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Autore: darkrin    23/08/2015    0 recensioni
1. - Charlie! – grida Silena, quando riesce a riconoscere il ragazzo che avanza a fatica, incespicando su gambe che non sembrano più in grado di reggere il peso del suo corpo, lungo la salita che porta al Campo. La figlia di Afrodite rischia di perdere la mascella per sorpresa e per la gioia perché è vivo, è sopravvissuto anche lui alla guerra e… / in cui Charlie non muore e torna a casa, ma non è tutto come sembra. (Charlie/Silena)
2. Molti la trovavano bellissima, con i suoi lunghi capelli biondi e gli occhi grigi che sembravano guardarti sin dentro l’anima; Leo la trovava solo spaventosa. Affascinante, ma spaventosa. (Leo/Annabeth)
3. Talia scopre che Reyna ha una passione insospettabile. (Talia/Reyna)
4. Gli era parsa quasi un demone e gli era parsa volare ed era rimasto a guardarla, con gli occhi spalancati e un grumo di desiderio nel ventre, mentre Silena gli sorrideva, con la testa leggermente inclinata di lato e una Sig Sauer stretta tra le dita curate. (Charlie/Clarisse con bonus: Silena/Clarisse Brotp)
(AU/What if... | Ora una raccolta dove inserire tutte le storie scritte per la #PJShipWeekItalia della community campmezzosangue che non abbiano un altro spazio)
Genere: Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Annabeth Chase, Charles Beckendorf, Leo Valdez, Silena Beauregard
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: - Scritta per la settimana o Free Week della #PjShipWeekItalia indetta da campmezzosangue all'inizio volevo scrivere una storia in canon in risposta ad un prompt di kuma_cla, poi ieri c'è stata la prima giornata di campionato e la cosa è degenerata.
- Nel mio headcanon, probabilmente influenzato da  questa storia di kuma_cla, Talia canta in una band di sole donne e si arrangia a campare tra manifestazioni per i diritti delle donne e pride, in attesa di ricevere il meritato successo senza dover scendere a compromessi con le industrie discografiche e dover cambiare testi e/o immagine.
- Sono quasi certa di essere finita OOC, vi prego, perdonatemi. 
- NO BETA quindi segnalatemi qualsiasi strafalcione, svista, errore.


Di partite ed altre stranezze
 
 
 
- Non pensavo questo fosse il tuo genere di cose. -
Reyna esalò un verso inquisitorio, senza distogliere lo sguardo dallo schermo, ché, chi lo sa, in quei tre secondi che le sarebbero serviti per guardare Talia, i suoi giocatori avrebbero potuto fare l'azione della vittoria e lei non si sarebbe mai perdonata di non averla vista per fare qualcosa di così banale come il parlare. Senza degnarla di una risposta, Talia si stravaccò sul divano, posando le gambe sul tavolino davanti al divano; Reyna grugnì una protesta, cercando di schiaffeggiarle via il piede senza guardarla.
La ragazza esalò una risata e si portò alle labbra una manciata di popcorn, dall'ampia ciotola che teneva in grembo, mentre sul campo verde omini minuscoli correvano dietro a una palla come se fosse chissà quale importante aquila imperiale
 
