Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Neflehim    24/08/2015    3 recensioni
"Anche se é patetico dirlo dopo tutto questo tempo, mi dispiace Tetsu."
Il ragazzo lo fissò senza espressione, sembrava gli stesse scavando dentro, come se volesse capire se fosse sincero oppure no, stavolta.
" E' vero, é patetico Aomine-kun."
[...]
“Tu invece?”
Tetsu lo fissò “Io cosa?”
“Non fare il finto tonto! Che succede con Kagami?”
[...]
Se Taiga ci avrebbe davvero, messo un secolo prima di dichiararsi, allora era il caso che un esterno si intromettesse. E chi meglio di lui di cui Kagami era già geloso?
[AoKuro, Aokise,Kagakuro, Kurokise. Altri pairing nel corso dei capitoli.]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell'autrice: Chiedo scusa per l'immenso ritardo!
Buona lettura.











Due mesi dopo.

Una settimana dall'inizio delle scuole.


"Cerca di essere più preciso, Akio."
Aomine aggiustò la posizione del bambino e lo lasciò tirare nuovamente.
Erano nel parchetto del Rikugien, lui, Kuroko e Akio.
Yui e Naomi erano usciti con le sorelle per delle compere e loro due avevano deciso di portare Akio al parco per farlo divertire un po'.
"Tetsu... mi sono stufato di aspettare."
Kuroko sospirò "Non dipende da me... Kise-kun non é in Giappone in questo momento."
Ed era meglio che Ryouta avvertisse il suo manager di questa cavolata.
Dopotutto era colpa sua se doveva dire tutte quelle bugie al suo migliore amico.
"Dove sarebbe?"
Ringraziò sua madre per la faccia impassibile che gli aveva donato alla nascita.
E ora che s'inventava?
"In Inghilterra... da sua madre."
In quale girone dell'inferno stanziavano i bugiardi?
Sperava in uno che contemplasse poca fatica... non era noto per la sua resistenza.
Un ricordo fastidioso gli tornò alla mente.
Si alzò in piedi " Aomine-kun... hai da fare ora?"
Il moro alzò un sopracciglio e poi sorrise ironico "Tetsu mi stai invitando ad un appuntamento?"
L'amico scosse la testa sconsolato "Aomine-kun... sei un idiota."
Daiki non si offese. Lo conosceva bene.
"Domani c'è il compleanno di Aida-san... devo farle un regalo. Vieni con me?"
Aomine ci pensò su ma alla fine non aveva poi molto da fare ora che erano entrati nelle vacanze estive.
Di andare agli allenamenti non se ne parlava proprio.
Si divertiva molto di più aiutando i bambini nel basket.
“Ok.”
Tetsuya gli sorrise grato. Non contava molto sull'aiuto di Daiki riguardo al regalo, ma gli sarebbe stato di compagnia almeno.
Gli venne in mente una cosa.
“Akio vuoi venire con noi?”
Al bambino s'illuminarono gli occhi e annuì.
Rimisero a posto le loro cose e s'incamminarono verso il centro città.
“Che regaleresti a Momoi-san?”s'informò intanto, cercando di trovare un idea.
Daiki stava per aprire bocca e dire sicuramente una qualche oscenità, che Kuroko lo fermò immediatamente.
“Domanda sbagliata, lascia perdere.”
Akio intanto gli trotterellava attorno con un bel sorrisone stampato sul volto.
Ci misero un bel po' prima di arrivare al distretto commerciale e quando furono lì. Ai due bambini venne fame, così Kuroko fu costretto a portare entrambi al Majin Burger per sfamarli.
Fortunatamente non fu costretto anche a pagare per Aomine oppure la paga del suo lavoro par-time sarebbe finita in me che non si dica.
Stava finendo il suo frullato quando una voce lo gelò sul posto.
“Murasakibara! Un giorno di questi ti verrà una congestione a forza di gelati!”
Conosceva quella voce.
Molto bene anche.
