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Autore: RiverWood    24/08/2015    1 recensioni
"Da quando sono nata mi sveglio ogni giorno in un corpo diverso. Per un giorno, solo per uno, prendo in prestito la vita di qualcun altro. Nuova famiglia, nuovi amici, nuova casa e nuova scuola. La mia vita? Quella non esiste. E' una mera illusione cui ho smesso di credere."
Quando però, L, conosce Camila, tornare a vagare nella propria esistenza diventa impossibile. Per la prima volta scopre cos'è l'amore e cerca di combattere la propria condizione; e Camila a sua volta s'innamora della profondità dell'anima di L.
L'unica cosa che non sparisce dopo ogni giorno, l'unica cosa che resta sempre la stessa.
Nel tentativo di poter stabilire un contatto con lei, L inizia a lasciare frammenti del suo passaggio nella vita degli altri.
Un lusso che non si è mai potuta permettere e a qualcuno non passa inosservata...
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11.

 

Giorno 6007.

 

Il risveglio non è difficoltoso o inaspettato questa mattina, ma decisamente sorprendente. Mi ritrovo nel mio corpo senza alcuno sforzo, senza alcun dolore lancinante alle tempie. Esattamente come se mi stessi destando da un sonno profondo. Devo aver sognato qualcosa ieri notte, lo ricordo, ma non riesco a percepire nient'altro se non il sentore del sogno stesso. Nessun particolare, niente, ma so con certezza che apparteneva a me. Forse è stato proprio quello a permettermi di risvegliarmi nel mio vero corpo? Immagino di non poter trovare una risposta. Non adesso almeno.

 

Mi alzo in piedi e ci metto qualche secondo in più a decifrare il dolore alla spalla. Mi guardo intorno e finalmente capisco da cosa è stato causato: devo aver dormito sul pavimento per tutta la notte. Fantastico.

 

Trovo il letto della persona in cui dovrei essere. Frugo, senza essere indiscreta, dentro il suo zaino e ritrovo il portafoglio con un documento. Matthew Anderson. Oh oggi sarei dovuta essere un ragazzo. D'accordo, non che faccia molta differenza poi. Matthew ha una sorella, Anita, mi dirigo silenziosamente nella sua stanza e aprendo l'armadio tiro fuori i primi vestiti che mi capitano a tiro.

Lancio uno sguardo fuori alla finestra. Matt sta dormendo alla grande. È ancora l'alba, ecco perché nessun componente della famiglia Anderson è ancora alzato.

Scendo le scale in punta di piedi fino ad arrivare alla cucina della casa, recupero qualcosa da mangiare ed esco silenziosamente. Oh, quasi dimenticavo, Matt non sa di avermi prestato un po' di soldi oggi, ma non è necessario svegliarlo affinché ne venga a conoscenza.

 

Sono intenzionata a raggiungere Camila, ma non trovandomi dentro il corpo di Matthew non ho accesso alle informazioni basilari, come la concezione del luogo in cui sono. Mi tocca cercare di capirlo dai vari manifesti e cartelli pubblicitari appesi in giro. Questa città dista un paio d'ore da quella di Camila. Decido di raggiungerla ugualmente. Due giorni di totale silenzio da parte sua, dopo quello che è successo quando ero nel corpo di Normani, sono abbastanza per iniziare a preoccuparsi. E per volerla vedere ovviamente, ma non credo che questo faccia testo: ho perennemente voglia di vederla.

 

Mentre sono in viaggio per raggiungerla, mi prendo il mio tempo per esaminare i pro e i contro di un'azione così avventata. Mi chiedo quale sarà la reazione di Camila nel rivedermi come beh... me.

Mi chiedo quali saranno i suoi sentimenti questa volta nei miei confronti. Non riuscirei a tollerare un'altra giornata come quella trascorsa nel corpo di Normani, non con Camila in quello stato.

Non so esattamente cosa sia successo tra lei ed Austin dopo il mio incontro con lui, ma mi domando ugualmente se avrò bisogno di riavvicinarla o di conquistarla.

