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Autore: heuchelei    26/08/2015    4 recensioni
{ 2336 words | mary sue | demenziale/parodia }
Perché tutti la odiavano?
Perché i bulli la prendevano di mira?
Perché era brutta?
Perché si tagliava?
Perché aveva un QI superiore ad Einstein?
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Nuovo personaggio, Suzette/Rika, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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premetto, che in questa storia sono sfiorate molte tematiche delicate che non verranno approfondite, alcune delle quali mi hanno toccata in prima persona.
sottolineo che non è mia intenzione ridicolizzare o prendere in giro tali tematiche, perché io stessa sono molto sensibile al riguardo. quindi, per favore, non datemi dell'insensibile.
questa storia non è stata assolutamente progettata per tale scopo, ma per essere una sorta di parodia di alcune oc che girano per il fandom.
quindi, non è mia intenzione offendere nessuno, davvero. non voglio ferire nessuno, lo giuro.
ho notato che molta gente non ha idea di cosa sia una mary sue, quindi, in maniera del tutto amichevole, ho deciso di fornire un esempio di quello che è una mary sue, che spero sia utile e vi faccia ridere :)
secondo wikipedia le mary sue sono:

"Mary Sue, a volte abbreviato in Sue, è un termine peggiorativo adoperato per descrivere un personaggio immaginario, in genere femminile (per i personaggi maschili solitamente si adopera Gary Stu o Marty Stu), che si attiene alla maggior parte dei cliché letterari più comuni, ritratto con un'idealizzazione eccessiva, privo di difetti considerevoli e soprattutto che ha la funzione di realizzare e autocompiacere i desideri dell'autore. Mentre l'etichetta "Mary Sue" in sé proviene da un parodia di questo tipo di personaggio, la maggior parte di quelli identificati come "Mary Sue" dai lettori non sono riconosciuti dai loro autori in quanto tali."

ecco, spero sia abbastanza chiaro.
ho scritto questa storia perché ne avevo già scritta una simile tempo fa quando ero ancora tredicenne e ne avevo postata un'altra versione un anno fa, ma purtroppo sono stupida e l'ho cancellata per sbaglio. baka-rie :"D
ci tengo a precisare che le mary sue non sono mai create intenzionalmente e che, secondo una mia umile opinione, sono una fase di passaggio di tutti nel periodo preadolescenziale (SI, VALE PURE PER ME).
non intendo accusare nessuno, solo farvi ridere e magari farvi riflettere su queste oc che infestano il fandom ;)
ci sentiamo nelle recensioni, allora ♪
rie

p.s. se volete controllare se il vostro oc è una sue, potete farle fare questo test qui ;)
p.p.s. dedico questa storia a fra, sum, aria e alle. i miei cuoricini :^)
vi voglio bbbbene.


