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Autore: Kpopfan1610    27/08/2015    1 recensioni
Sei mesi dalla sconfitta di Gea. Sembra che la pace sia finalmente duratura... e invece una brutta sorpresa aspetta Percy ed Annabeth in una tranquilla sera di Febbraio.
Nico è felicemente fidanzato con Will Solace, anche se ha ancora problemi a dichiararlo pubblicamente. Si ritroverà messo in mezzo ad una brutta situazione, in cui sarà obbligato a fare una scelta.
Questa fanfiction segue gli eventi del libro "Il sangue dell'Olimpo" della saga "Eroi dell'Olimpo". Se non lo si ha letto, attenzione ai possibili spoiler!
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Percy Jackson, Percy/Annabeth, Percy/Nico
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Chapter 3

 

Nico non sapeva come reagire. Sapeva che le probabilità che suo padre lo venisse a scoprire fossero alte, ma sperava di riuscire ad avere un po' di fortuna.

“Allora, ne vogliamo parlare?” la voce di Ade era calma. Il dio del regno sotterraneo si sedette in una delle poltrone di quel salotto, invitando i due semidei a fare lo stesso. I ragazzi obbedirono.

“Perché siete venuti fino a qui? Dubito che sia semplicemente per fare un incontro padre-figlio, o non avresti portato il tuo amico Jackson”

“No, è... è per Annabeth, lei è...”

“Sì, l'ho saputo” Nico fu interrotto da suo padre, “mi dispiace per la perdita, ma non posso permettere che due semidei se ne vadano in giro per i Campi Elisi solo per fare una visita ad un'amica”

Ade guardò il figlio, come se lo stesse guardando attraverso i raggi-X, “E poi hai rischiato grosso viaggiando nell'ombra fino a qui, figlio mio. Non sei guarito del tutto”

“Lo so” Nico calò lo sguardo, “ma dovevo provarci”

“Aspetta” Ade schioccò le dita, ed uno dei frutti del suo giardino apparì nella sua mano. Glielo porse a Nico, “mangia questo”

“Ma... è cibo degli Inferi. Basta un solo morso e non si è più capaci di tornare in superficie, no?” chiese Percy.

Il dio rise divertito, “Ah, figlio di Poseidone. Non ti sei mai chiesto come abbia fatto mio figlio a mangiare i semi di melagrana di Demetra quando era rinchiuso in quel vaso, a Roma?”

Percy ci rifletté su, “Ehm... no”

“Proprio come tu, in quanto figlio del dio del mare, hai la capacità di respirare in acqua, Nico, in quanto figlio mio, può mangiare i cibi dell'Oltretomba senza rimanere imprigionato”

Mise il frutto tra le mani di Nico e continuò, “E questo in particolare lo aiuterà”

“In che senso?” chiese il figlio di Ade.

“Nel senso che dopo non avrai più restrizioni con i tuoi poteri. Potrai usarli senza il pericolo di essere inghiottito dalle ombre”

Nico si rigirò quel frutto tra le mani. A guardarlo era come una pesca, ma aveva un colorito grigiastro decisamente poco appetibile.

“Qual'è il prezzo da pagare?”

“Come ho già detto, nessuno”

“Non è possibile, c'è sempre un prezzo da pagare quando si ha a che fare con la magia. Ad esempio, con i semi di melagrana. Mi mantenevano sì in vita, ma senza forze... e mi facevano rivivere i miei incubi peggiori, quasi come per farmi pregare di morire”

“Beh, l'unico difetto di questo qui è che ha un sapore disgustoso... e può bruciare un po'” specificò Ade, “non sei obbligato a mangiarlo, ovviamente, ma può aiutarti”

Nico non sapeva perché suo padre fosse così gentile. Non gli aveva mai parlato di quel frutto. Evidentemente il dio aveva notato che non avrebbe potuto fare un secondo viaggio per tornare in superficie.

Diede un morso a quella pesca andata a male e, tralasciando il sapore orribile, Nico si sentì come se l'intero fiume Flegetonte si trovasse dentro il suo corpo.

Iniziò a tremare visibilmente, si portò le mani alla gola mentre tossiva sempre più forte.

“Nico” lo chiamò Percy, “stai bene?”