 

Mi prendo anche il tempo per ripercorrere la nottata trascorsa. Non ricordo come o quando sono scivolata nel mio corpo, non so quanto questo sarà stabile ancora,ma mi sento abbastanza in forma e riposata e sono disposta a restare in me per tutto il tempo possibile. Non ho fretta. Spero che nemmeno il mio corpo ne abbia.

Non riesco a figurarmi il sogno che ho fatto, eppure... eppure riesco a rievocare delle voci. All'inizio sono voci confuse, mischiate l'una all'altra, come la distorsione di un disco e la saturazione di un suono. Poi, piano piano, inizio a distinguerle, ma non le riconosco. C'è la voce di una donna che urla qualcosa, sembrano più gemiti di dolore che altro. Mi concentro per capire cosa stia dicendo, quando il bus si ferma all'improvviso facendomi dondolare pericolosamente in avanti. Sono arrivata. Scendo e fronteggio il grande edificio dinanzi a me.

 

"Palmetto High School."

 

Sospiro. Stamattina non sarà per niente facile, ma ne varrà decisamente la pena.

 

Sono arrivata nel bel mezzo della mattinata, quando metto piede dentro l'edificio scolastico una campanella suona assordandomi. Sono sempre state così forti? Non è il momento di pensarci. Non ho che una manciata scarsa di minuti per trovare Camila prima che entri in classe per la sua prossima lezione.

 

Inizio a correre per i corridoi, urto le spalle di diverse persone, ricevo qualche insulto dovuto alle mie maniere poco educate, e poi mi fermo. Mi fermo al centro di un lungo corridoio fronteggiando la realtà. Non so dove sia. Non ho la minima idea di quale sia la prossima lezione di Camila, e se continuo così non la troverò. Chiudo gli occhi e inspiro profondamente per qualche secondo.

 

Quando li riapro file di studenti continuano a passarmi davanti e dietro. Ma io sono concentrata su di lei. Ci sono tutti gli altri, e c'è lei. Lascio che sia l'istinto a guidarmi, un istinto che non proviene solo da me o dal mio corpo,trascende tutto il resto, deve davvero avere sede in un luogo al di fuori dell'universo. Quel qualcosa in più che ci unisce.

 

L'infinito si materializza di fronte ai miei occhi quando Camila Cabello solleva lo sguardo per incrociare il mio. È sull'uscio della porta. È un attimo, uno solo. È abbastanza. Le sue iridi incontrano le mie e sono certa di vederla trattenere il fiato. È difficile spiegarlo perché non esistono parole abbastanza adatte per farlo. Io la guardo e lei mi guarda. Non sta guardando attraverso un corpo sconosciuto. Non oggi. Sta guardando me.

 

Si allontana dall'aula e muove lentamente dei passi che l'avvicinano sempre di più a me. È come se fossimo due isole in mezzo al mare aperto, i flutti continuano a lambirci e a passarci intorno da ogni parte, ma io e lei siamo le isole. Siamo i punti fermi nel mare in continuo movimento.

 

La seconda campanella suona e gli studenti scivolano via diretti alle loro lezioni, lei scivola verso di me.

 

<< Ehi >> mormora.

<< Ehi >> ricambio.

 

Mi osserva in silenzio per un po'.

 

<< Non posso crederci, sei... >>.

<< Sì >> la interrompo soltanto perché so già cosa voleva dire.

 

Scuote il capo e sorride.

 

<< Sei matta a farti trovare qui così? >> domanda ironica.

<< Così come? >> corrugo le sopracciglia.

<< Così... te >>.

 

Scrollo le spalle.

 

<< Pensavo avessi detto di volermi vedere più spesso come me stessa. Non appena il corpo è stato reperibile ho pensato di fare un salto da queste parti >> scherzo.

 

So che lei lo capisce. So che capisce che non si tratta di una mia scelta. Vorrebbe che capissi anche io che per lei agire nel modo in cui agisce non è una sua scelta, ma una semplice conseguenza dell'insieme.

 

<< Dal momento che ti trovi da queste parti, ti va di fare un giro? >> mi propone.

<< Puoi saltare le altre ore? >> domando sorpresa.

 

Lei ridacchia.

 

<< Hai già rovinato abbastanza il mio registro delle presenze, un giorno in più non può essere poi così tragico >> risponde.

