Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: JanineRyan    26/08/2015    1 recensioni
La storia è ambientata alcuni mesi dopo la grande vittoria di Harry & co., ma con alcuni cambiamenti... Voldemort non è morto, anzi si è riorganizzato per un nuovo e grandioso attacco! Altri personaggi, importanti nella mia storia, non sono morti: Piton, Silente, Bellatrix e...
Storia completamente concentrata sul mio personaggio preferito: Lucius Malfoy!!! Il quale dovrà confrontarsi con una ragazza di origini babbane che metterà in crisi le sue convinzioni di purosangue!
***
Ho modificato l'intro per la piega differente presa dalla storia!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'IN GUERRA E IN AMORE NIENTE REGOLE'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E rieccomi qui! Sono presa da un'altra ff e ho un pò lasciato da parte questa... ma rimedio! Al mare, avendo trovato pioggia quasi ogni giorno, ho scritto alcuni capitoli!
A presto, buona lettura e commentate!
J
****

Non ci furono funerali per le vittime dell’attacco di Bellatrix. Non c’era tempo e, soprattutto, non c’era modo di svolgere il rito senza dare ai Mangiamorte un’appetibile occasione di mietere altre vite. La Gazzetta del Profeta, in un breve articolo, aveva parlato delle numerose vittime per l’attentato alla Tana, ma non erano stati diffusi né i nomi dei caduti né il numero totale dei morti. Tutti però sapevano la verità; Bella aveva assassinato una ventina di persone: quattro studenti, tra cui Neville, e sedici membri dell’Ordine che si trovavano casualmente alla Tana. Non solo erano morti i coniugi Weasley, Molly ed Arthur, ma anche due dei loro figli: Ron e Percy. La famiglia Weasley era andata a pezzi.
La Mangiamorte aveva fatto le cose per bene: si era vantata a lungo di come aveva tagliato loro ogni via di fuga, paragonando quelle persone a dei topolini in gabbia. Per prima cosa, aveva lanciato un incantesimo per impedire a chi si trovasse nella Tana di smaterializzarsi e, poi, aveva appiccato l’incendio. Per lei era stato incredibilmente divertente, ma per i parenti ed amici era stato devastante.  Ginny si era chiusa in un silenzio preoccupante, quella notizia le aveva tolto il sorriso e la voglia di combattere ancora. si sentiva sconfitta.

Lucius s’impegnò molto per tener fede al suo accordo con Silente.
Avvenne un sabato mattina, aveva deciso di incontrare i membri dell’Ordine a Villa Conchiglia. Come sempre, dalla loro rappacificazione, Chloe aveva trascorso la notte con il mago. Si erano chiariti e, a lei, importava solo averlo al suo fianco. Sempre.
Si sentiva al sicuro solo con lui accanto, adorava vederlo dormire pacificamente. Non poteva evitare di sorridere e, in quei brevi momenti, riusciva perfino a dimenticare tutti quei tragici avvenimenti di quei giorni.
«Buon giorno amore mio…» sussurrò Lucius, vedendo gli occhi di Chloe osservarlo.
La ragazza sorrise, innamorata.
Era giunto aprile e le prime giornate di sole illuminavano il paesaggio e scaldavano il terreno, sciogliendo il ghiaccio che l’inverno aveva portato. La neve era quasi del tutto sparita e, le prime foglie, stavano crescendo sugli alberi.
«Buon giorno…» rispose la ragazza. «Non guardarmi… sono un disastro di prima mattina… e…» lasciò la frase in sospeso, storcendo il naso.
Lucius, nel frattempo, aveva fatto comparire una ricca colazione su un vassoio d’argento. L’odore del caffè raggiunse le narici della strega, quel profumo era davvero forte… troppo forte… trattenne un conato e, con uno scatto, gettò via il copriletto, precipitandosi verso il bagno; una mano premuta sulle labbra, cercando di non respirare.
Si gettò a terra, accanto alla tazza, e vomitò.