Sperava davvero che la sua espressione fosse rimasta imperturbabile come al solito, ma dalla faccia preoccupata di Daiki ne dubitava.
“Tetsu... sembra che tu stia per svenire da un momento all'altro” gli confermò il moro.
“Non dovrebbe essere qui... mi avevano detto che sarebbe tornato in America.”
Aomine lanciò un'occhiataccia ala cassa dove quel gruppetto male assorbito stava ancora discutendo.
“A quanto pare si sbagliavano.”
Tetsuya gli rivolse uno sguardo raggelante “Non sei d'aiuto Aomine-kun.”
Non ci avrebbero messo molto a notarli, visto la postazione in vista che si erano scelti.
“Tetsu-nii.. stai bene?”
Il ragazzo abbassò lo sguardo su Akio che lo fissava inquieto.
Cercò di sorridere ma non era sicuro gli fosse uscito qualcosa di buono, così gli carezzò i capelli per tranquillizzarlo.
"Kuroko?”
S'irrigidì all'istante, prese un bel respiro e si voltò mentre la sua espressione tornava quella di sempre.
“Kagami-kun, buonasera.” Adocchiò dietro di lui Murasakibara e Himuro e li salutò cortesemente.
Aomine non si disturbò nemmeno di fare quello e si limitò ad ignorarli continuando a divorare i suoi panini.
“B-buonasera”balbettò il rosso facendo alzare gli occhi al cielo a Tatsuya dietro di lui.
“Kuroko-kun... fate compere?” s'intromise in modo da togliere dai pasticci il fratello.
Il gelo calò di nuovo.
Una cosa per nulla piacevole.
“Tetsu-nii chi sono queste persone?”
La vocetta del bambino ruppe la tensione attirando l'attenzione tutta su di lui.
“Sono...” che avrebbe dovuto dire ?
Amici?
Forse con Himuro e Murasakibara, ma Kagami?
“Giochiamo a basket assieme qualche volta” si salvò in modo da non dare una vera e propria definizione a quello che era per lui il rosso.
“Sto andando a cercare un regalo per Aida-san comunque” disse infine rispondendo alla domanda posta da Himuro.
Al moro si illuminò lo sguardo “Anche noi!”
Il cuore di Kuroko sprofondò in un brutto presentimento.
“Muro-chin ho fame...”
Il lamento del colosso li dietro interruppe quella che si sarebbe trasformata di sicuro in una catastrofe.
Questo però creò un altro dilemma: era decisamente stupido farli sedere ad un altro tavolo quando si conoscevano così bene.
Sospirò comprendendo che comunque poteva sempre andare peggio di così e si spostò facendo loro spazio, tirando un calcio ad Aomine per fargli fare lo stesso.
Appena i tre si furono seduti calò un silenzio imbarazzante: ovviamente la mente sopraffina di Tatsuya aveva fatto in modo da far sedere Kagami accanto a Kuroko, mentre lui e Atsushi si erano messi accanto a uno scocciato Aomine che continuò ad ignorarli.
L'unico che non capiva cosa stava succedendo era Akio, che passava perplesso lo sguardo su tutti loro, chiedendosi cosa c'era che non andava.
Alla fine fu di nuovo Himuro a spaccare il ghiaccio “Avevi già pensato a qualcosa?”
Kuroko scosse la testa “No... ancora non abbiamo visto nulla. Siamo venuti subito qui.”
Tatsuya alzò gli occhi al cielo sorridendo “Anche noi. I bimbi avevano fame.”
Stranamente anche Tetsuya ricambiò il sorriso annuendo.
“Che ne dite di andare assieme ?”
Ecco.
Proprio quello che temeva.
Adocchiò l'occhiata preoccupata di Aomine e sospirò.
“Va bene.”
Kagami che era rimasto in silenzio fino a quel momento sgranò gli occhi e cercò di calmare il cuore impazzito.
Lui e Kuroko non si vedevano da due mesi e in quelli precedenti si erano a malapena rivolti la parola.
E ora avrebbero dovuto passare come minimo le prossime due ore a stretto contato?
Sarebbe stato un incubo.

