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Autore: bambolinarossa98    26/08/2015    2 recensioni
{Lo guardo negli occhi, quei profondi occhi grigi che mi ipnotizzano.
Mi sono sempre chiesta cosa nascondessero: serenità, tristezza, paura, rabbia, soddisfazione?
No, niente di tutto ciò. Near è sempre stato un tipo freddo e distante... ma era pur sempre un essere umano.
"Non lo so" sussurro "Forse avevo paura" ammetto mentre la sua espressione non muta. Resta sempre impassibile e questo in un certo senso mi fa stare tranquilla, con Mello non sarei mai riuscita ad aprirmi così tanto, con i suoi modi di fare troppo bruschi persino la mia maschera di freddezza sarebbe andata a farsi benedire e, probabilmente, nel ricordare alcuni aspetti della mia vita, sarei anche potuta scoppiare a piangere.
In fondo, anche io sono un essere umano.}
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Una ragazza con un passato ddifficile si ritrova ad affrontare un presente ancor più complicato sperando, forse, in un futuro radioso...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono le 20.55 del 10 Novembre, qui dentro è tutto tranquillo ma continuo a sentirmi addosso un senso di pericolo imminente.
Sono nervosa, agitata e non riesco a smettere di mordicchiarmi le unghie; Mello mi getta occhiate di sbieco e Matt non mi calcola di striscio, troppo occupato a giocare alla PSP, l'altro amore della sua vita dopo il Nintendo, da dove esce musica rock: starà senz'altro giocando a Devil May Cray... di nuovo.
Ho appena posato lo sguardo sull'orologio che scattano le 20.59.
Una serie di urli disumani mi fanno sobbalzare e vedo Rod, Pedoro e Sniver accasciarsi sul pavimento, scatto in piedi mentre delle esplosioni provengono dai piani inferiori. Mello guarda lo schermo del computer poggiato accanto a lui e lo stesso faccio anche io dove posso vedere degli uomini fare irruzione e dirigersi verso di noi.
"Matt! Jo! Via!" esclama d'un tratto alzandosi in piedi e correndo alla porta. Matt s'infila la PSP nella tasca del gilèt e lo segue con me alle calcagna. Oltrepassiamo il corridoio seguiti dagli unici due sopravvissuti oltre a noi "Ray! Schier! Il quaderno è sotto il corpo di Rod, portatelo di sopra nella sala monitor!" ordina Mello salendo le scale di ferro dove si ferma "Uscite dalle scale antincendio e aspettatemi fuori, il più lontano possibile dall'edificio!" esclama.
"E tu?" chiedo ma le esplosioni sempre più vicine impediscono una risposta completa.
"Andate!" ordina prima di girarsi e dirigersi nella sala monitor.
"Vieni!" Matt mi prende per il braccio e mi trascina attraverso il corridoio.
"Aspetta!" devio e spalanco la porta della mia camera, un secondo e inquadro la mia borsa sulla scrivania già con tutta la mia roba dentro. L'afferro ma gli spari e le urla dei due uomini mi gelano. Matt si precipita verso di me, mi afferra la mano e corre fuori. Io lo seguo stringendo al petto la borsa mentre sento dei passi salire le scale; il castano sfonda la porta con un calcio e si getta a capofitto giù per i gradini. Attraversiamo lo spiazzale, e ci fermiamo dietro dei bidoni dell'immondizia, dove riprendiamo fiato. Fuori tutto è silenzioso, non ci hanno seguiti ciò vuol dire che sono ancora dentro.
Respiro con calma, non si sentono più gli spari. Comincio a tranquillizzarmi e guardo Matt, respira velocemente e mi stringe ancora la mano, tremando.
"Andrà tutto bene" dico cercando di convincermene ma appena lo faccio il rombo di un esplosione quasi mi spacca i timpani.
Volto lo sguardo verso l'edificio e vedo le fiamme uscire dall'ingresso principale.
Entrambi gli ingressi sono saltati...
"Quel pazzo! Ma che vuole fare?!" esclama Matt guardando al di sopra dei bidoni.
Adesso capisco: è stato Mello. Ecco perché ci ha fatto uscire.
