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Autore: BabyLolita    24/08/2015    3 recensioni
Il primo amore non si scorda mai. Ti rimane dentro, impresso, indelebile. Il primo amore ti travolge e ti stravolge. Hilary è alle prese con il suo primo amore. Un amore che la cambia, che la turba. Un amore che la risucchia e l'annulla. Quando si scopre innamorata è troppo tardi, perché lui è ormai lontano. Si promette di aspettarlo, di dichiararsi non appena lui farà ritorno. Si promette di essere forte. Fa tante promesse a sé stessa. Così tante che è difficile mantenerle tutte quante. Quando un amore è lontano e tanta gente gira intorno a te è difficile essere fedeli a sé stessi, alle proprie promesse. È difficile non innamorarsi ancora. È difficile dimenticare chi si è amato tanto. È difficile quando, davanti a te, il passato ed il presente si scontrano per impossessarsi del tuo futuro.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Nome: Castiel
Cognome: ha davvero importanza?
Età: abbastanza per fare quello che mi pare.
Hobby: suonare la chitarra.
Segni particolari: playboy.
 
Quella mattina era una mattina come tante altre. Il giorno prima avevo fatto le prove con la mia band e, dopodiché, io e Lysandro eravamo andati al pub lì vicino a berci una birra. Inutile dire che la serata si era conclusa in modo relativamente soddisfacente almeno per me, che ero tornato a casa con una biondina niente male. Per quanto riguardava Lysandro beh, diciamo che non era mai stata la sua aspirazione di vita quella di passarsi tutte le ragazze che ci provano con lui. L’ho sempre reputato uno stupido per questo ma lui non mi ha mai veramente ascoltato anzi, mi ripeteva che quello che si stava rovinando ero io. Ma a me non sembrava proprio. Mentre passeggiavo per i corridoi della scuola mi misi ad osservare le varie ragazze che incrociavo ricordando mentalmente come, una dopo l’altra, le avessi portate a casa mia e fatte mie per una notte o poco più. Pensai a quanto fossi annoiato in quel periodo. Di quanto fosse monotona la mia vita. Avevo voglia di qualcosa di nuovo. Per un istante pensai di portarmi a letto addirittura quell’odiosa di Ambra, sperando di ottenere qualche piacevole istante di divertimento facendole patire le pene dell’inferno con giochini sadici che conoscevo solo io, ma ritornai immediatamente in me. Non potevo cadere così in basso. Mi appoggiai al muro iniziando a pensare se davvero mi sarei innamorato veramente di qualcuna, prima o poi.
Merda, Lysandro deve avermi intasato la testa con le sue stronzate.
Ripresi rapidamente a camminare fissando il suolo, prima che un conato di vomito mi assalisse. Quando rialzai lo sguardo la vidi arrivare, più furibonda che mai, con quella camminata burbera che solo quando era veramente arrabbiata mostrava. I capelli castani ondeggiavano di qua e di là seguendo il movimento dei suoi passi e gli occhi erano intrisi di rabbia. La osservai avvicinarsi a me ed accusandomi di qualcosa di cui, quella volta, non ero il responsabile. Non ebbi il tempo di continuare il discorso poiché se ne andò seduta stante. Mi voltai a guardarla andare oltre e i miei occhi caddero subito sul suo culo. Tutto sommato, era un gran pezzo di ragazza. Non sapevo molto di lei, conoscevo il suo nome, ma solo perché conoscevo quello di tutte le ragazze della scuola, e sapevo che passava tutte le sue giornate insieme a quello sfigatello di Kentin. Non avevo mai ben capito che tipo di rapporto ci fosse tra quei due, ma poco mi importava. Avevo deciso che la mia prossima preda sarebbe stata lei ma, prima di mettermi all’opera, avrei dovuto osservare e studiare ogni sua mossa, ogni sua abitudine, per farla cascare nella mia rete senza che se ne rendesse conto. La seguii e assistetti alla scena che avvenne davanti all’ufficio della preside. Qualche giorno dopo scoprii che il suo amichetto avrebbe cambiato scuola. Iniziai a controllare ciò che faceva e notai subito quanto il suo attaccamento morboso nei confronti dello sfigatello aumentò notevolmente. La cosa iniziò a puzzarmi, ma non credevo possibile che una così fosse interessata a quello. Quando lui se ne andò lei cambiò totalmente. Mentre prima era raggiante, forte e solare ora improvvisamente si era chiusa, era diventata distaccata ed aveva tagliato fuori il mondo. Decisi di lasciar perdere, infondo avevo scelto lei perché pensavo che andare a letto con una persona con la sua forza d’animo sarebbe stato uno spasso. Non mi serviva l’ennesimo “materasso”. Una settimana dopo, quando ci comunicarono della corsa campestre, scoprii di essere finito in gruppo con lei. Poco male, sempre meglio che avere Ambra tra le palle. Prima di partire nella foresta ci consegnarono una mappa che decisi di tenere io. Lei era troppo depressa, l’avrebbe persa ancora prima di partire poiché non ci avrebbe fatto caso. Iniziammo la nostra escursione e nessuno dei due parlava. Stavo iniziando a stufarmi ed affrettai il passo. Volevo finire quella maledetta corsa il prima possibile. Quando mi voltai la vidi intenta a fissare l’acqua di un torrente. Mi arresi e mi fermai attendendo la sua prossima mossa. Mentre restammo a riposo la osservai attentamente: indossava dei pantaloni della tuta neri ed una canottiera bianca attillata. Mi accorsi subito del suo seno generoso e questo riaccese il mio interesse. Quando riprendemmo a camminare mi accorsi di aver perso la mappa. Non era possibile, eppure era successo. Continuammo a camminare a lungo, tanto a lungo che calò la notte. La vidi iniziare ad accusare i morsi del freddo e, stufo ed irritato dalla situazione, decisi di scaldarla a modo mio. La presi per le spalle spingendola contro un albero e la baciai a forza. Fu in quel momento che mi spiazzò. Mi morsicò spingendomi via a forza. Iniziò a sbraitarmi insulti che nemmeno conoscevo accusandomi di essere un maiale violento ed affermando di non volere avere niente a che fare con me perché, a differenza delle altre, non mi amava e non provava alcun interesse nei miei confronti. Subito dopo ci trovarono e, mentre lei correva da Nathaniel, sghignazzai divertito.
