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Autore: Red Wind    27/08/2015    2 recensioni
Nell'Antico Egitto le divinità erano parte integrante della vita quotidiana: a loro si offriva tutto ciò che serve alle persone comuni. Ma gli dei non sono persone comuni, così come i protagonisti di questa storia.
Una ragazza insicura che ancora deve scoprire le sue potenzialità.
Un dio generato dall'odio e dal desiderio di vendetta apposta per uccidere.
Una rivoltosa dal passato travagliato.
Un ragazzo in grado di leggere nel cuore delle persone.
Amicizia, dolore, amore, paura, guerra e magia.
“Secondo la leggenda, l'Egitto era governato in origine da Osiride e da Iside, sua sorella e sposa. Il fratello Seth, geloso dei due, uccise Osiride, fece a pezzi il cadavere e ne occultò le membra in luoghi diversi. Iside, trasformatasi in nibbio, raccolse e ricompose le membra del marito e gli reinfuse la vita. Osiride divenne Signore dell'oltretomba ed ebbe un figlio: Horo, il dio dalla testa di falco. Quest'ultimo, dopo aver combattuto a lungo contro Seth, riuscì a sconfiggerlo e a diventare re dell'Egitto.”
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Aegyptus'
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Di conflitti tra alleati

"...e così ho scoperto il tuo indirizzo" concluse Sinuhe.
Le ragazze camminavano fianco a fianco per le vie notturne deserte di Menfi, ormai erano quasi giunte alla base dei rivoltosi.
"Hai fatto davvero veloce a trovarmi. Io non sapevo proprio cosa fare, ero certa che anche tu fossi qui, ma non sapevo dove. Ancora una volta hai salvato la situazione" disse Jamila, un po' abbattuta.
Sinuhe, intuendo i pensieri dell'amica, disse:"Non dire così, sei stata fantastica contro quella Sethish"
"Come fai a dirlo? Non c'eri!"
"Sì, ma ho visto come si trasformava e posso assicurarti che uscirne da vincitrice, con solo una ferita alla gamba, è una bella impresa"
"Almeno per una volta ho combattuto da sola, senza che nessuno che mi salvasse" disse Jamila, orgogliosa.
"Esatto! Sei migliorata tantissimo ultimamente nell'uso dei tuoi poteri"
"Sì, ma sono ancora la più debole del gruppo"
"Non importa, se continui così in breve diventerai la migliore. Hai già avvertito Horus dell'accaduto?"
"Veramente no, non avevo abbastanza energie per usare il teletrasporto"
"Bene, vorrà dire che ce ne occuperemo domani"
Alla base, Sinuhe presentò Jamila come una sua amica, senza dare ulteriori informazioni. Quando entrarono nella stanza di Sinuhe, trovarono Nakht che camminava nervosamente avanti e indietro.
"Dove diavolo eri finita?" chiese d'impulso il ragazzo.
"Te l'ho detto, sono andata a cercare Jamila"
"Ma è notte fonda!"
"E con questo?"
"Io... pensavo... è strano, a quest'ora... magari ti era successo qualcosa..."
"E da quando ti preoccupi per la mia incolumità?" rispose Sinuhe ripetendo, senza rendersene conto, le stesse identiche parole che le aveva rivolto Nakht quella mattina.
I due si guardarono per un attimo e poi abbassarono lo sguardo, considerando il discorso chiuso e i conti pareggiati. Jamila, che aveva assistito a tutta la scena, non capì, ma non chiese nulla.
Sinuhe chiese che venisse portato un altro letto e i tre si prepararono a dormire. Sinuhe, però, non riusciva ad addormentarsi. Notò che anche Nakht era ancora svegliò, mentre Jamila dormiva.
"Come va la mano?" gli chiese sottovoce per non svegliare l'amica.
"Bene, anche se ogni tanto mi fa male"
"Be', credo che sia normale"
"Lo credo anch'io. Come hai fatto a trovarla?"
"Ho chiesto alle sue colleghe dove abitava..."
"Ma lei non lavorava nel palazzo del faraone?"
"Sì e quindi?"
"Sei andata lì?"
"Certo"
"Tu sei ricercata, è pericoloso andare nella tana del nemico"
"Ti risponderei con una certa frase, ma penso che per oggi sia stata detta abbastanza volte, e poi dovrò pur avvicinarmi per ucciderlo"
"Sei sicura di volerlo fare?"
"Certo, perché non dovrei?" disse Sinuhe con la voce lievemente incrinata.
"Perché così ti abbasserai al suo stesso livello e ti rimarrà per sempre sulla coscienza il peso del delitto"
"Anche tu con questa storia? Smettetela con queste stupide ramanzine, tanto non riuscirete mai a farmi cambiare idea" e detto questo Sinuhe si girò dall'altra parte e si sforzò di dormire.



