Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: imallaboutcalumsbass    25/08/2015    2 recensioni
Isabelle è la figlia del ricco e famoso imprenditore Edward Waldner. Fin dalla sua nascita, è abituata a vivere serenamente nella sua enorme reggia, circondata da maggiordomi, governanti e camerieri, che strisciano ai suoi piedi, ad ogni suo schiocco di dita. Crescendo, si rende conto che la vita che conduce è ricca di piaceri, quanto di oppressioni. Si sente schiacciata ed intrappolata in quel mondo che predilige la perfezione, sente come se stesse sprecando la sua vita, non stesse vivendo tutte le esperienze che una ragazza della sua età dovrebbe e non ne avesse il controllo, a causa delle imposizioni che deve eseguire alla lettera per integrarsi in quella società. Quando incontrerà Calum Hood, un modesto venditore di strumenti musicali, la sua vita di accenderà e si incasinerà.
--------------------------------------------------------------------------------------------
Tratto dal primo capitolo:
"Perché hai continuato a mostrarmi le chitarre?" Chiese Isabelle, curiosa. Il ragazzo piegò la testa, elaborando la domanda. "Se sapevi che non mi interessava." Spiegò la giovane. Lui alzò le spalle.
"Perché mi piaceva il modo in cui mi guardavi, mentre lo facevo." Le sorrise, facendo colorare le guance pallide della ragazza in un tenue scarlatto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

"Three things cannot be long hidden: the sun, the moon and the truth."

Isabelle si sedette sulle scalinate sporche e consumate dal tempo, non voleva stare realmente lì a preoccuparsi per i suoi vestiti, tanto a suo padre non piacevano neanche. Chiamò Arnold, che le fece una strigliata per telefono del tutto meritata. Avrebbe dovuto ripetersi in testa quelle parole la prossima volta che le sarebbe venuto in mente di fare una bravata simile, con un ragazzo sopratutto, con Calum, quel Calum che ad Arnold non piaceva e si sapeva che Arnold aveva sempre ragione. Alla fine, il maggiordomo le aveva promesso l'arrivo della macchina fra qualche minuto, non poteva di certo negarglielo, anche se fosse stata una bella lezione. Quando qualcuno prese il posto accanto a lei, fece un sospiro di sollievo, non che avesse voglia di intrattenere un discorso con Mali-Koa in quel momento, ma per lo meno l'avrebbe distratta dai suoi pensieri.
"La macchina arriva tra circa dieci minuti." La informò Isabelle, strofinando le mani sulle sue ginocchia nervosamente. Voleva abbandonare quel posto, i capelli le puzzavano di fritto e non si era nemmeno gustata il panino. Non avrebbe dovuto comunque, presto l'avrebbero messa a dieta.
"Me ne servono cinque." Pronunciò la voce al suo fianco, che era decisamente più mascolina e profonda di quella di Mali-Koa. Il battito della ragazza sembrò fermarsi per pochi istanti alla realizzazione e sarebbe scappata immediatamente, se non avesse dovuto aspettare la sorella del ragazzo che le si trovava accanto. Dannata gentilezza, dannata educazione, pensò.
"Ti è tornata la parola." Notò ironicamente la ragazza. Da quando faceva ironia? Da quando non aveva altro modo per difendersi. "Ora sono io a non volerti ascoltare." Chiarì lei, alzandosi dalle scalinate e allontanandosi. Non poteva affrontarlo, non sarebbe riuscita nemmeno a guardarlo negli occhi. Chiaramente Calum la seguì, perché solo qualche secondo dopo si sentì afferrare il braccio. La ragazza oppose resistenza, ma lui riuscì ugualmente a farla girare nella sua direzione. "Calum, non puoi." Spinse il suo petto per farlo allontanare. "Non puoi usare la tua forza fisica per obbligarmi ad ascoltarti, non puoi decidere tu quando sia il momento di farlo." Gli sputò contro, con fin troppa enfasi. Non puoi comportarti come se te ne importasse, quando non è così, avrebbe voluto aggiungere. Il ragazzo chiuse le mani in due pugni, le strinse così forte da lasciare le unghia stampate sul palmo. Avrebbe dovuto calmarsi o avrebbe detto qualcosa di cui si sarebbe pentito.
"Isabelle, cazzo." Sputò lui, cercando di rilasciare un minimo di rabbia, non riuscendo a trattenersi. "Quando quel giorno sei entrata al negozio ed ho saputo che avevi un maggiordomo, ti ho detto che non avrei voluto avere a che fare con te, perché? Perché avevo dei fottuti pregiudizi, ma ti ho conosciuta, l'ho fatto lo stesso, per Dio. TU NON PUOI dirmi di odiare il tuo mondo perché è pieno zeppo di pregiudizi e quando arriva una tizia dal nulla che ti racconta una storiella, distruggi tutto ciò che abbiamo costruito per i tuoi stupidi pregiudizi, perché questi sono, non conosci la storia, ti sei fatta una tua idea e deve essere quella. Ma indovina? Non sai un cazzo!" Urlò rabbioso Calum, tirando le punte dei suoi stessi capelli. La giovane rimase totalmente immobile, ferita. Nessuno si era mai permesso di parlarle così.
"Se tu, solo per un momento, avessi smesso di essere rude e completamente pregiudizievole, avresti capito che la parte peggiore è stato il tuo comportamento completamente menefreghista ed impassibile, come se non esistessi. Non dico che dovevi difendermi, ma non hai cercato nemmeno di tranquillizzarmi o altro, quindi scusami, se io nel frattempo mi sono fatta la mia idea." Riferì Isabelle con una tranquillità, che avrebbe spaventato chiunque, una tranquillità che celava le più grigie e profonde emozioni.
"Beh, la prossima volta te ne parlo davanti ai miei amici, mia sorella, tutta la mia settima generazione e magari invito a tavolino anche gli One Direction." Alzò le mani sarcastico, scuotendo la testa. La ragazza si sorprese di quanto fosse irragionevole, si sentì presa in giro solo per il fatto che lui stesse affrontando col sarcasmo la discussione ed, in quel momento, si chiese come avesse fatto a non accorgersi del Calum che si nascondeva dietro quella copertura da ragazzo perfetto.
"Bene, siamo solo io e te adesso. Parla." Incrociò le braccia al petto quest'ultima, in una posizione di sufficienza. D'altronde, qualunque cosa avesse detto lui, non sarebbe potuto essere peggio di come l'aveva già fatta sentire.
"Era quello per cui ero venuto, ma tu hai deciso di fare la preziosa." La attaccò nuovamente il ragazzo. Isabelle spalancò gli occhi e si chiese perché lui stesse cercando di ferirla così ardentemente. Dalla bocca di Calum non uscivano altro che cattiverie, le sembrava di aver conosciuto un'altra persona in quegli ultimi giorni.
"Smettila di parlare, smettila di parlare adesso!" Gli ordinò furibonda lei, avendo già fatto il pieno, non aveva bisogno d'altro. Il giovane fremeva di una rabbia incontrollabile, che si espanse quando si sentì impartire ordini. 
"Esci dal tuo mondo da principessina e smettila di dare ordini." Le consigliò lui fra i denti, perché la situazione gli stava sfuggendo di mano. Isabelle lo guardò negli occhi e non riconobbe il ragazzo che aveva conosciuto nei giorni precedenti.
"Sto solo evitando che tu peggiori la situazione." Ammise lei, abbassando lo sguardo, esausta. Poteva una discussione sfinirla più di qualsiasi altra attività fisica?
"Stavo solo cercando di sistemare le cose e tu hai mandato tutto a puttane." La accusò lui, completamente fuori controllo. Isabelle non sapeva come salvare la situazione, nonostante tutto aveva sperato di poterlo fare, ma arrivata a quel punto non era sicura di volerci più provare. Vide la limousine svoltare l'angolo e la prese come una conferma divina, avrebbe dovuto abbandonare quel posto e lui in quel preciso istante.
"Io mi sono fidata di te, ti ho fatto confidenze che credo di non aver mai fatto a nessuno prima ed onestamente, ho abbastanza falsità nella mia vita, non ho intenzione di aggiungerne altra." Decise di fare un'ultima piccola premessa lei, prima di andarsene definitivamente. Cercò di mantenere una posizione severa e gli puntò un dito al petto, ma poi sospirò stremata. "Se devi dirmi qualcosa dillo adesso, perché dal momento in cui salirò su quella macchina non mi rivedrai più." Gli diede un ultimatum, un ultimo innocuo tentativo, che fallì miseramente davanti al silenzio di lui. "Come pensavo." Sorrise lei amaramente, dirigendosi verso la macchina e lasciando Calum solo, con il respiro ancora irregolare e duemila parole non pronunciate fra le labbra. Quest'ultimo vide la ragazza scomparire nella macchina, abbassò lo sguardo sul suo polso, dove era ancora infilato l'elastico che le aveva rubato minuti prima e diede un calcio all'aria, come se gli potesse ritornare. Isabelle aspettò che Mali-Koa la raggiungesse, tra l'altro aveva capito che le aveva solo dato del tempo per parlare con suo fratello, non era di certo rimasta incastrata col sedere sul gabinetto tutti quei minuti. Mali salì in macchina, estasiata davanti al lusso che le si presentava davanti, allegra e spensierata, evidentemente sicura che loro avessero chiarito. Isabelle rise amaramente per l'ennesima volta, probabilmente la sorella non sapeva che tale stupido fosse Calum. La ragazza si allungò verso il portacioccolatini e afferrò un Bacio Perugina, scartandolo. Aveva bisogno di contrastare quell'amaro che le era rimasto in bocca. Il foglietto stropicciato all'interno dell'involucro le scivolò sulle gambe e sorrise ironicamente, leggendolo: "tre cose non possono essere nascoste a lungo: il sole, la luna e la verità". Anche una stupido messaggio dei cioccolatini si prendeva gioco di lei.











