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Autore: carmen16    26/08/2015    2 recensioni
E se Bella ricoprisse il ruolo del vampiro e Edward fosse il fragile umano? e se dovessero incontrarsi nel momento più sbagliato che il destino dovesse scegliere? se dovessero anche risultare nemici?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Salve a tutti, eccomi con il settimo capitolo, che risponderà ad alcune domande che mi avete fatto, ma non ancora a tutte, per avere il quadro completo ci vorranno ancora alcuni capitoli. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio a tutti. Vorrei ringraziare immensamente le persone che mi hanno sostenuto durante la pubblicazione di questi ultimi capitoli, in particola modo:

- miky9160 per le chiacchierate e per le recensioni entusiaste e positive. Spero che anche questo capitolo ti stupisca. T ringrazio molto, spero sempre di migliorare con il mio stile di penna :)

- martyd

- jenny80_big
E tutti coloro che mi leggono e seguono anche senza commentare. Buona lettura.

~POV BELLA

Ancora sconcertata dalla scoperta che aveva fatto poco prima, era tornata nel bosco per cacciare. Troppi pensieri stavano iniziando ad opprimerle il cervello e doveva perdere in qualche modo coscienza, lasciare che i suoi istinti prevalessero sulla sua mente combattuta. Il fatto stesso che fossero presenti dei licantropi a Forks era indice che qualcosa in quel paese era cambiato, e che probabilmente la cosa non era sfuggita alla confraternita che teneva d'occhio la situazione, e quindi... Lei. Ma se così fosse non sarebbero già venuti a prenderla per punirla, ucciderla o imprigionarla? Dubitava che pur conoscendo la sua posizione sarebbero rimasti ad osservare lo scorrere degli eventi. Era più probabile che stessero preparando un qualche piano "diabolico", che nonostante la sua profonda conoscenza delle loro tattiche e modo di agire, erano secoli dopotutto che stava con loro, lei non sarebbe mai riuscita a prevedere. Odiava essere in svataggio rispetto al suo rivale. Aspettare era una delle cose che si imparava vivendo per un'eternità, ma quando si trattava di strategia, la snervava cercare di prevedere le mille mosse che poteva fare il tuo nemico senza poter contrattaccare, restare immobili mentre sicuramente danneggiava qualcosa per provocarti. Ci aveva fatto l'abitudine però. Purtroppo col tempo ci si abituava odiosamente a tutto. Si ricordava sempre una frase nei momenti peggiori o nelle sue riflessioni, quasi ironica:

- L'unica cosa davvero insopportabile, è che tutto è sopportabile.-

Si rendeva conto che era seriamente così. La fine di tutto era solo la morte, che per quelli come lei arrivava tardi. Lei non conosceva la pace dei sogni, il classico "staccare la spina"  e l'unica cosa che aiutava oltre la meditazione, che però le peggiorava l'umore perchè non faceva che ricordarle le cose orribili che aveva fatto, era la caccia. E proprio in quel momento stava estendendo il raggio del suo olfatto, dall'alto di un albero, per poter sentire qualche animale che si avvicinasse ai suoi gusti. Ogni vampiro amava un tipo di persona da bere, chi per determinate caratteristiche fisiche che ricercavano espressamente, dopotutto il mondo era incredibilmente vario e non mancava mai la scelta per dei giovani affascinanti e attraenti anche se un pò spaventosi ragazzi. Anche lei come loro aveva il suo gusto in fatto di animali. Per principio non beveva mai da cuccioli o dalle loro madri, oppure da femmine in fin di vita, gravide. Perciò la scelta si riduceva ai maschi forti, possibilmente non troppo irascibili. Non voleva far loro del male dal momento che era consapevole già di star privando loro della vita. Potevano anche prenderla in giro come volevano ma lei rispettava gli animali, anche più degli umani, come se fossero come lei, perchè all'infuori della legge del più forte, avevano un codice e un ciclo, che non potevano essere spezzati. Dimostravano di essere migliori loro degli umani che erano dotati di ragione, in teoria , perchè spesso non la usavano. E i vampiri cos'erano se non una combinazione del meglio dei due? Della ragione e applicazione dell'uomo, e dell'istinto e forza dell'animale. Da dove nascevano non lo sapeva, nè se erano in qualche modo maledetti o avevano una qualche origine demoniaca o malvagia ma non riusciva neanche a pensarci. Non per se stessa. Non era colpa sua se era nata così, mezza vampira, per poi diventarlo del tutto. Come per le persone, non importava da chi si nascesse, ma ciò che si diventava col tempo e con le azioni, ciò che si decideva di essere. Quello faceva la differenza. Lei avrebbe fatto la differenza per se stessa. Anche se in quel momento non andava fiera di ciò che aveva fatto in passato, ma si era libellata al destino che la teneva rinchiusa e adesso avrebbe combattuto per avere la sua libertà, o sarebbe morta cercandola. Forse avrebbero inviato lo stesso Ian a braccarla. Si era ritrovata più volte a chiedersi come avrebbe agito in una tale eventualità, ma ancora non sapeva darsi una risposta. Desiderava combattere tanto quanto non fargli del male, mai gli avrebbe torto anche un solo capello, era impensabile anche solo immaginare il contrario; ma se le circostanze lo richiedessero? Non voleva arrendersi. Ian era il punto debole che la confraternita avrebbe sicuramente sfruttato per sconfiggerla o costringerla ad arrendersi. In quel momento sentì la scia dolceamara di un cervo, sebbene fosse passata da un pezzo la stagione degli amori era alla ricerca di una compagna. Già le dispiaceva per quello che gli avrebbe dovuto fare, anche lui cercava l'amore per non essere solo, mentre lei vi ci era costretta. Su dai Bella non rammollirti, altrimenti se ti fai venire i sensi di colpa anche per un giovane cervo non ti nutrirai più e a quel punto l'intera città potrebbe essere a rischio oltre che la tua sanità mentale. Il sangue era peggio della troppa ricchezza; cambiava le persone, e la mancanza di esso era pazzia pura. Un dolore simile non lo avrebbe augurato nemmeno al suo peggior nemico. La prima settimana che l'avevano trovata l'avevano lasciata senza nutrimento per piegare la sua volontà, e ci erano riusciti eccome. Si sentiva una codarda ad aver accettato di unirsi a loro piuttosto che proseguire quel digiuno fino alla morte, ma l'egoismo o l' istinto di sopravvivenza avevano avuto la meglio su di lei. Ed era ciò che volevano. Alzò lo scudo per non spaventare l'animale e saltando con tutta la grazia che possedeva, in silenzio cadde alle sue spalle. Il povero malcapitato non fece in tempo ad accorgersi della sua presenza dietro di sè, che lei lo aveva afferrato per il collo e tenendo lontana la sua testa con le piccole corna ancora in crescita, lo penetrò velocemente ma il più delicatamente possibile con i canini, succhiando la dolce linfa vitale. Il senso di colpa, i pensieri, tutto, svanito dalla sua mente. Era l'unico modo che aveva per "rigenerarsi", anche nello spirito. Un po come dormire o prendersi una breve vacanza. Non poteva esimersi dal farlo, anche perchè aveva ancora nelle radici l'odore buonissimo di quel ragazzo, Edward. Dal suo carattere sicuramente il suo sapore sarebbe stato altrettanto sorprendente, speziato... No! Non poteva pensare al suo sangue o non sarebbe resistita. Lei non voleva fare del male a nessuno, primo fra tutti Edward, anche se provava delle sensazioni contrastanti in sua presenza. Quel ragazzo la faceva infuriare e stizzire con le sue continue battutine e quella lingua sempre pronta. Gli avrebbe mostrato volentieri di cosa era in grado di fare davvero. Ma non poteva. E poi sentiva un'altro tipo di desiderio, non era sete del suo sangue, era fame di qualcos'altro... Non