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Autore: _musette_top_    27/08/2015    2 recensioni
May, ape regina, e June, talentuosa fotografa sua migliore amica, fanno parte del club di musica del liceo insieme a cinque splendidi ragazzi che noi conosciamo molto bene.
Una nuova arrivata, la rossa April, sconvolgerà l’equilibrio dei loro rapporti già complicati da intrighi, sesso e segreti irrompendo come un incendio nelle loro vite.
Come se la caveranno i nostri amati beniamini?
- è la nostra prima fic a sei mani, ognuna di noi ruola, se vi piace non risparmiatevi nei commenti :* :* :* -
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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1 Novembre – Ventiquattr’ore da dimenticare


June POV

Sono rientrata a casa solo ora. Mi trascino in camera mia salendo le scale con i tacchi in mano e guardo la sveglia digitale che segna le tre e un quarto del mattino. Mi tuffo con il viso nel cuscino del mio letto e comincio a ripensare a tutto quello che era accaduto poche ore prima. Era stata una serata tanto meravigliosa quanto strana per me. Il ballo che io e May avevamo organizzato era stato un vero successo e una marea di complimenti era piovuta dai nostri compagni, la musica una bomba, la palestra colorata e luminosa come non mai, il mio costume stratosferico, anche se, devo ammetterlo, alquanto scomodo. Ma qualcosa non mi rendeva del tutto soddisfatta. Sarà che avevo ballato e scherzato con il ragazzo dei miei sogni sebbene nel mentre entrambi avevamo dovuto mantenere la concentrazione alle stelle, in fondo sono consapevole che la nostra è solo una recita, eppure non riesco a non pensare che quel momento poteva essere il momento perfetto tra noi. La sala era piena, ma intorno non sentivo nulla quando lui mi sorrideva con complicità. Ad un tratto Harry mi aveva stretto a sé dicendo “Sai June, devo proprio dirtelo, sei stupenda stasera!” Oddio, che avrà voluto dirmi con quella frase? Stava recitando ancora la parte del fidanzato amorevole, oppure…La sala aveva cominciato a vorticare e io mi ero sentita mancare il respiro. Era una situazione così complicata! Non potevo fare a meno di illudermi che lui tenesse a me ogni volta che mi parlava in quel modo. “Sempre più spesso penso al fatto che non saprei proprio cosa farei senza di te!” Lo guardo negli occhi un po’ persa dicendo “…ho bisogno di aria! Che dici di fare due passi fuori?” “Certo, andiamo”.
Fuori dalla palestra mi guardò preoccupato di avermi detto qualcosa di strano. “Va tutto bene June?” Non feci in tempo ad abbozzare una risposta che la nostra conversazione venne interrotta dallo sgommare di una Mercedes rossa che con una manovra alla Fast & Furious si parcheggiò proprio davanti a noi, accecandoci con i suoi fanali abbaglianti. Una donna appariscente, oserei dire al limite del volgare, aprì la portiera scendendo dalla vettura sculettando nel suo vestito striminzito. Capelli rosso fiammante come la carrozzeria, trucco pesante e una sicurezza decisamente sfrontata. Sembrava essere sulla trentina, ma un atteggiamento che da teenager mai cresciuta. Ma la vera domanda era: che cosa ci faceva qui? Camminò sinuosamente verso di noi e lanciando un’occhiata affamata verso Harry che non mi sfuggì chiese: “Scusate ragazzi, è questa la Rydell High School?” “Si signora” rispose gentile Harry. Non l’avesse mai fatto, dal momento che aprì bocca non gli staccò più gli occhi di dosso con quel suo fare da pantera cacciatrice. “Grazie caro! Sono venuta a prendere mia figlia e volevo solo assicurarmi che fosse il posto giusto.” Allunga una mano verso di noi presentandosi. “Comunque, piacere ragazzi, io sono Ramona, la madre di April”. Gliela strinsi senza essere troppo convinta e la guardai torva allontanarsi ondeggiando sui suoi tacchi a spillo.