Finirono da Majin Burger circa un ora dopo,ovviamente.
La fame dei tre prodigi riuscì ad essere placata solo dopo venti doppi panini e cinque gelati.
Ovviamente Kagami e Aomine non persero occasione di fare casino e insultarsi a vicenda neppure un attimo.
“Un giorno di questi stipuleremo un mutuo in quel posto!” se ne uscì Tatsuya fissando sconsolato il suo portafoglio.
“Quisquilie” mormorarono in coro Aomine e Kagami per poi guardarsi male a vicenda.
Kuroko sospirò sconsolato da quelle reazioni infantili “Son così simili.”
“Già” concordò Himuro mentre passeggiavano per le strade.
Tetsuya e Kagami erano entrati in un paio di negozi senza risultati.
Alla fine, con profondo rammarico da parte di Kagami e Aomine, Kuroko e Himuro si recarono in biblioteca.
Tetsuya rischiò molto comprando un libro di cucina per principianti completamente incapaci.
Si era accertato anche che menzionasse il completo divieto nel servire i piatti aggiungendo vitamine o quant'altro.
Ma dopotutto, probabilmente lui era l'unico che poteva permettersi di comprarle una cosa del genere senza morire, visto la sua personalità.
Himuro decise di prendere da parte di Kagami un libro sull'anatomia che sicuramente sarebbe stato utile visto il lavoro che la ragazza voleva intraprendere in futuro.
“Kuroko sicuro di uscirne vivo con quel regalo?” gli chiese Kagami abbastanza preoccupato sulla futura salute della sua ombra. Meglio non chiamarlo con altri appellativi per il momento.
“Non ho intenzione di morire avvelenato al prossimo allenamento fuori, in cui cucinerà la coach, Kagami-kun...”
Taiga dovette ammettere che avevano rischiato più volte una lavanda gastrica in quell'anno.
Mentre i due si scambiavano queste parole, Himuro meditava sul come lasciare soli quei due e poteva dire di non aver scelto i più intelligenti della cricca dei Miracoli, con cui fare piani.
Cercò comunque di fare un tentativo, almeno con Aomine che pareva essere l'attuale migliore amico di Kuroko-kun.
“Inventati qualcosa e sparisci dalla circolazione per un po'” gli intimò avvicinandoglisi.
Il moro lo guardò male “Come scusa?”
“Dobbiamo sparire per lasciarli soli” chiarì Himuro cercando di mantenere la calma.
In quel momento Aomine parve cogliere l'antifona e si grattò il mento alla ricerca di una scusa che non risultasse troppo banale.
Alla fine sospirò, comprendendo che qualunque cosa avesse fatto Tetsu lo avrebbe capito al volo.
“Kagami probabilmente ci cascherà, ma Tetsu mi ammazzerà.”
Himuro alzò le spalle “ Vuoi sul serio che continuino così?”
Daiki li fissò e comprese che voleva dire quando li vide entrambi a fissare il vuoto.
“Ok, va bene”
Prese un bel respiro e cercò di essere il più convincente possibile, sperando anche di ricevere una pena più lieve quando l'amico avrebbe capito che lo aveva fatto per lui.
“Oi Tetsu... Satsuki mi ha chiesto di andarla a prendere … non é lontano, torno tra una mezz'oretta va bene?”
Lo sguardo che gli rivolse fu raggelante come pensava e di certo non glie l'avrebbe fatta passare liscia.
“Va bene … ci vediamo dopo.”
Stava per andarsene quando si rese conto che anche se tutto avesse funzionato, con Akio di mezzo sarebbe andato tutto a...
Sospirò “Akio vieni con me?” disse la bambino che lo guardò male.
Cercando di non farsi notare dagli altri, lo implorò con lo sguardo e quello annuì, probabilmente più per pena che per altro.
Ok sarebbe morto, era assicurato.