Passano all'incira quattro minuti ma ancora nessuno esce, ed io inizio a temere per l'incolumità di quel cretino di Mello che invece di uscire con noi è rimasto dentro per tentare di riprendere il quaderno.
"Matt, dobbiamo andare a vedere se..." esclamò balzando in piedi ma un seconda esplosione non mi da il tempo di dire nulla. Matt mi afferra e si getta su di me finendo sull'asfalto: non è una piccola esplosione come quella che ha chiuso gli ingressi, stavolta è saltato in aria l'intero edificio! I bidoni volano sopra le nostre teste; appena Matt si sposta io alzo lo sguardo sull'edificio completamente avvolto dalle fiamme e la dura realtà dei fatti mi colpisce come un pugno nello stomaco: Mello era ancora lì dentro.


§


Chiudo la manopola dell'acqua ed esco dalla doccia avvolgendomi in un asciugamano; oltrepasso la porta del bagno ed entro nella stanza.
Matt è seduto a terra con il DS tra le mani, alle sue spalle, sul divano rattoppato, giace il corpo inerme di Mello. È sopravvissuto all'esplosione ma lo abbiamo ritrovato tra le macerie privo di conoscenza e gravemente ferito, ha la parte superiore del torace fasciata come il lato sinistro del viso, li dov'erano le ustioni più gravi.
"Ha dato segni di vita?" chiedo. Matt spegne la console e scuote la testa.
"Nulla. Se non fosse per il fatto che respira ancora crederei davvero sia morto" sospira.
Guardo preoccupata il ragazzo e non posso fare a meno di pensare che adesso avrebbe potuto anche non esserci.
"Vado a fumare" mi informa Matt alzandosi "Se la smette di fare il vegetale, chiamami" raccomanda uscendo dalla stanza.
Guardo Mello ancora steso sul divano poi mi dirigo verso il tavolo rotondo per prendere la mia borsa: la apro ed estraggo dei vestiti da mettere.
Io e Matt abbiamo trovato rifugio negli appartamenti di un vecchio night club abbandonato, è il 13 novembre e fa un freddo cane. La stanza è spoglia, le pareti scrostate e in alcuni punti macchiate di quello che sembra sangue, le finestre sono rotte e non proteggono affatto.
Infilo dei jeans chiari e mi tolgo l'asciugamano poggiandolo sul tavolo, prendo la felpa ma prima di infilarmela il mio sguardo cade sulla cicatrice che mi attraversa il fianco, segno inconfondibile del mio passato.
Si, credo sia venuto il momento di raccontare.
Ho vissuto con i miei genitori fino all'età di sei anni, la mia famiglia era povera così chiese un prestito a quegli strozzini della mafia... ma mio padre non poteva restituire il prestito così venne ucciso. Non contenti vennero a cercare me e mia madre; mi ricordo quella notte come se fosse appena successa: mia madre mi svegliò di soprassalto prendendomi in braccio e corse fuori dalla casa ma ci raggiunsero.
Vidi morire mia madre sotto i miei occhi, uccisa da otto colpi di pistola alla testa; tentarono di uccidere anche me ma riuscii a fuggire. Questa cicatrice è ciò che mi resta di quella fuga fortuita.
Venni trovata da Roger pochi giorni dopo, in condizioni pietose, e portata alla Wammy's House.
Da quel giorno ho coltivato un odio profondo per la mafia che è andato a espandersi nel tempo. Mi infilo la felpa verde di scatto e l'abbasso a coprirmi la cicatrice.
Sospiro e mi volto, fino a quel momento avevo dato le spalle al divano quindi mi sorprendo quando vedo Mello ancora steso su di esso che mi osserva con l'unico occhio scoperto, serio come sempre.
Ma era sveglio.
Dopo tre giorni di coma lui era sveglio!
L'idea che possa avermi vista nuda non mi scalfisce minimamente dato che l'unica cosa che riempie la mia testa ora è il fatto che lui si sia finalmente ripreso.
"Ti sei svegliato, finalmente" dico tornando a respirare aria pulita.
