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Autore: darkroxas92    25/08/2015    6 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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55: Visione, attacco e sogno Capitolo 55: Visione, attacco e sogno
Quella sera, il terzo anno di Grifondoro andò in silenzio nei propri dormitori: ciò a cui avevano assistito durante l’ora di Difesa contro le Arti Oscure aveva lasciato sconvolti quasi tutti.
“Natsu…” Domandò Dean, seduto sul suo letto, guardando il compagno dai capelli rosa. “Tu… Tu hai chiamato quel drago Igneel… Ma quello non era il nome di tuo padre?”
Natsu non rispose.
“Igneel e quel drago viaggiavano assieme.” Decise di intervenire Harry, sapendo di dover trovare una scappatoia. “Erano inseparabili, e Natsu è cresciuto assieme a entrambi. Happy invece è rimasto da un’altra parte. Per questo… Per questo Natsu è rimasto così sconvolto.”
“L’ho cercato per anni… da quando è scomparso.” Mormorò il Dragon Slayer, forse più a se stesso che ai compagni di stanza. “L’ho cercato disperatamente… vederlo così mi ha sorpreso. Non pensavo ci fosse davvero qualcosa in grado di farmi paura…”
“Chi era invece quel tipo dai capelli blu?” Chiese Seamus a Neville.
“Il suo nome era Gerard. Era… Era il mago che ha scatenato l’Eterion.” Rispose lui. “Era incredibilmente potente… forse avrebbe potuto davvero tenere testa a Voi-Sapete-Chi…”
“Scherzi?!” Esclamarono i due compagni di Grifondoro, increduli.
“Purtroppo no.” Continuò Gray. “Io non l’ho visto, ma ciò che voleva fare… Sarebbe stato terribile.”
“Quanto?”
“Tanto terribile che probabilmente Silente sarebbe stato disposto a chiedere un’alleanza a Voldemort per fronteggiarlo.” Disse Majutsu. “Voleva riportare in vita un mago incredibilmente potente. Tanto che Hogwarts sarebbe stata spazzata via al solo muovere della sua mano.”
“E voi come sapete tutto questo?”
“Ve l’ho detto oggi: abbiamo visto l’Eterion in azione… secondo voi perché?”
“Non vorrai dire-”
“Gerard ha provato a usarlo contro di noi.” Rispose Erza, entrando nella stanza.
“Erza! Questo è il nostro dormitorio!” Esclamò Dean, scioccato dall’ingresso di una ragazza nei dormitori maschili.
“Immaginavo steste parlando di quanto successo oggi. Ho preferito venire anch’io, visto che Gerard era mio amico.”
A quella frase, Dean e Seamus la guardarono spaventati.
“Tranquilli, non ho mai condiviso i suoi folli progetti. Ero sua amica prima che perdesse il senno. Eravamo… nella stessa situazione, se possiamo dire così.”
“Ha a che fare con quello che ti è apparso davanti? Quello che teneva un occhio?”
“Quello era il mio occhio… mi è stato strappato via quando ero bambina… proprio quando Gerard è cambiato.”
“Ma se hai perso l’occhio allora-”
“Quello che ho adesso è stato ricostruito usando la magia. E per quando riguarda Shimon…”
“Shimon si è sacrificato per salvare la vita a me e a Erza proprio da Gerard. È morto davanti a noi.” Concluse Harry.
“Tutti noi abbiamo un passato doloroso alle spalle.” Riprese Gray. “Per questo ci siamo trovati… La donna che avete visto quando è toccato a me… Era la mia maestra, Ur. È morta in seguito alla mia stupidità… per salvarmi la vita. Per anni ho vissuto con quel peso sulle spalle. Solo di recente ho scoperto che non m’incolpava per quello che è successo.”
“Hai visto il suo fantasma?”
Gray ridacchiò. “Una sorta…”


Nessuno chiese più nulla al gruppo di Fairy Tail su ciò che era successo con il Molliccio. Nonostante ciò, Difesa contro le Arti Oscure diventò in breve una delle lezioni preferite da tutti.
Le settimane cominciarono così a passare e presto Baston riunì la squadra di Quidditch.
“Questa è la nostra ultima possibilità, la mia ultima possibilità, di vincere la Coppa del Quidditch!” Esclamò, camminando avanti e indietro nello spogliatoio. “Alla fine di quest’anno me ne andrò. Non avrò un’altra occasione. Il Grifondoro non vince da sette anni. Okay, siamo stati sfortunatissimi: prima gli incidenti, poi l’annullamento del torneo l’anno scorso…” Baston deglutì, come se il ricordo gli facesse venire ancora un groppo in gola. “Ma sappiamo anche che la nostra è la squadra migliore della scuola!” Sentenziò, battendo il pugno sul palmo dell’altra mano, con l’antico bagliore fanatico negli occhi. “Abbiamo tre ottimi Cacciatori!” Indicò Alicia, Angelina ed Erza. “Abbiamo due Battitori imbattibili!”
“Piantala, Oliver, ci metti in imbarazzo.” Dissero in coro Fred e George, fingendo di arrossire.