Tatsuya sospirò.
Lo sguardo di Kuroko-kun non prometteva nulla di buono.
Decise comunque di portare avanti il suo piano e fece un segno ad Atsushi che era riuscito a corrompere facilmente.
“Muro-chin … ho fame.”
Tatsuya, da ottimo attore quale era, riuscì ad esibirsi in un sospiro rassegnato “ Atsushi hai appena mangiato!”
Il ragazzo lo ignorò e si diresse verso il più vicino supermarket ancora aperto.
Tatsuya cercò di non rabbrividire al contatto con gli occhi di Kuroko ed inventò l'ennesima balla “Mi dispiace ragazzi... torno subito.”
E si dileguò ance lui.
L'imbarazzo scese tra loro due per quella sceneggiata plateale.
Miracolosamente fu Kagami a parlare per primo “ Mi chiedo cosa s'inventerà Aomine se Momoi non potrà venire...”
Kuroko fissò per qualche secondo il sorrisetto divertito che si stagliava sulle labbra del rosso e poi se anche lui sommessamente “Credo che entrerà nel panico, Kagami-kun... uno spettacolo divertente in effetti.”
Taiga rise clamorosamente.
Poco dopo però, ripiombò il silenzio.
“Aida-san mi aveva detto che saresti partito per l'America...”
Kagami esultò internamente per quelle parole.
Questo voleva dire che Kuroko aveva chiesto di lui.
“Si ma sono tornato per il suo compleanno, ieri.”
“Capisco... il basket americano? Ha ancora qualche sorpresa per te?”
Kagami si appoggiò con i gomiti alla ringhiera che dava sul panorama della città illuminata dalle luci della sera.
Il distretto commerciale era posizionato leggermente più in alto e per questo i cittadini avevano creato una specie di belvedere.
“Grazie a Tatsuya e Alex ho fatto molti progressi... adattarsi al loro stile molto più libero é sempre un piacere.”
Tetsuya strinse le dita attorno al ferro freddo della ringhiera “ Ma?”
Taiga si volse verso di lui “Ma per quanto ci provi, ho compreso che mi é impossibile fidarmi completamente della gente di là. Non riesco a dare il meglio con una qualsiasi squadra americana... non come ci riesco giocando con te ed il Seirin. O con i Miracoli.”
Non era una di quelle frasi fatte. Quelle parole davano un peso considerevole a tutto.
“Va davvero bene parlare così?”
Quella frase riscosse Tetsuya dai propri pensieri e spostare nuovamente lo sguardo sul rosso che allo stesso modo lo aveva abbassato verso di lui, incrociando i suoi occhi senza imbarazzo.
“Ho cercato per quanto possibile di rispettare le tue richieste... perché le tue volontà per me erano e sono più importanti di ogni altra cosa.”
Se fosse stata una persona normale, Tetsuya sarebbe arrossito.
“Ma non solo questo.”
