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Autore: Alemortalsweet    25/08/2015    3 recensioni
Volterra è la casa di una ragazza di nome Sophia, che dopo la morte del fratello Sebastian non fa altro che leggere, cercando di dimenticare la sua scomparsa, così i libri sono diventati una vera e propria passione e ossessione per lei.
Ma un giorno finisce per sbaglio proprio nella tela del ragno, catturata dai Volturi e sottomessa dal loro leader, proprio così, perché Sophia non è una semplice ragazza, in lei risiede un qualcosa di prezioso…
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I polsi mi stavano andando a fuoco, la presa che i due uomini stavano esercitando sul mio braccio era forte e faceva male, non mi ero nemmeno accorta della loro presenza quando gli fui di fronte, quel posto era così buio che a stento riuscivo a vedere dove mettevo i piedi .
Coloro che mi stavano trascinando nell’inconscio erano incappucciati e totalmente coperti da testa a piedi da una veste color notte, completamente mimetici con quel buio devastante.
Quello alla mia sinistra era alto e slanciato, la sua presa era quella che faceva più male rispetto a colui che stritolava il mio polso destro, era più basso ma non meno forte.
Man mano che proseguivamo in quel labirinto a luci spente mi sentivo sempre più spaesata e confusa, quando imboccammo un corridoio molto diverso rispetto a tutta la strada fatta fin ora: sui muri che chiudevano il passaggio vi erano appese delle candele che si muovevano da sole, come mosse da un vento invisibile, ma almeno illuminavano un po’ quel maledetto ambiente tetro.
Appena percorremmo quel corridoio, alzai lo sguardo verso una delle due sagome e per un momento mi parve di scorgere due luci rosse proprio dove lasciava scoperto il cappuccio, ma durò talmente poco che non mi porsi neanche la domanda di cosa fosse stato.
Ad un certo punto le due figure oscure smisero di camminare e si fermarono, guardai davanti a me e notai ancora del buio, ma mi accorsi subito dopo che uno dei due esseri aveva allungato una mano e toccato quella solida oscurità: era una porta.
Una luce immensa mi colpì in viso e per un po’ la mia vista rimase offuscata tanto mi ero abituata al buio, non appena i miei occhi tornarono a vedere immagini nitide, mi ritrovai davanti cinque persone, tre maschi e due donne, solo a guardarli mi venne la pelle d’oca: di fronte a me ma verso il fondo della sala immensa vi erano due uomini seduti su dei troni di legno, uno di loro era appoggiato alla schienale e mi fissava ma non si muoveva, l’altro dai capelli chiari vicino a lui aveva un’aria minacciosa, non riuscivo a tenere lo sguardo al suo pari tanto era forte la rabbia nelle sue pupille.
Più avanti, a pochi passi da me c’erano due ragazzi, che apparentemente potevano avere due anni in più di me, lei era bionda ma i suoi occhi trasmettevano superiorità e paura, grandi e rosso cremisi.
Anche il giovanotto al suo fianco portava uno sguardo saccente e pericoloso, sempre di quel colore rosso sangue.
Un ‘altro soggetto catturò la mia attenzione: era a pochi metri da me, quella donna completamente avvolta in un aderente vestito rosso che le definiva il corpo, mi guardava con un’espressione in viso paragonabile ad un’oca, aveva un sorriso poco convincente, allo stesso tempo vedevo perfidia nel suo sguardo.
Fin ora era regnato il silenzio assoluto, ma fu proprio quest’ultima ad interromperlo con la sua voce pericolosamente seducente ‘’Guarda guarda cosa ci hanno portato, stavo proprio per uscire a rimediare cibo ma dal momento che è arrivato qui da solo…’’ il suo sorriso velenoso si illuminò ancora di più, fino a che l’uomo che era alla mia destra si tolse il cappuccio e replicò ‘’Sono d’accordo con te Heidi, ma non hai visto come è magra? E poi è ancora una bambina, non riuscirà a dissetare nemmeno uno di noi’’.
Bambina!? Come si era permesso di chiamarmi in quel modo, potevo anche avere tredici anni ma ero abbastanza grande per essere considerata ancora come una bambina.