“E abbiamo un Cercatore che ci ha sempre portato alla vittoria!” Ruggì Baston, fissando Harry con una sorta di furioso orgoglio. “E poi ci sono io.” Concluse, come ripensandoci.
“Anche tu sei molto bravo, Oliver.” Concordò George.
“Un diavolo di Portiere.” Aggiunse Fred.
“Il punto è…” Continuò Baston, riprendendo a camminare avanti e indietro “…che la Coppa del Quidditch avrebbe dovuto essere nostra negli ultimi due anni. Da quando Harry è entrato in squadra, ho pensato che ce l’avessimo in tasca. Ma non abbiamo vinto, e quest’anno è l’ultima possibilità che abbiamo di vedere il nostro nome inciso sul trofeo…”
Baston era così abbattuto che perfino Fred e George si mostrarono comprensivi.
“Oliver, questo è il nostro anno.” Dichiarò Fred.
“Ce la faremo, Oliver!” Esclamò Angelina.
“Daremo il meglio di noi!” Si accodò Erza.
“Ma certo!” Aggiunse Harry.
Carica di determinazione, la squadra riprese gli allenamenti, tre sere la settimana. Il tempo era sempre più freddo e umido, le notti più buie, ma né fango né vento né pioggia potevano offuscare la meravigliosa visione di Harry che s’immaginava finalmente nell'atto di vincere la grossa Coppa del Quidditch d’argento.
Inoltre questo aiutò i due maghi di Classe S a distrarsi dagli eventi della Torre del Paradiso che il Molliccio aveva riportato a galla.
Una sera, dopo gli allenamenti, tornarono nella sala comune del Grifondoro intirizziti ma soddisfatti di com’erano andate le cose, e trovarono la stanza pervasa da un ronzio eccitato.
“Che cosa è successo?” Chiese Majutsu a Hermione, seduta vicino al camino assieme agli altri, intenti a completare delle mappe stellari per Astronomia.
“Il primo fine settimana a Hogsmeade.” Rispose Ron, indicando un cartello appeso alla vecchia bacheca. “Alla fine di ottobre. Per Halloween.”
“Ottimo!” Esclamò Fred, che aveva seguito Harry attraverso il buco del ritratto. “Devo andare da Zonko, sono a corto di Pallottole Puzzole.”
“Che cosa vuoi farci?” Domandò Lucy.
“Metti caso che la prossima volta che andiamo a Fiore incontriamo un pazzo dal naso sensibile, senza offesa Natsu, potremmo distrarlo per qualche minuto.”
“Sono curiosa anch’io di vedere Hogsmeade.” Fece Hermione.
“A me attira la Stamberga Strillante.” Disse invece Erza. “Chissà quali segreti nasconde.”
“Fantasmi. Solo fantasmi!” Esclamò subito Lucy, sbiancando. “Ho sentito tutti parlarne. Dicono che di notte si sentano urla terribili. Il fenomeno si è fermato un po’ d’anni fa, ma la gente del posto la guarda ancora con terrore, tanto da non osare demolirla.”
“Su, su, non fare così Lucy, aye.” Intervenne Happy, sorridendo. “Almeno potete lasciare il castello per un giorno.”
“Beh, volendo potresti usare la Mappa per-” Cominciò Fred, venendo subito interrotto dalla sorella.
“Ci abbiamo pensato, ma poi ci siamo ricordati dei Dissennatori. Preferiamo evitare di affrontarli.”
“Dobbiamo trovare una soluzione.” Ammise Harry. “Non mi piace che qualcuno sia in grado di metterci fuori gioco senza nemmeno toccarci.”
“Io invece spero di incontrare Black!” Affermò Natsu, guardando con avidità il fuoco nel camino, non vedendo l’ora che la sala si svuotasse per poterlo mangiare. “Sarebbe bello potergli dare un bel pugno in faccia.”
“Non osare. Quello è un mio diritto.” Replicò il moro di Classe S.

La mattina dopo, il gruppo tornò da Erbologia coperto di fango.
“Bah, non capisco perché dobbiamo perdere tempo con delle stupide piante!” Sbottò Gray.
“Possono tornare utili.” Replicò Neville, punto sul vivo. “Guarda lo scorso anno con le Mandragole.”
“Mai offendere le piante davanti a un mago in grado di usarle.” Commentò divertito Harry, mentre al suo fianco Ron sospirava. “Che succede?”
“Sono un po’ preoccupato per Crosta.” Rispose lui, mentre passavano affianco alla Foresta Proibita per tornare al castello. “Continua a diventare sempre più magro, e comincia a rifiutare di mangiare e di uscire dal dormitorio.”
“Vuoi che proviamo a sentire qualcuno in gilda?” Chiese Erza. “Magari hanno qualche cura.”
“Mi piacerebbe, ma non vorrei rischiare che gli succeda qualcos’altro. Non per dire, ma da quello che mi avete raccontato che mi è successo nella Torre… Beh, sfido che ho paura di me stesso!”
Nessuno fece caso al fruscio poco lontano da loro.
Subito dopo avevano Trasfigurazione, dove la McGranitt chiese a tutti di consegnarle i moduli per andare a Hogsmeade. Fu allora che qualcosa all’inizio della fila attirò la loro attenzione.