Gli mise una mano sulla spalla, ma Nico si gettò per terra in preda agli spasmi.

“Ade! Che sta succedendo?” Percy urlò, nonostante avesse il dio a venti centimetri di distanza.

Nico smise di tremare, e Percy notò che non stava respirando. Si lanciò ad aiutare l'amico, ma fu bloccato da Ade.

“Aspetta”

Dopo qualche minuto Nico riprese fiato, iniziando a tossire come se fosse affogato ed ora stava sputando l'acqua entrata in circolo.

“Nico, come stai?” chiese Percy.

“Uno schifo, grazie” disse il ragazzo, rialzandosi lentamente. Guardò suo padre e cercò di non maledirlo di fronte a lui. “Può bruciare un po'? Evidentemente abbiamo due metri di valutazione diversi”

“L'importante è che ora non avrai più problemi” disse il dio. “Ora torniamo al motivo per la quale siete qua”

“Non ce n'è bisogno” rispose Nico, “ce ne andremo”

Ade annuì vigorosamente, “Fareste la cosa migliore. Non posso certo permettere che voi due attraversiate la porta camuffata da semplice muro dalla Foschia che si trova alla vostra sinistra”

Nico si girò verso il muro, e con un po' di concentrazione riuscì a vedere la porta. Ecco perché non l'aveva mai vista prima d'ora: era nascosta dalla Foschia.

“Sarebbe decisamente inopportuno trovarvi lì” continuò Ade.

“Ma...” Nico era confuso, “se non possiamo rimanere qui, non sarebbe stato meglio non dirci dove si trova la porta?”

“Io non vi ho mai detto dove si trova la porta. Non potrei dirvelo. Passerei i guai con mio fratello Zeus se lo facessi” Nico vide nel volto di suo padre quello che sembrava un occhiolino. Il dio si alzò dalla poltrona, “detto questo... è stato un piacere avervi qui, ma facciamo sì che non ricapiti più, ok?” e sparì nel nulla.

Percy guardò Nico, “Quindi... che si fa?”

“Penso che mio padre ci abbia appena aiutato, anche se non può dirlo” disse Nico, “andiamo, non possiamo perdere molto tempo!”

I due semidei si alzarono dalle poltrone e corsero verso la porta che conduceva ai Campi Elisi.

 

Quando attraversarono la porta, rimasero senza fiato. Quel posto era meraviglioso. Non c'era nemmeno paragone con il resto del regno. Appena varcata la soglia, furono accolti da una luce che faceva quasi male, dopo aver passato il tempo nell'oscurità dell'Ade.

“Questo posto è magnifico!” esclamò Percy.

“Già” confermò Nico, “Sbrighiamoci a trovare Annabeth, non penso che mio padre ci possa concedere più di qualche minuto”

Iniziarono a camminare a passo svelto in mezzo a tutte le anime delle persone che in vita avevano vissuto con onore. Nessuno badò a loro, a parte qualche anima che esclamò “Hey! Voi non siete ancora morti, che ci fate qui?”

Lo sguardo di Nico si spostava da una parte all'altra dei Campi cercando di individuare la sua amica, quando una voce lo chiamò da dietro.

“Nico!” il ragazzo si bloccò non appena si girò per vedere chi fosse.

“Bianca! Che... che ci fai qui?”

Sua sorella maggiore si avvicinò, “Questo dovrei dirlo io a te”

“Sì, scusa. Pessima domanda” Nico non sapeva che dire. Aveva cercato di convocare lo spirito di sua sorella tante volte, e quella volta che le apparse non parlarono granché. “Noi... Noi siamo qui per Annabeth”

“Oh.. sì, mi ha raccontato quello che è successo. Mi dispiace, Percy”

“Grazie” disse Percy. In seguito, come se avesse recepito le parole di Bianca solo in quel momento, si rivolse di scatto alla figlia di Ade. “Aspetta. Hai detto che Annabeth ti ha raccontato quello che è successo! L'hai vista? Sai dove si trova? Ci puoi portare da lei? Non abbiamo molto tempo...”

“Tranquillo” Bianca sorrise, “seguitemi”

“Allora, Nico” disse Bianca, mentre si dirigevano da Annabeth, “come te la stai passando lassù?”

