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Autore: Inquisitor95    24/08/2015    1 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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24.

Far battere il cuore






Il viaggio per Astesia terminò piacevolmente, il freddo continuava imperterrito a spirare con un vento forte e fastidioso ma almeno le giornate lungo la costa erano piacevoli e soleggiate. Nonostante il sole non riscaldasse c'era comunque calore; ci fermavamo regolarmente per pranzo e cena per poi riprendere o dormire. Arrivammo in città abbastanza stanchi, nel frattempo Hematha e Tarnyth avevano avuto modo di leggere alcuni capitoli del tomo ma senza nulla di utile per noi. Stavano intanto cercando una soluzione per la mia possessione ma erano più vicini allo scoprire come spezzare la maledizione di Winsper, comunque era un notevole miglioramento.
Entrammo in città e ci facemmo strada per le case e per i negozi, la festa si era decisamente placata rispetto a una settimana prima, c'erano meno persone per le strade che festeggiavano; era curioso che prima avessero festeggiato loro e poi toccasse al castello con il matrimonio. Noi eravamo appena arrivati in tempo visto che l'indomani ci sarebbe stato il lieto evento. A palazzo le danze si erano placate e la sala con le grandi finestre era vuota, c'erano solo i servitori che stavano preparando per l'indomani, tutti erano elfi e di questo ne risentii persino io, sfruttare gli elfi non ci faceva di certo conquistare alleati e in quella guerra dovevamo essere uniti.
Arrivammo al cospetto del principe Rustin e della principessa Angelin quando entrammo nella sala delle udienze, entrambi erano seduti sui loro troni, non ancora loro visto che non vi era stato ancora il matrimonio; quando ci videro entrambi sbarrarono gli occhi e un'espressione di piacevole soddisfazione si dipinse sui loro volti con un sorriso. Il principe mi guardava con i suoi occhi azzurri, l'espressione deforme dalla nascita.
« Sono felice di aver ricevuto notizie della difesa forte data a Xlamerfa. Le notizie viaggiano in fretta e voi da soli siete stati in credo di proteggere una città dagli orchi... » nessuno commento al fatto che Morkor fosse con noi, non se ne preoccupò.
« È stato difficile. Ora però abbiamo la certezza che gli orchi siano implicati con la Gilda delle Tenebre. Cinque di loro resistono ancora... » parve incuriosito da quel fatto.
A parlare e a rompere il successivo silenzio fu Angelin. « Cosa dobbiamo fare ora? » sembrava essersi trasformata, non solo per i capelli che adesso teneva raccolti verso l'alto. Era seria. « Cardojima potrebbe portarci supporto... » sembrava un'idea ottima, avevamo potenti alleati ma Rustin scosse il viso.
« L'esercito ci impiegherebbe troppo tempo per arrivare a piedi. Non possedete navi che partono dal Formuda e incapperebbero nella Cresta della Tempesta... il fattore tempo è essenziale ormai! » immaginai avesse ragione, ero molto brava nella geografia ma certe cose mi sfuggivano visto il modo in cui i miei studi erano stati interrotti, il bene era che gli altri ne sapevano più di me.
« Dovremmo parlarne con l'Imperatore credo... » proposi, tutti quanti erano d'accordo e annuimmo nella sala, Rustin era però pensieroso. « Credete che non gli interessi il bene di Inakarrias? » parve ritornare in sé e scosse il viso, avevo frainteso la sua espressione.
« Non pensavo a quello perdonatemi. La Chiesa... » lo Stato della Chiesa stava probabilmente ancora aspettando l'emissario con la lettera della Regina Henstia. Distava molti chilometri ed era circondato dalle montagne per la sua centralità nel Regno di Ryonsek. Un punto perfetto per la religione del regno.
« Credete forse che non accoglierebbero la nostra richiesta? » chiese istintivamente Hematha, mi voltai verso di lei, ovviamente proteggeva il suo ideale e la sua fede.
« Precisamente... » stavolta fu il turno di Glaremy parlare, essendo una comandante lei poteva benissimo parlare col principe rispetto a Hematha.