capiva cosa voleva fare realmente in sua presenza. In fondo una parte di sè, anche se non l'avrebbe ammesso mai a nessuno, ne era incuriosita e affascinata, mentre un'altra parte voleva semplicemente che se ne andasse da dove era venuto. Non poteva sconvolgerla così. Un umano! Aveva la sua missione. In quel momento si staccò dall'animale che aveva smesso di muoversi da un pezzo. Lo ringraziò silenziosamente del dono che le aveva conferito anche se era stato obbligato a farlo dalla sua forza.. Aiutandosi con le mani, facilmente in qualche minuto aveva scavato una fossa abbastanza profonda e larga perchè dormisse indisturbato. Se gli esseri umani avessero trovato cadaveri di animali uccisi in modo strano avrebbero iniziato a fare ricerche, porsi domande, e la questione avrebbe attirato troppa attenzione, oltre che essere pericoloso per loro e deleterio per lei perchè non sarebbe più stata libera di cacciare senza il timore di avvertire la scia di qualche umano e ucciderlo in preda all'istinto. Inoltre quell'esemplare se non fosse stato a causa sua non sarebbe ancora morto e il pensiero che altri animali se ne nutrino, o di insetti, vermi ecc, le faceva ribrezzo. Certo sarebbe avvenuto anche sottoterra ma sarebbe stato un processo più graduale e meno bestiale, almeno così le sembrava. Probabilmente assieme all'animale sotterrava anche la sua vergogna. Ma lei era questo. Nulla di più e nulla di meno. Se sapessero chi fosse avrebbe avuto alle calcagna tutti gli animalisti accaniti del pianeta, pensò con un sorriso. La prima cosa che fece fu controllare che non ci fossero macchie o schizzi di sangue, e con un sospiro di sollievo notò che non era così. Per quel giorno ne aveva abbastanza di uccidere, disattivando lo scudo tornò nella casa. Finalmente era sera ed era tempo di andare a regalare le sue torte, anche perchè fra meno di una settimana era natale e sembrava che gli umani fossero molto legati a questa festa. Il calore che si percepiva per le strade era unico, le luci, i suoni, gli odori, il freddo e la neve. La combinazione perfetta per far star bene anche chi come lei era da sola. In quei momenti sentiva la bellezza del mondo, come esso brillasse e ruotasse facendo proseguire la vita. Chi lavorava, chi restava a casa, chi mangiava da solo, chi in famiglia, chi usciva con gli amici, chi litigava e piangeva. Il mondo assorbiva ogni cosa, per questo trasmetteva più emozioni a chi lo osservava. Comunicava come nessun'altro faceva. Amava camminare in quei momenti, in mezzo le persone, si sentiva quasi normale. Da piccola adorava la cioccolata calda, ma adesso non poteva ingerire granchè, oltre il sangue. Il cibo la disgustava e le bevande erano insapori... Le mancava quella sensazione di dolce calore sulla lingua e in gola. Non proveniva da nessuna vita agonizzante e non era stato preso illecitamente. Tornata a casa, si pulì con un panno dalla polvere e poi confezionate le torte uscì nuovamente. La sera quella casa sembrava più vuota che mai, senza i rumori o voci di persone che vi ci abitavano, poteva sembrare anche tetra a chi non fosse abituato alle tenebre come lo era lei. Rimaneva per ore a volte a guardare sdraiata sul divano dalla grande vetrata, che aveva riparato lei stessa, quel bosco che pullulava di creature della notte a caccia, e di vittime rinchiuse nelle loro tane, quegli alberi che oscillavano malinconicamente. Sentiva quasi il vento sfiorarle il viso, e poi andava sotto il grande albero dietro casa e restava lì fino al mattino, rimuginando e ricordando. Fissando le stelle e la natura interagire e brillare. Dopo qualche metro sentì un rumore che sebbene ancora non riconoscesse le sembrava di aver già sentito. Poi riconobbe l'odore di un licantropo. Ancora loro? Stava iniziando a pensare che anche lei avrebbe dovuto delineare un suo territorio e farglielo presente in modo da non scontrarsi inutilmente e provocare i reciproci istinti omicidi. Non aveva mai testato la forza di uno di loro, ma per avere il potere di cacciare i vampiri dovevano essere molto pericolosi. Forse un paio li avrebbe potuti tenere a bada, ma da quanto aveva potuto notare il loro branco pareva numeroso e ben assortito. Se avessero deciso di attaccarla, sebbene non costituisse una minaccia per loro in quel momento, non avrebbe avuto scampo, quindi decise che chiunque sia stato quel membro licantropo che le si faceva vicino avrebbe provato a contrattare. Appena lo scorse uscire da dietro gli alberi si rilassò un pò di più dal momento che riconobbe nel lupo dal manto rossiccio, il ragazzo che le si era presentato come Seth. Non era stato ostile con lei anzi l'aveva trattata gentilmente. Se non fosse che era un licantropo lo trovava quasi simpatico, ma sapeva chi fosse e anche lui perciò se si sarebbero limitati a tollerarla in quella città era già da considerarsi un passo in più. Abbandonò la posizione di difesa e attese di scoprire cos'avrebbe fatto il lupo. Con sua sorpresa, un immenso cerchio di luce circondò l'animale, che prese sempre più sembianze del ragazzo che aveva visto. Con un sospiro di sollievo, si tranquillizzò. Non aveva intenti bellici, magari era giunto a riferirle qualche messaggio da parte del branco.

