La libertà di parola non esisteva ma non per pura cattiveria o voglia di chiudere le bocche altrui, ma perché non era necessaria. I pensieri di ogni singolo abitante erano i pensieri di tutti, tutte le idee e convinzioni erano di tutti.
Erano tutti uguali.
Rowan da piccolo correva spesso dalla madre e le diceva quanto fosse giusto coltivare le piante e non mangiare gli animali, ed ella era d'accordo, rapita dal pensiero comune.
Gli animali non si mangiavano, i pascoli erano stati sostituiti da enormi campi per la coltura.
Tutti si possedevano e amavano.
Il caldo bruciava la pelle e la voglia di correrne al riparo era fortissima.
Così iniziò a correre, ad inciampare e rialzarsi pieno di graffi, fino a quando non incrociò due occhi marroni.
Il ragazzo delle montagne, quello della fattoria che viveva con il dolce padre e la sorella tranquilla e gentile.
Fu così che Rowan capì che non si potevano possedere tutti, amare tutti.
Perché Elia doveva essere suo, solo lui poteva amarlo.
Non si condividono sentimenti simili, emozioni così forti e tutto fuorché sbagliate.
Perché Elia e Rowan non erano sbagliati, non lo erano i loro sentimenti.