« La Chiesa ha il compito di proteggere i suoi fedeli. Perdonatemi principe ma se non credete nell'incarnazione di Madre chiesa allora come possiamo ancora sperare... » sentire parlare Glaremy in quel modo mi faceva strano, non ero abituata ad averla con espressioni così serie. Il principe semplicemente mi guardò negli occhi.
« Voi cosa credete che dovremo fare? Siete a capo del vostro gruppo... tre dei quattro regni sono già alleati e l'Imperatore vuole vedervi il più presto per siglare questo patto! » siglare un patto con l'Imperatore? Mi sentivo tremendamente in imbarazzo, non ero nessuno per avere l'onore di vedere la famiglia reale di Inakarrias. Ma avevamo ancora da fare.
« I nani... » Yvossa mosse le orecchie e improvvisamente si interessò alla discussione. « Potrebbero essere ottimi alleati. Abitano a Sigdel tra le Montagne delle fiamme, Inakarrias è anche la loro casa e potrà sempre essere di strada per la capitale... » mi voltai verso la nana. « Tu che ne pensi? »
Pareva incerta e non del tutto convinta. « Dista molto tempo... quasi un mese di viaggio e forse di più. Ci sono le montagne centrali da superare e solo gli Dei sanno quanto ci vuole! » eppure non aveva ancora detto di no. Questo significava che l'idea poteva essere fattibile. « Immagino che sia un altro motivo per andare a Sigdel... » si riferiva alla chiave di cui avevamo parlato.
« Allora è deciso, cavalieri. Ma non parliamo ancora di guerra... questi sono giorni di festa... ed è giusto che siate miei ospiti qui al castello finché non deciderete di partire! »
Non ero molto felice dell'idea così come non lo era Winsper. Raphael pensava che magari potevamo prolungare un po' il nostro riposo ma parlando con me capì il mio pensiero e forse cambiò idea solo per l'amore che provava per me. Non volevo abusare della loro ospitalità così come non lo volevano altri di noi. Gli elfi in particolare. Dovemmo però lo stesso restare visto che il sovrano sembrava parecchio indisposto a farci lasciare il castello; a ognuno di noi fu consegnato un abito nuovo e pulito da poter usare nel giorno del matrimonio fino alla fine delle danze e del ricevimento. Il mio era di un magnifico blu scuro che s'intonava ai miei occhi, aveva una gonna ampia piena di balze e il corpetto era stretto, mi feci aiutare da Hematha, lei indossava un vestito più semplice color verde smeraldo come i suoi occhi; mi aiutò persino a farmi i capelli, era davvero abile con quelle cose, li avevo appena lavati come il resto del corpo e li trattò con maestria: da che erano mossi divennero un complesso chignon, un gomitolo composto da intrecciatura, come sempre indossai il ciondolo in argento di mia madre mettendolo al collo. Misi le scarpe col tacco e poi uscimmo dalla stanza che mi era stata concessa.
Gli altri erano vestiti più o meno elegantemente, il migliore in assoluto era però Raphael; indossava un pantalone con le braghe bianche, una camicia argentea e sopra una bellissima giacca blu scura come il mio vestito, alle spalle teneva delle bellissime piume di quello che doveva essere un corvo un tempo. Aveva l'aria principesca con quella giacca formale, cercai di tenermi composta quando lo trovai davanti ai miei occhi. I suoi erano sbarrati, era paralizzato. Si avvicinò a me e allungo una mano coperta da un guanto di velluto argentato prendendomi la mano e baciandola con leggerezza provocandomi un brivido alla schiena. Si rimise composto e mise il mio braccio attorno al suo.
La cerimonia fu bellissima, o almeno per me che ero abituata ai tristi matrimoni degli Erranti, la sala della cattedrale era addobbata di migliaia di fiori, il principe aveva fatto in modo di riservarci dei posti su delle panche molto vicine all'altare dove i due sovrani si trovavano. Lui era vestito con un abito nero mentre la principessa con un bellissimo abito color avorio che brillava come un lampadario. Erano entrambi felici ma cercavano di mostrare contegno, stavano unendo due potenti nazioni e non era solo questione di essere felici. Al termine della funzione ero invidiosa: come la principessa anch'io volevo il mio “per sempre felici finché morte non ci separi”.Tuttavia il mio legame col demone minava la mia felicità e il mio futuro, ma Hematha e Tarnyth si stavano impegnando molto per quello, eppure nessuno dei due sapeva di farlo.
