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Autore: Dubh    24/08/2015    3 recensioni
La libertà di parola non esisteva ma non per pura cattiveria o voglia di chiudere le bocche altrui, ma perché non era necessaria. I pensieri di ogni singolo abitante erano i pensieri di tutti, tutte le idee e convinzioni erano di tutti.
Erano tutti uguali.
Rowan da piccolo correva spesso dalla madre e le diceva quanto fosse giusto coltivare le piante e non mangiare gli animali, ed ella era d'accordo, rapita dal pensiero comune.
Gli animali non si mangiavano, i pascoli erano stati sostituiti da enormi campi per la coltura.
Tutti si possedevano e amavano.
Il caldo bruciava la pelle e la voglia di correrne al riparo era fortissima.
Così iniziò a correre, ad inciampare e rialzarsi pieno di graffi, fino a quando non incrociò due occhi marroni.
Il ragazzo delle montagne, quello della fattoria che viveva con il dolce padre e la sorella tranquilla e gentile.
Fu così che Rowan capì che non si potevano possedere tutti, amare tutti.
Perché Elia doveva essere suo, solo lui poteva amarlo.
Non si condividono sentimenti simili, emozioni così forti e tutto fuorché sbagliate.
Perché Elia e Rowan non erano sbagliati, non lo erano i loro sentimenti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Esisteva un tempo in cui esso non ne era padrone. Era solo un'aggiunta a qualcosa di eterno ed indistruttibile; tutti gli abitanti del Rey erano consapevoli che, prima o poi, tutto sarebbe andato perduto. Ogni speranza sarebbe stata un decorso alla felicità, una reazione ad un qualcosa di ormai implacabile e forte.
Preferivano però, non pensarci troppo, e se capitava di far viaggiare i propri pensieri lì, subito con le loro mani leggiadre li spostavano sulla bellezza di quel tempo.
In fondo, loro non sapevano quando avrebbe smesso di esserlo.
Rowan passeggiava nel bosco, alzava spesso gli occhi per incontrare quelli dei falchi: così vispi e liberi.
Erano così belli, veloci e selvaggi che facevano sorgere spesso domande sul loro conto.
Perché erano così pieni di sé? Ma anche così misteriosi? Nascondevano forse la formula della certezza?
Rowan preferì non darsi risposta, e vedere essi come semplice uccelli che volavano liberi in cerca della felicità.
E a lui non doveva interessare ciò, se essi sarebbero riusciti a trovarla o meno.
Lui era felice, come tutti gli abitanti di quel crepitante mondo.
Lo era la madre, Esmeralda, il padre, Teseo, e anche il piccolo fratellino Nicolas.
Lo erano tutti.
Rowan cambiò rotta e si avvicinò al capanno del bosco, chiamato Risan, e da lì, iniziò a ripassare mentalmente ciò che avrebbe dovuto dire a momenti, al suono del rintocco della chiesa madre.
Era una poesia che, se non veniva recitata, ti portava alla infelicità e al lugubre mondo al di fuori di essa.
-Era il vento alato quello lassù
Forse un canto un po' lontano
O una foresta in piena tempesta
Ma noi siamo felici di chiamarne il ricordo
Seppellito lontano dalle nuvole
Per esserne consapevoli
Consapevoli del dolce sapere
Che come gusto ha la felicità
.-
Finita di recitare, Rowan si alzò, madido di sudore.
Il caldo stava penetrando sotto i vestiti in dermotessuto, e non riusciva a rimanere lì scoperto ai raggi del sole.
La seconda campana tintinnò, portando la fine del tempo di preghiera, facendo scivolare via le voci, voci disperate che cercavano solo felicità, inconsapevoli che essa a breve sarebbe scappata via dalle loro avide mani.
Mani sporche di sangue innocente, attaccate a braccia dure e maligne, che non servivano per abbracciare ma per alzare in alto un'ascia, dare il via ad una guerra senza eguali, dove il vero scopo fosse quello di distruggersi, perché troppo stanchi della felicità e della perfezione di essa.





Salve a tutti!
È il prologo di questa storia a tematica omosessuale, in un universo quasi parallelo al nostro, se non completamente diverso.
È la prima volta che mi cimento in qualcosa di simile, appunto per questo la data di pubblicazione del primo capitolo, come dei restanti, è ancora da decidere.
Spero di riuscire a farlo il prima possibile!
Un saluto, e spero abbiate apprezzato questo piccolo prologo che dice molto più di quello che si possa immaginare.
  
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