Prese un bel respiro prima di continuare “Avevi ragione... non era giusto stare assieme senza che sapessi cosa provavo. Volerti...” Stavolta Kagami arrossì e balbettò“ B-baciare e fare altro... non sarebbe bastato.”
Non sapeva se quelle parole, per quanto imbarazzanti fossero, avrebbero portato a decisioni positive oppure no, ma con la coda dell'occhio vide Himuro e Murasakibara che venivano sgridati dal proprietario del super market e rise sommessamente.
Non era decisamente il momento adatto per le confessioni.
Kagami lo fissò confuso.
“Kagami-kun... per quanto io voglia parlare con te di tutto quello che vuoi... non mi pare giusto far arrestare Himuro -san perché Murasakibara-kun vuole svaligiare il supermarket, non credi?”
Taiga si voltò verso il punto che stava fissando e sorrise anche lui alla vista della faccia preoccupata di Tatsuya.
Poi tornò serio.
“Non ho intenzione di far passare altri sei mesi, Kuroko.”
Tetsuya ricambiò lo sguardo.
“Non accadrà” ci pensò su, alla ricerca di quale fosse il giorno giusto “Domani ci sarà il compleanno di Aida-san, per questo non pare il momento adatto... ma il giorno dopo io sono libero, tu lo sei?”
Kagami annuì immediatamente, senza neppure pensaci .
Qualunque impegno avesse,lo avrebbe disdetto.
Si era trattenuto fino a quel momento ma ora non ne aveva più intenzione di farlo.
Di slancio,seguendo i suoi istinti lo abbracciò, senza dargli neppure il tempo di protestare.
Lo strinse a sé ed immerse il volto nel suo collo, inalando quell'odore che aveva avuto l'opportunità di saggiare solo una volta.
“Mi sei mancato Kuroko.”
Lui,la sua essenza e la sua assenza a cui lo aveva costretto.
Non era il momento adatto per le confessioni, ma almeno quello voleva dirglielo.
Non aveva alcuna intenzione di lasciarlo più andare.
A quelle parole sentì il cuore di Tetsuya accelerare. Esattamente come il suo quando le braccia del ragazzo si strinsero sulla sua schiena.
“Anche tu Kagami-kun.”
Il cuore gli si scaldò mentre la speranza che non tutto fosse perduto divenne certezza.
Quando si staccarono e Tetsuya notò che il proprietario del Supermarket aveva messo mano al telefono, mentre Tatsuya cercava di far mollare un po' di dolci a Murasakibara che con una mano gli fermava la testa, comprese che era decisamente il caso di soccorrere Himuro-san.
Dopo aver convinto l'uomo che il centro della Yosen non aveva intenzione di rapinare il suo negozio, riuscirono ad uscire senza passare una nottata in gattabuia.
Ovviamente Taiga passò dieci minuti buoni a sbraitare contro il colosso mentre Kuroko s'intratteneva in un discorso interessante con Himuro, ignorandoli completamente.
Ad un certo punto gli arrivò un messaggio che lo fece sorridere.