Non avevo detto neanche ad Hematha del bacio con Raphael, in quel matrimonio io ci vedevo tutta la mia vita, me accanto a Raphael, magari in una piccola casa; la prospettiva però di diventare casalinga non mi piaceva, pensandoci bene neanche l'idea di avere figli mi stava bene! E se lui ne voleva? Poi pensai che eravamo solo ragazzi e non potevamo ancora sentire il bisogno di una famiglia come di un matrimonio.
In effetti non eravamo neanche fidanzati. Raphael mi scosse quando tutti si alzarono, andammo via dalla cattedrale accanto al castello e passando per i giardini ci avviammo verso la grande sala da ballo dove si sarebbero tenute le danze e il ricevimento.
La musica venne intonata da quattro musicisti muniti di violini e altri strumenti, al centro di loro ci stava un bardo, canticchiava una canzone malinconica e movimentata allo stesso tempo; i nobili ballarono, mangiarono lungo i tavoli che erano stati messi davanti agli specchi e si divertivano come tutti noi. Mentre le danze venivano intonate c'era anche dei giullari e de gli arlecchini che facevano giochi di prestigio e divertivano molto i nobili presenti nella sala. Notai che i miei compagni non erano molto felici della musica, o almeno, Morkor e Yvossa stavano in disparte; Tarnyth e Hematha sembravano in perfetta combinazione, era stata lei però a insistere per ballare insieme, Winsper invece aveva trovato molto piacevole l'invitare Glaremy e vedersi accettato l'invito, dopo che fosse venuto da me e che gli avessi detto che non mi andava di ballare perché non sapevo cosa fare, un modo gentile per rifiutarlo nonostante fosse la verità. Restavo semplicemente in disparte, Raphael sembrava essersi perso e finalmente lo vidi in mezzo alla folla che non ballava, avanzava verso di me.
« Vorreste ballare con me? Non mi piace vedervi là mentre non vi divertire. E io avrei piacere nel ballare con voi... » mi chiese porgendomi la mano e prendendo la mia, aveva una stretta calda e piacevole, io però non ne sapevo nulla di ballo.
« Non mi sgridare se non so muovere i piedi! » dissi scherzando e lui scoppiò a ridere mentre ci mischiavamo tra le persone in quella danza lenta e movimentata. Forse un valzer.
Mi spinse a sé, mise una mano attorno alla vita e l'altra presa la mia, io mi poggiai al suo petto, una mano stringeva la sua e l'altra poggiava sulla spalla, ero in imbarazzo vista la stretta vicinanza tra i nostri corpi, non ero mai stata così a contatto con Raphael, eppure mi faceva piacere, lui era il ragazzo che amavo e che volevo. Il primo in assoluto che avevo desiderato.
« È una bella musica non trovate? Certo nulla è paragonabile a voi... e mi chiedo se abbiate pensato a noi due! » mi lasciò semplicemente scivolare con la schiena indietro, ero in equilibrio sulla sua mano vista la mia posa.
« Raphael io ti amo. Ma come posso prometterti una vita felice? Se dovessi perdere la mia anima il giorno seguente a... » al fidanzamento? Al matrimonio?
« Se non ti piaccio puoi dirmelo... » rizzai le orecchie: aveva usato il “tu” con me? Quasi non ci potevo credere.
« Raphael mi stupisci... mi fa piacere che tu stia cominciando a parlarmi come fossi una persona normale. Potresti aver guadagnato punti fiducia... » dissi scherzando con lui, ridendo perché ero davvero felice a stare con lui.
« Non credo accadrà spesso... mi piacete troppo. Voi siete superiore a me in quanto donna, e maga eccezionale posseduta soprattutto... » Raphael era l'uomo adatto a me, e io non volevo rischiare di rovinare tutto a causa del demone, forse dovevo lasciarmi andare, fare in modo che il cuore battesse per lui.