May POV

“And I know she gives you everything but, boy, I couldn’t give it toooo…” strepita insistentemente Ariana Grande dal mio cellulare. Non ho proprio voglia di alzarmi, e il telefono mi sta infastidendo troppo. Troppo. Mi alzo dal letto, lasciando Niall ancora addormentato tra le lenzuola. Uh, si è anche scordato di togliersi le corna. A proposito di corna, mi sa che Niall non è l’unico a portarle: Louis mi sta chiamando, ho il sospetto che non abbia preso tanto bene la faccenda della copertura con June. Che palle, potrebbero sbrigarsele tra loro queste noiosissime questioni. “Dimmi Lou, che vuoi?” “MA ALLORA QUALCUNO FINALMENTE SI RICORDA CHE ESISTO PURE IO!!!” “Se mi spacchi un timpano mi riuscirà difficile poi ascoltare il resto delle tue lamentele. Mi sono appena svegliata, abbassa i toni, dovrebbe essere illegale urlare così presto di mattina”. “MA SONO QUASI LE DUE DI POMERIGGIO!!”. “Ah, ups. Beh scusa se ieri io ho organizzato uno dei migliori party mai allestiti alla Rydell e TU hai deciso di perdertelo” mi sta veramente innervosendo, già sono stanca, poi continua a strillare istericamente, lo lascio sciorinare un po’ di improperi senza ascoltarlo, e poi intervengo: “sisi, hai ragione. Senti di cosa hai bisogno? Hai litigato ancora con Harry?” sento un profondo respiro dall’altra parte della cornetta. “Sì, cioè no. Cioè mi sta sul cazzo tutta questa storia della relazione di facciata. Mi sembra che lui ci abbia preso subito gusto. Ma non è solo per questo che ti ho chiamata. È che dopo la discussione di ieri pomeriggio non si è fatto più sentire, l’ho chiamato duemila volte e ha continuato a ignorarmi. Lo sa quanto odio essere ignorato. LO SA”. Sbadiglio mentre continua a insultare mio fratello e la sua indifferenza al dolore altrui. “Va bene, Lou. Ho capito, lo vado a cercare e te lo passo”. Mentre mi ringrazia, mi infilo una vecchia felpa di Zayn *mmh ha ancora il suo profumo, che ricordi…a volte un po’ mi manca* e mi inizio a camminare verso l’ala est della villa. Cerco di tranquillizzare Louis, che è sempre agitatissimo e continua a chiedermi pareri sulla situazione, su Harry, su June, sul suo oroscopo di coppia del mese… Sono così bersagliata dalle sue domande, che non faccio caso al fatto che stranamente la porta di Harry è chiusa. Sento dei guaiti all’interno, povero Tinkerbell, quello scemo di mio fratello lo deve aver segregato in camera. Entro in camera senza bussare e un barboncino *che decisamente non è il mio amatissimo chihuahua Tinkerbell* schizza fuori, quasi travolgendomi. La figura avvolta nelle coperte decisamente non è mio fratello. Ha dei capelli lunghi e rossi. April? Mi lascio per un attimo prendere dal panico, e Louis lo percepisce subito: “COSA SUCCEDE? PERCHÈ NON ME LO PASSI? DORME?!” – “Louis, scusa adesso non posso parlare”. Gli metto giù e torno a osservare il letto di Harry. Non può essere April, ha i capelli troppo lisci. Mi avvicino, sconvolta. Louis mi richiama, silenzio subito il telefono. Ha un bel viso, nascosto sotto un pesante trucco sbavato. Respira piano, ha un’espressione rilassata. Avrà minimo trentacinque anni. Non riesco proprio a capire cosa sta succedendo. E poi… dov’è mio fratello? Senza pensarci scatto una foto e la mando all’unica persona di cui mi fido: June. Solo dopo aver premuto invio mi rendo conto di cosa ho appena fatto. Merda. Merdissima. Merda. Non era proprio la persona a cui chiedere un parere. Questa giornata è proprio iniziata male. Speriamo non finisca peggio. “Cucciola, che fine avevi fatto?” Niall compare dietro di me con solo un asciugamano addosso, avvolto attorno ai fianchi e i capelli bagnati. “Mi sono svegliato e non ti ho più vista, così ne ho approfittato per farmi una doccia”. Mentre mi abbraccia sento il profumo del mio balsamo sui suoi capelli. Forse capisce dalla mia espressione a cosa sto pensando, perché mi chiede: “Se te lo stai chiedendo sì, ho usato i tuoi prodotti per capelli in doccia. Ti dà fastidio?” Vorrei rispondergli che sì, costano una fortuna e quindi mi dà troppo fastidio che qualcun altro li usi, ma mi sta baciando sul collo mentre mi accarezza la schiena. Mi piace. Stranamente, mi ritrovo a pensare che per lui, ora, sopporterei qualsiasi cosa.