Sarà divertente.
Pensai mentre lei era appena tornata ad essere il mio obbiettivo. Trovavo allettante e stuzzicante l’idea di dover lottare fin dal principio per portarmela a letto. Fino a quel momento erano state le ragazze a provarci con me perché provavano un interesse fisico ma, questa volta, sarebbe stato totalmente diverso. Avrei dovuto mettermi alla prova e questo non faceva che spronarmi ulteriormente. Durante il viaggio di ritorno mi misi accanto a lei. Inizialmente mi intimò di andarmene ma poi si arrese e si limitò a non dire più nulla, mi lasciò li. Io non feci nulla e restai in silenzio a guardarla. Lei mi ignorò per tutto il viaggio. Della mia presenza non le importava nulla.
Interessante, davvero interessante.
Avevo raccolto sufficienti informazioni per sedurla e portarla dalla mia parte ed iniziai ad attuare il mio piano. Dal giorno successivo iniziai ad aspettarla davanti a scuola, a tenerle compagnia, a proteggerla e a difenderla. Diventai quella figura di supporto di cui aveva bisogno. Le donne sono semplici e banali, basta capire che cosa cercano, che cosa vogliono, plagiare sé stessi in quel modo e puf…ecco che ti cadono ai piedi.
Patetiche. Siete tutte quante patetiche.
 
A metà dell’opera iniziai a pensare che anche lei fosse come tutte le altre. Sebbene inizialmente rigettasse la mia presenza ora non mi allontanava più, alle volte addirittura mi cercava. Quando pensai di essere arrivato al dunque mi spiazzo dicendomi che mi era grata per esserle stato vicino durante questo suo periodo grigio ma che ora non le servivo più. Le sue parole mi fecero infuriare.
Io sono servito a te?! Sei tu che devi servire a me, ragazzina!
Avevo voglia di prenderla e baciarla a forza ma non lo feci. Il motivo? La vidi sorridere. Per la prima volta vidi un sorriso che non avevo mai visto, e stava sorridendo a me. Nessuna ragazza mi aveva mai sorriso in quel modo. Era qualcosa di nuovo per me, qualcosa che non mi sarei mai aspettato di vedermi rivolto. Fu quando la sua espressione mi travolse che il mio cuore iniziò ad accelerare. Mi allontanai in fretta chiudendomi nel bagno per cercare di capire cosa stava succedendo e, quando mi vidi allo specchio, notai un fastidioso rossore sulle mie guance. Aprii immediatamente l’acqua gelata dei rubinetti e me la tirai in faccia. Non potevo. Io non potevo provare un interesse che andasse oltre al sesso per una ragazza. Non potevo. Non era la mia indole. Non era qualcosa che mi interessava.
Perché diavolo dovrei desiderare una relazione stabile con qualcuno se posso passarmi e ripassarmi tutte le ragazze della scuola ogni qualvolta voglio?!