 
* * *

Viaggiammo fin dalle prime ore solari, il viaggio verso Sigdel era parecchio lungo e sembrava avverso. Ci avremmo messo più di un mese forse e dovemmo quindi prepararci con alcune scorte che come sempre mettevamo sugli zaini che poi venivano messi ai fianchi del cavallo di Raphael; avremo sicuramente finito spesso le scorte ma speravamo di incontrare mercanti nella strada che si poneva tra noi e la città dei nani. In quel mese ero certa che Hematha e Tarnyth avrebbero anche finito il libro in modo da capire come risolvere i miei problemi e quelli di Winsper. Tuttavia avevo imparato in una notte che era giusto concentrarsi sul presente, i miei pensieri infatti erano direzionati verso un'unica figura e sentivo che volevo parlarne con la mia unica amica, mi avvicinai ad Hematha mentre eravamo in viaggio attraverso le grandi valli verdi e grige.
« Sai... non parliamo da molto tempo. Mi chiedevo se potevo ancora raccontarti le mie cose... » lei si voltò meravigliata verso di me, incredula delle stupide parole che avevo detto.
« Ma certo che puoi! Siamo amiche. E se pensavi che il demone cambiasse ciò... » forse in un primo momento non si era esattamente dimostrata favorevole. « Parlami di ciò che vuoi! » disse infine, annuì e cercai di respirare, trovai coraggio di parlare guardando le spalle di Raphael, il suo pensiero mi dava forza.
« Io e Raphael ci siamo baciati. La notte dopo che il demone è uscito dal mio corpo... » dissi senza giri di parole, lei non fece alcuna espressione, lo aveva capito probabilmente.
« Immaginavo da come i vostri occhi si cercano, da come i suoi movimenti sono indirizzati verso di te in modo costante quasi come se dipendesse da te. » era una cosa strana, non pensavo potesse vedersi tanto. Non ero mai stata innamorata e non riuscivo a sapere com'ero all'esterno. Molto ovvia!
« Cosa ne pensi di me e lui? Voglio dire... » non potevo spiegarmi, ma ormai dovevo dire tranquillamente la verità. « Tu sei un'esperta più di me di demoni; ho paura che il demone possa riuscire a prendere la mia anima... se dovesse fargli del male non me lo potrei perdonare. Non ho garanzia di quanto tempo mi resta e se dovessi essere posseduta lui dovrebbe uccidermi... e se non potesse farlo vedendo la mia forma? » i miei pensieri si concentravano unicamente sulla sua felicità, io volevo essere felice, ma per esserlo dovevo mettere Raphael in un grosso rischio, la mia vita tra le sue mani.
« Stiamo studiando il tomo proprio per questo! » mi corresse Hematha con un sorriso per cercare di tirarmi su di morale.
« Sì lo so. Ma se non fosse possibile? I tomi sull'esorcismo totale sono pochi, pochissimi sono i casi di riuscita. Mi sbaglio forse? Perché io dovrei essere diversa? » chiesi senza potermi dare pace su ciò che mi accadeva, lei socchiuse gli occhi.
« Tu sei forte, Myrah. Non ti parlo della forza dei tuoi incanti. Tu non puoi percepirla, ma tu hai realmente un'aura potente. Io riesco a sentirla... oltre quella del demone, i tuoi poteri dipendono dalla tua volontà e ne hai molta! »
Nonostante le sue parole fossero sincere e semplici non riuscivo a capirla. « Mio padre è morto per proteggermi. Non posso permettere che Raphael faccia lo stesso... perché so cosa Lamia può promettere, lo lessi in un libro... » il tomo degli spiriti che mi era stato dato da Rugornah. Gli spiriti potevano persistere in un corpo ma nutrirsi di un altro contemporaneamente senza possederlo, bastava un legame forte con quell'individuo, nel mio caso erano i sentimenti dell'amore.
« Myrah! Per il Creatore cerco di dirti di non preoccuparti ma tu metti dei pali per fare in modo che il demone si nutra di paura. Diventa forte se fai così e in questo modo non puoi scacciarlo! » disse piena di disapprovazione, non era stata cattiva, le sue parole erano veritiere e me ne rendevo conto per giunta senza poterci fare nulla.