Lavanda Brown era in singhiozzi. Calì le teneva un braccio attorno alle spalle e spiegava qualcosa a Seamus e Dean, entrambi molto seri.
“Che cosa è successo, Lavanda?” Domandò Hermione preoccupata, mentre lei e gli altri si univano al gruppo.
“Ha ricevuto una lettera da casa stamattina.” Sussurrò Calì. “È il suo coniglio, Binky. E stato ucciso da una volpe.”
“Oh!” Esclamò Lucy. “Mi dispiace, Lavanda.”
“Dovevo aspettarmelo!” Disse Lavanda in tono tragico. “Lo sapete che giorno è oggi?”
“Mmh…” Fece Erza, portandosi una mano sotto il mento. “Il sedici ottobre, no?”
“Esatto! ‘Quella cosa che temi succederà il sedici ottobre’! Vi ricordate? Aveva ragione, aveva ragione!”
Ora tutta la classe era riunita attorno a Lavanda. Seamus scosse la testa, dispiaciuto.
Hermione esitò, poi disse: “Tu… tu avevi paura che Binky venisse ucciso da una volpe?”
“Be’, non necessariamente da una volpe…” Ammise la ragazza, alzando gli occhi pieni di lacrime verso la compagna. “Ma naturalmente avevo paura che morisse…”
“Quindi la Cooman ci ha azzeccato davvero?” Disse preoccupato Neville, guardando gli altri.
Quella domanda li seguì fino alla lezione successiva, che era proprio Divinazione.
Come al solito, la professoressa guardò con preoccupazione il gruppo di Fairy Tail, per il quale sembrava averci preso gusto a predire catastrofi.
“Oh… vedo un nefasto futuro sopra di te.” Commentò, guardando Majutsu, che sospirò.
“Almeno un sinonimo?” Chiese esasperato.
La Cooman non rispose, limitandosi ad andarsi a sedere, tirando fuori una sfera di cristallo.
“Credevo che non avremmo iniziato con le sfere prima dell’ultimo trimestre.” Osservò Calì.
“Sì, ma ho una strana sensazione. Voglio verificare di sbagliarmi.” Rispose l’insegnante. “Vi chiedo di aspettare qualche minuto.”
Nel silenzio totale, Sibilla Cooman cominciò a muovere le mani sopra la sfera, tenendo gli occhi chiusi.
“Vedo qualcosa…” Mormorò. “Un pericolo. Un pericolo mortale.”
“Che novità.” Bofonchiò Harry, guardando annoiato il soffitto.
“Un ragazzo…” Continuò la donna, mentre la sua voce si faceva più profonda. “O forse due… la visione non è chiara. Il castello… il castello verrà distrutto… Sì, distrutto con estrema facilità.”
A quel punto l’attenzione di tutti si focalizzò su di lei.
“Distruzione… Distruzione senza precedenti… Un potere mai visto prima… Una distruzione caotica è giunta su questo castello. Colui che la porta sarà impossibile da sconfiggere. Nemmeno le fate potranno opporsi alla sua forza!
Dopo aver detto ciò, la sfera si crepò a metà, mentre l’insegnante di Divinazione cadde a terra priva di sensi.
Harry si alzò subito per andare a soccorrerla, preoccupato per quelle parole.
“Professoressa!” Chiamò, cercando di svegliarla scuotendola. “Professoressa!”
Lei aprì gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte.
“Che succede caro?”
“Che cos’ha detto prima?” Chiese Majutsu, mentre Erza guardava le due metà della sfera, che sembravano fumare.
“C-Cos’è successo?” Domandò una pallida Lucy, mentre lei e tutti gli altri si avvicinavano.
“Non ho detto nulla.” Rispose la Cooman, alzandosi.
“No… lei ha appena detto… che il castello verrà distrutto…” Mormorò Lavanda, guardandola con puro terrore.
“Davvero? Credo mi ricorderei di una simile profezia apocalittica, signorina Brown.”
Harry non l’ascoltava più. Si era affiancato a Erza, prendendo in mano una delle due metà della sfera di cristallo.
“Cos’è stato a distruggerla?” Chiese Titania a bassa voce. “E quello che ha detto…”
“Non poteva saperlo. Solo la McGranitt e Silente lo sanno, e dubito che qualcuno glielo abbia riferito.”
“È… È stato un picco di energia magica…” Spiegò Hermione, avvicinandosi tremando. “Per un momento, ho percepito attorno alla sfera un incredibile potere…”
“Quanto incredibile?” Domandò subito Majutsu, mentre gli altri maghi di Fairy Tail facevano cerchio attorno a loro.
“In confronto… l’Eterion era nulla.”


“Ne siete sicuri?” Chiese Makarov, lisciandosi i baffi, senza nascondere la sua preoccupazione.
“Hermione dice di sì. E la paura nei suoi occhi ne è la conferma.” Disse Luna. “E non solo lei… anche le mie fate sono inquete. Qualcosa le ha spaventate nello stesso momento.”
“Non va bene allora. Un potere superiore all’Eterion? Da quel che mi risulta, da voi non dovrebbe nemmeno esserci qualcosa in grado di eguagliarlo.”
“Che c’entri Klaun?” Azzardò Natsu.