 

Sì. Un milione di volte sì. Voglio restare con lei. Voglio lei e la voglio adesso.

 

Mi porta in auditorium, accediamo al palco da dietro le quinte e ci sediamo a terra. Alcuni strumenti sono posizionati lì immobili; una batteria, una chitarra classica, un basso, una tastiera, costumi di scena, pezzi di scenografie. Incrocio le gambe e poggio il viso tra le mani puntellando i gomiti sulle ginocchia. Camila imita la mia posizione.

 

<< Ha fatto male anche questa volta? >> chiede riferendosi ovviamente al mio passaggio.

 

Nego con il capo.

 

<< Mi sono svegliata così >>.

<< Oh... com'è successo? >>.

 

Scrollo le spalle.

 

<< Non lo so ad essere sincera, è successo e basta. Mi sarei dovuta trovare nel corpo di un ragazzo di nome Matthew Anderson, e invece sono solo io >>.

<< Matthew Anderson indossa questo genere di vestiti tutti i giorni? >> inarca un sopracciglio indicando il mio abbigliamento.

<< Matthew Anderson ha una sorella, si chiama Anita >> replico divertita.

<< Così, fammi capire bene, ti sei svegliata nuda, hai scoperto che avresti dovuto essere un ragazzo, hai scoperto che ha una sorella, hai rubato i vestiti a sua sorella e sei sgattaiolata fino a qui in gran segreto; manca qualche pezzo? >> l'ombra di un sorriso è sul suo volto.

 

Annuisco.

 

<< Tutto perfetto fino a qui >>.

<< Sei incredibile, L >> sospira.

<< Perché? >> domando genuinamente interessata alla sua considerazione.

<< Perché? Perché non ho avuto tue notizie per due giorni consecutivi, e adesso mi appari qui, comete stessa, come se nulla fosse... stento un po' a crederci >> ammette.

 

Per un momento mi passa l'idea di star facendo tutto senza nemmeno avere il suo consenso. Posso davvero essere così egoista? Non riesco a trattenermi e glielo chiedo.

 

<< Non avevi voglia di vedermi? >>.

 

Temporeggia prima di rispondere, alla fine lo fa.

 

<< Sì e no. Vedi, tu credi che in questo modo stai semplificando le cose. Sei qui. Sei tu. Siamo insieme. Ma in realtà non è così... molto probabilmente le stai solo complicando >>.

 

Fa male. Sono costretta ad ammetterlo.Fa parecchio male sentirglielo dire. È come se si stesse sgretolando parte dell'infinito che ha racchiuso questo momento etereo tra di noi.

Mi sembra di star inseguendo una luce troppo lontana da afferrare.

 

<< Camila... tu lo senti vero? >> non posso fare a meno di chiederle anche questo.

 

Ho bisogno di saperlo. Ho bisogno di esserne sicura. Lei comprende la mia domanda senza bisogno di ulteriori spiegazioni.

 

<< Lo sento. L'universo pazzesco che ruota attorno a me e te quando siamo insieme, sembra risucchiarci e racchiuderci in una bolla dove nessun altro può entrare, eppure è comunque così fragile. Sì L, lo sento, lo percepisco, lo respiro.Ogni volta che sei intorno a me il mio cuore accelera i battiti e le mie mani tremano istintivamente >> rivela.

 

<< Ma...? Posso avvertire il ma in arrivo >> dico con una punta di amarezza nella voce.

 

Camila deglutisce e si schiarisce la gola prima di riprendere a parlare.

 

<< Ma non sono disposta a buttare via qualcosa di certo per un'incertezza >>.

<< Io sarei l'incertezza? >>.

 

Lo sono? Sono davvero qualcuno su cui non può fare affidamento o non vuole? Sono davvero qualcuno di cui non può innamorarsi o non vuole?

 

<< Lo sei, e non credo di aver bisogno di spiegarti un'altra volta il perché >> riprende.

<< Mi domando come tu abbia la forza sufficiente per non negarti a lui, ma a me >> mi passo una mano tra i capelli.

 

Camila sgrana gli occhi.