La discussione con Hematha giungeva al termine, non potevo non darle ragione e la cosa mi infastidiva. Nel pomeriggio arrivammo a un piccolo laghetto, ne approfittammo per fare una pausa visto che avevamo acqua pulita e dolce da poter consumare. Nonostante fosse fredda era comunque piacevole al tocco con le labbra, scendeva per la gola rigenerandomi internamente come se fossi una foglia secca. Mentre Yvossa raccontava i suoi divertenti aneddoti di vita io e Raphael ci scambiavamo sguardi, nei suoi occhi leggevo un desiderio, quello di volermi baciare, di stringermi a sé contro ogni onore da Paladino della Luce, una guerra interna. E lui cosa vedeva nei miei occhi? Passione? Voglia di baciarlo? Forse un sentimento più grande, il desiderio di qualche attenzione proibita.
« Ho visto come guardi l'umano di nome Raphael! » mi disse Morkor improvvisamente, ero andata al lago a fare rifornimento di acqua mentre gli altri smontavano il campo. L'orco era scivolato dietro di me e guardava fisso l'orizzonte.
Negare tutto aveva l'importanza assoluta. « Ma che dici... com'è che lo starei guardando? » dissi scherzando un po', sembrava quasi credibile ma lui restò fermo sul suo pensiero.
« Come noi orchi quanto corteggiamo una donna. E ho notato anche che lui ti guarda come se fossi nuda. Ti sei accorta che il suo sguardo si sofferma spesso sul tuo seno? » la cosa mi mise incredibilmente in imbarazzo e quasi scoppiai e ridere.
« Scusa per le risate, Raphael non mi guarda il seno... » o meglio sì che lo faceva ma cercava di non farsene accorgere per via del suo onore, il fatto che desiderasse il mio corpo... scatenava in me una passione diversa dall'amore, qualcosa di più forte e selvaggio, una voglia che non avevo mai provato!
« Come ti pare... » stava per andare via quando qualcosa mi venne in mente, non avevamo molto del fatto che avesse combattuto contro gli orchi, probabilmente suoi amici.
« Morkor aspetta. Sei sempre silenzioso... quando abbiamo combattuto contro gli orchi non ho avuto modo di chiedere come ti sentissi. Immagino non bene... ma se vuoi puoi parlarne! » lui si voltò lentamente fissandomi con i suoi scuri come il carbone, fece un sorriso e la sua pelle verde divenne pallida stranamente, immaginai fosse il suo imbarazzo.
« Myrah sei una ragazza davvero speciale. Un'umana senza eguali. La persona migliore che abbia mai incontrato. Ma non è necessario che ti interessi alla mia vita... » mi rispose.
Che fosse un modo per evadere la domanda? Scossi il viso. « Tranquillo, non è un problema. Mi interesso alla vita dei miei amici; non certo perché sono una ficcanaso ma perché ci tengo che il mio gruppo stia bene... » era la prima volta che parlavo come una leader, mi sentivo forte facendolo.
Morkor rimase in silenzio per qualche istante e poi fece un grosso sospiro. « Non erano solo miei vecchi compagni. Gli orchi della Palude raramente si lasciano coinvolgere in gruppo numeroso. Nonostante siamo mercenari sappiamo riconoscere i limiti... » rifletté attentamente su qualcosa. « Dal loro colore scuro di pelle verdastra... potrei dire che era presente pure un clan sui Fenandar, posso immaginare cosa abbiano chiesto in cambio... » lasciò in sospeso la frase.
« Gloria per i tempi passati dopo la rivoluzione dell'Era dell'Eclissi? Gli orchi non hanno ottenuto alcun riconoscimento da parte di noi umani... » l'orco annuì, pensavamo lo stesso.
« Sai... a me non importa se hai un demone. Io stavo per ucciderti ma tu mi hai risparmiato, perché non avrei dovuto fare lo stesso con te? Mi hai insegnato la misericordia. È strano come funziona... la trovo ridicola ma quando ci pensi ti senti sollevato di ciò che hai fatto, della gentilezza mostrata. » scrollai le spalle, a quel punto voltò sui tacchi per tornare dagli altri, terminai di riempire le borracce e lo seguii anch'io.