Lei e Reyna si erano conosciute all'università che Talia non frequentava, ma in cui era andata a trovare Jason. Quando aveva trovato il fratello a pranzo con una ragazza che non era Piper, Talia aveva inarcato un sopracciglio e incrociato le braccia davanti al petto. Era venuto fuori quasi subito e con imbarazzo da parte di Jason e freddo disinteresse da parte di Reyna, che si conoscevano dal liceo – e Talia si era morsa le labbra a sangue perché sapeva così poco della vita di suo fratello ed era solo colpa sua – e che avevano provato a baciarsi, una volta, anni prima, ma non aveva funzionato. Non c’era chimica, le aveva spiegato Reyna, mentre Jason si grattava la nuca con un sorriso imbarazzato. Dalla piega delle labbra della ragazza, Talia era quasi certa di sapere il motivo per cui non ci fosse stata.
Talia era tornata a trovare Jason più e più volte e che Reyna fosse quasi sempre presente era, beh, un segno che Jason avesse, nonostante il suo essere un esemplare vivente di  ragazzo d’oro, una grande difficoltà a farsi amici.
Talia aveva ben presto imparato che la ragazza stava facendo un dottorato sulla cultura latina e sapeva ogni cosa sulla storia di Roma – più volte aveva dimostrato di saper recitare interi versi in latino e saper inserire citazioni romane in quasi ogni discorso - ed una casa editrice l'aveva contattata per proporle di occuparsi di una pubblicazione sugli ultimi anni della vita di Cesare e su tutti gli auguri che avevano predetto la sua morte.
- Vogliamo un'opera drammatica e commovente, ma storicamente esatta - avevano specificato e Reyna aveva fatto una smorfia.
- Dovevi vederla - aveva chiosato Jason, gettando un braccio intorno alle spalle di Piper, che si era unita a loro per pranzo. – Sembrava avesse ingoiato un limone e non è riuscita a cambiare espressione per giorni. –
Reyna gli aveva lanciato un pezzetto del suo panino, con uno sbuffo e un ringhiato: Grace.
Jason era scoppiato a ridere e Talia aveva inarcato un sopracciglio.
- Non pensavo fossi una di quelle che giocavano con il cibo. –
Reyna aveva inclinato il capo e l’aveva guardata; l’aveva fissata come se stesse cercando di fiutare qualcosa e poi le aveva sorriso in un modo che le aveva fatto ripensare alla chimica che Reyna non aveva con Jason.
 
 
C’erano un sacco di cose che Talia non avrebbe mai immaginato Reyna fosse in grado di fare.
Si erano incontrate in un modo così bislacco e Reyna le era parsa così rigida, che Talia avrebbe immaginato d’incontrarla (se ci fosse andata, cosa che non faceva) ad un qualche convegno sull’importanza della cultura latina o intenta a passeggiare per i viali fioriti dei quartieri alti o a sgridare dei bambini perché si erano comportati male. Non avrebbe mai sospettato di alzare il capo, a metà di una canzone e di intravederla ad uno dei concerti che teneva con la sua band in uno degli scantinati della città (- L’industria discografica è un covo di maschilisti della peggior specie e noi non scenderemo a nessun compromesso con loro! -). Né di vederla sorridere e sollevare un bicchiere in un cenno di saluto, quando si era resa conto di essere stata notata.
Non avrebbe mai immaginato di finire, poco più di un anno dopo il loro primo incontro, a passare una domenica mattina a ciondolare in casa di Reyna, con indosso solo una maglietta dei Motorhead, un paio di slip e i capelli ancora spettinati dalle dita della ragazza.
E a proposito di cose che non avrebbe mai sospettato...
- Non avrei mai detto che fossi il tipo che seguiva il calcio. Ti facevo più sostenitrice della lotta greco romana – affermò, con un ghigno malizioso, infilando una mano sotto il bordo dei pantaloncini verdi  (- Hulk, davvero? -) di Reyna.
- Usssh – sbottò l’altra, dandole una cuscinata sulla faccia, senza distogliere lo sguardo dalla partita, incapace anche di formulare una frase di senso compiuto perché erano all’ottantacinquesimo minuto ed erano tutti in area e…
Thalia scoppiò a ridere, gettando il capo all’indietro sullo schienale del divano.
Poteva vedere l'immagine capovolta del minuscolo cucinino di Reyna e del tavolo, ricoperto dai libri e dagli evidenziatori della sua ragazza e dai ai quadernini che Talia usava per appuntarsi note e versi di canzone. La sua felpa era gettata, confusamente, su una sedia e, da qualche parte, in mezzo a quel caos c'era il suo plettro. Quello che voleva far forare per farne un ciondolo per Reyna.
   
 
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