 

<< Hai davvero il coraggio di chiedermi una cosa simile? Dopo quello che è successo l'altra sera al ristorante? >>.

<< Mi sono scusata mille volte per quello, mi dispiace di non averlo potuto fare di persona, mail a cui tu non hai risposto. Nemmeno ad una; ma sono qui adesso, lo sto facendo adesso >>.

 

Lei muove una mano per aria.

 

<< Lascia stare. Io non avrei dovuto organizzare quella stupida cena per prima. Ha continuato ad insultarti anche dopo essersene andato >> racconta.

 

Aggrotto la fronte.

 

<< Davvero? >> chiedo sorpresa.

 

Lei annuisce.

 

<< Testuali parole? Ha detto che sei stata una vera stronza e io dovrei smetterla di fare affidamento su amici del genere >> ride, ma è una risata forzata e dolce amara.

 

Forse le fa un po' piacere che Austin si preoccupi per lei in questo modo, ma decisamente deve aver capito che si trattava di una facciata. Come se lui fosse davvero stato immune alle mie particolari attenzioni quella sera. Camila lo sa, ma probabilmente non ha ancora il coraggio di ammetterlo o non vuole semplicemente farlo. Ed io e lei non siamo amiche. Lo sappiamo.Davvero, non potremmo essere più lontane dalla definizione di amicizia. Ma cosa siamo allora?

 

"Cosa siamo, Camila"

<< Vuoi delle certezze, Camila? Eccone una: sei letteralmente la persona più importante e l'unica che mi abbia mai dato modo di sperimentare un sentimento così profondo nel corso della mia esistenza >>.

 

Le mie parole vibrano così tanto di sincerità che posso vedere il suo sguardo addolcirsi e quasi spezzarsi al pensiero di dovermi respingere ancora.

 

"Allora non farlo. Non farlo Camila, non respingermi. Non tirarti indietro. Lascia che ti dimostri quanto posso darti di me stessa." penso senza avere il coraggio di far rotolare fuori quelle parole.

<< Mi conosci da così poco tempo... >> sussurra abbassando lo sguardo.

<< Camila >> sussurro a mia volta prendendo le sue mani tra le mie, con una le sollevo il viso in modo che possa tornare a guardami negli occhi, poi le accarezzo una guancia.

 

Non si ritrae, non sussulta. La sua pelle è così morbida e profumata che posso avvertirlo anche da qui.Ci separano solo una manciata di centimetri e ho voglia di baciarla di nuovo. E poi di nuovo e di nuovo. Ma non sembra la cosa giusta da fare in questo momento.

 

<< Lotto contro il tempo da tuttala vita, se di vita possiamo parlare, sono costretta a farmi bastare un giorno, poche ore la maggior parte delle volte; ma se c'è una cosa che so è che l'amore ti colpisce nella frazione di un secondo,forse anche meno. Hai ragione, per conoscersi ci vuole più tempo, molto più tempo, ma io ci sto provando, riesci a capirlo? Sto facendo tutto ciò che è in mio potere per dimostrarti quello che provo per te >> è una delle poche volte nelle quali sto parlando a cuore aperto.

 

Non sto parlando a chiunque, sto parlando a lei.

 

Camila giocherella con le mie dita intrecciate alle sue. Poi, all'improvviso le solleva e se le porta alle labbra. Sento il calore della sua bocca premuta contro miei polpastrelli. Resto in silenzio, il solo rumore presente è quello dei nostri respiri. Camila avvicina la sua fronte alla mia, ritrova le mie iridi smeraldo. Io ritrovo le sue, calde accoglienti, potrei affogarci dentro. L'ho già fatto senza avere il tempo di rendermene conto.

 

<< Oggi, quando ti ho vista infondo a quel corridoio, sapevo che eri lì e che eri tu ancora prima di voltarmi >> spezza delicatamente il silenzio con quelle parole.

<< Come? >>.

<< Il modo in cui mi hai guardata, il modo in cui il tuo sguardo mi ha fatto scivolare brividi lungo la schiena, nessun altro mi hai mai guardata alla stesso modo>> ammette. << I tuoi occhi sono... incredibili >> continua dopo qualche attimo.