“Bene, bene” rispose il fratello, “Ho deciso di rimanere al Campo Mezzosangue per un po', e poi.. beh, diciamo che mi sono fidanzato” Nico si passò una mano dietro il collo, chiaramente in imbarazzo. Era la prima volta che diceva ad alta voce di essere fidanzato.

L'urlo di felicità che lanciò Bianca probabilmente si sentì pure nelle profondità del Tartaro, “Hai trovato un ragazzo? Sono così felice per te!” Bianca gli gettò le braccia al collo, saltellando di gioia, “Ti meritavi qualcuno con cui essere felice. Chi è?”

“Si chiama Will. Will Solace, è il capo-cabina dei figli di Apollo”

“Oh, sì!” esclamò Bianca, “l'ho visto di sfuggita quando siamo arrivati al campo. Beh, sembrava un bravo ragazzo”

“Lo è” Nico si sentiva sollevato. Bianca era stata la prima persona a sapere che fosse gay, e l'ha sempre supportato.

“Guardata, Annabeth è laggiù, sotto quell'albero” Bianca indicò l'olivo dove Annabeth era seduta.

“Grazie Bianca, per tutto” disse Percy.

“È stato un piacere” rispose la ragazza, sorridente.

“Beh, Bianca... immagino che questa sia l'ultima volta in cui ci vedremo” Nico si era un po' rattristato da quell'incontro. Sua sorella era la cosa che più gli mancava.

“Non dire così” Bianca se lo abbracciò, “ci rivedremo ancora, anche se sarà tra tanto tempo”

“Ti voglio bene” Nico scoppiò a piangere, e sua sorella lo baciò sulla fronte.

“Anch'io ti voglio bene, fratellino” gli diede un ultimo abbraccio, “ora andate, non avete molto tempo”

 

“Percy? Nico? Che ci fate qui?” Annabeth rimase sconvolta quando vide il suo ex-ragazzo (era giusto chiamarlo ex? Alla fine non si erano lasciati...) e uno dei suoi migliori amici.

Percy corse ad abbracciarla. “Nico mi ha portato qui per farmi riuscire a vederti un'ultima volta” era un misto di felicità e tristezza insieme.

La figlia di Atena guardò l'amico con gratitudine, “Grazie, Nico... veramente”

“Non c'è di che” rispose il ragazzo, “e poi anche io volevo vederti un'ultima volta”

“Allora, come stanno gli altri ragazzi? Ci sono stati altri attacchi da parte della strige?”

“Gli altri sono distrutti dalla tua morte, come tutto il resto del campo” disse Percy, “e no. Non ci sono stati altri attacchi”

“Per ora” specificò Nico.

“Che vuoi dire?”

“Rachel ha avuto un'altra profezia. Dobbiamo collaborare di nuovo coi Romani per sconfiggere le strigi”

Annabeth si rattristò, guardò Percy e la preoccupazione la travolse. “Fate attenzione. E ricordate che il bronzo celeste e l'oro imperiale sono inutili se hanno bevuti il sangue umano”

“Sta' tranquilla” Percy l'afferrò per le spalle, “non siamo qui per farti preoccupare, e non abbiamo tantissimo tempo”

Annabeth abbracciò di nuovo Percy “Mi sei mancato tantissimo. Quanto tempo è passato da quando sono qui?”

“Una settimana” rispose Percy “e manchi tanto anche a me”

I due ragazzi si baciarono e Nico si sentì un po' di troppo in quel momento. Aveva il desiderio di andare a cercare qualche anima da importunare piuttosto che rimanere lì in quel silenzio imbarazzante.

“Però, Percy... mi devi promettere una cosa” Annabeth si staccò da lui e lo guardò triste.

“Certo, qualunque cosa”

“Devi riuscire a dimenticarmi”

“Cosa? No, mai!” Percy sembrava sconvolto da quelle parole.

“Percy, per favore... Non puoi permettere che il tuo passato ti impedisca di vivere il tuo futuro. Io ormai non farò più parte della tua vita, e devi riuscire ad accettarlo”

Percy iniziò a piangere.

“E so che non vuoi sentirtelo dire proprio ora, ma..” continuò Annabeth, “sceglierò di reincarnami”

“Perché? Perché vorresti farlo?”