Mittente: Aomine.

"Tetsu, mi sono scordato che Satsuki é partita per Kyoto due giorni fa.

Ora che faccio adesso?! "

Mittente:Tetsuya.

" Aomine-kun, sei un idiota ma grazie.
"


La mattina prima della festa, Tetsuya la passò a letto, ripercorrendo completamente e più volte quello che era successo la sera prima, cercando di dargli un significato concreto.
Come doveva interpretare le parole di Kagami?
Chihiro gli aveva più volte dato dell'idiota, affermando che era piuttosto palese quello che volevano dire.
Eppure lui non riusciva a sperare.
Erano passati quattro mesi in cui non si erano visti. Poteva semplicemente significare quello e basta.
Anche gli amici possono mancarti, no?
Si mise un braccio sugli occhi, mentre le tempie iniziarono a pulsargli dolorosamente.
Chihiro gli aveva detto che negli occhi di Kagami c'era un sentimento eguale al suo.
Era vero? O Chihiro aveva problemi di vista?
Smise di pensarci o sarebbe uscito fuori di testa.
Si aggirò come un fantasma nella casa deserta a causa dell'orario decisamente insolito.
Le sei del mattino.
Era improbabile che Kise-kun fosse sveglio a quell'ora.
Comprendendo che ormai il sonno era volato via da qualcun altro, decise di farsi un agognato caffè.
Si ritrovò a fissare in trance il liquido nero, la testa di nuovo perso in qualche pensiero nocivo.
Sospirò e decise di leggere il primo libro che aveva sotto mano.
Ci ripensò appena lesse il titolo.
Amleto.
Meglio di no.
Una tragedia di Shakespeare non era proprio il caso.
Ne prese un altro.
Un horror.
Molto meglio.
Passò le due ore successive con l'ansia dello scoprire se il serial killer fosse Akira o Samira.
Lo chiuse quando sentì la porta della camera di Kise-kun aprirsi e decise che il seguito lo avrebbe letto più tardi e lo raggiunse in cucina.
“Kurokocchi hai faccia distrutta! Hai dormito?”
“Poco” gli rispose Tetsuya decidendo che un altro caffè non gli avrebbe fatto male.
“Kagamicchi?”
Annuì e Kise sospirò.
“Kurokocchi, domani lo vedrai... prepararti non serve a nulla.”
Tetsuya gli sorrise “Kise-kun...” il biondo gli lanciò un'occhiataccia e così si corresse “ Ryouta-kun... se è per questo lo vedrò anche stasera.”
“Ma ci parlerai per bene domani.”
Kuroko sorrise “Touché.”
Kise stava sorseggiando la sua bevanda quando intercettò un occhiataccia da parte di Kuroko.
“Che c'è?”
“Ora stai bene Kise-kun, quella é stata l'ultima volta che ho mentito per te.”
La frase era stata improvvisamente gelida, tanto che solo in quel momento il biondo si rese conto quanto a Kuroko pesasse il dover mentire a Daiki.
“Kurokocchi.. mi dispiace.”
Tetsuya gli rivolse con il suo solito sguardo inespressivo “Smettila di fare il codardo, non é da te.”
Detto questo lo lasciò solo andandosi a fare una doccia.
Il resto della mattinata la passarono ognuno per cono proprio: Tetsuya perché vi era abituato, Kise perché aveva paura di aver rovinato il rapporto con Tetsuya e non sapeva che fare.
Alla fine, circa un'ora prima che Kuroko si recasse alla festa, Ryouta prese coraggio .
“Kurokocchi...mi odi?”
Tetsuya gli sorrise allo sguardo terrorizzato che il biondo gli rivolse.
“No che non ti odio Kise-kun. Sei un idiota.”
Ovviamente l'insulto finale non andava mai eliminato.
Ryouta però non si lamentò. Troppo contento per quelle parole così familiari.
Lo abbracciò di slancio e Kuroko si ritrovò a dovergli dare delle pacche sulla spalla per farsi lasciare o sarebbe morto.
“Kise-kun... soffoco... Kise-kun!” Il biondo parve ignorarlo così Tetsuya provò con un altro metodo “Ryouta-kun … domani mi piacerebbe sentire cosa deve dirmi Kagami-kun, se non ti dispiace.”
Solo quando sentì il suo primo nome Kise lo lasciò andare.
“Così va meglio.”