«Tutto bene?» domandò preoccupato Lucius, accostandosi alla porta e bussando due volte.
«No…» rispose Chloe, tirando lo sciacquone e pulendosi il mento.
Si avvicinò al lavabo e, pulendosi le labbra, si lavò i denti. “Che schifo!” pensò. “Devo aver preso una brutta influenza…”.
«E’ tutta settimana che sto male…» continuò la bionda, aprendo la porta ed incrociando gli occhi di Lucius.
«Credo sia normale… la maledizione di Rabastan era molto forte… ogni maledizione lascia un segno sulla vittima.» rispose il mago, baciandola sulla fronte. «Starai meglio tra qualche giorno e, comunque, ora ci sono io al tuo fianco. Ma, per essere più tranquilli, vorrei che ti facessi visitare da un medimago.»
«Non credo sia necessario.» rispose la ragazza, sorridendo. «Credo basterà chiedere a Severus… sono certa che ha una pozione per farmi star meglio…»
«Sono solo preoccupato per te.» disse il mago, sfiorando una ciocca dei capelli della ragazza, piegandola dietro la sua spalla.
Di scatto, Chloe abbracciò Lucius; sapeva che era sincero. Era un uomo dolce e sensibile, ma anche coraggioso e determinato. Con lui, Chloe, si sentiva al sicuro… protetta… amata! Affondò il volto nella sua spalla, annusando il profumo del mago: era lui la persona giusta per lei e, più il tempo passava, più ne era convinta.
Restarono fermi diversi minuti, a coccolarsi.
«Meglio prepararci. Tra mezz’ora Silente ci aspetta… non voglio tardare.» disse Lucius, sciogliendo la strega dal suo abbraccio.
«Cosa vorrà chiederti?»
«Suppongo informazioni sui suoi piani…»
«Potrebbe essere.» meditò Chloe. «Draco ha già detto ogni cosa a Silente sulla natura del mio potere… ma tu sei stato molto vicino a Tom. Di certo avrà condiviso con te i suoi pensieri più profondi…»
Chloe lo guardò intensamente, perdendosi nei suoi occhi grigi. Avrebbe voluto chiedergli se sapeva qualcosa di davvero rilevante, ma temeva di essere inopportuna. Lucius però intuì i pensieri della ragazza; le sorrise, era davvero meravigliosa.
«Devo tutto a Silente. Ti ha salvata. Ti ha riportata da me… sarei stato perso se solo tu...» Lucius s’interruppe.
Guardò Chloe e sorrise: era davvero fortunata.
Si schiarì la voce e continuò: «Dalla corrispondenza che ho avuto con Silente, credo che l’Ordine voglia progettare un attacco per riprendere il controllo su Hogwarts.»
«Riuscirete a riconquistare il castello. Ne sono certa.» convenne Chloe fiduciosa, baciando il mago sulle labbra.

Arrivarono a Villa Conchiglia poco dopo le dieci. Ad attenderli c’erano diversi membri dell’Ordine. Avevano tutti l’aria molto nervosa. Remus salutò distratto la coppia; in mano stringeva una tazza di caffè fumante e nell’altra una cartelletta gialla senape. Lucius, tenendo per mano Chloe, raggiunse la cucina. Seguiti da un gruppetto di maghi. Seduti alla lunga tavolata c’erano Silente, Harry, George Weasley e Kingsley, intenta a lavare le stoviglie c’erano Fleur e Ginny. Chloe si sentiva a disagio. La famiglia Weasley aveva perso molto in questa battaglia e si sentiva, in qualche modo, responsabile.
«Buon giorno Lucius… e anche a te, Chloe…» salutò Fleur con il soluto accento francese.
In mano stringeva una tazza coperta da schiuma rosa. Chloe sorrise.
«Oh mia cara… sei pallida!» aggiunse la donna, superando la tavola e raggiungendo Chloe. «Stai poco bene?» continuò, posando una mano bagnata sulla fronte della giovane.