Fece la prima mossa, assecondando la sua educazione alle buone maniere e disse:

- Buonasera, Seth. Cosa ti porta qui? Mi auguro che non ci siano problemi. A questo proposito vorrei parlare pacificamente col tuo branco di una questione "burocratica"-

Il ragazzo, inizialmente serio e posato, incrociò le gambe e si portò una mano fra i capelli con un sorriso imbarazzato:

- In realtà nessun problema, mentre stavo facendo il mio turno di ronda ho sentito un delizioso profumo di dolci, e in mezzo al bosco può sembrare immensamente strano, così ho seguito l'odore e mi sono trovato qui. La cosa ancor più strana è vedere una vampira portare dei dolci.-

In quel momento potè sentire distintamente, tanto che anche se fosse stata umana probabilmente ci sarebbe riuscita, il brontolio del suo stomaco e non riuscì a trattenersi dal ridere. Lo stomaco non tradisce mai. Ancora ridendo rispose:

- Beh a giudicare dal borbottio che ho appena udito devi aver fame! Si lo so che è alquanto strano ma periodicamente mi esercito a fare dei dolci e torte, ma dato che per ovvie ragioni non posso goderne, li regalo in giro per la città- e mentre il ragazzo mormorava un "accidenti" fra sè per essere stato scoperto in una sua debolezza, gli propose:

- Dato che non saprei comunque cosa farne altrimenti, ti andrebbe di assaggiare una torta? So che per gli umani non è molto nutriente ma in questo momento con me non ho altro. Ti assicuro che non è affatto avvelenata e puoi constatarlo tu stesso dal tuo olfatto, ed è perfettamente commestibile. Le ho fatte di gusti diversi. -

Seth rimase immobile a fissarla per lungo tempo, ma si vedeva che faceva fatica a non sorridere a sua volta. Alla fine si avvicinò con prudenza e le disse:

- Sono giovane ma non sono ingenuo. Se è un modo per ingannarmi sappi che non abbasso mai la guardia e in qualsiasi momento sono pronto a combattere e saprei sconfiggerti. Il mio gusto preferito è il cioccolato comunque-

 Con la stessa cautela che aveva mostrato lui, Bella aprì la borsa e ne estrasse la torta che aveva richiesto, dicendogli :

- Non dubito in alcun modo della tua preparazione e intelligenza ma sappi che qui non sei il solo ad essere stato addestrato. Perciò il discorso vale anche per te. E comunque non hai risposto alla mia domanda, mi permetteresti di parlare con il tuo Alfa? Da sola potrei fare ben poco e inoltre ci sareste voi ad evitare ogni mio attacco. Perciò sarebbe perfettamente sicuro incontrarmi, per lui, no?-