"Cos'è successo?" domanda.
"Sei quasi morto dopo aver fatto saltare in aria il covo" spiego. Lui volta la testa al soffitto e si passa una mano sulla benda che gli copre l'occhio sinistro.
"Perché ce l'ho?"
"Ustione di terzo grado, ti si è bruciata la pelle di metà viso. Spera solo che il tuo occhio funzioni ancora" dico avvicinandomi "Come ti senti?"
"Confuso. Quanto tempo è passato?"
"Tre giorni. Che tu hai passato a dormire mentre noi ti trascinavamo in giro più morto che vivo" rispondo sarcastica.
"Dov'è Matt?"
"Fuori che fuma"
Scende il silenzio, in cui nessuno dice nulla. Infine mi alzo.
"Vado a dirgli che sei vivo" ma lui mi afferra il polso e mi blocca.
"Toglimela" dice secco rivolto alla benda.
"Non credo sia una buona ide..." tento.
"Toglimela!" stavolta sa tanto di ordine e vorrei tanto rispondergli con un bel: "Ma fottiti!" invece sospiro.
"Tirati su"
Lui si alza e si siede sul bordo del divano, mentre m'inginocchio davanti a lui. Inizio a sfasciargli la benda, con calma, mentre la cicatrice già divenuta di un rosso-marrone si fa vedere, attraversando la parte sinistra del viso dalla fronte alla guancia.
Infine resto solo con le bende tra le mani mentre Mello apre lentamente gli occhi: entrambi sono del loro colore azzurro ghiaccio, entrambi si aprono e si chiudono a comando, entrambi sembrano funzionare normalmente.
"Ci vedi?" chiedo.
"Dammi uno specchio" risponde.
"E dove lo trovo uno specchio?" chiedo "Stai tranquillo, sei figo e sexy come sempre se è questo che ti preoccupa" lo informo sarcastica. Lui accenna un sorriso.
"Questo lo so benissimo" dice.
Alzo gli occhi al cielo esasperata: "Lo sai che il nostro cervello vi vede dieci volte più belli di quello che siamo?" dico.
"Oh, allora tu nel tuo cervello devi essere uno schianto" mi canzona lui con un ghigno strafottente.
"Fottiti, Mello" rispondo stanca alzandomi per gettare le bende. Ma ancora una volta vengo fermata da lui, che mi afferra il braccio e mi tira su di sé. Colta alla sprovvista mi appoggio con la mano libera ai cuscini del divano insieme al ginocchio, l'altra gamba è infilata tra quelle di Mello e il mio braccio sinistro intrappolato nella sua mano. Il mio viso è a pochi centimetri dal suo.
Non mi ero mai accorta di quanto Mello fosse carino, a volte lo sfotto sul suo sentirsi 'sexy e figo' ma non ho mai fatto caso al fatto che in un certo senso lui è 'sexy e figo'... oltre che carino... troppo carino... sembra che questa cicatrice accentui la sua bellezza... o forse è solo una mia impressione?
È solo questione di un paio di secondi, il tempo necessario a fare queste congetture sulla bellezza estetica del mio migliore amico, prima che lui mi baci.
E si, mi sta proprio baciando. M'irrigisco e un brivido mi passa la schiena quando avverto la sua lingua accarezzarmi le labbra, penetrarvi e cercare la mia che sta ferma, immobile, scioccata quanto me. Mello mi afferra l'altro braccio e si spinge su di me stendendomi sul divano, le bende scivolano a terra e le mie mani si posano sul suo viso. Prima che il corpo possa mandare vibrazioni al cervello e che quest'ultimo possa dirgli: "Non fare cazzate" mi ritrovo a ricambiarlo.
Non va bene
Le mani di Mello scendono verso il basso e mi accarezzano i fianchi da sotto la felpa.
Si mette male
Dai fianchi le mani di Mello si spostano più sopra, insinuandosi sotto la mia maglia, fino a toccarmi il seno scoperto.
Ma perché non metto mai i reggiseni?!
Ecco, ora comincio a sentire caldo oltre ad essere scossa di innumerevoli brividi dovuti al tocco delle dita del ragazzo.