“Se avesse avuto un simile potere, l’avrebbe già usato contro il Consiglio quando l’ha distrutto. No, credo sia qualcun altro.”
“Dobbiamo restare con gli occhi aperti.” Fece Majutsu. “Chiunque sia, secondo la Cooman è qui a scuola. E se è così… possiamo solo sperare che si sbagli. Ha detto chiaramente che le fate non potranno opporsi.”
“Lucy, tieni sempre con te le chiavi. Se dovesse essere necessario, non esitare a chiamarci. A costo di mobilitare l’intera gilda, verremo in vostro aiuto.”

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“Così questa è Hogwarts, eh?” Mormorò una voce, fermandosi sulla cima di una delle torri, guardando giù. “Devo dire che sono deluso… Speravo in qualcosa di più. Anche se ho percepito qualcuno rilevarmi subito.”
Come se niente fosse, cominciò a camminare nell’aria, allontanandosi nascosto dall’oscurità della notte.
“Non vedo l’ora che arrivi… Perché sono sicuro che mi raggiungerà anche stavolta. Nel frattempo, chissà, potrei divertirmi con qualcuno… Come potrei anche solo aspettare nella foresta.” Disse, ridacchiando. “È da tempo che non mi capita una sfida interessante. E visto come sono giunto qui, potrei non restare deluso.”

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La giornata a Hogsmeade era andata senza intoppi: avevano fatto il pieno di dolci a Mielandia, per poi proseguire con un giro della cittadina, che si era concluso alla Stamberga Strillante, dove avevano provato a vedere se c’era un modo per entrare senza buttare giù la porta, dovendosi quindi arrendere.
La sera, la festa di Halloween fu grandiosa come gli anni precedenti: c’erano centinaia e centinaia di zucche piene di candele accese, con un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d’acqua.
Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di Hogwarts. Balzarono fuori dai muri e su dai tavoli per fare un numero di volo in formazione; Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, riscosse un grande successo reinterpretando la scena della propria maldestra decapitazione.
“Ormai riesco a ignorarlo.” Commentò Lucy, tremando leggermente, mentre gli altri applaudivano.
Ma la loro attenzione fu attirata da Natsu, che si bloccò di colpo.
“Che succede?” chiese Ron, guardandolo.
“Sento un odore strano… e non mi è nuovo.”


La Signora Grassa sbadigliò.
Sapeva di non potersi addormentare perché gli studenti di Grifondoro sarebbero tornati a breve dalla festa di Halloween, e il suo dovere, anche se solo per quella sera, era di farli entrare a tarda ora.
Per questo non si spaventò quando sentì il rumore di passi che si avvicinavano.
“Già finito?” Chiese, girandosi a guardare chi era appena arrivato. “Uhm… non mi sembra di averti mai visto prima… Non sei di Grifondoro, vero?”
Per tutta risposta, la figura tirò fuori da una tasca un pugnale.
“Ti prego… fammi passare.” Disse Dudley, alzando l’arma.
Il ragazzo sembrava essere cambiato: ora era decisamente meno grasso, e il suo volto era molto pallido. Oltre a quello, aveva delle profonde occhiaie.
“Chi sei?” Domandò preoccupata la Signora Grassa, vedendo il pugnale avvicinarsi alla tela.
“Devo entrare. Ti prego, lasciami entrare, o non sarò libero.”
“Senti ragazzo, ho le mie regole, e chi non conosce la parola d’ordine non p-”
Ma il ritratto dovette interrompersi quando il pugnale lacerò la tela, mancandola di pochi centimetri.
Dudley stava per colpire di nuovo quando una lancia d’acciaio gli fece volare via l’arma, dando così il tempo alla Signora Grassa di scappare, uscendo dal dipinto.
“Così il Master aveva ragione. Sirius Black poteva davvero tentare di entrare in questo castello stanotte, approfittando di quella stupida festa.” Asserì una voce divertita, avvicinandosi. “Ma credo che tu non sia Black, vero? Odori troppo di latte materno. Dev’essere quello che puzza di cane nascosto dietro quelle armature.”
Dudley guardò terrorizzato il ragazzo dai lunghi capelli neri avvicinarsi.
Gajil sbatté tra di loro i pugni, con il ghigno stampato sul volto. Sulla parte alta del braccio sinistro il suo nero tatuaggio di Fairy Tail sembrava brillare alla luce delle torce.
“T-Tu chi sei?” Balbettò Dudley, indietreggiando.
“Questo dovrei essere io a chiederlo. Dalle nostre informazioni, Black dovrebbe essere da solo.”
Stupeficium!” Urlò una voce, poco prima che un bagliore di luce rossa colpisse Gajil, senza però fargli alcun effetto.
“E quello che cos’era? Una carezza?” Chiese beffardo, massaggiandosi il petto. “Devi fare di più se speri di colpirmi. Majutsu è ben più potente di te!”
Sirius Black emerse dalle ombre, anche lui con un ghigno in faccia. “Beh, mi spiace, ma non sono Majutsu. Direi che non è un nome troppo difuso.”
