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Autore: Ila43    24/08/2015    0 recensioni
Sarah è una ragazza solare, bella e conosciuta nella sua città. La sua vita sembra perfetta, tranne per il fatto che non ha idea di cosa sia l'amore e nemmeno crede nella sua esistenza. Stefano di fatto suo sa cos'è ma non lo vuole, per lui esiste solo il divertimento e le belle donne.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SARAH
Mi infilai sotto la doccia fredda appena arrivata a casa. Man mano che il mio corpo si bagnava e si rinfrescava sentivo la rabbia affievolirsi e scivolare via insieme a tutta la mia frustrazione.
Non avevo mai vissuto una situazione di quel tipo e non avrei mai voluto vantare l'accaduto di quell'episodio.
Una volta asciugata e vestita, decisi di passare il resto della giornata in casa a leggere un libro in attesa che i miei genitori tornassero.
Alle 20:00 in punto suonò il campanello. Sentivo ben distinte le voci dei miei genitori parlottare tra loro davanti alla porta e mi affrettai ad aprire. Capii che avevano visto la macchina dallo sguardo furente che mi lanciarono. Gli spiegai rapidamente ciò che era accaduto e insistetti su quanto la colpa fosse unicamente dell' "idiota di turno" finchè il loro sguardo non si addolcì. Mio padre acconsentì a prendere in mano la situazione e mi assicurò che avrebbe chiamato l'assicurazione il giorno seguente. Quella settimana continuò in tutta tranquillità. Nessuno cercò più di ditruggermi l'auto e non vidi quel ragazzo strano da nessuna parte, non che la cosa mi dispiacesse, ovviamente, eppure ogni volta che mi ricapitava di pensare a lui oltre a sentire la rabbia ribollire sentivo anche qualcos'altro, una specie di brivido corrermi lungo la spina dorsale.

STEFANO
- Ehi Ste, allora? Quanto pensi di metterci a conquistare quella suora del cazzo?-. Le parole di Michael mi risuonarono nella testa mentre mi rigiravo nel letto. Omrai erano le 4:00 del mattino e la troietta dal nome sconosciuto di fianco a me aveva il brutto vizio di dormirmi appiccicata. Avrei dovuto sbatterla fuori dal letto appena dopo aver scopato, invece avevo lasciato che si addormentasse. Fanculo tutto.

Quella mattina al bar era stata davvero divertente, Michael e Simone mi avevano invitato a bere un caffè nel bar del centro ed era stato lì che l'avevamo vista, quella ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi come le foglie degli alberi a primavera. In città la conoscevano tutti come la ragazza "intoccabile", insomma, avevo sentito di qualche ragazzo con cui era stata ma ormai erano passati diversi anni. Non era di molto più grande di me ma non l'avevo mai presa in considerazione, io avevo bisogno di una ragazza che aprisse le gambe e non di una da portare ai pranzi in famiglia della domenica. Sentii in quel momento una pacca sulla spalla.
- Quella sarebbe una gran gnocca se non fosse così finta santarellina -. Michael mi guardò divertito.
- Secondo me di notte fa la puttana!- Simone sghignazzò sputacchiando briciole della colazione sul tavolo.
-Non mi importa che cazzo faccia nella vita, io miro a ben altro.- Accennai un sorriso compiaciuto avvicinando le mani tra loro in modo che ricordassero una vagina.
Scoppiò una fragorosa risata che coinvolse tutti e tre, finchè Michael non tornò serio.
- Facciamo una scommessa Ste. Se riesci a sbatterla almeno una volta il viaggio a Ibiza che ho vinto alla lotteria lo faccio con te! Feste, alcol e tante donne!-. Michael mi dedicò uno dei suoi sorrisi più convincenti.
Rimasi pensieroso qualche istante cercando di valutare la situazione, era sicuramente un'impresa complicata ma in fin dei conti era anche una sfida allettante. -Accetto-.
Quel pomeriggio avevo aspettato parecchie ore prima che Sarah, così si chiamava, ripassasse davanti al bar e a quel punto feci la cosa più stupida della mia vita: la tamponai.
Sarah era scesa dall'auto completamente sconvolta e rossa in volto per la rabbia, in quel momento non ero riuscito a trattenermi dallo sfotterla. Più parlavo più il suo viso si arrossava smisuratamente. Decisi che conveniva spostarsi dal mezzo della strada e l'intimai a prendere un caffè al bar in cui ero stato tutta la mattina. Dopo circa venti minuti iniziò a rispondere alle mie frecciatine un pochino più rilassata e questo mi convinse che ormai l'avevo in pugno. Le cose però andarono ben diversamente, l'ultima cosa che vidi fu la sua auto sfrecciare via dal parcheggio lasciandomi lì fuori a chiamarla come un cretino.


La ragazza di fianco a me aprì gli occhi assonnata e alzò un braccio per accarezzarmi sensualmente l'interno coscia, fino a risalire alla mia parte intima, che ormai era già ingrossata. I nostri occhi si accesero di desiderio. Se non fossi riuscito a dormire avrei affogato ogni pensiero in del sano sesso.
   
   
 
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