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GOT A SECRET, CAN YOU KEEP IT?
L’aria
fresca di fine settembre trasportava con sé, lungo le strade
newyorkesi, le
prime foglie arancioni, donando ai residenti e ai turisti nuove
sfumature
autunnali.
Lanie
se ne accorse immediatamente.
Anche
Ryan, alla sua sinistra, parve rapito da quello spettacolo.
Sorridente,
guardò verso destra. Espo stava ammirando un altro tipo di
panorama.
La
mora procace che stavano per incrociare era però troppo
impegnata a leggere
messaggini sul telefono per accorgersi di lui.
Quando
Javier vide Lanie scuotere la testa si ricompose e fece finta di nulla.
La
loro situazione era ancora un po’ incerta.
Non
stavano insieme ma entrambi si arrogavano il diritto di essere gelosi
di
eventuali nuovi partner.
E
cosa più importante, era molto saggio non fare incazzare
Lanie.
Ognuno
con i propri pensieri, i tre camminavano sereni in direzione
dell’Old Haunt.
Quando
arrivarono davanti al locale trovarono la serranda alzata e il cartello
CHIUSO al
vetro della porta.
La
cosa non li stupì.
Dovevano
parlare dei preparativi per il compleanno di Jenny con Castle e Beckett
e
proprio lo scrittore aveva proposto la Vecchia
Tana nel suo giorno di chiusura per sedersi a discuterne,
bevendosi
qualcosa.
Per
questo motivo, Ryan ignorò il cartello e ruotò la
maniglia.
“Ehm,
non si apre”, disse quando la porta non si mosse neanche di
un millimetro.
“Fammi
provare”, esclamò Esposito con scetticismo.
Tentò
più volte, ma la porta del locale era evidentemente chiusa a
chiave.
“Forse
semplicemente non sono ancora arrivati”, tentò
Lanie guardando l’ora “Noi siamo
puntuali”, aggiunse poi.
“Ma
la serranda è alzata, quindi Castle dev’essere
dentro”, ipotizzò Kevin
“Probabilmente si è chiuso dentro
nell’attesa che arrivassimo”, concluse il suo
pensiero bussando sul vetro.
Lanie
posizionò le mani a coppa sulla lastra trasparente, per
schermare il riflesso
della luce del giorno, cercando di vedere all’interno
“E’ tutto spento, non
sembra ci sia nessuno”.
“Se
è arrivato in anticipo, magari si è fatto un giro
intanto che ci aspettava”,
suppose invece Espo.
“Lo
chiamo al cellulare, forse è nell’ufficio e non ci
sente”, mentre parla, Ryan
sta già componendo il numero.
“Squilla”,
espose, restando poi in attesa “Niente, non
risponde”.
“O
ha il silenzioso o davvero non c’è”,
constatò Javi.
Lanie
prese il proprio telefono “Intanto scrivo a Beckett che noi
siamo già qui”, li
informò dopo aver buttato un occhio in strada per vedere se
stesse arrivando.
“Cosa
facciamo? Li aspettiamo dentro?”, domandò Ryan
“Cosi controlliamo che sia tutto
a posto. La serranda alzata non mi convince…”,
borbottò poi tra sé.
Espo
scosse la testa “Genio, è chiuso! Come
suggeriresti di entrare?”, sbottò con
fare saccente.
Ryan
sorrise, per nulla turbato “Non lo so, con queste
magari?”, esclamò mostrando
ai due un piccolo mazzo di chiavi.
“E
siamo stati qui fuori ad aspettare cosa? Non potevi aprire
subito!?!”, lo
rimproverò Espo, prima di realizzare “Un momento.
Perché tu hai le chiavi
dell’Old Haunt??!!”.
Kevin
si strinse nelle spalle “Per ogni evenienza. Per le
emergenze. Perché Castle si
fida più di me che di te. Scegli tu!”, rispose
sfoggiando un sorrisetto
soddisfatto.
Lanie
si frappose tra i due detectives “Per carità, ne
discuterete in un altro
momento. Adesso entriamo!”.
Nessuno
dei due osò contestarla.
Due
giri e la serratura scattò.
