Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: YukiWhite97    25/08/2015    2 recensioni
Il percorso dell'esistenza può essere diverso per ognuno, ed ogni persona che viene al mondo ha le sue esperienze, la sua storia, il suo posto nella storia di un libro infinito chiamato Vita.
William, tramite svariati racconti, riuscirà a spiegare allo shinigami Grell, esperienze elementari ma anche fondamentali come la nascita, la crescita e la morte.
Racconti che, insieme ai loro personaggi, riusciranno a prendere vita....
Brevissima storiella basata sul film "L'apetta Giulia e la Signora Vita".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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William stava finalmente godendo di qualche attimo di tregua, ora che aveva convinto il nuovo arrivato Grell a lavorare almeno un pò, in cambio ovviamente che lui trascorresse del tempo con quest'ultimo. Era solito a tenersi a debita distanza dagli altri shinigami, ma c'era anche da dire che il rosso era particolare, diverso da tutti.
"Oh mamma mia" - sospirò egli raggiungendo lo studio del corvino per poi accasciarsi al suolo
"Cosa ti prende 33 21 22?" - domandò William guardandolo.
"Ancora? Ti ho detto che mi chiamo Grell - sbuffò a braccia conserte - e poi sto bene... e che il lavoro è davvero faticoso"
"Sai come si dice? - domandò l'altro afferrandolo per mano e sollevandolo - il lavoro nobilita l'animo"
"Tsk, d'accordo, ma non cambia il fatto che mi sento strano... mi sento... invecchiato da ieri"
"Non sei invecchiato, sei cresciuto, questa è la scelta che fanno tutti i giorni gli esseri viventi, crescere oppure invecchiare - disse accennando un sorriso - vuoi sapere come continua la storia?"
"Sì ti prego - sussurrò andandogli incontro - raccontamela ancora"
"Eh va bene - sospirò - dunque, dove eravamo rimasti... ah sì. Alois aveva segretamente lasciato il paradiso, una legge che nessuno dovrebbe mai infrangere..."

Ash si ritrovava a sospirare tra le nuvole, alzando poi gli occhi al cielo.
"Questi bambini - si lamentò - non sono ancora nati e già fanno i prepotenti - si rivolse ai tre passerotti dai tre colori pastello - ma suppongo... che dovrei pensarci io, non è vero?". I tre animaletti angelici risposero ognuno con un cinguettio, e a quella risposta, l'Angelo fece comparire dal nulla quella che poteva essere scambiata per una canna da pesca, cosa che effettivamente era. La lanciò in basso, tra le nuvole, e dopo aver sentito strattonare, la tirò nuovamente su, trascinando questa volta con se, anche il biondo ragazzino che era poco prima scappato.
"Eh va bene - cantilenò quest'ultimo - che ho fatto questa volta? Quello non si decideva mai!"
"Esistono delle regole, Alois - lo rimproverò Ash - e tu devi rispettarle!"
"Uffa, questo significa che devo tornare nel mio lettino?" - piagnucolò.
"No - rispose - ormai hai varcato il cancello. Devi solo pagare pegno"
"Pagare? - domandò portandosi un dito vicino le labbra - che vuol dire "pagare"?"
"Cose del mondo degli uomini - rise - capirai presto"
"Oh.. allora che faccio? Nasco?" - chiese.
"Con un giro un pò più lungo - rispose  dolcemente, spingendolo verso il basso con un gesto delicato della mano - buona fortuna, Alois".
In quel momento vi fu come un fulmine, che con il suo boato fece fremere e nuvole del paradiso.

"Wow, che bello! - esultò Grell - è una cosa così emozionante! Però... ecco... quel signore..."
"Quello è un angelo" - sospirò William portandosi una mano sul viso.
"Quel signore che si chiama Angelo - cantilenò - doveva per forza metterlo alla prova? Nascere è già una bella prova, no?"
"Ebbene sì - continuò a raccontare - dopo che l'Angelo ebbe mandato Alois via dal paradiso, gli disse che avrebbe dovuto, trovare la luce, ma il nostro amico non sarebbe stato solo..."