Il ragazzo prese la torta senza perdere di vista il suo sguardo e ringraziandola educatamente con un sorriso, le rispose:

- In quanto rappresento un sottoposto, e anche l'ultimo arrivato, non ho alcun potere decisionale, perciò per risponderti devo parlarne con Sam, è lui l'Alfa.-

 Mentre ne parlava gli si era accesa una luce negli occhi e notò che mangiava come uno degno della sua razza, un lupo! Nel giro di pochi minuti era già riuscito a sporcarsi attorno alle labbra di panna, addirittura il naso. Allora non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una sonora risata, tenendosi fintamente la pancia. Era troppo buffo, soprattutto con la sua espressione appagata ed inconsapevole. Lui sbuffava stizzito mentre cercava di pulirsi alla meglio con i tovaglioli della busta. Non accorgendosene, le si era avvicinato e lei vedendo un pò di panna che non era ruscito a raggiungere sulla guancia, lo pulì velocemente con un fazzoletto notando il calore elevato che emanava la sua pelle anche attraverso la carta, per poi allontanarsi a velocità vampirica. Impacciata disse:

- Scusami, non volevo avvicinarmi tanto. Comunque vorresti parlarne a Sam, per favore? Può decidere lui liberamente orario e luogo dell'incontro se decide di incontrarmi. -

Quel ragazzo aveva un'aria davvero giovane, poteva avere dai quattordici- sedici anni, e si notava come il radicale cambiamento che era stato costretto a subire lo aveva molto segnato. La sua serenità quasi fanciullesca si interrompeva a tratti, sostituita da un'espressione seria ed assorta, che stonava con il suo viso. Chissà cosa lo aveva portato al cambiamento. Forse si era trovato ad affrontare una cosa che non conosceva e non desiderava, proprio come lei secoli prima, e che rifiutava. Lui chi aveva avuto vicino? Forse avevano più cose in comune di quanto lei avesse creduto. Chi poteva dirlo? Eppure appartenevano a due specie completamente diverse, nate per cacciarsi. Ma loro due erano un'eccezione. Desiderava scoprire qualcosa in più su di lui. Le suggeriva un sentimento di protezione nei suoi confronti che non immaginava potesse provare e le ricordava un pò Ian. Ci voleva coraggio ad avvicinarti al tuo nemico, senza odiarlo, e affrontarlo senza paura, superando i pregiudizi di razza. Si sedette ai piedi di un albero non troppo distante osservandolo mentre mangiava con voracità. Praticamente si era ingurgitato una torta intera. Fortuna che  i lupi facevano molto movimento e consumavano calorie, altrimenti si sarebbe ritrovato una pancia che da lupo avrebbe toccato terra, e glielo disse.
Lui, fintamente offeso, ma ridendo sotto i baffi rispose: - Noi conserviamo una linea invidiabile e poi a causa dell'immenso dispendio di energia che facciamo giornalmente, mangiamo spesso e molto. Farò finta di non aver sentito la tua battuta sull'obesità. Inoltrerò la tua richiesta al branco ma posso chiederti pechè vorresti fare una cosa del genere? Tu sei una, mentre noi siamo ben in sette, e potremmo farti del male facilmente. E in tutto questo non conosco nemmeno il tuo nome. Non ti piacerebbe conoscere i soprannomi che i miei fratelli vi hanno affibiato per quelli della tua razza. -.

Alzandosi da terra gli spiegò: - Un incontro come quello di oggi, con uno diverso di te, in una situazione diversa, come a caccia, sarebbe pericoloso per una delle due parti, e vorrei convivere in pace con voi per il tempo che resterò qui, perciò delineare dei confini e spiegarmi i vostri credo che sia la soluzione più conveniente, oltre al fatto che potrei aiutarvi. Immagino che voi vi date il cambio per controllare tutto il territorio. Io non necessito di riposo, e potrei coprire per voi i buchi cechi che restano. Spero che la torta ti sia piaciuta. Mi chiamo Bella, comunque.-