Si recarono alla festa.
Ovviamente appena entrarono, il casino era assoluto.
Avevano invitato anche molti membri di altre squadre e non c'era da specificare il caos che si era creato.
La Coach e il Capitano si erano arresi nel far rimanere nei ranghi la situazione e Aida-san aveva deciso di annegare le preoccupazioni in una bella bibita strettamente alcolica per il suo diciassettesimo compleanno.
Appena entrato cercarono subito di affibbiargli un super alcolico che Kuroko fissò per qualche minuto perplesso, mentre Kise-kun l'accettò volentieri.
Sospirò poggiando la sua di bibita sul tavolo vicino, meditando il modo di far tornare Kise a casa senza doverselo incollare.
Gemette quando vide in lontananza Midorima-kun, tornato per qualche giorno pensando di trovare Takao, ma il moro era partito per andare a trovare la madre e sarebbe tornato il giorno seguente, così la coach aveva deciso di invitarlo alla sua festa.
Era fortunato, Midorima-kun, che anche tutti gli altri fossero ubriachi. In questo modo solo in pochi avrebbero ricordato la sua canzone strampalata, vittima anche lei dell'alcool che circolava nelle vene della guardia tiratrice.
“Non credo che finirà bene” una voce calda e conosciuta lo fece sobbalzare.
“Non volevo spaventarti.”
SI voltò verso Kagami e gli rivolse un sorriso sinceramente contento di rivederlo “ Tranquillo.”
Tornò a fissare il caos che regnava e concordò con lui “ Dovremmo chiamare molti taxi.”
“Meglio rimanere sobri.”
Le successive due ore le passarono ad impedire a molti di buttarsi dal balcone,altri dal dare fuoco alla casa, altri ancora – come Akashi/ Imperatore- dal rasare a zero ogni persona che gli passava accanto.
Rischiarono più volte – soprattutto Kagami, stranamente- di essere infilzati da varie forbici.
Alla fine si chiusero fuori al balcone quando la situazione parve essersi un po' calmata.
Kagami scoppiò a ridere.
“Non pensavo che i Miracoli fossero così matti quando si ubriacano!”
Kuroko gli sorrise divertito “Akashi-kun ha cercato di infilzarti più volte.”
La risata di Taiga si strozzò a quelle parole e imprecò un “Dannato complessato bipersonale!”
Tetsuya accennò miracolosamente una risata “Non ha molto senso quello che hai detto.”
“Forse sono ubriaco anche io, o almeno vorrei esserlo.”
Si poggiarono entrambi alla balaustra .
“Mi ricorda qualcosa questa situazione” mormorò Kagami fissando il buio della notte.
Kuroko annuì "A casa tua dopo la partita contro Aomine-kun.”
“Già.”
Non dissero nulla per un po', ma non era imbarazzante come il giorno prima.
Sembrava loro di essere tornati alla relazione che avevano sempre avuto.
“ Cosa hai fatto in questi mesi?”
La domanda di Kagami spezzò il silenzio e distolse Kuroko dai suoi pensieri.
“Mmm... “
Esitò nel rispondere. Non certo che fosse giusto parlare della situazione di Kise.
Alla fine decise che Kagami-kun non lo avrebbe detto a nessuno, men che meno ad Aomine-kun.
“Kise-kun ha dovuto sopportare un importante intervento alla gamba. Gli sono stato vicino.”
A quelle parole il rosso aveva sgranato gli occhi incredulo e lanciato un'occhiata all'interno confuso dal vederlo così arzillo.
“Non lo sapevo.”
Tetsuya scosse la testa “Nessuno a parte davvero poche persone lo sapeva,ovviamente Akashi é una di quelle poche.”
Kagami annuì concorde che era impossibile che il matto non sapesse tutto.
Come faceva?
Li spiava per caso ?
Bah.
“E ora come sta?”
Kuroko sorrise sollevato solo al pensiero “Ora sta bene... per fortuna l'operazione é andata molto bene e con un po' di fisioterapia e molta forza di volontà, ora possiamo dire che è guarito del tutto.”
Anche Kagami sorrise di rimando “Meno male.”
Di nuovo quel silenzio piacevole.
Ad un certo punto a Taiga venne in mente un particolare che aveva notato la sera prima “Ieri tu ed Aomine stavate con un bambino.”
“Ah si, Akio... ho incontrato lui ed altri due bambini al parco del Rikugien mentre giocavano a basket.”
Kagami lo ascoltò interessato a qualunque cosa lo riguardasse.
Quei sei mesi senza sapere con certezza cosa aveva fatto Kuroko gli era pesato come un macigno.
Ogni giorno si era chiesto se almeno una volta Kuroko lo aveva pesato, se lo aspettava ancora.
E ogni volta la paura che ormai i sentimenti di Tetsuya fossero mutati lo coglieva impreparato mandandolo nel panico e spingendolo quasi a prendere il telefono e chiedere spiegazioni al diretto interessato.
Quei due mesi in America, in cui era stato ancora più lontano, erano stati una piccola tortura.
“Sono orfani e quando posso li porto con me al parco per insegnare loro a giocare... a volte vengono Aomine-kun o Kise-kun... a volte da solo.”
Stava per dire qualcosa,Taiga, quando il vicino uscì in balcone e li gelò, intimando loro di abbassare il volume di tutto quello che stavano facendo o avrebbe chiamato la polizia.
A quelle parole i due si sbrigarono a rientrare e controllare la situazione.