All’interno
non si sentiva alcun rumore e non si vedeva nessuna luce accesa. Quel
poco di
chiarore arrivava direttamente dalla porta a vetri
dell’ingresso.
“Sembra
davvero che non sia passato ancora nessuno oggi”,
esclamò Esposito sedendosi su
uno sgabello e appoggiando gomiti e schiena al bancone.
Lanie
lo sorpassò per andare a controllare in ufficio.
Ryan
diede una rapida occhiata generale al locale.
Tutte
le sedie sono capovolte sui tavoli.
Tranne
una.
Si
avvicinò alla sedia rovesciata a terra.
La
sollevò e la rimise sul tavolo, ispezionando
l’ambiente circostante “Sembra
tutto ok”, decretò infine.
“L’ufficio
è vuoto”, annunciò Lanie, tornando
verso di loro.
“La
mia ipotesi è che Castle si sia accorto di essere in
anticipo e abbia deciso di
farsi un giro nell’attesa. Arriverà a
minuti”, espose come se stesse parlando
di un’indagine “Beckett invece è
semplicemente in ritardo, accade spesso in
effetti…”.
Ryan
annuì “È vero”,
confermò “Tu ne sai niente?”,
domandò poi a Lanie.
Spiazzata,
lei restò qualche secondo in silenzio.
Aveva
notato un luccichio particolare negli occhi della sua amica.
Da
qualche mese era radiosa.
Scherzando
aveva attribuito quel ritrovato benessere ad una attività
fisica più
interessante dello sparring. Molto
più interessante.
Gliel’aveva
fatto notare in presenza di Castle, di proposito, per vedere una sua
qualche
reazione.
Come
previsto Beckett si era immediatamente irrigidita, provando a negare.
Castle
invece l’aveva presa stranamente sul ridere, punzecchiandola
e tentando di
carpirle il nome del fortunato.
Le
sembrò strano che lo scrittore non mostrasse nemmeno un
pizzico di gelosia ma
poi realizzò che dopo tutti quegli anni forse anche lui
aveva imparato a
mascherare bene le sue emozioni.
Decise
quindi di non infierire e di lasciare a Beckett il tempo e lo spazio
necessario.
In
ogni caso, alla fine lei avrebbe saputo tutto, con le buone o con le
cattive.
“Andiamo,
dicci cosa sai!”, insistette Espo.
Lanie
fece spallucce “So che New York è una delle
città più trafficate del mondo”,
provò a depistarli.
I
due risero, per niente convinti delle sue parole.
“Non
provarci neanche. Ha un fidanzato, vero?”,
continuò Ryan.
In
difficoltà, Lanie si avvicinò
all’inizio del bancone, ostentando sicurezza
nella sua camminata.
“Non
ne ho idea e non sono affari vostri!”, esclamò il
più seria possibile.
I
due bro si
guardarono “Mmm, non lo
so... non ti crediamo molto...”, disse Esposito a nome di
entrambi.
Lanie
strinse la cinghia della sua borsetta lasciando che il resto colpisse
l’ex
compagno.
“Ahia!
Va bene mi arrendo!”.
Ryan
rise per la scenetta ma capì che era più salutare
desistere.
“Cosa
facciamo, allora?”, tornò quindi
sull’argomento iniziale.
“Cosa
vuoi fare, li aspettiamo qui. Prima o poi arriveranno”,
rispose immediatamente
Javi “Ci sono comode sedie e una vasta scelta di
liquori!”.
“Io
direi di andarcene, invece”, li sorprese Lanie
“Fuori è una bellissima giornata
e quando vedranno le nostre chiamate ci riorganizzeremo sul da
farsi”, vide
Ryan preoccupato “Ti prometto che pianificheremo a Jenny un
compleanno
indimenticabile, ma per adesso, andiamo a goderci una delle poche
giornate
libere che abbiamo!”.
Il
discorsetto bastò a convincerli.
Uscirono
chiudendo a chiave solo la porta, così come
l’avevano trovata.
Il
locale ripiombò nella penombra e nel silenzio.
Solo
un sonoro sospiro di sollievo spezzò
la quiete tra quelle
mura.
I
capelli spettinati di Beckett spuntarono da dietro il bancone.