«Tutto ok…» rispose Chloe. «Solo un po’ di stanchezza…»
«Mmm… sei troppo magra, ecco il problema! Dai, siediti e mangia… ti sentirai subito meglio…»
Afferrandola per un braccio, la trascinò nell’unica sedia libera. Lucius la seguì senza fiatare, ma abbozzando un mezzo sorriso divertito. Anche lui gli ripeteva sempre quelle stesse parole, scatenando l’ira della bionda.
«Ecco qui e mangia tutto!» disse Fleur, posando un piatto colmo di pancetta, uova strapazzate e pancakes inzuppati in sciroppo.
Chloe storse il naso: era vegetariana da una vita, l’odore di pancetta e uova le fece rivoltare lo stomaco.
«G-grazie…» convenne Chloe, guardandola e sorridendo falsamente.
«Bene, direi di iniziare…» annunciò Silente, alzandosi dalla tavola.
Seguito da tutti i Membri dell’Ordine, uscì dalla cucina per andare a rinchiudersi nello studio di Bill.
Chloe baciò Lucius sulla guancia, prima di lasciarlo andare insieme agli altri.
Era molto fiera del mago: aveva rivelato ogni dettaglio dei piani e dei progetti di Voldemort. Essere uno dei suoi seguaci più fedeli lo metteva in una posizione molto vantaggiosa. Ogni piano o progetto era analizzato con la sua presenza. Voldemort si fidava di lui e le missioni che affidava a Lucius erano sempre molto delicate. Chloe sapeva che per Lucius era difficile raccontare ogni cosa, soprattutto a Silente che aveva combattuto per anni. Ma, in cuor suo, Lucius sapeva di fare la cosa giusta. Per la sua Chloe avrebbe fatto questo e molto altro, continuava a ripetersi. Raccontò tutto: non tralasciò nemmeno un particolare. Raccontò della pergamena che custodiva nella sua biblioteca privata e delle ricerche effettuate anche all’estero sul potere di Chloe.
Ma un’altra notizia catturò l’attenzione dell’Ordine. Voldemort aveva condiviso con lui il piano studiato per conquistare definitivamente il controllo sull’intero mondo magico inglese. Spiegò che voleva impadronirsi del poter di Chloe e, senza esitazione, spiegò il delicato rito che Voldemort avrebbe praticato per sottrarglieli.

Hermione raggiunse Villa Conchiglia quando la riunione era già iniziata. Ginny e Chloe erano sedute in silenzio nel soggiorno. La bionda stava in piedi davanti alla finestra chiusa ed osservava il mare, mentre la rossa era seduta comodamente sul divano. Entrando nel salotto, Hermione percepì una forte tensione nell’aria.
«E’ una bella giornata… perché restare chiuse in casa? Dai, usciamo… facciamo una passeggiata sulla spiaggia…» suggerì la riccia.
«Non ho voglia di uscire.» rispose Ginny, posando il giornale e guardando l’amica.
Non trovava stimoli per fare alcunché. Si era trovata orfana di entrambi i genitori e due fratelli erano stati assassinati e tutto in un solo giorno.
Hermione, facendosi avanti nella sala, afferrò la rossa per i polsi e la sollevò dal divano con forza: «Andiamo non farti pregare! Anche tu, Chloe… hai proprio l’aria di chi ha bisogno di un po’ di pace… prendiamo qualcosa da mangiare e andiamo tutti il giorno in spiaggia! Quando ci capiterà ancora una bella giornata di sole come questa?»
Ginny annuì, guardando Chloe. Con le braccia incrociate la giovane osservò le due compagne Grifondoro: una giornata senza pensieri era quello che le serviva. Acconsentì, annuendo.

L’aria era frizzante e scompigliava i capelli delle tre ragazze mentre passeggiavano scalze sulla sabbia: era fresca e solleticava loro i piedi. Quella brezza era piacevole, rinfrescava le loro pelli accaldate dal cocente sole di aprile.