<< Anche i tuoi- >> tento, ma vengo interrotta.

<< No, fammi finire. I tuoi occhi, il modo in cui mi guardi, potrei sprofondarci dentro e non risalire mai più. L'immenso che c'è tra di noi, quello di cui parli sempre, io lo sento L, okay? Lo sento davvero... ma si tratta realmente di una certezza? >> mi bisbiglia, il suo respiro s'infrange sulle mie labbra.

 

È questo che fa l'amore? Fa venir voglia di riscrivere tutte le storie, tutte le poesie, tutte le canzoni, tutto il mondo? Fa vedere la bellezza anche in quelle cose che all'apparenza ne sono prive? Fa venir voglia di fermare il momento e restare così in eterno? È questo l'amore?

 

Sì. No. Non lo so. Quello di cui sono certa è che afferro delicatamente il viso di Camila fino a quando non c'è più distanza tra di noi. Non mi ferma. Lo vuole. Questa è la certezza che posso darle. La bacio piano, mi prendo tutto il tempo del mondo. Le sue labbra si uniscono perfettamente alle mie, come due pezzi di puzzle che finalmente trovano la loro naturale collocazione l'uno nell'altro. Le sue mani si spostano sul mio collo, appena sotto l'orecchio. Le lascio carta bianca e sento la sua bocca succhiare piano il mio labbro inferiore, prima di morderlo e passarci sopra la lingua dolcemente. Preme nuovamente con la lingua lungo il contorno della mia bocca, le permetto di accedere, le permetto di approfondire il bacio senza esitare un solo secondo. Sposto una mano sulla sua nuca per spingerla più vicina.

 

Sento il bisogno d'aria pressare nei miei polmoni. Per quanto non lo voglia, tento di allontanarmi un po'per riprendere fiato, ma quando lo faccio le sue labbra si protendono istintivamente verso di me. Ignorando il bisogno d'aria riprendo a baciarla, probabilmente con più intensità di prima. Non so quanti secondi passano prima che siamo costrette entrambe a staccarci.

 

Di gran lunga si tratta del bacio e del momento più intenso e carico di significato che io abbia mai scambiato con qualcuno, con lei.

 

Camila si alza in piedi piano, ho paura che voglia in qualche modo spezzare ciò che è appena successo, ma non è così. Non dice nulla, semplicemente prende la chitarra e questa volta va a posizionarsi a bordo del palco, le sue gambe penzolano fuori.

 

<< La prima volta che mi hai chiesto di suonare per te io non sapevo ancora chi tu fossi, ed  eri Ally Brooke. Adesso conosco la verità, adesso non sei nessun altra se non te. Adesso sono io che te lo chiedo L... se io suonassi, tu canteresti una canzone per me? >> domanda.

 

Questa richiesta è disarmante. Non ero preparata a nulla del genere, ma capisco che la musica è un elemento importantissimo nella vita di Camila. Non ho avuto moltissimo tempo per ragionarci su, ma l'ho capitolo subito. L'ho capito dal modo in cui suonava quella sera alla festa, dal modo in cui le parole uscivano senza sforzo dalla sua bocca, dai suoi occhi chiusi, dal suo essere totalmente immersa in quell'istante senza preoccuparsi di tutto il resto.

 

Deglutisco e annuisco. Non negherei mai nulla a Camila.

 

Inizia a suonare lentamente. Conosco quella melodia, è una delle canzoni che adoro.

 

"What time you coming down?
We started losing light.
I'll never make it right
If you don't want me around."

 

Inizia lei. Sorrido e proseguo con il testo.

 

"I'ms o excited for the night,
All we need's my bike and your enormous house
You said some day we might
When I'm closer to your height
'Til then we'll knock around, endlessly
You're all I need."

 

Camila stacca gli occhi un attimo dalla chitarra per guardarmi.  Inspiriamo nello stesso istante e andiamo insieme cantando il ritornello.

 

"Don't you see me now?
I think I'm falling, I'm falling for you,
Don't you need me?
I think I'm falling, I'm falling for you,
And on this night and in this light,
I think I'm falling, I'm falling for you
Maybe you'll change your mind
I think I'm falling, I think I'm falling."