“Oh, giusto, dimenticavo che qui lo conoscete con un altro nome. Devo dire che però sono un po’ deluso. Da come ti avevano descritto, ti credevo più pericoloso. E invece mandi in prima linea un ragazzino che sa a malapena stare in piedi! Guarda come trema!”
Dudley, per tutta conferma, lasciò cadere a terra il pugnale, per poi scappare dietro a Sirius, che sorrise.
“Sono onorato che tu mi conosca, ma ora vorrei sapere chi sei tu. Non sei di certo uno studente.”
“Fammi il piacere! Non ho tempo da perdere come quelli smidollati, io! Ma se vuoi sapere chi sono, ti basti sapere che il mio nome è Gajil! E sarò io a sconfiggerti!”
Sirius Black sorrise, alzando la bacchetta. “Sono proprio curioso di vedere come vuoi fare. Sai, nonostante non sia al mio meglio, sono comunque molto forte.”
“È quello che spero!”


I Grifondoro stavano salendo le scale, diretti al loro dormitorio.
“Chissà di chi è quell’odore…” Rifletté Natsu. “E la cosa strana è che è sempre più forte.”
“Forse qualcuno che è tornato alla torre prima degli altri e non ce ne siamo accorti?” Tentò Neville.
“No, no. È troppo forte… accidenti, sono sicuro di esserci e-” Gli occhi del rosato si spalancarono. “Non è possibile!” Esclamò.
“Che succede?” Domandò Erza.
“È Gajil!” Gridò. “Questo è l’odore di Gajil!”
Majutsu e Titania si guardarono.
“Gajil? Quel Gajil?!” Esclamarono i gemelli preoccupati.
“Di chi state parlando?” Chiese Lee perplesso.
“Come fa ad essere qui?” Domandò Lucy, tremando. La tortura che aveva subito da parte sua era ancora vivida nei suoi ricordi.
“Non lo so… ma c’è anche odore di sangue!” Continuò Natsu, per poi correre avanti, superando tutti gli altri.
“Ehi, aspetta Natsu!” Gridò inutilmente Percy, venendo poi superato dagli altri membri di Fairy Tail.
“Natsu, non andare da solo!” Fece Gray, fermandosi di fronte al ritratto di Grifondoro.
Lì, davanti a loro, c’erano decine di spuntoni d’acciaio conficcati nel pavimento e nei muri, mentre al centro giaceva Gajil, privo di sensi.
“Che diamine è successo qui?!” Domandò Seamus, arrivando assieme agli altri studenti della Casa del coraggio.
“Ugh… Devo imparare a non sottovalutare l’avversario…” Mormorò il Dragon Slayer moro, aprendo gli occhi.
“Tu!” Urlò subito Natsu, pronto a colpirlo, ma venendo fermato da Harry.
“È dalla nostra parte.” Disse con tono tranquillo.
Per qualche secondo gli altri compagni di gilda lo guardarono in silenzio.
“Stai scherzando, vero?” Chiese infine Fred, indicandolo. “Ci ha quasi ammazzato tutti neanche due anni fa!”
“Cavolo, certo che siete rancorosi voi, eh?” Commentò Gajil, alzandosi in piedi e sbattendo le mani sui vestiti per togliersi la polvere.
“Dacci un solo motivo per non esserlo!” Esclamò Gray.
“L’ha mandato qui il Master.” Rispose Erza, guardandosi attorno. “Anche se mi pareva avesse detto di non farti notare.”
“Beh, scusate tanto se ho seguito l’ordine principale.” Ribatté lui, per poi guardare Harry. “Avevate ragione: si è fatto vivo.”
“Chi si è fatto vivo? E tu chi sei?” Domandò Percy.
“Non rispondo a te, damerino. Ad ogni modo, dovete fare attenzione. Non è da solo.”
“Chi non è da solo?” Intervenne Hermione.
Gajil la guardò, per poi ghignare. “Tu devi essere un nuovo membro, vero? Non mi pare di averti visto alla battaglia, ma chiaramente sei anche tu di Fairy Tail.”
“Che succede?” Chiese una nuova voce, anticipando Silente.
“Oh, eccoti qui, vecchio!” Fece il Dragon Slayer d’acciaio. “Mi spiace, non sono riuscito a fermarlo. Il suo compagno mi ha colto di sorpresa.”
Gli occhi di Silente mostrarono incredulità. “Compagno?”
“Sì. Indossava anche lui uno di quei vostri ridicoli vestiti. Credevo non sapesse usare la magia, visto che ha tentato di distruggere quel quadro con un pugnale. Invece, mentre affrontavo lui, mi ha colpito alle spalle con la sua bacchetta. Strumenti diabolici, se posso aggiungere.”
“Di chi state parlando?” Disse ancora Percy.
“Porta tutti in Sala Grande.” Ordinò il preside. “E contatta gli altri professori, dicendogli di raggiungermi. I Capocasa invece devono portare immediatamente tutti gli studenti nella Sala Grande. Sirius Black è entrato a Hogwarts.”

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“C-Chi era quel tipo?!” Chiese spaventato Dudley, mentre il muro dietro di loro si chiudeva. “Poteva usare la magia senza la bacchetta! Mi avevi detto che era praticamente impossibile!”