Era la prima giornata veramente calda della stagione e, con molta probabilità, sarebbe stata una delle ultime… le primavere inglesi non erano mai caratterizzate da caldo e sole, bensì da piogge pungenti e vento.
«Fermiamoci…» disse Ginny, lasciandosi cadere sulla sabbia e osservando il mare.
Hermione e Chloe la guardarono, la riccia imitò l’amica, sedendosi al suo fianco. Chloe restò in piedi, guardava l’orizzonte, anche se non lo vedeva.
«Come stai, Ginny? Stai bene?» chiese Hermione premurosa, piegandosi sull’amica.
«No. Non sto bene!» rispose Ginny, trattenendo a fatica i singhiozzi.
«Che domande stupide faccio…» bofonchiò Hermione, pentendosi della domanda appena fatta.
Ginny guardò la bionda ancora in piedi, aggrottò la fronte: «Chloe stai bene?» domandò Ginny, alzandosi e avvicinandosi all’amica.
Era pallida e sembrava sull’orlo di dare di stomaco. La bionda scosse il capo, portandosi le mani sulla bocca per soffocare i conati. Voltandosi, si piegò in avanti e, con un forte colpo di tosse, vomitò nel mare.
Subito le due ragazze si avvicinarono alla compagna Grifondoro, preoccupate.
«Non dovevi venire a fare la passeggiata… è tutto il giorno che sei pallida. Sono stata una sciocca…» disse Hermione, prendendo Chloe per le spalle e allontanandola dall’acqua.
«Ci tenevo… volevo stare un po’ di tempo con voi. Volevo chiarire ogni malinteso… mi sento in colpa… avrei dovuto…» non terminò la frase, l’ennesimo conato le provocò un forte senso di nausea. Non vomitò, ma si sentiva uno straccio. «Scusate…» sussurrò. «Dev’essere un’influenza o qualcosa di simile… Lucius si ostina a dirmi che è una conseguenza della maledizione di Rabastan… dovrei parlare con Severus. Magari ha una pozione per aiutarmi a star meglio…»
«Dovrebbe passare per cena.» disse Ginny, pensando alle parole di Silente. «Quando arriva gli parlerai. E non si discute.»
«Ok.» rispose Chloe, abbozzando un sorriso. «Non credo d’avere alternative…»

Silente ascoltò senza commentare le parole del mago, capiva che per Lucius era complicato parlare. Aveva servito fedelmente Voldemort fin da quando si era diplomato. Forse si era unito alle sue schiere anche prima dell’ultimo anno ad Hogwarts.
«Credo sia tutto…» concluse Lucius.
Era stanco. Aveva parlato per ore, nessuno lo aveva interrotto. Solo Silente e solo per fare alcune domande per capire meglio alcuni particolari delle sue storie.
Aveva raccontato ogni cosa: le basi segrete dei Mangiamorte, i nascondigli dove avevano imprigionato dei mezzosangue o babbani e, perfino, dei piani di cui era entrato a conoscenza.
Ormai il sole era tramontato, tuffandosi nel mare e creando meravigliosi riflessi arancio rossastri.
«Hai fatto la cosa giusta e non credere che non sappia quanto ti sia costato fare questo passo.» disse Silente, restando seduto sulla poltrona imbottita dietro una scrivania molto vecchia e malandata.
Lucius fece spallucce, non voleva dare alle sue rivelazioni più importanza di quella che avessero realmente. Silente rise, divertito dal comportamento altezzoso del mago. Era stato suo professore molto tempo fa e, anche allora, era molto arrogante.
«Ti sei sacrificato per lei.»
«Ho fatto quello che ritenevo fosse la cosa giusta.» rispose Lucius.
«Tieni molto alla ragazza… a Chloe.»
«Non ci tengo molto. Io la amo. Credo siano due cose differenti.»
«E Narcissa?»