E se Matt entrasse? Merda, spero che entri Matt e mi tiri fuori da questa situazione decisamente troppo spinta.
Perché se non ci ferma lui... beh, cosa succederà voi lo sapete almeno quanto me ed io non ho né la forza mentale né la voglia fisica di fermarmi.
Non so spiegarlo nemmeno io ma è come se restando lì, facendomi abbracciare e baciare da Mello, i problemi che ho avuto svaniscano; è come se li portasse via con una semplice carezza. Questa sensazione durerà solo fino a quando non sarà tutto finito. Poi i problemi riappariranno così come la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato.
"Cazzo!" un imprecazione da fuori la porta. Dei passi. Matt. Che Kami ti benedica, ragazzo mio!
La porta si apre e il castano compare sulla soglia.
"Ma porca miseria, mi sono cadute le sigarette di sotto!" esclama irritato ma si ferma sulla soglia. Immagino che la scena che gli si è parata davanti non sia delle migliori, insomma: io stesa sul divano con Mello addosso e le sue mani infilate sotto la mia felpa. Non ci sono spiegazioni. Tuttavia lui non si scompone anzi, si alza gli occhiali sul naso e dice, col tono più naturale e ovvio del mondo: "Io il baby sitter a vostro figlio non lo faccio"
Gelo.
Con uno scatto mi alzo facendo cadere Mello dal divano che impreca.
Mi tiro giù la felpa e cerco di ricompormi; cosa alquanto difficile quando si è in una situazione come la mia.
"Oh, non preoccupatevi di me. Fate come se non fossi mai entrato" consiglia chiudendosi la porta e restando fuori.
Ma che fa quel cretino? Se ne va?!
"Torna qui, coglione!" sbotta Mello tirandosi in piedi. La porta si riapre.
"Siete sicuri?"
"Non fare l'idiota!" ringhia il biondo innervosito massaggiandosi la nuca. Poi va verso il tavolo dove si trova la sua giacchetta di pelle marrone e inzia togliersi le bende dal torace, Matt si siede a terra per un motivo o per l'altro, e mi fissa di sbieco.
"Non eccitarti, eh" mi sussurra divertito. Arrosisco e, parallelamente al mio imbarazzo, ascolto il prurito alle mani e gli tiro uno scappellotto sulla nuca.
"Taci, cretino!" sibilo e lui ridacchia.
Mello si volta a guardarci mentre si abbottona la giacca troppo stretta e troppo corta... Mannaggia!
"Sanno il mio nome. Il mio vero nome" ci informa, Matt smette di ridere e io impallidisco "Non so come ma Yagami sapeva il mio nome e lo ha quasi scritto sul quaderno.
Ora hanno entrambi ma se non mi hanno ancora ucciso significa che credono che sia morto nell'esplosione: un punto a mio vantaggio. Ora dovremmo agire d'astuzia"
"Che cosa vuoi fare?" domanda Matt mentre lo osserviamo pendere la giacca dalla sedia.
"Andiamo da Near"


§


Sono oramai dieci minuti che io e Matt aspettiamo in macchina, lui è poggiato al volante e tamburella con le dita su di esso, io guardo l'edificio sotto il quale siamo parcheggiati, una semplice zona condominiale.
Mi chiedo cosa siamo venuti a farci qui, Near non è di certo in questo posto.
Oltretutto, quando è sceso, Mello mi ha praticamente ordinato di passare avanti. Così eccomi qui, accanto a Matt ad aspettare.
Finalmente il portone si apre e una donna fa la sua comparsa, è in accappatoio ed ha un aria vagamente irritata. Mello è alle sue spalle e le punta la pistola alla nuca.
Ma che cavolo sta succedendo?
Si avvicinano alla macchina e salgono sui sedili anteriori.
"Parti" ordina Mello senza staccare la pistola dalla testa della donna.
Matt non si scompone, accende il motore e si avvia sulla strada.
"Allora, Ridner: parlami un pò di ciò che Near ha scoperto sul caso Kira" Mello interroga la donna addentando la sua tavoletta di cioccolato "Voglio sapere tutto, bada a non tralasciare nulla" aggiunge con un tono che non ammette repliche.