April POV

Me ne sto seduta sulla mia poltrona girevole con gli occhi puntati sullo schermo del mio computer, che mi feriscono le retine nel buio della camera. La schermata di creazione di una pagina di Facebook mi destabilizza. Non è possibile, nemmeno questo riesco a fare, sono un disastro. Non dico un blog *uno vero, figo, come quello di June pieno di foto da brivido*, ma almeno una stupida pagina di social network dove condividere finalmente con qualcuno il mio dolore, questo mostro dentato che mi morde dentro facendomi soffrire, almeno quella vorrei avere la forza di gestirla. Rileggo il nome che ho scelto per il mio aborto di sito *……:::::IlMareDentroDiMeÈSalatoComeLeMieLacrime:::::…….* e sospiro, depressa. Qualcuno nella mia scuola mi odia, solo perché sono inciampata in un segreto in cui io non ho nulla a che fare. Il mondo è crudele, la vita fa schifo, perché queste cose succedono solo a me? Ho appeso quella lettera orribile sopra la mia scrivania, per ricordarmi sempre della crudeltà dell’essere umano. No, non posso tenermi dentro tutta questa amarezza, devo assolutamente aprire questa pagina. Le mie mani si bloccano sulla tastiera, no, non ce la farò mai.
Con le lacrime che mi rigano già le guance chiudo la scheda, e una rabbia cocente contro la mia stupida ansia mi muove le mani sulla tastiera. Uno stato appare sulla mia bacheca:
“Il mondo mi odia, ma la mia peggior nemica sono proprio io.”
Ecco. Non dico di star meglio, ma è già qualcosa.
Il suono di una notifica mi risveglia dai miei pensieri. Un like, del biondo Niall. E poi, un commento: “Ehi cucciolina, non dire così, nessuno ti odia. Sicuramente non io <3”
Perché Niall mi scrive? Perché è così gentile con me?
“Sono un po’ giù – rispondo sotto – tutto qui.”
“Anche io. Chat?”
“Ok.”
Passa meno di mezzo secondo prima che i miei messaggi privati si aprano con una frase del ragazzo: “Ehi – dice – non sopporto che una delle nostre voci migliori sia giù di morale, qual è il problema?”
“Ma niente. E tu?”
“Oggi pomeriggio ho letto i messaggi di May. Sai che eravamo insieme alla festa, no? Beh, diciamo che… il mio costume di ieri era fin troppo appropriato.”
“Cioè?”
“Cioè, con le corna.”
“Cioè?”
“Insomma, non sono l’unico gallo nel pollaio.”
“Cioè?”
“Insomma, si sa che May se la faceva con mezza scuola, ma mi aveva promesso che sarebbe cambiata per me, lei mi aveva detto che per me avrebbe fatto qualsiasi cosa. Ma sbagliavo.”
“Oh, mi spiace.”
“Già. Uno schifo. L’ho mollata subito. E tu?”
“Ma niente ti dico.”
“Ti ho vista con Liam. È colpa sua se stai male, vero? Dai, sputa il rospo, io lo so.”
…lo sa? Niall? Niall ha capito che Liam mi stava usando solo per far ingelosire quella sgualdrinella di May? Vuol dire che mi stava osservando, che è stato così tanto attento a me da accorgersene? Di fronte alle mie esitazioni a rispondere continua a digitare e mi invia un nuovo messaggio, che mi spezza il cuore come una palla da demolizione.
“Ho letto nei messaggi di May che lei e Liam si vedono ancora. Scommetto che è questo che ti fa star male.”
Come? Liam mi tradisce? Persino lui…?
“Ehi, April, ci sei? Tutto bene?