«Già da tempo i nostri sentimenti sono più simili a un’amicizia… siamo rimasti insieme per nostro figlio. Draco meritava di crescere in una famiglia felice. Abbiamo fatto quello che pensavamo fosse la cosa migliore. Io sono cresciuto senza madre. È morta di parto e mio padre non mi ha mai perdonato questo… ha sempre pensato fosse colpa mia.»
Silente non replicò: non conosceva questo aspetto di Malfoy.
«In ogni caso, se dovessi avere altre informazioni, le riferirò subito.» concluse Lucius, alzandosi e raggiungendo la porta.
Non voleva dare modo al vecchio mago di compatirlo. Si era lasciato coinvolgere dal discorso e si era aperto con lui. Si era mostrato vulnerabile: suo padre si sarebbe rivoltato nella tomba…
«Grazie di tutto Lucius. Sono certo che questo tuo gesto non verrà dimenticato. Queste informazioni faranno la differenza
«Basta che la facciano per me.» concluse uscendo.
Rimasto solo, Silente si alzò dalla poltrona e osservando la spiaggia dall’ufficio guardò Chloe passeggiare scalza in compagnia di Hermione e Ginny. Erano stati giorni difficili per tutti loro. Meritavano che questa inutile guerra terminasse il prima possibile e, la chiave della buona riuscita dei suoi intenti, si trovava a pochi passi da lui. Dunque sarebbe bastata una semplice formula per vincere, ma a quale prezzo?

Durante la cena, Severus si fece vivo. Era in ritardo, ma portava buone notizie. Prese posto accanto a Lucius e si servì da mangiare. Chloe osservò la tavolata, era allegra. Tutti sorridevano e cercavano di non dar peso ai fatti degli ultimi giorni. Non c’era tempo di mostrarsi deboli. Dovevano solo guardare avanti. Presto tutti sarebbe finito.
«Chloe, è arrivato Piton. Parlaci.» sussurrò Hermione, sporgendosi verso l’amica.
«Lasciagli un po’ di tempo.» rispose la bionda. «Finita la cena gli parlo.»
«Promesso?»
«Promesso.»
Le ore passarono veloci e, dopo aver servito anche il dolce, Fleur fece spostare tutti nel soggiorno per il caffè. Hermione e Ginny guardarono Chloe, ricordandole di parlare con Severus. Esasperata dall’insistenza delle due Grifondoro, si avvicinò al mago e, posando una mano sulla sua spalla, richiamò la sua attenzione. Stava parlando con Lucius, mentre sorseggiavano del whisky francese di ottima annata.
«Avrei bisogno di parlarti…» disse Chloe.
Severus e Lucius la guardarono. Lucius sorrise, sollevato. Aveva insistito molto con lei… ma non voleva costringerla a fare qualcosa controvoglia.
Allontanati dalla sala, si accostarono alle scalinate che portavano ai piani superiori dove si trovavano le camere da letto. Nella penombra, Chloe guardò il mago e, cercando di essere seria, disse quasi sussurrando.
«Volevo ringraziarti personalmente per tutto quello che hai fatto. Per me e per Lucius.»
Severus inarcò un sopracciglio.
«Non ho fatto molto.»
«Invece sei stato importante per noi. Grazie.»
Abbozzò un sorriso: «Accetto volentieri i tuoi ringraziamenti.»
Chloe si voltò ma, mentre si allontanava, Severus richiamò la ragazza.
«Stai bene, vero?»
La bionda si voltò. Chinò il capo a destra e sorrise.
«Perché non dovrei star bene?»
«Sei stata liberata da un Incanto molto potente solo alcuni giorni fa…»
«Tutto bene.» tagliò corto Chloe, allontanandosi dal mago per raggiungere Lucius nel salottino con gli altri membri dell’Ordine.
Non le importava quello che le amiche e Lucius dicevano. Lei non avrebbe preso alcuna pozione per star meglio. Anche quando conduceva una vita babbana diffidava nei farmaci che i dottori le prescrivevano e, anche quella volta, decise di non assumere nulla.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: JanineRyan