I'm aliveeeee!
Sono vergognosa, no davvero, non aggiorno da più di una settimana, ma - scusate per i deboli di cuore - la scuola sta per ricominciare, però finché non lo dico ad alta voce non è vero, finché non lo dico ad alta voce non è vero, l'importante è continuare a ripeterlo. Questa dolorosa rivelazione non è fine a sè stessa ovviamente, il punto è che mi sto godendo gli ultimi giorni di vacanza e raramente passo a casa più di 30 minuti al giorno ed, in quei 30 minuti, o dormo o mi preparo per uscire. E sarebbe anche una buona giustificazione per concedermi il vostro perdono, se solo non mi stessi ripresentando con un capitolo del genere, che fa bestemmiare anche i più fedeli religiosi. Se allo scorso capitolo volevate solo picchiarmi, so che, dopo aver letto questo, state già preparando il luogo per la mia esecuzione. Mi dispiace per chi ha pensato che il disastro si concludesse allo scorso capitolo, in cui era ancora effettivamente salvabile, ma in mia discolpa, ha fatto tutto Calum. Wow, sarei un bravo avvocato. Isabelle è convinta di aver scoperto la vera natura di Calum ma, secondo voi, è davvero così? Oppure, cosa gli sarà preso? Lo scoprirete solo continuando a seguire questa storia e i miei disagi all'interno di essa. Alla prossima!

Ps. Non sono sicura che lì esistano i Baci Perugina, ma mi sentivo ribelle quando ho scritto questo capitolo. 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: imallaboutcalumsbass