La donna lo guarda per un istante, poi parla: "Near sospetta del secondo L" comincia "Ha già una vaga idea su chi possa essere..."
"Chi è il secondo L e Near come lo ha scoperto?" chiede Mello.
"Grazie a te" risponde piatta "Quando hai avuto la brillante idea di rapire il capo della polizia per scambiarlo col quaderno, Kira lo ha ucciso mentre quando hai rapito Sayu Yagami lo scambio col quaderno si è tenuto.
Near sa che il secondo L e Light Yagami e il fatto che sua sorella non sia morta per mano di Kira lo ha portato a sospettare che Light Yagami sia Kira"
"Quindi Kira è proprio al centro dell'organizzazione anti Kira. Anzi, se si spaccia per L immagino che avesse un legame particolare col vero L" commenta Matt "La tua supposizione non era errata, Jo. Kira era davvero tra gli uomini che lavoravano con L" aggiunge rivolto a me.
"Se Light Yagami è davvero Kira allora deve essere stato così astuto da riuscire a convincere persino L della sua innocenza tanto da prendere il suo posto" dice Mello.
"Non esattamente, a quanto dice Near L aveva dei sospetti su Light Yagami. Li aveva fin dall'inizio e li ha sempre avuti ma non è mai riuscito a provare nulla" ci informa Ridner.
"Near come la pensa a riguardo?" domando.
"Per lui Light è Kira e Misa Amane il secondo Kira" dice.
"Misa Amane?" domanda Mello.
"La modella?" domando io.
"Al momento è la fidanzata di Light Yagami. L sospettava anche di lei: poco dopo che il secondo Kira è comparso, al fianco di Light è apparsa Misa Amane"
"Near sa del quaderno?" chiede Mello.
"Ovviamente"
"C'è altro?"
"Al momento no, le indagini sono ferme da un pò. Persino Near è a un punto morto. Anche se ha dei sospetti non può provare nulla"
Scende il silenzio, riesco quasi a sentire gli ingranaggi di Mello al lavoro, alle mie spalle.
Il secondo L è Light Yagami. Light Yagami è Kira. Kira è il secondo L.
"Se il secondo L è Kira spiegherebbe come mai la polizia giapponese aveva tra le mani il Quaderno della Morte" rifletto ad alta voce "E anche come mai sono morti di arresto cardiaco i mafiosi che ci aiutavano. Light Yagami ha pensato che gli avrebbe fatto comodo l'aiuto della polizia, solo uccidendoli non ci avrebbe ricavato il quaderno e aveva bisogno di una squadra che lo recuperasse. Così ha finto che Kira mandasse un messaggio al Quartier generale, probabilmente aiutato da Misa Amane se lei è davvero il secondo Kira, nel quale spiegava che quel giorno e a quell'ora sarebbero morti parte della banda coinvolta nello scambio. A loro non restava che entrare e prendere il quaderno"
Matt mi lancia uno sguardo per poi tornare a concentrarsi sulla strada, Mello e Ridner mi osservano.
"Neanche Near è arrivato ad una conclusione così dettagliata e lui ha partecipato in prima persona alle attività del Quartier generale giapponese" dice quest'ultima.
"No, ci è arrivato" dice Mello "Solo che non lo ha detto ad alta voce" aggiunge "Solo lui sa cosa gli passa per quella testa ossigenata"
Nel frattempo siamo arrivati sotto la sede dell'SPK, Matt ferma la macchina davanti l'ingresso.
"Fai in fretta" raccomanda "Devo andare a prendere le sigarette"
Mello apre la portiera e la lascia aperta per far uscire Ridner, sempre puntandole la pistola contro, poi la richiude.
"Vieni anche tu, Joseth" dice. Mi volto verso Mello, perplessa, ma apro la portiera e scendo. Fa freddo fuori, sento il gelo penetrarmi le ossa. Mello si alza il cappuccio ornato di pelliccia sulla testa mentre io mi limito ad alzarmi la zip del giubbotto fino al mento.