Aspettami, tra un attimo sono da te.”
Si disconnette e io resto a fissare lo schermo con gli occhi pieni di lacrime. Non è possibile, persino Liam… lui che era il mio ultimo scoglio, l’ultima spalla che avrebbe potuto sostenere questa fragile e disperata me. Voglio morire. No, no, devo smetterla, devo smetterla di piangere così, come una patetica idiota.
Mi alzo dalla scrivania e mi lancio sul letto scossa dai singhiozzi, ficcandomi nei canali auricolari le cuffiette e alzando al massimo il volume dell’I-pod, ma no, non serve a niente, la musica non fa altro che amplificare la disperazione e quindi le strappo via e ficco la testa sotto al cuscino, sperando di soffocarmici dentro.
Intravedo sul comodino lo spartito del club di musica, e non sapendo che altro fare lo prendo e lo sfoglio. Apro su una pagina a caso, che non avevo mai visto, dove a matita sono scarabocchiati i versi di una canzone. È molto bella, finché leggo questa frase: you don’t know you are beautiful – if only you saw what I can see – you’ll understand why I want you so desperatly – right now I’m looking at you and I – can’t belive – you don’t know oh oh – you don’t know you are beautiful – oh oh – that’ what makes you beautiful. Questa è pura poesia, non ho mai letto nulla di così bello e profondo in tutta la mia vita. Mi tocca le corde del cuore facendolo suonare come una chitarra acustica. Leggo la firma: Zayn Malik. Ah, sì, lui, a stento ricordo la sua faccia, quella sera che l’ho baciato, ubriaca fradicia: mi aveva detto di aver mollato il club prima che io arrivassi. Non immaginavo che avesse un animo così sensibile.
Il telefono squilla e mi avverte che ormai Niall è alla mia porta, così, presa finalmente una decisione con me stessa, mi lancio giù dalle scale per aprirgli. Spalanco la porta alla brezza notturna e mi trovo lui davanti, con i suoi occhi azzurri dolcissimi che mi salutano con un sorriso.
“Ehi. – mi fa – Buonasera cucciola.”
“Ciao.”
“Senti pensavo… io e te stanotte abbiamo molte cose in comune. Siamo stati entrambi traditi, e siamo soli. Inoltre, tu mi piaci un sacco April, e uno stronzo come Liam non ti merita” si avvicina a me. Oh mamma, è bellissimo, non vorrà mica…”sei una ragazza fantastica April, vorrei tanto stare con te”.
Le sue labbra calde si avvicinano pericolosamente alle mie, sta per baciarmi, sono quasi ebbra dalla sua dolcezza e sto per assaporare la sua bocca, ma…
“No! – grido allontanandolo con uno sforzo enorme, e soffrendo nel mio intimo nel vedere il suo viso stupito e avvilito – Sono stufa di accollarmi gli scarti di May! So come andrà a finire, mi tradirai anche tu! Io non sono così debole! Scusami, ma ciao. Voglio smetterla di buttarmi via, tra le braccia del primo che si approfitta della mia sofferenza!”
Strizzando gli occhi di fronte al suo sgomento rientro in casa mia sbattendo la porta, sentendo le lacrime che già ricominciano a pizzicare fra le ciglia. Fa male, ma so che è il meglio per me.
Rileggerò quella canzone meravigliosa.
   
 
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