemente gas, perché le persone presenti credono di aver visto ragni giganti e cose del genere.”
I due ragazzi si intesero. Fecero dietrofront e al primo angolo si nascosero.
“Vedi? L’esplosione… i ragni giganti… e Bree scomparsa.” Fece Randall.
“Aqua Stream!” esclamò Eric. In un attimo, fu avvolto da una luce e rimase a piedi nudi, con un bermuda bianco e delle alghe elastiche che gli attraversarono il dorso. La luce diminuì e si rivelò scaturita da una pietra blu, simile al lapislazzulo. Sul volto aveva una piccola mascherina.
“Aeris Stream!” fece tossendo Randall. La luce si scaturì da una piccola perla bianca. Poco dopo si ritrovò con un abito bianco con ornamenti dorati. Randall emise un piccolo gemito e dalla schiena si levarono delle grandi ali bianche, tipo quelle degli angeli. Sul volto comparse una piccola mascherina dorata.
“Sicuro di voler volare?” fece Eric, visto che l’amico non stava del tutto bene.
“Sicuro.” Disse Randall.
“Aspetta, sta la polizia.” Fece Eric, indicando i poliziotti attorno a quello che sembrava un grande buco, nel bel mezzo del parcheggio.
“Qualcosa mi dice che quell’esplosione ha a che fare con la scomparsa di Sabrina” commentò Randall. Poi soffiò contro Eric.
“Cosa?” fece Eric indietreggiando.
“Servirà a non respirare.” Disse Randall. Poi si levò nel cielo, ed agitò le grandi ali. Si creò una coltre di polvere che in meno di qualche secondo, fece svenire gli agenti.
“Non guardarmi così… è una specie di gas soporifero.” Eric infatti lo guardò stupefatto.
I due si avvicinarono alla grande buca creatasi, visto che ormai gli agenti e le persone vicine erano cadute in un sonno di qualche ora.
“Pronto?” fece Eric, guardando Randall.
Randall gli tese la mano.
“Andiamo.” I due saltarono nella buia buca, che sembrava più profonda del previsto.
 
   
 
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