Mi voltai per guardarlo in viso: non so cosa aveva la sua espressione di strano ma, mi dava leggermente più sicurezza rispetto agli altri, e ad ogni modo, il suo volto mi piaceva, forse erano stati i suoi lineamenti, i suoi occhi sempre di quel rosso infernale ad attirarmi.
L’uomo in fondo alla sala che ancora mi guardava in cagnesco prese parola ‘’è comunque un’infiltrata, non la passerà liscia…’’ Il suo tono di voce fermo ma giovane venne interrotto da una voce differente, che non apparteneva a nessun’altro presente in quella stanza, quando all’improvviso da un corridoio buio che vi era sul retro comparve un uomo.
 ‘’Cosa succede qui?’’ Domandò con voce appena alta mentre si faceva largo nella sala, indossava un vestito nero elegante, i capelli lunghi anche se leggermente scompigliati vicino alle orecchie si confondevano con il colore della camicia che arrivava fin sopra il collo.
Al suo arrivo anche l’altro uomo al mio fianco si tolse il cappuccio scuro, rivelando un volto dall’aria severa e altezzosa, un po’ come tutti gli altri.
Rivolgendosi proprio a lui, l’uomo appena arrivato gli chiese ‘’Dove l’avete trovata?’’, ‘’Stava girovagando per il palazzo, mio signore’’ rispose il colosso a testa alta, facendo intuire il rispetto che aveva nei suoi confronti.
‘’Sei curiosa!’’ Disse avvicinandosi a me, per poi aggiungere ‘’Come mai sei venuta qui? ‘’ La sua voce non era male, ma il suo sguardo non mi lasciava un attimo in pace, e aveva qualcosa di oscuro che non mi piaceva affatto…
‘’Beh, ecco, io… ero infreddolita, odio il freddo, e all’improvviso la porta di questo edificio si è spalancata, e mi sono ritrovata dentro…’’ Non riuscivo bene a esprimermi correttamente con quello sguardo scrutatore puntato su di me, così decisi di non guardarlo ‘’Capisco…’’ Rispose lui con un sussurro che mi fece raggelare il sangue, poi senza che me ne accorgessi mi prese una mano, tentai di divincolarmi ma lui mi disse di stare tranquilla, quelle che seguirono sembrarono attimi infiniti, i nostri sguardi si alternavano e io mi sentivo sempre più agitata, il silenzio regnava sovrano ed io ero davanti a lui, davanti a quell’uomo dall’aria poco raccomandabile, iniziai ad avere paura che avesse intenzione di uccidermi…
Ad un tratto lasciò la mia mano e io finalmente ripresi a respirare normalmente, lasciò libero il mio sguardo e si perse nei suoi pensieri: rimuginava.
Con tono serio e formale mi parlò ‘’Ascoltami bene, Sophia.
Io e i miei compagni avevamo intenzioni ben diverse nei tuoi confronti, ti avremo uccisa se non fosse stato per una cosa…
So tutto, conosco tutto del tuo passato, forse puoi esserci utile…’’ Più che parlare con me iniziava a parlare con se stesso, era turbato ed era evidente che stava ragionando su qualcosa.
‘’Da qui non potrai più andartene, la nostra stirpe è un segreto’’ Mi fece cenno di guardare i suoi occhi, più gli osservavo, più mi ricordavano Dremon.
‘’E hai visto con i tuoi occhi, ma sei ancora giovane per fare parte di noi a tutti gli effetti, ti concederò solo tre anni, poi il destino deciderà per te’’ Si era soffermato molto sulle ultime sillabe, proprio come per preannunciare una condanna a morte.
‘’Tu devi’’ concluse infine, e con un cenno della mano fece avvicinare quell’uomo misterioso che mi aveva tanto stregato ‘’Demetri, porta Sophia in una stanza, e rimani di guardia, non vorrei che mi sfuggisse…’’
Il giovane annuì, mi prese per il braccio e mi condusse in un corridoio.

Ero rimasta muta e impassibile, dopo quel discorso non avevo più la forza di reagire, mi sentivo persa, osservata e impaurita.
Come faceva a sapere tutto su di me? Cosa voleva da me?
In quale razza di guaio mi ero cacciata?
Quanto avrei voluto risvegliarmi da quel dannato incubo, era tutto troppo strano e spaventoso, avrei voluto sbattere la testa da qualche parte e risvegliarmi a casa mia, al calduccio e in compagnia dei miei genitori e dei miei adorati libri.
Si fa presto a sognare quando scopri di essere in un vero e proprio incubo.


Note:  Sophia non aveva mai sentito parlare di vampiri, ne conosce l’esistenza di queste creature.
 

 

 

   
 
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