“Sì… sono rimasto anch’io sorpreso.” Ammise Black, portandosi una mano sul braccio destro, macchiato di sangue a causa di un taglio che si era procurato durante la lotta. “Anche se dovevo aspettarmelo… è proprio come temevo. Non erano un’eccezione.”
“Di chi stai parlando? E soprattutto, come ha fatto a resistere così bene al tuo incantesimo?”
“Primo, quella che sto usando non è la mia bacchetta, quindi è ovvio che sia meno efficace. Secondo, non so se considerare quel ragazzo umano. Hai visto anche tu, no? Poteva far diventare la sua pelle dura come l’acciaio… E di certo non era uno che sarebbe stato lì ad ascoltare.”
“Adesso mi lascerai andare?” Domandò il ragazzo. “Ti ho fatto entrare nel castello come mi avevi chiesto! Ho anche cercato di farti entrare nella Sala, ma hai visto anche tu, è impossibile!”
“No. Non è ancora finita. E tu mi aiuterai finché non l’avrò ucciso.”
Dudley si lasciò cadere a terra. “Ma io… io voglio solo tornare a casa… Io non volevo averci niente a che fare con tutto questo!” Urlò, scagliando contro il muro la bacchetta magica che teneva tra le mani.
Sirius Black lo osservò in silenzio per qualche istante. “A questo punto credo di doverti dare qualche ulteriore spiegazione.” Disse infine. “Forse è stato troppo stupido anche per me coinvolgerti in tutto questo senza dirti tutta la verità.”
Il ragazzo lo guardò sorpreso, mentre l’assassino prendeva posto su una sedia.
“Ascoltami attentamente… perché non ho intenzione di rivivere questa storia più volte se non per un buon motivo.”

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“Un ragazzo sta aiutando Black?!” Chiese sorpreso Harry, guardando Gajil, mentre tutti quanti si stavano mettendo nei sacchi a pelo che gli aveva fornito Silente per dormire nella Sala Grande.
“Proprio così. Non l’ho mai visto prima, quindi presumo che sia uno studente di questa scuola.” Rispose lui, appoggiato contro un muro. A differenza loro sarebbe tornato quella notte a Fiore grazie a Fanny.
“E tu perché eri qui?” Domandò Gray.
“Per l’ultima volta: ora sono anch’io di Fairy Tail, e il Master mi ha mandato qui, con l’aiuto di quell’altro vecchio, per tenere sotto controllo il castello. Temevano che Black sarebbe potuto entrare stanotte, e probabilmente voleva infiltrarsi nel vostro dormitorio per tendervi un agguato.”
“Però sei stato sconfitto.”
“Secondo voi andavo a pensare che un ragazzino a malapena capace di tenere un pugnale in mano tirasse fuori una bacchetta magica e mi colpisse alla schiena? Non ho avuto il tempo di rinforzarla con l’acciaio.” Sbraitò Gajil. “Se non fosse stato per lui, ora Black sarebbe qui, svenuto e alla nostra mercé.”
“Ora non ha più importanza. Grazie lo stesso per l’aiuto.” Disse Majutsu, guardandolo. “Non posso dimenticare quel che ci hai fatto, ma almeno stai cercando di rimediare.”
“Sì, sì, come dici tu.” Rispose lui, girandosi e allontanandosi.
Tuttavia si fermò dopo pochi passi.
“Ehi, Heartphilia!” Chiamò, senza voltarsi indietro. “Puoi stare tranquilla, non ho più intenzione di farti nulla.”
Lucy sussultò, ma non disse nulla, limitandosi a guardarlo allontanarsi.
“E ora cosa facciamo?” Chiese Neville. “Se Black è nel castello-”
“Per ora dormiamo. Domani penseremo al da farsi.”
Tutti annuirono, sentendo solo Percy che ordinava a tutti di mettersi nei sacchi a pelo, per poi spegnere le luci delle candele, lasciandone accesa solo qualcuna.

“Che sonno, aye…” Mormorò Happy qualche minuto dopo, girandosi nel sacco a pelo.
“Uh? Sheridan? Sei sveglia?” Fece una voce.
Il gatto umano aprì gli occhi, sorpreso. Non gli pareva di aver mai sentito quella voce. “Sheridan, aye? Chi sarebbe?”
“Eh? Ma tu…”
Happy a quel punto, incuriosito, decise di mettersi seduto, scoprendosi così parzialmente dal sacco a pelo, per poi girarsi verso quella misteriosa voce.
Di fronte a lui c’era una ragazzo, apparentemente del sesto o settimo anno, vista l’altezza. Ma la cosa strana era che era vestito completamente di bianco, con un cilindro e un mantello che usciva dal sacco a pelo dello stesso colore e un monocolo sull’occhio destro.
“La McGranitt di nuovo?” Chiese lui, guardandolo sorpreso.
“Dove, aye?! Questa volta non ho fatto nulla!”
Il ragazzo lo guardò stranito, per poi scuotere la testa. “Tu... non sei la McGranitt, vero?”
“Che cosa?! Ma certo che no! Sono un ragazzo, aye!” Replicò Happy, incredulo per quella domanda.