“Se
ne sono andati?”, sussurrò Castle, restando ancora
accucciato.
Beckett
controllò in direzione della porta, non vedendo nessuno al
di là del vetro
“Sembra di sì”, rispose alzandosi in
piedi.
Dal
suo angolino, Castle alzò gli occhi verso di lei.
Gambe
lunghissime a malapena coperte solo dalla sua camicia color borgogna.
Lei
abbassò lo sguardo su di lui, in boxer, ancora rannicchiato
e con i loro
vestiti appallottolati al petto e i bicipiti ben in risalto.
Passò
le dita tra i suoi capelli, arruffandoglieli “Via libera,
puoi alzarti”.
“Dici
che hanno capito?”, continuò a sussurrare.
“Impossibile,
non avrebbero perso l’occasione di smascherarci”,
replicò Beckett con lo stesso
tono.
“Kate?”.
“Cosa?”.
“Perché
stiamo ancora sussurrando?”.
Si
guardarono confusi per un paio di secondi.
“Ok,
ricomponiamoci, abbiamo già perso la cognizione del tempo
una volta, oggi”,
Beckett prese in mano la situazione, strappandogli i vestiti di mano.
“Giusto”, iniziò Castle
“Perché noi... noi dobbiamo
proprio raggiungerli... vero?”, balbettò
cingendole la vita con un braccio e
accarezzandole i capelli con l’altra mano.
“Sì...”,
i vestiti le caddero immediatamente di mano “...dobbiamo,
Castle...”, ma il suo
corpo tradiva l’intenzione delle sue parole
“...abbiamo promesso a Ryan...”, ma
Castle aveva già iniziato a baciarle il collo
“...compleanno...Jenny...”.
“Capisco”,
le mormorò sulle labbra iniziando a sbottonarle la camicia
“Ma se ti vuoi
rimettere i tuoi
vestiti mi devi ridare
questa...”.
Il
taschino della camicia si illuminò, senza produrre alcun
suono.
Aveva
infilato lì il suo telefono mentre cercavano di coprirsi
alla buona, correndo
dietro al bancone non appena avevano sentito i ragazzi
all’entrata.
“Ignoralo”,
mugugnò premendo le labbra sulla sua clavicola.
“Controllo
solo che non sia il distretto”.
Tolse
la schermata di blocco e lesse il messaggio dall’anteprima.
Presumendo
che i piedi che
sbucavano da dietro il bancone fossero i tuoi e quelli dello scrittore,
deduco
che non state affatto per raggiungerci. All’Old Haunt, Kate?
Davvero? MI RENDI
COSì FIERA!!
Mentre
stava leggendo ne arrivò un altro.
Ma
devi comunque raccontarmi
tutto. TUTTO.
“Dobbiamo
andare?”, le chiese Castle.
Kate
sorrise rileggendo entrambi i messaggi.
Erano
riusciti a mantenere segreta la loro relazione per tutto il periodo
della sua
sospensione dal distretto e per le prime settimane dal rientro.
Il
timore che la loro bolla di assoluto amore e perfezione scoppiasse era
sempre
dietro l’angolo ma ora che Lanie sapeva si sentì
sollevata.
Sapeva
che la sua migliore amica avrebbe mantenuto il loro segreto anche sotto
tortura. L’unica pecca era che avrebbe dovuto scendere
parecchio nei dettagli
per farla contenta.
“No”,
rispose alla sua domanda guardandolo negli occhi e con un meraviglioso
sorriso
sulle labbra “Abbiamo tutto il tempo che vogliamo”.
Ivi’s
corner:
Compaio
velocemente con una piccola shot su come Lanie sia venuta a conoscenza
dei
Caskett. Ripensando alla 5x05 vediamo Kate sfogarsi e confidarsi con
Lanie
sulla sua relazione con Castle ma non sappiamo se glielo stesse
rivelando per
la prima volta o se lei già lo sapesse. Di sicuro nella 5x02
Lanie intuisce che
Beckett è più radiosa del solito “I know
that glow!”
le dice, quindi chissà... dalla 5x02 alla 5x05 potrebbe
benissimo averli beccati dietro il bancone dell’Old Haunt
ahahahahahahah.
Ivi87
:-)