Quando tornai a guardarmi allo specchio incrociando il mio stesso sguardo mi risposi da solo. Perché volevo quel sorriso. Volevo che me lo mostrasse ancora ed ancora. Volevo che quell’espressione serena le comparisse sul volto tutti i giorni. Volevo essere io la fonte di quel sorriso. Mi accorsi che il tempo passato insieme era diventato prezioso per me e non per lei, mi accorsi che io ero caduto in un agguato, il suo agguato, agguato che sicuramente non mi aveva teso. Sbattei il pugno al muro mentre realizzavo che era stata lei a mettermi in un angolo ad affrontare i miei sentimenti. Tornai a cercarla ma non la trovai. Girai per tutta la scuola ma era sparita. Le mandai un messaggio ma non rispose. Ero furibondo ma lasciai cadere la cosa. Ci avrei pensato il giorno dopo, e così feci. Quando la rincontrai finsi che il discorso del giorno prima non fosse mai esistito. Lei mi guardò titubante ma mi permise di restare con lei. Passò parecchio tempo da allora e cominciai ad accorgermi che anche lei arrossiva quando ci incontravamo, che scattava quando accidentalmente la toccavo e che spesso, prima di incontrarci, si sistemava i vestiti davanti ad una vetrina. Capii immediatamente che il nostro interesse era reciproco ma, questa volta, avevo paura di perdere tutto. Feci le cose con calma, non volevo forzarla poiché temevo di perderla. Quando ci annunciarono che avremo recitato come spettacolo di fine anno sbuffai irritato ma, quando la vidi illuminarsi per quella stupida idea, decisi che sarebbe stata una buona occasione. Controvoglia votai per fare “la bella addormentata nel bosco” e, non appena scoprii che Hilary avrebbe fatto la principessa, combattei fino alla fine per ottenere il ruolo del principe. Cercai di nascondere il mio disgusto mentre recitavo o il mio piano sarebbe fallito miseramente e, quando arrivammo al momento del bacio, che doveva essere finto, la baciai sul serio. La sua reazione mi disse più di tutte le parole che avrebbe potuto comunicarmi. A fine recita la vidi correre via e la seguii immediatamente. Non appena la raggiunsi mi tratto malamente. Sapevo che, questa volta, quella con le spalle al muro era lei. Ormai non poteva più negare di provare qualcosa per me, ed io non avevo più voglia di fingere che non mi sentissi allo stesso modo. Cercai di tirarle fuori la verità a parole, ma era troppo ostinata ed orgogliosa per ammettere che provasse qualcosa per me. La feci indietreggiare fino a che si fermò contro il muro e, quando le fui praticamente addosso, le lasciai la possibilità di andarsene, ma non lo fece. Iniziai a sfiorarle le braccia fino a quando le mie dita andarono ad intrecciare le sue. Mi avvicinai sempre di più e la baciai ancora. Prima delicatamente, non volevo ferirla ma poi, quando vidi che non mi respingeva, andai oltre. Dischiusi le labbra e lei fece altrettanto. Ci scambiammo il nostro primo bacio. Il primo di tanti altri. Mai mi sentii più felice. Mai avrei pensato che io, lo stronzo di turno, si sarebbe innamorato di qualcuno. Da quel giorno certe cose cambiarono e certe no. Non le chiesi di metterci assieme, la vedevo ancora agitata e scombussolata quando ci baciavamo e capivo che non era il momento di affrettare le cose. Sapevo che, se avessi avuto ancora un po’ di pazienza, sarebbe stata lei ad ufficializzare la cosa. Quanto mi sbagliavo. Poco tempo dopo l’inizio del nostro “rapporto” la incrociai per i corridoi e, quando le strappai un bacio, lei reagì malamente e mi disse che voleva farla finita. Non potevo accettare una cosa del genere. Non avevo passato due anni della mia vita a starle dietro per nulla. Non potevo accettare che, ora che ero così vicino ad averla tutta per me, mi sfuggisse dalle mani. Decisi di baciarla come sapevo che le piaceva. Inizialmente tentò di respingermi ma, a poco a poco, la forza che mise per allontanarmi iniziò a diminuire. Mentre la baciavo sentii qualcuno colpirmi e scaraventarmi lontano e, quando guardai il responsabile, mi sorpresi nel vedere un ragazzo che non avevo mai visto. Inutile spiegarvi quando fossi sorpreso nello scoprire la sua vera identità. Mi misi a guardare Hilary che lo prese per mano e poi la fissai negli occhi.
Che diavolo sta succedendo?
Li vidi allontanare assieme ma non li seguii. Ero rimasto talmente sconvolto dalla situazione che i miei piedi si cementarono a terra. Dovevo ritenerlo un mio rivale?


Commento dell'autrice: come promesso, ho pubblicato il nuovo capitolo in un tempo più accettabile (ma non garantisco la stessa cosa per il prossimo xD) Questa volta vediamo gli eventi raccontati dal punto di vista del badboy per eccellenza del liceo (infondo io Castiel lo inserisco sempre nei miei racconti xD quel personaggio è la mia rovina xD). Vi avviso che ultimamente sono presa a scrivere un racconto per un concorso letterario, quindi è probabile che resterà tutto fermo per un po' (ma visto che questo capitolo era già scritto l'ho pubblicato xD)
Sperando di aver fatto cosa gradita vi porgo i miei più sentiti saluti (Modalità Lysandro ON xD)
Grazie a tutti coloro che ancora seguono le mie storie e Buon inizio di scuola/università a tutto (eh già...Settembre è alle porte O_o)
   
 
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