“… ok, dopotutto in effetti la prof aveva un’altra voce… e un altro colore…”
“Ma questo tipo è pazzo, aye?” Pensò il gatto. “… è davvero così strano avere i capelli blu?”
Non appena fece quella domanda, il ragazzo sbatté nuovamente le palpebre, guardandolo attentamente.
“Di che Casa sei? Non mi pare di averti mai visto…”
“Grifondoro, no? Sono assieme agli altri del secondo anno… Tu piuttosto, perché hai un mantello bianco? Hanno sbagliato incantesimo in lavanderia, aye?”
Happy a quel punto notò appena che il ragazzo si guardò spaventato il vestito.
“No... sarà il lenzuolo...” Rispose infine lui, sospirando sollevato.
“Ma se siamo nei sacchi a pelo, aye!” Replicò Happy.
“…comincio a pensare che il buio faccia brutti scherzi alla vista… a entrambi…” Mormorò l’altro, portandosi una mano sulla testa.
“O quello, o la stanchezza… Anche perché non mi ricordo di te, aye…” Ammise il blu, annuendo con la testa.
“Nemmeno io… e da quel che hai detto dovremmo essere nella stessa classe…” Dicendo ciò gli allungò la mano. “Nel dubbio, rifacciamo le presentazioni! Kaito Kuroba, Grifondoro, secondo anno!”
Il gatto umano la guardò dubbioso, per poi stringerla. “Happy Dragonil, anch’io di Grifondoro del secondo anno! Studente straniero, aye…” Aggiunse, non sapendo nemmeno lui perché lo disse.
“Pure io. Giappone! E tu?” Chiese entusiasta Kaito.
“Eh… temo di non poter rispondere… è un segreto, aye… Erza e Harry mi farebbero male...” Mormorò. “Senza pensare al Master…” Aggiunse mentalmente.
“Harry?”
“Sì, Harry. Quando vuole sa far paura, aye…” Rispose quasi senza pensarci, per poi portarsi la mano sulla bocca, guardandosi attorno e sperando che Majutsu non l’avesse sentito.
“… mi sa che parliamo di un Harry diverso. Non importa! Allora, che ne pensi di questa storia? La Signora Grassa scappata... Sirius Black...”
“Sirius Black?” Ripeté Happy, piegando la testa di lato. “Ma non era stato uno studente?”
“Guarda, se è stato uno studente, è stato un dolcetto o scherzetto davvero pesante! Se lo becco…”
“Dovrai metterti in lista, aye. Harry e gli altri hanno sicuramente già prenotato il suo pestaggio, aye! Gajil in primis…” Rispose, pensando a cosa gli avrebbero fatto i suoi compagni.
“Oh, ma io e altri tre… bricconcelli saremmo felici di unirci, nel caso!”
“Oh! Siete molto forti, aye? Quanti edifici avete distrutto?” Domandò senza pensarci, per poi rendersi conto dell’errore.
“Temo di aver capito male, come al solito… devo decidermi a cercare in biblioteca qualche incantesimo di traduzione decente, ogni tanto capisco fischi per fiaschi… piuttosto… hai visto Sheridan?”
Happy si rilassò. Poi torno a pensare a quel nome. L’aveva già nominato, ma a lui non diceva nulla.
“Sheridan? Di che anno è? Non mi pare di averla mai sentita nominare…” Rispose sincero.
“Sheridan Pumpkin… secondo anno, Grifondoro… pettinatura assurda e leggera irritabilità… impossibile non notarla, credimi!”
“Per irritabilità… beh, ho in mente Erza, e in parte ora anche Hermione… Però no, la pettinatura più strana che mi viene in mente è quella di mio… fratello, aye…”
“Hermione l’ho vista irritabile solo sotto esami… comunque, veramente, ora vado a cercare il registro di classe, non possiamo continuare a perdere studenti per strada! Oppure è Allock che si sta vendicando per l’incantesimo di memoria dell’anno scorso…”
“Allock? Oh, sì, me lo ricordo… era davvero in uno stato pietoso, quando è uscito dalla camera… fortuna che adesso c’è il professor Lupin, aye!”
“Già!”
Il ragazzo a quel punto si alzò in piedi, per poi guardarsi attorno. “Non vedo Percy in giro... ti va di venire con me?”
Happy ci pensò su pochi secondi. “Uhm… Beh, ormai non credo più di riuscire ad addormentarmi… e non vorrei mai che Crosta venga da me! Ho una paura matta dei topi… Soprattutto quelli volanti, aye…”
“Devo davvero abituarmi alla fauna magica… comunque non ho più sonno neanch’io e inizio a essere davvero preoccupato per Sheridan. Sirius o studente che sia, non vorrei si fosse messa nei guai.”
Il ragazzo dai capelli blu annuì. Chiunque fosse questa Sheridan, poteva essere davvero in pericolo.
“Beh, non so chi sia, ma un mago di Fairy Tail non può abbandonare qualcuno in difficoltà, aye!”
“Mago di coda fatata? Bè, in effetti la coda ce l’hai... allora andiamo, Happy!”
Il gatto umano sussultò, guardandosi subito dietro, temendo che gli incantesimi della vicepreside potessero cominciare a esaurire il loro effetto. Constatando con piacere che non era quello il caso, si alzò in piedi. Probabilmente aveva sentito male.