"Andiamo" Mello si avvia tenendo davanti a sé e bene in vista Ridner: che voglia usarla come ostaggio per entrare nell'SPK?
Muovo solo qualche passo che sento Matt parlare alle mie spalle: "Ci vediamo, dolcezza" mi saluta.
Mi volto a guardarlo ma lui ha lo sguardo fisso davanti a sé.
"Muoviti" mi richiama Mello entrando dal parcheggio. M'incammino a passo svelto riflettendo sulle parole di Matt; che significato hanno?
Entriamo e sento subito la differenza di temperatura, dentro c'è un tepore più che piacevole. Non incontriamo ostacoli, tutte le porte si aprono al nostro passaggio mentre Ridner ci guida verso Near.
Alla fine arriviamo davanti alla porta blindata, le due lucine rosse diventano verdi e con un doppio bip le porte si aprono: ad accoglierci sono i due tirapiedi di Near con le pistole puntate contro.
Cominciamo bene.
"Benevuto, Mello" ci saluta Near, seduto sul pavimento e circondato da una piccola pista girevole a piu piani su cui due treni sfrecciano velocemente: la sua capigliatura bianca è inconfondibile così come il piagiama latteo che indossa.
"Getta la pistola" esclama uno dei due uomini che ci tiene sotto tiro.
"Anche voi, signori, abbassate le armi" ordina Near con calma "Sarebbe inutile far scorrere altro sangue"
"Ma Near, lui ha ucciso senza pietà tutti i nostri compagni!" esclama l'altro e un lampo d'irritazione mi attraversa gli occhi; meglio non ricordarlo o comincerei ad odiare Mello.
"Non fatemelo ripetere! Il nostro obbiettivo è assicurare Kira alla giustizia, se adesso uccidessimo Mello non ne ricaveremmo nulla"
"Come vuoi" entrambi abbassano le armi e anche Mello mette giù la pistola. Near rivolge di poco lo sguardo verso di me e io lo ricambio.
"È un piacere rivederti, Jole" mi saluta.
"Anche per me, Near" rispondo.
Jole è il soprannome con cui mi facevo chiamare alla Wammy's House, l'unione tra le prime due lettere del mio nome e le ultime due del cognome, anche in questo caso la 'e' è muta; suona decisamente meglio di Jo.
Mello si abbassa il cappuccio e si rivolge direttamente a Near: "Fin'ora è andato tutto come ti aspettavi, vero Near?" domanda.
"Si. Immagino che Ridner ti abbia già parlato del secondo L" risponde lui "Devo confessarti che è grazie a tutto quello che hai fatto se mi sono avvicinato a Kira"
Vedo un bagliore attraversare gli occhi di Mello, alza la pistola e la punta contro il ragazzo ossigenato.
"Near!" esclama furente, gli altri due tornano ad alzare le loro pistole ma Mello non li calcola di striscio "Ti avverto che io non sono uno strumento per completare il tuo puzzle!"
"Mello, se vuoi spararmi qui è ora sei libero di farlo" lo invita Near. Gli occhi di Mello sono opachi, come quelli di un folle e sento il grilletto scattare, mi fiondo davanti a lui e sposto la sua pistola di lato.
"Se uccidi Near non uscirai vivo da qui!" ringhio "E cosa otterrai? Farai solo il gioco di Kira!" esclamo e lo guardo dritto negli occhi. Lui si calma e abbassa la pistola: le mie parole hanno fatto centro.
Anche gli altri mettono via le loro.
"Non preoccupatevi, in realtà sono venuto qui solo per riprendermi la mia fotografia" risponde volgendo gli occhi a Near.
"Ok. La foto è questa" Near estrae dalla tasca una fotografia di Mello risalente a quattro anni fa e ce la mostra "Non ne esistono altre copie, inoltre sappi che ho già sistemato le cose con chi in passato ti aveva visto in volto alla Wammy's House" detto ciò la lancia a Mello che l'afferra al volo "Non posso assicurartelo al cento per cento ma ora non dovrebbe essere possibile ucciderti col Death Note" conclude "Abbiamo altri da dirci, Mello?"
