Good friends we have, oh,
good friends we have lost
Along the way, yeah!
In this great future, you can't forget your past;
So dry your tears, I seh. Yeah!
No, woman, no cry;
No, woman, no cry. Eh, yeah!
A little darlin', don't shed no tears:
No, woman, no cry. Eh!
(Abbiamo buoni
amici e buoni amici abbiamo perso
Lungo la via, si!
In questo grande
futuro non puoi dimenticare il tuo passato:
Così asciuga le
tue lacrime, si!
No donna, non
piangere;
No donna non,
piangere. Eh, si!
Carina, non
versare lacrime
No donna, non
piangere, eh.)
(Bob Marley “No woman, no cry”)
5)DREAMS CAN COME TRUE, JUST IF YOU BELIEVE IN IT
Camminavano in
silenzio, a volte le parole non
servivano, a volte i gesti esprimevano tutto senza bisogno di aggiungere altro.
Tutti e tre sui
vent’ anni, tutti e tre cresciuti.
Una ragazza dai
lunghissimi capelli neri che le ricadevano ordinatamente ai lati dell’ovale del
volto, la fronte finalmente libera, gli occhi finalmente capaci di guardare
senza paura davanti a sé, intrecciava la sua mano guantata
in quella del ragazzo accanto lei, nessuno avrebbe immaginato la sua passata
timidezza.
Lui sorrideva come
un bambino, gli occhi azzurri scintillavano di felicità, i capelli biondi e
spettinati che risplendevano sotto il
sole estivo.
Sorreggeva un
altro ragazzo, debole, emanciato pallido, i capelli
neri che gli nascondevano gli occhi, come se si vergognasse di sé stesso.
Hinata Hyuga, futura
capoclan degli Hyuga, Naruto
Uzumaki prossimo hokage di Konoha e Sasuke Uchiha, ultimo membro del
clan Uchiha, ex mukenin,
ora di ritorno al suo villaggio natale, perdonato.
Aveva di che
essere felice, ma Sasuke non sorrideva, era come
altrove, nonostante avesse le braccia e il torace bendati non era il
dolore a renderlo così, non quello
fisico almeno.
Era puro senso di
colpa, che lo divorava lentamente come un tarlo.
Naruto e Hinata lo
sapevano, lo capivano, ma non gli parlavano, era lui a dover fare la prima
mossa questa volta, loro l’avevano già salvato da Orochimaru
ed era molto.
Naruto aveva sconfitto un sennin
per lui, a memoria d’uomo nessun genin era mai
riuscito in quell’impresa, non contento aveva aiutato Sasuke
a eliminare il fratello.
Questo forse era
stato troppo, il biondo se ne rendeva conto, mentre sosteneva l’amico,
silenzioso, svuotato da qualsiasi parola o sentimento il moro da quando avevano
intrapreso quel viaggio non aveva ancora parlato.
Forse avrebbe
preferito rimanere a Suna, ma sarebbe stato da
vigliacchi e Naruto Uzumaki
era certo che Sasuke Uchiha
fosse tante cose ma non un vigliacco, non ancora.
“Sas’ke-kun..per favore parla, non
puoi continuare a tacere!
Non risolverai niente!
Per Dio, Sas’ke-kun! dimmi cosa ti passa
in quella testaccia!”
L’Uchiha rimase imperturbabile, immerso nel suo mondo, come
poteva aiutarlo e soprattutto poteva davvero farlo?
Non era più molto
convinto, la sua felicità si stava lentamente offuscando, ogni passo che
muovevano verso Konoha lo rendeva più nervoso, più
spaventato, come se l’umore tetro di Sasuke l’avesse
contagiato.
Accolse come una
benedizione la notte, mangiarono in silenzio, Hinata
rispettava questo silenzio con serenità, come se sapesse che lei non poteva e
non doveva intervenire nelle questioni che riguardavano solo loro due.