{ Don't touch my Sue }






Mary si rigirò tra le coperte fresche, ancora beatamente immersa nei suoi più vividi sogni di una vita felice, mentre il falsetto di Dio Justin Bieber (nella suoneria della sua sveglia1)  si alzava con un acuto di 'BABYYY, BABYYYY, BABYYYY!' che lo faceva assomigliare ad un maiale che veniva sgozzato.
La dolce fanciulla aprì gli occhioni, proprio prima che le si sfondassero i timpani per la valanga di decibel riversati nelle sue povere e bellissime orecchie.
Afferrò la sveglia e, come tutti i santi giorni, le fece avere un incontro di quanto tipo con la parete della sua camera: pazienza, Papi le avrebbe comprato un altro di quegli aggeggi  infernali. A meno che non fosse stato troppo ubriaco, certo.
Mary si stiracchiò lentamente, alzandosi per poi ciabattare verso la doccia con aria annoiata. La luce del sole filtrava dalle finestre e aveva il colore delle uova marce.
Che poi, che colore hanno le uova marce?
Una volta che ebbe finito il suo rituale di bellezza mattutina, Mary uscì dal bagnetto attiguo, pronta per vestirsi per la scuola. Non riuscì a fare un passo, che il suo piede incontrò una resistenza e Mary finì per fare un triplo salto mortale con avvitamento doppio e hot dog, che la fece atterrare sul letto.
Mary — perfettamente indenne e con i capelli sempre perfetti — si alzò e sbuffò in direzione del suo cucciolo di lupo siberiano, chiamato Lord Styles2.
Lord Styles la guardava con occhi grandi quanto tazze di caffè. Probabilmente voleva giocare.
O azzannare la sua carotide.
Forse entrambe, a giudicare la smania con cui il sacco di pulci la fissava.
Mary ignorò il lupacchiotto, promettendogli qualche dito umano per dopo e si mise davanti allo specchio: come al solito era brutta3 come la fame e nessun ragazzo l'avrebbe minimamente notata.
Era alta e slanciata, sui centosettantacinque centimetri (nonostante avesse tredici anni), con un fisico che avrebbe fatto invidia alle modelle di Victoria's Secret. Barbara Palvin who?
Aveva gambe snelle e sode, fianchi armoniosi ed eleganti ed un vitino da vespa mozzafiato, la classica figura a clessidra invidiata da tutte. La pelle era lattea e chiara, ma ovviamente molto morbida. Aveva le curve proprio al punto giusto, anche se sosteneva di essere troppo grassa. Il suo volto ovale e levigato era adornato da una perfetta bocca a cuore, naturalmente rossa e profumata di fragola e lamponi e ribes e... che so io? Rape?
Comunque, Mary aveva guance rosate e sopracciglia che neppure Cara Delevingne in una giornata buona avrebbe avuto. Il viso angelico era incorniciato da una folta cascata di capelli nero pece da pubblicità dello shampoo Pantène che le ricadevano morbidamente attorno alla vita, un po' lisci, un po' ricci, un po' mossi e soprattutto naturali.
Inoltre, aveva delle mèche color oltremare (naturali come il sedere di Kim Kardashian).
Ma la parte più sorprendente del suo aspetto fisico erano gli occhi: di un blu talmente fulgido e profondo, con striature di verde, bianco, giallo, biscotto, rosa. Almeno, il sinistro, perché il destro era totalmente scarlatto e brillava di una luce inquietante.
L'eterocromia4 era una brutta cosa.
E cos'altro ancora?
Oh, giusto, i tagli5!
Mary si esaminò i tagli che si era fatta sulle braccia: tutto il suo dolore era in quelle cicatrici pallide sugli avambracci. Suo padre la picchiava e quello era l'unico modo per sfogare la sua tristezza, cadendo nel baratro dell'autolesionismo e della disperazzzzzzzzzzzzzzz...
Ehm, morale della storia, Mary era una cessa pazzesca. Punto.
Finito di esaminarsi, si infilò nel suo abbigliamento scolastico personalizzato (che potete trovare qui) e si mise le sue vecchie All Stars6 (perché tutte hanno le All Stars, ovvio no?)
Dribblò Lord Styles e si fiondò giù dalle scale per fare colazione.
La cucina della loro modesta villetta da poveracci di sole trenta stanze era pervasa dagli aromi speziati della sua colazione.
Il maggiordomo-di-cui-non-ricordava-il-nome stava cucinando, mentre quella biondona abbronzata che era sua madre (una riproduzione in scala di Pamela Anderson) era comodamente seduta sulla sua sedia preferita, chiacchierando animatamente con il Presidente del Kazakistan.
Mary si sedette sulla sedia dirimpetto e ordinò al maggiordomo (che noi chiameremo Fred, per motivi di brevità) la colazione. Fred-non-Fred le allungò il piatto fumante con un inchino, ma Mary lo ignorò.
«Sì, caro, lo so che l'economia va male, ma in quel buco dove vivi tu non credo ci sia molta affluenza di turisti—» sua madre continuò imperterrita a parlare al telefono.
Aveva un lavoro non specificato (perché l'autrice è pigra) ma profumatamente pagato ed altolocato.
«Mamma, ieri papà era ubriaco e mi ha picchiata di nuovo.» piagnucolò lei. Sua madre sbuffò, facendole segno di aspettare e Mary incominciò a deprimersi.
Era davvero importante per lei?
La odiava?
Perché non l'ascoltava?
«Tesoro, non dire stupidaggini. Tuo padre è astemio.»
«Ti dico che mi ha picchiata! Guarda, mi sono tagliata per il dolore e la tristezza.» indicò le cicatrici, che stavano già svanendo. Accidenti, avrebbe dovuto tagliarsi di nuovo perché fossero più evidenti.
«Mary Elizabeth Yuki Charlotte Death Giulia Smith-Sue!7» la riprese la madre con un tono gelido «Non permetterti di parlare così di tuo padre!»
«Sei un'insensibile!» sbraitò con grazia lei, alzandosi ed afferrando la cartella con rabbia, marciando verso la porta senza mangiare niente, quanto è vero che tentava di essere anoressica.
Sua madre la guardò brevemente, poi tornò al telefono, come se non fosse successo nulla.
Che persona orribile!