 

Arriviamo alla fine della canzone. Non ci diciamo nient'altro. Rovinare questo momento non è nella priorità di entrambe. Lo prolunghiamo quanto più possibile, ma arriva anche questo alla fine.

Ci penso e ripenso durante il viaggio di ritorno. Ritorno verso dove poi? Casa di Matthew? Non c'è nulla di mio lì. Ci metto poco a capire che sto andando verso casa di Mike. In qualche strano modo è l'unico posto dove mi senta davvero al sicuro. Mike non mi negherebbe mai il suo aiuto, lo so, ma adesso non ho bisogno di aiuto, ho solo bisogno di un posto o di un paio di braccia che mi tengano abbastanza a lungo da poterle definire casa.

 

All'improvviso le tempie iniziano a pulsarmi, sento un calore irrazionale irradiarsi lungo tutto il mio corpo.

 

No.

 

No.

 

No.

 

Non può succedere adesso. Non posso abbandonare il mio corpo. Non adesso, davvero. Mi faccio forza, devo restare concentrata. Posso riuscirci. Il dolore alla testa si accentua, non accenna a smettere, anzi continua ad intensificarsi ogni secondo in più.

Mi aspetto le sfumature gialle e blu comparire da un momento all'altro.

 

Non compaiono.

 

Mi aspetto di sentire il dolore lancinante dovuto agli strappi.

 

Non accade nulla del genere.

 

Eppure la mia mente continua ad urlare senza sosta. Le voci si confondono di nuovo, non riesco a distinguerle. Sono le stesse del sogno? Lo sono? Inizialmente non lo capisco. Poi sì. Iniziano a diventare più nitide. La donna che prima urlava caoticamente adesso sembra dare un senso alle sue parole.

 

Cosa accidenti mi sta succedendo?

 

Mi premo gli indici sulle tempie, la mia fronte scotta. La donna continua ad urlare. Non sono frasi. È una sola parola. Una sola. Non ho idea di cosa le persone attorno a me stiano pensando, non so nemmeno se riescano a vedere cosa sta succedendo, semplicemente non le sento.

 

Il mondo fuori non esiste, si annulla.

 

Esiste solo quella voce dolorosa che mi perfora i timpani e mi fa venire voglia di gridare a pieni polmoni. La donna nella mia mente urla un'ultima volta, ed io crollo in ginocchio nella realizzazione.

 

Poi il silenzio.

 

Così improvviso da stordirmi i sensi. Silenzio assordante.

 

Urlava una sola parola. Non una semplice parola.

 

Un nome.

 

"Lauren".

 

 

 

 

 

 

 

Note conclusive: UHHHHH finalmente sono riuscita a finirlo, mi dispiace di aver impiegato più tempo del previsto. Inizialmente ero un po' indecisa su come concluderlo o se prolungarlo, alla fine mi sono detta di aver in mente abbastanza materiale per il prossimo :') quindi inizierò a scriverlo preso.

L'ho appena riletto ma nuovamente lo ricontrollerò per eventuali errori. 

Leeeeeeet's go con le solite curiosità/chiarimenti/bla bla bla vari:

1. Il capitolo è intitolato "fallingforyou" perché... dai c'è davvero bisogno di spiegare perché? Lol ci sono due motivi essenziali: c'è Lauren, voglio dire PROPRIO LAUREN EH. Non potevano mancare anche i The 1975. Il secondo motivo è stato che avevo questa canzone a ripetizione mentre scrivevo il capitolo, quindi sì. Fallingforyou.

2. I personaggi di Matthew e la sorella Anita non sono ispirati a nessuno di reale. 

3. Più avanti capiremo chi è la donna presente nel sogno di L che effettivamente chiama il nome di "Lauren" alla fine. 

4. Rivedremo Ally e Mike molto presto e tornerà il reverendo simpaticone.

5. Come avrete notato dal capitolo precedente c'è un collegamento fra Dinah e Normani, le rivedremo entrambe e insieme, Camila riuscirà a conoscere realmente Normani. 

Sembra essere tutto per il momento :') per qualsiasi cosa/problema sentitevi pure liberi di dirmelo.

See you! :') 

  
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