Alois si era materializzato in uno strano luogo che somigliava molto ad un bosco tetro e buio. Si guardò intorno un pò spaventato, finché non si vide comparire davanti degli... strani animali...
"Eh? - domandò - e voi chi dovreste essere?"
"Noi siamo Thompson, Timber e Cantebury, e siamo stati mandati da Ash per aiutarti" - rispose i tre in coro, i quali più che animali, sembravano essere umani travestiti da procioni.
"Ah, capisco - rispose - quindi voi dovreste aiutarmi?". Fece per indietreggiare, ma nel farlo andò a sbattere contro un'altra figura, una donna travestita da cervo.
"Non avere paura - gli disse - io mi chiamo Hannah, e anche io sono qui per aiutarti!"
"Ah! - sussultò - va bene d'accordo. Se volete rendervi utili, dovete aiutarmi a trovare la luce!"
"Luce? - domandarono i tre gemelli guardandosi - cos'è? E di che colore è?"
"Oh, perfetto - sbuffò Alois portandosi una mano sulla testa - non la troverò mai!"
"Non ti abbattere - lo consolò Hannah - certo che lo troverai"
"E va bene - sospirò tirandosi su - devo trovarla, non posso di certo arrendermi. Però dovrò inventarmi qualcosa, qui in questo bosco oscuro non c'è neanche una scintilla luminosa, è troppo buio! Lei si nasconde...!"
"Dai Alois, non arrenderti! - esclamarono i gemelli - continua a cercare". Il biondo prese a guardarsi intorno, portandosi una mano vicino le labbra.
"Guardo in alto e in basso... chissà se la luce è rossa o gialla... o calda o fredda... accidenti, nascere è più difficile di quel che credevo... e sono così stanco..."
"Ci pensiamo noi! - intervenne Hannh - voi, cercatela, e anche noi Alois. Dopotutto devi nascere". Il ragazzino annuì, e dopo averle sorriso, le porse una mano, iniziando a cercare.
Camminarono a lungo per luogo tetro, sperando di scorgere uno sprazzo di luce che però temevano non sarebbe mai arrivato. Quelle che passarono sembrarono ore, e Alois si sentiva sempre più stanco, dopotutto il viaggio per arrivare fin lì era stato faticoso, ma se si fosse arreso allora non sarebbe mai nato.
Arrivato ad un certo punto, troppo esausto per reggersi ancora sulle sue gambe, si sedette al suolo, esasperato.
"Ah, accidenti - iniziò a dire Timber - certo che l'uomo non cambierà mai, eh?"
"Cosa... cosa vorresti dire?" - domandò il biondo.
"Gli uomini continueranno sempre a cacciarci e ad ammazzarci" - sospirò Timber.
"Ragazzi! - li rimproverò Hannah - vi sembra il momento?"
"Non fraintendere - disse Cantebury - noi lo aiuteremo lo stesso, abbiamo solo bisogno di continuare a sperare!"
"ECCOLA! - urlò ad un tratto Alois alzandosi in piedi - L'HO TROVATA FINALMENTE!". Dinnanzi a lui, una luce bianca e splendente simile a quella del paradiso si estendeva, una luce calda e invitante che lo portò sin da subito a desiderare di corrergli incontro.
"Vai Alois - lo incoraggiò Hannah - ci rivederemo"
"Sì - sorrise - grazie mille!". Dicendo ciò, iniziò a correre verso un mondo nuovo...

.... E chissà perché, nello stesso momento, in un paese lontano, lontano...
Un bambino nasceva, piangendo a squarciagola e dimenandosi.
Alois stava cantando al mondo la sua vittoria...

"Oh - sorrise Grell con fare assonnato - che cosa bella, alla fine Alois è riuscito a trovare la luce. Ma Will.. queste sono solo storie?"
"Non sono solo storie - rispose scuotendo il capo - la Vita è una grande Favola. Alois è già nato, ora tocca a Ciel.
Dunque... lì dove si trovava, Ciel sognava, dormiva e cantava..."
"Beato lui" - rise il rosso.
"... Sognava sua madre, passava intere ore ad immaginarsela... mora o bionda, grassa o magra, alta o bassa, ma comunque sempre bella... Ma sua madre... aveva così paura..."