La dolce Mary camminò stizzita fino a scuola.
Perché tutti la odiavano?
Perché i bulli la prendevano di mira?
Perché era brutta?
Perché si tagliava?
Perché aveva un QI superiore ad Einstein?
Sospirò, facendo dondolare la cartellina. Che vita di merda.
Appena arrivata ai cancelli della Raimon Junior High, le vennero in contro le sue due migliori amiche: amica A e amica B.
Mary non ricordava neppure come si chiamassero, non aveva mai fatto lo sforzo di imparare i loro nomi.
Amica A forse si chiamava Haruna. Forse.
Aveva orribili capelli color pantegana e corti (chi cavolo ha i capelli corti? Neppure Afuro, che è un maschio ce li ha!). Gli occhi erano color piscio e portava al collo una macchina fotografica che doveva farla apparire più intelligente.
L'unica cosa interessante che aveva era il fratello figo.
Amica B era altrettanto scialba, con capelli tagliati alle spalle di un colore indefinibile e occhi color bruco. Aki, probabilmente.
Erano insignificanti, ma comunque restavano le due povere anime che la supportavano nei momenti di depressione e stato da emo.
«Ehi, Mary» la salutò Aki-non-Aki «Come stai? Ho sentito che ti sei lasciata con Hiroto.»
«Ah, sì. L'ho mollato perché ha i capelli rossi. Il rosso non va più di moda, sapete.»
Le due amiche annuirono con aria comprensiva, continuando a parlare del tempo e del compito in classe di storia per cui lei non aveva studiato.
Erano entrambi vestite con abiti frù frù che Mary odiava categoricamente8.
«E tuo fratello? Ho sentito che la sua squadra di calcio ha vinto qualche mondiale.» disse Haruna-non-Haruna, esaltata.
Mary sbuffò, annuendo annoiata. Odiava quel bullo di suo fratello con tutto il cuore, ma era un figo, e perciò era apprezzabile.
«Guarda chi c'è!» esclamò improvvisamente Haruna-non-Haruna.
Mary fece un perno di centosessanta gradi per incontrare gli occhi artici e freddi come... il freddo di Suzuno Fuusuke. Aka, il suo fratellastro figo. Aka il playboy della scuola.
Avanzava in branco, con la sua coppia di amichetti altrettanto fighi: il bad boy Nagumo e Afuro, che con quei capelli, definirlo 'boy' era un tantino azzardato.
Suzuno era il fratello figo della famiglia e abitava misteriosamente da solo anche se aveva solo quattordici anni. Si divertiva a passare il tempo a molestare Mary assieme alla sua combriccola e a bullizzarla per la sua bruttezza e perché suo padre la picchiava (nonostante il piccolo particolare che avevano lo stesso padre).
Camminarono in slow motion fino al loro gruppo di sfigatelle, provocando qualche svenimento ed epistassi tra le ragazze riunite in cortile.
«Ciao, Mary» Suzuno le sorrise, ammaliante. Quella era la parte in cui avrebbe dovuto cadere ai suoi piedi. Ha ha, niente da fare.
«Ciao, fratellastro» Mary schivò la mano che Nagumo (che aveva abusato come al solito del gel. Mary pensava che fumasse quella roba oscena che si metteva sui capelli) le stava appoggiando sulla coscia.
Bleah!
Che schifo!
I rossi non andavano più di moda!
«Certo che potresti essere più espansiva, con il tuo fratellone.» Suzuno storse la bocca «Domani è il mio compleanno e pensavo di fare una festa. Perché non vieni a farti un giro con noi, bellezza?»
«No, grazie. Chiedi a Rika e al gruppetto delle ragazze popolari. E ricordati che siamo fratelli e l'incesto è illegale» bofonchiò Mary, avvampando.
Suzuno schioccò le dita, infastidito.
«Tu mi ami, ma lo devi ancora realizzare» altro schiocco di dita. Se quei tre non erano gay... «Beh, sarà per la prossima volta, allora, bellezza»
Si voltò e lui e i suoi amici ancheggiarono fino alle porte di scuola.
Haruna-non-Haruna svenne per la felicità.
Mary sbuffò, mentre lei e amica B la trascinavano malamente su per le scale della scuola, facendole battere la testa ad ogni gradino.