“Perché anch'io, come te, devo riuscire a crearmi un nuovo futuro. E restando qui non posso non pensare a te e a quanto ti amo” ora anche Annabeth stava piangendo.

Nico era sempre più in imbarazzo, e stava per allontanarsi quando Annabeth si rivolse a lui. “Per favore, Nico, prenditi cura di lui appena tornate in superficie”

“Io lo-lo farò” balbettò Nico.

“Ora dovete andare, prima che Ade sia costretto a punirvi” disse Annabeth.

La ragazza diede un abbraccio a Nico, poi baciò un'altra volta Percy.

“Ti amo Testa D'Alghe, ma ci dobbiamo salutare qui”

“Ti amo anch'io. E giuro sullo Stige che cercherò di fare quello che mi hai chiesto” rispose Percy.

Il figlio di Poseidone si asciugò le lacrime con il dorso della mano, poi intrecciò le sue dita con quelle di Nico, ed insieme tornarono al Campo Mezzosangue.

Quando ritornarono sotto la luce del sole, sulla spiaggia del campo, Nico guardò l'amico preoccupato. Aveva lo stesso sguardo di quando lo aveva trovato a Central Park. Si sentiva una merda, era stata sua l'idea di andare nei Campi Elisi, e si era rivelata essere una pessima idea.

“Percy, mi... mi dispiace” Nico cercava di trovare le parole adatte, “io, io cercavo solo di aiutare. Non volevo che finisse così”

“Non è colpa tua Nico” rispose Percy, “non è colpa di nessuno. È andata esattamente come doveva andare”

Anche se dalla bocca uscirono quelle parole, sembrava che dentro di lui non era molto d'accordo con quanto detto, perché si rimise a piangere. Il ragazzo appoggiò la testa sulla spalla di Nico e continuò a piangere in silenzio.

“Mi dispiace”disse il figlio di Ade sottovoce, “mi dispiace”

Si tenevano ancora per mano, ma nessuno dei due lo notò finché non arrivò Will. Il figlio di Apollo spostò lo sguardo dalla testa di Percy appoggiata a quella dell'amico alle loro mani intrecciate tra di loro.

“Nico” il ragazzo fu preso di sorpresa, tanto che lasciò bruscamente la mano di Percy, “ti posso parlare in privato?”

 

Nico era preoccupato. Era la prima volta che Will gli chiedeva di parlare in privato, e con un tono del genere. Che fosse arrabbiato perché aveva di nuovo usato i suoi poteri “infernali”? Beh, forse riusciva a fargli capire perché li aveva usati e sarebbe riuscito a tranquillizzarlo quando gli avrebbe detto che non ci sarebbe più stato pericolo che si dissolvesse nel nulla.

Entrarono nella cabina 13, la cabina dei figli di Ade, in quanto non c'era pericolo che entrasse qualcun altro.

“Allora” Nico si sedette sul letto, “di che cosa mi dovevi parlare?”

“Che stai cercando di fare?” Will andò dritto al punto.

“Scusa, Will, non credo di capire quello che vuoi sapere?”

“Stai per caso cercando di rompere con me?”

Il figlio di Ade si alzò di scatto dal letto. Quella domanda arrivò a Nico come un'accoltellata allo stomaco.

“Perché lo chiedi? Anzi, no... Perché hai anche solo pensato una cosa del genere?”

Will camminava avanti e indietro, “Non lo so, forse perché è una settimana che non ti vedo? Forse perché cinque secondi fa ti ho trovato mano nella mano con quello che è stato la tua prima cotta?”

“Percy stava PIANGENDO. Forse lo hai scordato, ma ha perso la sua fidanzata” Nico cominciò a sentire la rabbia crescergli dentro.

“Beh, forse dovrebbe cercare di andare avanti. Siamo stati tutti distrutti dalla sua morte, ma non può continuare così!”

Nico si portò le mani ai capelli per la disperazione, non riusciva a credere a quello che stava sentendo. “Non ci credo” disse, “non puoi parlare seriamente. Con quale cuore parli così di un tuo amico?”