Una giovane coppia si trovava a letto, era notte, e avrebbero dovuto dormire, se solo lei non fosse stata così inquieta.
Suo marito si voltò, afferrandola dolcemente e potendo percepire nei suoi occhi una paura che già da diverso tempo l'accompagnava.
"Rachel" - la chiamò.
"Vincent - rispose - non sono sicura di volerlo far nascere. Il nostro mondo è così orribile, guerre, ingiustizie, litigi"
"I bambini - sussurrò - è per questo che ci sono i bambini. Senza di loro vivremmo in un mondo grigio"
"Non lo so - rispose ella stringendosi a lui - non so cosa fare".
Ciel poteva vedere e sentire tutto nel luogo in cui si trovava. Tutt'intorno non vi era nulla, solo acqua e tanto spazio dove poteva nuotare tranquillamente, mentre di tanto in tanto poteva formare delle bolle che gli permettevano di osservare degli sprazzi del mondo lì fuori. In particolare, usava quelle bolle per poetr sentire le voci dei suoi genitori e vederne i visi, in particolare quella di sua madre, sempre così triste e preoccupata. E stranamente, se lei era triste, lo era anche lui, come se fossero stati legati sin da prima della sua nascita.
"Ho già lasciato la stanza dei bambini - sussurrò il ragazzino tristemente - ormai non posso più tornare indietro...". Si guardò intorno, facendo un respiro di rassegnazione, iniziando a cantare dolcemente, cantare gli piaceva molto, lo aveva fatto tante volte in paradiso.
"Vorrei sorridere con te, toccare il cielo con le dita, parlarti di me e conoscere la vita.
Vorrei vedere i tuoi occhi, infiniti e poi così chiari, parlarti di me, e conoscere anche i fiori..."


La sua mano scivolò sul manto d'acqua, e immediatamente si formano dei cerchi, che attraversò in modo aggraziato.

"Mamma, so che vuoi vedere il mio viso, e so anche che non vuoi farmi curiosare nella vita..."

Poi udì la sua volce, dolce, apprensiva.

"Ti prego, ho paura di ascoltarti"

"Io ti chiedo di ascoltarmi - cantò con fare supplichevole - di regalarmi una carezza. Ma se non vuoi sarò sempre qui con te. Non voglio abbandonarti, vorrei sentire le tue mani, ma se non vuoi non ti lascerò mai più".

Disperatamente, si lasciò cadere indietro, sempre cullato dall'acqua, con la speranza che la sua voce, il suo tocco, qualcosa, arrivasse alla donna che avrebbe dovuto metterlo al mondo, per farle capire che qualsiasi decisione ella avrebbe preso, lui non le avrebbe portato mai rancore.
E quel segno non tardò ad arrivare.
Rachel si tirò su con un sussulto, portandosi poi una mano sul viso.
"Cosa ti prende? Che è successo?" - domandò Vincent.
"Io l'ho sentito" - sussurrò ella con le lacrime agli occhi.

"Ooh - borbottò Grell socchiudendo gli occhi - sono sfinito. Quel povero Ciel che vorrebbe tanto nascere, ma la sua mamma non riesce a dormire... forse ci sta ripensando?"

"Che cosa dovrei fare? - domandò Ciel guardandosi intorno - forse dovrei tornare indietro, così la mia mamma non avrà più preoccupazioni. Che peccato però... non vedrò mai il sole... ma non posso stare qui e andare avanti... è troppo... troppo difficile..."
Poi udì nuovamente quella dolce voce che gli dava sicurezza, una voce che risuonava come una supplica.
"Non lasciarmi! Adesso non voglio più perderti!"
Ciel sorrise nel rendersi conto che quella era la voce di sua madre.
"Mamma... vedrai che ce la faremo" - sussurrò impercettibilmente.

"Sì... - rispose lei - ce la faremo..."

Grell fu costretto a strozzare un gemito per evitare di piangere come uno stupido, ma il tentativo fallì miseramente.
"... Le prime ore che seguirono furono terribili - sospirò William - quelle dopo un pò meno. Ciel non fu dichiarato mai fino alla fine, completamente fuori pericolo. Ma lui e Rachel continuarono a lottare... a combattere insieme... e un bel giorno..."

Dopo mesi di ansia e preoccupazione, Rachel e Vincent poterono tirare un respiro di sollievo nel sentire il pianto fragoroso del loro bambino. Quando la donna prese tra le braccia il suo piccolo, fu felice di vedere come quest'ultimo avesse i suoi occhi.
"Benvenuto al mondo - sussurrò ella - tu ti chiami Ciel, non è vero?".
E il neonato, per quanto potesse sembrare assurdo, parve fargli un cenno con il capo.
"Lo sapevo - sorrise - Ciao Ciel"

"Yaaaaaaaa! - urlò Grell - come sono contento! Ce l'ha fatta alla fine! Mi piace la vita!"
"Come a tutti gli esseri viventi - sussurrò l'altro accarezzandogli la testa - anche se..."
"Anche se...?"
"Oh, lascia perdere - disse scostandosi - è troppo presto per pensarci..."

Angolo dell'autrice
Eeh Ciel e Alois sono nati, in modo molto normale aggiungerei, alla fine chi è che non nasce così? XD
No vabè, scherzi a parte, la nascita è compiuta, e adesso che la vita è iniziata inziano anche i guai per i due :PP
   
 
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