Le ore di scuola passarono in un baleno (perché l'autrice è stanca e non ha voglia di descrivere).
Alla prima ora fece la verifica di storia e la completò in cinque minuti d'orologio. Ovviamente aveva preso il massimo dei voti, come buona figlia di papà che si rispetti.
Il resto della giornata fu più noioso, perché era in ultima fila con un tipo scorbutico di nome Shuuya, che non la degnava di uno sguardo.
Doveva essere un vampiro.
Oppure gay.
Oppure un vampiro gay.
Non si può mai sapere, con i libri di Anne Rice in giro.
Però un po' le dispiaceva per lui: aveva sentito che aveva una sorellina malata di una grave malattia chiamata Buonismo. Decise che avrebbe pregato all'altare di Dio Bieber per lei.
Uscendo dalla scuola, si imbatté in Endou Mamoru — sì, quell'Endou Mamoru, quello con il carattere da criceto in overdose da caffeina e la fascetta molto trendy (visto che quell'anno andava l'arancione).
«Mary, finalmente!! Ti ho aspettata per più di venti minuti!! Dobbiamo iniziare l'allenamento!!» le afferrò senza troppa attenzione il braccio sinistro, stritolandole qualche osso del polso per poi trascinarla come una balena spiaggiata verso il campo da calcio.
«Ehm, Endou, pensavo di non essere in squadra. Ti avevo detto di no l'ultima volta.» bofonchiò Mary, puntando i talloni «E la volta prima ancora, e quella prima ancora e quella ancora prima—»
«Ma, Mary, abbiamo disperatamente bisogno delle tue doti da attaccante!!» si lamentò Endou, tirandola ancora di più. Mary si domandò se prima o poi i muscoli della sua mascella si sarebbero strappati a furia di sorridere come la versione di 'It' dei poveri «E poi, tu sei la più brava tra le ragazze di questa scuola!! E le magliette nuove sono molto ganze, sono tutte azzurre!!»
Mary aprì la bocca per replicare che, no, quell'anno andava l'arancione, ma ormai era già in mezzo al campo da calcio della Raimon e non poteva farci molto.
«Okay, hai vinto. Ma solo per questa volta...» Mary alzò l'unico braccio funzionante in segno di resa.
«Evviva!!!» Endou tentò di abbracciarla, ma lei si scansò bruscamente, mormorando un 'non invadere il mio spazio personale'.
Alla fine venne costretta a partecipare all'allenamento e, neanche a dirlo, durante la partitina mise a frutto le sue abilità, dribblando abilmente tutti e sedici i giocatori avversari (aspetta, erano sedici...?) e tirando in porta con il suo colpo micidiale: 'il richiamo del lupo del cugino dello zio del lattaio 3'.
Ovviamente, tutti la applaudirono e la abbracciarono. Anche se era cessa. Anche se non era per niente brava.