"In realtà io non ho nessuna voglia di allearmi con te" risponde lui.
"Questo lo so"
"Ma devo confessarti che mi secca molto prendere questa fotografia e andarmene via così" aggiunge "Il Quaderno della Morte appartiene ad uno Shinigami che può essere visto solo da chi possiede il quaderno" informa con una decisione nella voce che non gli ho mai sentito.
"Che sciocchezza!"
"Chi crederebbe a una cosa del genere?" esclamano i due.
"Io ci credo" asserisce Near "Che cosa ci ricaverebbe Mello nel dire una bugia tanto assurda? Se proprio avrebbe voluto mentire avrebbe cercato una menzogna più plausibile. Ne deduco quindi che gli Shinigami esistono"
"Il Quaderno che ho avuto per le mani era stato di qualcun altro oltre che dello Shinigami stesso. Inoltre non tutte le regole che vi erano scritte erano vere" continua lui "Questo è tutto ciò che posso dirti" conclude.
"C'è altro?" domanda Near.
"Si. Lei" e mi indica con un cenno del capo. Io mi volto di scatto verso di lui: cosa ha in mente?
Near si volta a guardarci, dal mio sguardo confuso e sorpreso capisce che non so di cosa sta parlando. "Ti ascolto"
"Ti chiedo di prenderla nell'SPK e farla lavorare con te"
Un fulmine. Mi sento proprio come se mi avesse colpito un fulmine. Alzo gli occhi sbarrati su Mello che però non mi guarda, resta serio e impassibile ad osservare Near.
Cosa significa? Perché mi sta scaricando al ragazzo ossigenato?
"A cosa devo questa richiesta?" domanda Near senza fare una piega.
"Il motivo non deve interessarti, dammi solo una risposta" taglia corto il biondo, glaciale. Passano un paio di secondi di totale silenzio in cui io cerco di riordinare le idee e capire cosa lo ha spinto a portarmi qui: meno di una settimana fa aveva detto che voleva farmi una richiesta, che fosse proprio questa? Lavorare con Near... ma non mi ha mai chiesto se volessi farlo, mi ha semplicemente trascinato qui e ora mi sta offrendo a Baby White come se fossi un sacrificio ad una divinità!
"E va bene, io non ho problemi a prendere Jole nella mia squadra" asserisce Near "Tutto dipende, ovviamente, se lei sia d'accordo o meno. Non sembra a conoscenza del tuo piano" nota.
Mello stringe gli occhi e io non ci penso su due volte: vuole che lavori col ragazzo ossigenato? Bene, lavorerò con ragazzo ossigenato!
"Per me va bene" asserisco gelida guardando Near e il saluto di Matt prende tutto ad un tratto un significato, adesso desidero solo di avergli risposto ma ciò vuol dire che lui sapeva e non mi ha detto niente.
Deciso, Mello si volta ed esce dalla stanza... lasciandomi qui.
Poi si ferma fuori la porta ed estrae una tavoletta di cioccolato dalla tasca che scarta con noncuranza: "Near"
"Mello" è la risposta.
"Vogliamo vedere chi sarà il primo a trovare Kira?" domanda e sento nella sua voce una nota di malizia.
"Vuoi fare una gara?" chiede Near con lo stesso tono di voce.
"Tanto la nostra meta è la stessa. Ti aspetterò al traguardo"
"D'accordo"
Detto ciò s'incammina e oltrepassa la porta blindata che si apre al suo passaggio per chiudersi subito dopo. Cala il silenzio, in cui tutti e tre mi guardano ma io non li calcolo di striscio, osservo invece la schiena di Near che parla solo dopo aver sistemato i suoi treni.
"La prego, comandante Lester, accompagni Jole nella sua camera. Al tredicesimo piano, due porte dopo la mia" illustra.
"Come vuoi. Vieni" aggiunge rivolto a me, io lo seguo. La porta blindata si apre ma prima che possa richiudersi Near mi chiama nuovamente.
"Sarà un piacere lavorare con te, Jole" mi dice.
Io sospiro affranta.
"Anche per me, Near... anche per me"
   
 
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