Il ragazzo si aprì in un grande sorriso, per la prima volta privo di diffidenza o turbamento e tendendole la mano le disse: - Bene allora abbiamo un accordo. Garantirò io per te al branco, se vuoi ti ci posso portare anche adesso, a patto che però tu porti quelle torte deliziose ai miei fratelli. Vedrai che si addolciranno in men che non si dica. Gli uomini vanno presi per la gola. Seguimi. Scusami, mi ero dimenticato che la vostra pelle era così fredda. In combattimento evitiamo il meno possibile il contatto tranne quando sferriamo un attacco, e comunque non ci penso mai. Anche la mia di pelle ti deve fare uno strano effetto. E' più calda di qualsiasi essere umano. Anche il vostro odore è alquanto sgradevole, ma immagno che sia colpa della nostra natura...- E continuò a parlare senza sosta per tutto il tragitto mentre lei lo seguiva a poca distanza. 

Quando le loro mani si erano strette lui si era istintivamente tirato indietro per la sua freddezza, ma si era premurato lo stesso di spiegarle il motivo e scusarsi. Praticamente si era fatto comprare da una torta, se fosse stata un'altra ragazza avrebbe potuto approfittarsene di questa cosa, ma non era della sua natura ingannare le persone e qualcosa le diceva che aveva mlto bisogno di qualcuno con cui parlare e scherzare, dato il suo ciarlare infinito, ma piacevole. Che strano ragazzo.

POV IAN

Erano trascorse già due settimane da quando lei se n'era andata, lasciandolo solo in quel luogo. Lei era l'unica cosa che aveva in quella vita. I suoi parenti lo avevano abbandonato e lui in preda alla disperazione aveva commesso un tremendo errore, perciò era entrato nella confraternita, per ricominciare una nuova vita e imparare ad usare adeguatamente i suoi poteri. Lì dentro aveva ercato di essere amico di tutti, di conquistarsi il loro rispetto in modo da avere il minor numero di nemici possibile. L'unica con cui lui fosse stato davvero sincero però nelle intenzioni e fosse stato se stesso, era Bella. La sua Bella. Già le mancava, ma lo feriva immensamente che lei se ne fosse andata senza dirgli nulla, neanche salutarlo. A parte che lui era estremamente sicuro che l'avrebbe seguita in ogni caso per vegliare su di lei. Non aveva idea della squadra che era stata inviata a cercarla, di quanto Demetri fosse determinato a trovarla e punirla. Avrebbe dovuto capire che quando gli parlava di scappare, intendeva seriamente, ma che non gli avesse accennato nulla... Lo consumava dentro, il senso di colpa, la preoccupazione e la rabbia. Che sconsiderata! Andarsene in un momento del genere, senza alcun appiglio, solo affidandosi a se stessa. E lui non c'era in quel momento. Non sarebbe mai dovuto andare in missione, se lo sentiva che sarebbe successo qualcosa di brutto. Il suo sesto senso era molto più sviluppato del normale, e quando era ritornato,aveva trovato semplicemente una foto che li ritraevano insieme sorridenti, appoggiata sul letto, con un semplice biglietto con su scritto nella sua pessima grafia per cui la prendeva sempre in giro quando redigevano i verbali, un

-GRAZIE DI TUTTO!!! Sei stato il miglior amico che avessi mai potuto incontrare. So che vorrai seguirmi ma per il tuo bene non immischiarti in questa faccenda. E' molto pericolosa. -

Era pazza se credeva che lui non l'avesse trovata e scovata, aveva già una mezza idea su dove cercarla, solo che avrebbe dovuto trovare il modo per mascherare la sua assenza prolungata senza che nessuno sospettasse nulla. Temeva che si sarebbero accorti del legame che li univa e che lo avrebbe usato contro di lei. Ma lui non ne aveva alcuna intenzione, piuttosto si sarebbe fatto uccidere. Uscì dalla sua stanza che aveva ancora il suo profumo e raccolse le poche cose che aveva con sè, di cui necessitava per le missioni. Era ora di partire. Aspettami, Bella.
   
 
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