Fortunatamente evitarono la denuncia, trovando dei senpai volenterosi e lucidi che li aiutarono a rimettere a posto le cose ed a rimandare a casa la gente ormai stramazzata, attraverso taxi o passaggi, chiamando genitori arrabbiati.
Alla fine riuscirono a mettere a letto anche la coach, grazie al Capitano che era riuscito a rimanere parzialmente lucido e i due sorrisero quando comunicò loro che sarebbe rimasto a casa della ragazza per quella notte, o mattina.
Riuscirono a caricare su un taxi anche Midorima-kun che avrebbe dormito da Akashi e Kuroko recuperò Kise dal pavimento.
Chiamò un taxi e ci sbatté dentro il biondo aiutato anche da Kagami.
Il momento dei saluti fu leggermente imbarazzante.
“A-allora a domani...”
Tetsuya annuì “Facciamo al Majin Burger?”
“Alle sei va bene?”
“Ok.... a domani pomeriggio.”
Kuroko salì sul taxi e Kagami gli chiuse la portiera.
Niente baci mozzafiato, nonostante l'istinto del rosso stesse ringhiando insoddisfatto.
Lo avrebbe fatto domani, dopo essersi confessato.

Riuscir a convincere l'autista del taxi ad aiutarlo a portare su Kise, fu tutta una questione di soldi ovviamente.
Dentro casa decise che il biondo per quella sera sarebbe stato bene anche sul divano e con li stessi vestiti.
Dopo averlo posizionato si diresse in bagno per cambiarsi.
Quando toccò il letto con la schiena emise un sospiro di piacere.
La mente iniziò a vagare al giorno dopo facendo migliaia di ipotesi che venivano smentite o asserite nello stesso secondo, fino a quando gli occhi non gli si chiusero e il sonno lo avvolse.

Quando si svegliarono nessun dei due s stupì dell'aspetto disastrato in cui versavano.
Dopotutto erano tornati alle tre del mattino ed erano solo le nove.
Kise doveva vedersi con il sui manager per chiedergli il favore di inventarsi la balla dell'Inghilterra e Tetsuya aveva promesso ai bambini di passare la mattinata con loro.
Bevvero in silenzio il loro caffè, per non far aumentare il mal di testa già abbastanza doloroso.
Si salutarono e presero strade diverse.

Passarono l'intera mattinata nella chiesa in quanto per quel giorno il tempo aveva deciso di buttare giù tutta l'acqua contenuta dalle nuvole.
Dopo pranzo i bimbi gli chiesero di salire nelle stanze di sopra per partecipare ad un qualche gioco da tavolo.
Perse due ore della sua vita cercando di conquistare le varie vie del Monopoli giapponese e si stupì di come i bambini invece fossero bravi a giocarci.
Cioè di Yui non si stupì più di tempo e neppure di Akio dopotutto visto che potevano essere definiti entrambi dei piccoli geni, ma che anche Naomi, così piccola riuscisse facilmente a fare
i conti...
Quando ormai si era dichiarata la sua completa sconfitta in quel maledetto ed eterno gioco, si sentì un urlo dal piano di sotto e tutti tre trattennero il respiro scioccati.
Non era un semplice urlo di una persona a cui era cascata qualcosa o altro simile. No.
Era un urlo di puro terrore e subito dopo si sentì un sparo che gelò completamente Tetsuya, a cui arrivò al naso un'insolita puzza di bruciato.
Kuroko fece segno ai bambini di restare in stanza in silenzio mentre lui apriva la porta e si sporgeva dalle scale verso il basso.
Con suo orrore fu investito da una considerevole nuvola di fumo che quasi lo soffocò.
Che stava succedendo?
Era impossibile che con quella pioggia fosse scoppiato da solo un incendio.
E quello sparo?
Un ladro?
O...
Con il dubbio atroce tornò dai bambini e disse loro di rimanere in stanza fino a quando non fosse tornato.
Forse sarebbe riuscito a gestirlo.
I tre gli rivolsero un occhiata terrorizzata che cercò di tranquillizzare con un sorriso tirato.
Prima di scendere prese il cellulare esultando sul fatto che c'era abbastanza linea da fargli fare una telefonata.
Chiamò subito la polizia informandola della situazione.
Scese piano le scale cercando di scorgere qualcosa.
Iniziò a sentire tremendamente caldo.
Si diresse lentamente in cucina e si gelò sul posto appena entrò: una figura stava in piedi in mezzo alle fiamme, ai suoi piedi un corpo esanime che non riuscì a distinguere.
Riconobbe quell'uomo.
Oh si... lo conosceva bene.
Si voltò e quando lo vide la bocca gli si trasformò in un sorriso crudele.
“Da quanto tempo, Tetsuya.”
Il ragazzo iniziò a tremare dal terrore.
“Padre...”
L'inferno lo imprigionò di nuovo tra le sue spire .

Kagami lo aspettò per delle ore al Majin Burger, invano.
Poi una telefonata.
Il mondo gli cadde a pezzi.





















   
 
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