«Ehi, Mary» Mary alzò di scatto lo sguardo mentre si toglieva le scarpette da calcio ed incrociò lo sguardo calorosamente freddo di Shirou Fubuki, che le fece un cenno con la mano «Ottimo tiro, prima. Sarebbe bello se potessimo allenarci assieme più spesso.»
«Uhm» Mary notò i suoi capelli color scopettone fradicio e decise che era uno da cui stare alla larga. Avanti, tutti lo sanno che i personaggi con i capelli bianchi sono schizzati bipolari portasfiga che probabilmente moriranno tra le più atroci sofferenze. Tokyo ghoul non aveva insegnato niente a nessuno? Ken Kaneki, anyone? «Magari un'altra volta.»
Fubuki rimase lievemente sorpreso (era un dongiovanni, e poche a scuola lo rifiutavano.
«Ah, uhm, okay» borbottò passandosi una mano trai capelli «E c'è qualcosa che posso fare per—»
«Tingiti i capelli» gli gridò dietro Mary mentre correva verso casa «Di arancione, magari. Va di moda ♪»
Shirou sospirò, osservandola scappare via.
Cazzo, pensava, preferiscono tutte il mio gemello.
Atsuya, dentro la sua testa, ridacchiò.

Finalmente, la giornata era finita o quasi.
Mary continuò a corricchiare lungo la strada, controllando mestamente l'orologio. Se fosse arrivata troppo in ritardo, suo padre l'avrebbe picchiata di nuovo. E poi doveva tagliarsi, uffa.
Le suole delle sue All Stars producevano un soffice scalpiccio contro il marciapiede. Ora riusciva a vedere la sua villetta da lontano.
Nel moment in cui alzò la testa, la sua visione periferica non riuscì a notare il movimento davanti a sé e la ragazza sbatté contro un ostacolo.
Un ostacolo prosperoso.
Mary barcollò all'indietro, ma con il suo perfetto equilibrio riuscì a stare in piedi.
Rika Urabe la squadrava in cagnesco, le labbra contratte in una smorfia disgustata e i capelli azzurri (fuori moda!) arricciati da qualche piastra cinese.
Ovviamente lei era bellissima, ricchissima, capitano della squadra delle cheerleader e odiava Mary per qualche astruso motivo.
Forse voleva essere bullizzata da Suzuno anche da lei?
«Ah, Mary.» chiocciò vedendola «Ti ho aspettata per un po'. Sai per caso dov—»
«Le tue provocazioni non mi sfiorano, sciacquetta. Faccio la superiore.» Mary la superò senza neppure guardarla.
Rika rimase a bocca aperta. Alzò il dito per ribattere, ma Mary l'aveva già sorpassata.
Lei voleva essere forte ed ignorare i bulli.
«E io che volevo solo dare il regalo a tuo fratello...» ma Mary era già in casa.

Era stata un'altra giornata triste e faticosa per la giovane fanciulla.
Aveva spezzato un po' di cuori, ma adesso era arrivato il momento di tornare alla sua più cara amica: la lametta.
Ah, che giornata stressante!



End


1 le Mary Sue hanno una sveglia canterina 24/7.
2 se un'OC ha un lupo al seguito, è al 99% una Mary Sue. Nel restante 1% dei casi è semplicemente svitata.
3 le Mary Sue si trovano sempre 'brutte o insignificanti' mentre il resto del mondo le venera come bellissime dee. Ma sono innocenti!11!1 E non se ne rendono conto!11!1
4 Diffidate dall'eterocromia o dagli occhi particolari.
5 Molte Mary Sue hanno una storia tragica con abusi, autolesionismo ed anoressia che solo molto difficili da trattare, se non si è autori esperti (quindi, io non ne sono in grado).
6 Le Mary Sue hanno come calzature solo le All Star. Evidentemente fa figo. Io mi tengo le mie Philippe Model, grazie ç.ç
7 Direi che il nome si commenta da solo, lol.
8 Cosa le avrà fatto mai di male il frù frù, non c'è dato saperlo...



  
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