Il ragazzo non diede nemmeno il tempo a Will di rispondere che continuò, “Ok, vuoi sapere perché stava piangendo un'altra volta e perché mi stava tenendo la mano? L'ho portato all'interno del castello di mio padre. Da lì siamo arrivati fino ai Campi Elisi e si è visto con Annabeth”

“Aspetta” lo interruppe Will, “Hai usato di nuovo i tuoi poteri? Quante volte di dovrò dire che ogni volta che li usi è come giocare alla roulette russa? Non sai mai quando sarà la volta fatale”

“Io stavo cercando di aiutare un amico! Quello che ancora forse non hai capito! E comunque non ti devi più preoccupare che i miei poteri mi uccideranno, ho risolto la situazione grazie a mio padre” Nico si mise ad urlare, “Fatto sta che Annabeth gli ha detto che sceglierà di reincarnarsi, quindi per quello si trovava in quello stato”

Will rimase in silenzio, un po' per la reazione inaspettata di Nico, un po' perché si rese conto di aver sbagliato. Ma non ci mise molto tempo a rispondere a tono a Nico.

“Ma tu non sapevi che tuo padre ti avrebbe aiutato con i tuoi poteri, quindi perché rischiare tutto solo per far vedere Annabeth a Percy?”

“Perché è un mio amico!”

“Non è un semplice amico!”

Gli occhi di Nico si fecero lucidi, “Non stai dicendo sul serio. Non puoi essere geloso di Percy. Dopo sei mesi non hai ancora capito quanto io ti voglia bene?”

“E tu non ti sei reso conto che dopo sei mesi non riesci ancora a dirmi “Ti amo”? Ti sei mai chiesto il perché?” Will cercava di tenere sotto controllo la voce, ma Nico riuscì a percepire un leggero vibrato.

“Non è certo per via di Percy. Lo sai, sono di un'altra epoca... è tutto molto difficile da affrontare” Nico cercò di afferrargli una mano, ma Will si scansò.

“Non so più cosa pensare ormai”

“Will...”

“Devi scegliere” disse Will, fermamente, “O me... o Percy”

Nico si bloccò, “Non puoi darmi un ultimatum del genere. Non mi fare scegliere tra il mio migliore amico e il mio fidanzato”

Will si diresse verso la porta, ma Nico si parò davanti, bloccandolo.

“Aspetta, Will”

Il figlio di Apollo lo scansò, aprì la porta e si fermò all'uscita. “È finita, Nico” disse, senza voltarsi a guardarlo, e se ne andò verso l'infermeria.

Nico si ritrovò seduto ai piedi del letto, le gambe al petto e le mani agli occhi, che continuavano a versare lacrime calde sulle guance.

 

 

 

 

~ Nota dell'autore ~

 

Tre (quasi quattro) giorni di ritardo... che dite, ho un po' esagerato, vero? xD Beh, c'è una spiegazione più che plausibile u.u Mi si è spaccato un dente, e i primi giorninon potevo nemmeno alzarmi dal letto, quindi stavolta non ho colpe ahahah

Comuuuuuuuunque, ecco che finalmente ho scritto il capitolo che aspettavo con più trepidazione :3

Come vi avevo già avvisato la volta prima, questo è il capitolo più importante di tutta la storia (e non solo perché è il più lungo xD ora che lo avete letto avrete capito il perché)

Sono successe un po' di cose qui: Nico che “guarisce” e potrà usare i suoi poteri liberamente, l'addio di Annabeth a Percy (non potevo ammazzare il mio personaggio femminile preferito senza dargli un'apparizione come si deve all'interno della storia), l'incontro tra Nico e Bianca (ho sempre voluto un loro incontro) e infine la scena che fa interrompere questo capitolo... la litigata tra Will e Nico e Will che se ne va lasciando Nico.

Cosa ci sarà nel prossimo capitolo? Ovviamente la battaglia con le strigi, essendo l'ultimo capitolo u.u Quindi se volete sapere chi saranno i quattro semidei (due romani, due greci) oltre a Nico e Percy a prendere parte alla missione, se e come si avvererà la linea finale della profezia, cosa succederà una volta al cimitero e cosa succederà tra Nico e Will, vi aspetto alla prossima!!!!

P.S.: il capitolo non l'ho riletto, lo sto pubblicando così come l'ho scritto. Se ci sono errori, vi prego di perdonarmi. Di solito cerco di non farne, per quello rileggo sempre, ma sono troppo stanco. Quindi lo rileggerò e (se necessario) correggerò domani u.u

   
 
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