“Cavolo, devo davvero portarti a un paio dei miei spettacoli… faremmo un figurone, credimi!”
Happy lo guardò stranito, per poi avviarsi insieme verso l’uscita. “Spettacoli? In effetti ho già recitato qualche volta in passato… ma mi hanno sempre scelto per il ruolo di animale selvaggio, aye… non è giusto!” Protestò, mettendo il broncio.
“Più che il teatro, intendevo uno spettacolo di prestidigitazione…”
“Prestidiche?!” Domandò il blu, chiudendo più volte gli occhi.
Ma la sua attenzione fu subito attirata dal portone della Sala Grande, che non sembrava avvicinarsi nonostante continuassero a camminare verso esso. E non sembrava essere l’unico ad avere quella sensazione.
“Hanno aggiunto incantesimi alla Sala Grande?” Chiese infatti Kaito.
“In effetti, non me la ricordavo così grande, aye...”
“Non dirmelo: questi professori malfidenti hanno fatto qualche incantesimo stile labirinto che ci riporta al punto di partenza…”
“Sempre meglio di un palazzo che si trasforma in una specie di guerriero gigante, aye…” Rispose distrattamente Happy.
“Tu guardi troppi anime, ragazzo.” Replicò l’altro.
“Anime?” Pensò il gatto. “Di cosa starà parlando?”
Kaito sospirò. “Volevi sapere cos’è la prestidigitazione?”
Happy si portò una mano dietro la testa, facendo un sorriso imbarazzato. “Ehm… sì… scusa, ma non ho mai sentito quella parola prima, aye…”
Il prestigiatore sorrise. “Tranquillo, fra i maghi è normale… sono i trucchi che usano i Babbani per fingersi maghi… cosa che per esempio mi permette di fare questo senza la magia!”
E con sua grande sorpresa, il ragazzo vestito di bianco fece apparire come dal nulla un gomitolo, che gli offrì subito. “Per te.”
Happy lo guardò confuso. “Perché proprio un gomitolo, aye?” Si chiese, per poi scuotere la testa. “Oh… ehm… grazie… in effetti, non è una cosa che si vede spesso… e hai detto senza magia?"
“Neanche un briciolo. Solo abilità manuale.”
“Oh… e dire che io per fare questo devo usare un minimo di energia magica.”
“Energia? E che è, vai a pile?”
Happy chinò la testa lateralmente ancora una volta, guardandolo male. “Pile? Non conosco neppure quella parola, aye. Però ecco, un regalo per te!” E detto ciò dirò fuori dal nulla un enorme pesce, che porse a Kaito.
Era sicuro che il ragazzo avrebbe apprezzato, ma con suo stupore, questi assunse uno sguardo di puro terrore e un colorito pallido.
“P-P-P-Pesce!!!” Balbettò, indietreggiando.
“Perché? Non ti piace?” Chiese confuso Happy. “E pure vivo! Bello fresco!”
Kaito sbarrò gli occhi. “Mettilo via, mettilo via, mettilo VIA!”
Quell’ultima parola sembrò rimbombare nella Sala Grande.
“AHH!!!” Urlò Happy, svegliandosi di colpo e mettendosi subito seduto.
Immediatamente anche Natsu e Gray lo imitarono.
“Che succede?!” Esclamò il mago del ghiaccio, guardandosi attorno confuso.
“Tranquilli.” Rispose Harry, sbuffando dal suo sacco a pelo. “È solo Happy che ha avuto un incubo.”
“Scusate, aye…” Fece lui, ridacchiando. “Ma mi sono preso un bello spavento…”
“E che hai sognato? Dei topi?” Domandò divertito Natsu.
“No… solo uno strano ragazzo vestito di bianco, aye… E non so perché, in qualche modo mi era familiare…”
“Avrai solo digerito male per via di questa storia.” Concluse Majutsu.
“Però… secondo lui, era stato solo Black ad attaccare stanotte… e continuava a nominare una ragazza che secondo lui doveva essere una mia compagna d’anno… come lui.”
“Era solo un sogno, Happy. Torna a dormire adesso.”
“Se lo dici tu, aye…” Concluse, obbedendo a quel mezzo ordine. “Eppure sono sicuro di averlo già visto…”







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Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
E come avrete notato dall'ultima parte, questo è un capitolo crossover! Ho avuto il piacere di collaborare con hinata 92 e abbiamo scritto assieme l'ultimo pezzo, che appare con il punto di vista di Kaito nel capitolo 21 della sua fanfiction "Non c'è trucco, non c'è inganno, questa è magia!", che vi consiglio vivamente di leggere ù.ù (la trovate qui su efp). Vedrete, non ne resterete delusi ù.ù.
Per il resto, sto gettando le basi per la prossima saga, che sarà totalmente inedita (quindi non avrà nulla a che fare con la trama originale né di Fairy Tail né di Harry Potter), e vi posso assicurare che non indovinerete mai cos'ho in mente ù.ù
Bon, detto questo, ringrazio ancora tutti i lettori e tutti gli utenti che mi lasciano una recensione! Al prossimo capitolo!
   
 
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