Lei era un tesoro,
lui si sentiva immensamente fortunato ad essersene accorto in tempo,
ultimamente capiva che forza immensa richiudesse in sé quella ragazza, la stava
tastando con mano.
Lei era la
tranquillità in un mare in tempesta, la forza che riusciva a plasmare qualcosa
dal caos, sarebbe stata una capoclan perfetta.
Sasuke fu il primo a ritirarsi nel sacco a pelo, immusonito,
malinconico, Naruto non avrebbe saputo dirlo, ma
forse non gli interessava, adesso voleva solo stare un po’ con lei.
Hinata era seduta su una roccia vicino al fuoco,
lui osservava incantato il gioco di riflessi, la luna faceva emergere il blu
dei suoi capelli e il fuoco conferiva loro dei riverberi rossastri, sui suoi
capelli c’era l’unione perfetta di ciò rappresentavano, di ciò erano , Naruto e Hinata, diversi ma
complementari.
Si avvicinò a lei
lentamente e l’abbracciò da dietro, lei gli regalò uno dei suoi adorabili
sorrisi timidi e lo baciò lentamente.
“Ciao straniero…com’è andato il tuo carico di dolore oggi?”
“Pesante, io non
lo capisco.
Non capisco cosa lo
preoccupi.”
“Le conseguenze
delle sue azioni, Naruto. Per la prima volta si è
sentito messo alle strette e ha dovuto fare i conti con ciò che aveva fatto e
ha capito che non solo era stato tutto sbagliato, ma che era stato tutto
inutile.
Lui ha capito di
aver fallito e non ce la fa ad accettarlo e soprattutto teme il giudizio di
qualcuno a cui tiene molto.”
Naruto si grattò la testa, la capacità di analisi
della sua ragazza era qualcosa di incredibile…la
baciò più a fondo, mentre la accarezzava, ricambiato, fino a che lei non si
staccò, sempre sorridente, la calma zen che le illuminava quegli occhi quasi
privi di colore, ma pieni allo stesso tempo di tutti i colori del mondo.
Byakugan, occhi bianchi, forse era questo il
significato più profondo di quell’abilità innata?
“Vai a letto,
tesoro, non mi sembra molto rispettoso nei confronti di Sas’ke-kun continuare.”
Lui la strinse più
forte.
“Ma io vorrei
stare con te.”
Era leggermente
imbronciato, lei lo baciò ancora.
“Non tentarmi.
Domani saremo a casa e io ci sarò. Sempre.”
Lui la lasciò
andare a malincuore e s’infilò nel sacco a pelo.
Era incredibile
come fosse diventata una piccola adorabile tiranna, la ricordava ancora quando
era timida e come da un’altra parte le prime volte che dormivano abbracciati a Suna, dopo l’amore.
Il fantasma di Hanabi non li aveva mai del tutto abbandonati, ma
lentamente era diventata il loro spirito protettore.
[“Naruto..”
Lui si era voltato
mezzo addormentato verso di lei, che invece era sdraiata pensierosa in quel
letto, le aveva accarezzato una guancia, Hinata si
addormentava sempre dopo di lui.
“Pensi sia
giusto?”
Lui si era
svegliato completamente.
“Cosa?”
“Andare avanti e
dimenticarla.”
“Non la stai
dimenticando, la stai lasciando sullo sfondo, i morti vanno seppelliti e poi si
va avanti, anche per loro per continuare quello che non hanno potuto fare.”
“Lei mi ha detto
la stessa cosa prima di morire, ma a volte mi sembra così ingiusto.”
“E’ la vita, Hinata, non puoi farci niente.
L’ho capito quando
è morto il terzo hokage o Jiraya-sensei,
l’unico modo per non insultarli, per onorarli è vivere, è vivere anche per
loro.”
Gli si era stretta
addosso, e aveva nascosto la testa contro di lui, mormorando un
flebile:”Grazie”]
Sentì dei passi
accanto a lui,
“Eri sveglio vero Uchiha?