Ci fermammo nuovamente quando riuscimmo a vedere il profilo delle montagne lontanissime, la notte era ormai calata e proseguire in quelle valli piene di banditi poteva essere pericoloso, eravamo attorniati da alcuni alberi e a circa venti metri avevamo il continuo del fiume che arrivava fino al lago di quel pomeriggio, ci accampammo nuovamente per aspettare la notte, dopo cena avevo intenzione di lavarmi, non ero sporca ma volevo semplicemente darmi una rinfrescata. Quando però mi spostai mi accorsi di essere seguita attraverso gli alberi, avevo notato che Raphael mi seguisse. Arrivai al fiume e buttai a terra il telo di lana che usavo per asciugarmi, mi volai lentamente trovandolo davanti ai miei occhi; alto, bello e con gli occhi brillanti. Sorrideva e non riuscivo a non essere felice, mai lo ero stata come in quel momento, specie perché sapevo ciò che volevo. Mi avvicinai a lui accarezzandogli il viso e avvicinando le labbra alle sue, unendoci in un bacio semplice che lui trasformò in qualcosa di passionale, mi aspettavo un rifiuto ma non sembrava per niente intenzionato a fermarmi, dall'interno del mio corpo sentivo il desiderio di spingermi oltre, il desiderio!
« Raphael... cosa stiamo facendo? Cosa siamo io e te? Non comuni amici ormai immagino... » dissi molto vaga sapendo benissimo cosa facevamo, non eravamo amanti... o quasi.
« Io vi amo. Voi mi amate... non credete che la cosa sia molto semplice? Possiamo essere felici entrambi, insieme. Chi se ne importa di quello che pensano gli altri... o forse non mi volete? » disse continuando a scherzare, lasciando intendere la serietà.
Cosa volevo? Io volevo amarlo, chi se ne importava degli altri... era corretto. Non dovevo più farmi condizionare dal demone, non più ora che conoscevo il lato dolce della vita. Ora che sapevo di amare di Raphael e che sapevo che lui corrispondeva. Volevo essere felice.
Continuai a baciarlo, chiusi gli occhi e cercai di affrontare quella danza tra le nostre labbra dove lui conduceva benissimo, era più esperto di me e io mi sentivo totalmente perduta. Lasciai che le mie mani si muovessero da sole, una restava sul suo volto mentre l'altra richiedeva qualcosa di più, scendeva lungo i pettorali accarezzando delicatamente la maglia che indossava, non mi fermò in alcun modo e mi lasciò fare.
« Myrah... siete sicura di volervi intromettere in angoli così proibiti? » disse facendomi frenare la mano. No che non ero sicura, ma sentivo di volerlo nonostante avessi paura.
« Io voglio amarti in ogni modo che posso. » risposi. Vide il vero nei miei occhi e si tolse via la maglietta gettandola via, levandosi gli stivali e gettando anche quelli, cominciò a spogliarmi lentamente, slegò la mia veste e le sue mani arrivarono a toccare la mia pelle calda, fremevo al solo contatto.
« Hai paura? Stai tremando... » sussurrò delicatamente mentre mi accarezzava la schiena, ero protetta dalle sue braccia mentre la veste scivolava via dal mio corpo, eravamo quasi nudi. Avevo paura e cercai di annuire mentre le mie guance esplodevano come fossero vulcani. « Non preoccuparti... » continuò con voce dolce e alternando dei baci alle parole. « Non ti farò del male. Non potrei mai fartene! » a quel punto lasciai che fosse lui a continuare quella danza proibita.
Stavo facendo un passo importantissimo della mia vita e non pensavo neanche che gli altri potessero scoprirci, non mi importava di nulla ormai visto come la mia mente stava viaggiando. Volevo solo essere felice con Raphael, mi lasciai cullare dalle sue braccia mentre mi deponeva sul terreno, si spostò sopra di me e aprii le gambe, chiusi gli occhi.
Quella era la nostra notte, la nostra prima notte.






Angolo Autore:
Awwwww *-* la nostra piccola coppietta di innamorati, quanto amore che c'è nell'aria. E quanti problemi all'orizzonte pronti come la tempesta. Ringrazio Fantasy_Love_Aky per il commento lasciato e un grazie a tutti quelli che seguono e leggono la storia. Al prossimo capitolo ^^
  
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