Hai sentito
tutto.”
L’Uzumaki si voltò lentamente per non farsi scoprire, chissà
cos’avrebbe detto al suo ex compagno di squadra?
Lui mosse
impercettibilmente la testa e lei si sedette a gambe incrociate.
“Sai qual è il tuo
problema Sasuke-kun?
Che non hai mai
elaborato il lutto, non hai mai accettato la morte dei tuoi, il tuo unico
desiderio era riportarli indietro tutti, Itachi-san
compreso.”
“Cosa ne sai Hinata-san?”
La mora rise, una
risata schietta, quasi divertita.
“Lo so Sasuke-kun, lo so. Hanabi è
morta, cinque anni fa e io non avevo nemmeno un colpevole con cui prendermela.
Naruto una volta mi ha raccontato che gli hai
detto che il tuo sogno era nel passato, Sas’ke-kun… il passato è passato, non può essere un posto dove
costruire interamente la tua vita, ad un certo punto va lasciato da parte e si
deve vivere nel presente, costruirsi affetti nel presente o si rimane deboli.
La vera forza non
è seguire un desiderio , è combattere per quel desiderio e per delle persone,
appoggiarsi agli altri non è un sinonimo di debolezza, ma di forza.”
“E io cosa dovrei
fare?
Ho sbagliato
tutto, ho ferito tutti quelli a cui tenevo, ho deluso tutti quelli che
credevano in me.”
“Devi avere la
forza di metterti in ginocchio, chiedere perdono e aspettare lentamente che te
lo concedano, anche se con Naruto non sarà
necessario, se lascerai da parte per un’ attimo l’orgoglio ti accorgerai che ti
ha già perdonato.
Ma tu questo lo
sai già, è un altro il giudizio che temi.”
Sasuke rimase in silenzio.
“Devi aspettare Sasuke-kun, imparare il valore della pazienza e soprattutto
dell’umiltà, estraniarsi non serve a niente, è una fuga, è da vigliacchi.”
Naruto sorrise, mentre si addormentava, era
orgoglioso della sua piccola Hinata, era quella la
forza della sua donna.
La folla
rumoreggiava, impaziente, agitata, curiosa.
Attendevano tutti
la nomina la nomina del nuovo hokage,la sua, strinse
più forte la mano di Hinata , si stava agitando il
sogno di tutta una vita si stava per avverare.
“Hinata, li vedi?
Sono tanti!
“Amore…non preoccuparti, sarai un’hokage
fantastico, hai già fatto un miracolo o
due.
Hai salvato me, l’Uchiha e Gaara.”
Naruto sorrise, la baciò e poi la trascinò con sé
sul palco, nessun hokage aveva mai reso partecipe la
propria donna delle sue scelte o aveva condiviso con lei il palco della nomina,
ma lui fedele ai suoi principi stava sovvertendo le regole, perché Hinata era degna di splendere con lui o forse perfino più
degna di lui.
Sorrise e si sentì
accompagnato oltre che da lei ,da Hanabi, suo padre,
il terzo hokage e dalla vecchia Chiyo,
tutti venuti a benedirlo in qualche modo, ma lei era la cosa più importante.
Con la coda
dell’occhio vide Sasuke vicino a Sakura tra la folla,
strinse di più la mano di Hinata e sentì che tutto
sarebbe davvero andato bene.
ANGOLO DI
LAYLA
Scusate il ritardo, ma ho cambiato il pc e ci ho messo un po’ a portare le vecchie storie su qst nuovo….sorry! ^^”
In ogni caso questo è l’ultimo capitolo,
spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta.
Ringrazio
STEZIETTA W
HINATA_LOVE
ERO SENNIN 425
RINA LA MISTERIOSA
Per le recensioni.
Ringrazio chi l’ha messa nei preferiti,
ossia:
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2 - HINATA_LOVE [Contatta]
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Alla prossima^^.