Jamila si svegliò per prima e si accorse che se Sinuhe voleva andare di nuovo a lavorare come cuoca doveva fare in fretta, perché era già in ritardo. Quando Sinuhe fu sveglia, chiese a Jamila di non svegliare Nakht finché lei non fosse uscita perché non aveva voglia di parlargli. Jamila non capì, ma si limitò ad obbedire.
"Oggi lavorerò normalmente per non destare sospetti e domani agirò" aggiunse poi.
"Intendi uccidere il faraone domani?" chiese Jamila preoccupata.
"Esatto"
"Sinuhe..."
"Sì?"
"Non sei costretta a farlo, se non ti va più, se non vuoi provare di nuovo quello che hai provato quando hai ucciso quel soldato..."
Jamila scorse la rabbia divampare negli occhi di Sinuhe.
"Smettetela con questa storia! Non vi sopporto più! Decido io quello che voglio fare e sono più che decisa nel compiere questa missione! Non sono affari che vi riguardano, cosa te ne importa del peso del delitto, del rimorso e di tutte quelle altre cavolate? È una cosa che riguarda me e me soltanto!" disse Sinuhe fuori di sé, la voce roca.
Jamila divenne improvvisamente fredda.
"Oh, cosa ce ne importa, dici? Riguarda solo te, non è vero? Si vede che non conosci il senso dell'amicizia. Non hai mai avuto un amico, vero? Scusa se mi preoccupo per te, ma non è colpa mia se sei così incosciente e non te ne importa niente della tua vita!"
"Appunto la MIA vita! Decido io cosa fare della MIA vita!"
"No...no, quando hai degli amici o qualcuno che ti vuole bene la tua vita non ti appartiene più!" disse Jamila mentre le lacrime cominciavano a rigarle il volto.
"Dì pure ciò che vuoi, ma io non cambierò idea!" disse Sinuhe con voce spezzata.
Nakht, che con quelle grida si era svegliato e aveva sentito tutto, disse: "Ha ragione Jamila"
Sinuhe lì guardò entrambi per un secondo, sembrava che stesse per esplodere dalla rabbia e che avesse mille cose da dire, ma poi si voltò, prese la prima cosa che le capitò a tiro, cioè la ciotola dove aveva consumato la colazione, e la tirò per terra, poi uscì dalla stanza.
Jamila non riusciva a fermare le lacrime, ma cercava di mantenere un contegno. Nakht la guardava comprensivo.
"Sono d'accordo con te e provo le tue stesse emozioni" disse.
Jamila cercò di cambiare quel triste argomento almeno per il momento e fece una domanda che la assillava dalla sera prima.
"Cosa è successo tra te e Sinuhe? Mi sembra che ora andiate d'accordo"
"Sì, conoscendola meglio ho capito che è una brava ragazza, molto altruista, intelligente... Mi ha salvato di nuovo la vita e anche dopo mi è stata indispensabile"
"Sono felice che vi siate conosciuto meglio, questo semplificherà molto le cose. Dovremmo mettere al corrente Horus dell'attacco che abbiamo subito"
"Immagino di sì"
Jamila si predispose ad usare il teletrasporto.
"Vuoi venire con me?"
"Non vorrei causarti fastidi con la magia e poi preferisco rimanere qui questa volta, non mi sento ancora molto in forma"
"Ti serva qualcosa? Vuoi che chiami un medico?"
"No, grazie, sto bene così, mi serve solo un po' di riposo"
"Va bene”



Jamila concentrò la sua energia magica nel piccolo ciondolo che teneva in mano, attivandolo. Un attimo dopo si ritrovò nella Stanza, a prima vista deserta. Diede un'occhiata in giro, trovando, come del resto si era aspettata, un messaggio di Horus. Chiedeva alle tre Incarnazioni di incontrarsi lì la sera prima, ma ovviamente nessuno si era presentato.
Jamila sospirò. Sicuramente Horus doveva essere preoccupato per la loro improvvisa sparizione. Pensò di lasciare a sua volta un messaggio, ma poi si rese conto di non avere idea di quando sarebbe potuta tornare nella Stanza, con la rivolta imminente e tutti gli altri problemi che attualmente rendevano la sua vita così imprevedibile. Avrebbe dovuto trovare un modo per contattare subito il dio. Immediatamente l'idea la attraversò la mente come un fulmine, c'era soltanto una cosa possibile da fare: raggiungere il mondo degli dei e con esso Horus. Aveva visto il ragazzo fare trasportarli dall'altra parte in un modo simile a quello che usava lei per andare nella Stanza, seppur senza avere un amuleto apposito. Sentiva che i propri poteri le permettevano di farlo, ma allo stesso tempo aveva il presentimento che fosse rischioso intraprendere un simile viaggio, se così si poteva chiamare, senza essere esperti. Rifletté qualche minuto, cercando un'altra soluzione, ma alla fine si scoprì disposta a rischiare e, allo stesso tempo, desiderosa di compiere per una volta qualcosa di importante e utile con la sua magia.
Sorrise tra sé chiedendosi se Sinuhe non l'avesse contagiata con la sua spericolatezza, poi chiuse gli occhi e si concentrò al massimo su un punto preciso del regno degli dei, proprio dove Horus li aveva teletrasportati la prima volta. Attese, sforzandosi di rimanere aggrappata alla Stanza, finché nella sua mente non ebbe chiaro il luogo in cui voleva andare. Ogni cosa si delineò nei particolari nella sua mente, come se già si trovasse là, e solo a quel punto, concentrandosi sul suo obiettivo, si lasciò trasportare verso di esso. Restò in quella specie di oblio che sentiva sempre durante il teletrasporto un po' più a lungo del solito e per un secondo temette che non ce l'avrebbe fatta, che sarebbe restata lì per sempre, ma poi sentì il suolo sotto i piedi. Di colpo tutte le forze l'abbandonarono e cadde a terra. Mise avanti le mani per fermare la sua caduta, ma le braccia le cedettero e si ritrovò faccia a terra.
Fu in quel momento, mentre combatteva contro il malessere generale che l'aveva pervasa, che vide Horus. Stava passando per l'ampia via principale, mentre lei si trovava nella via minore che separava due dei grandi edifici in cui abitavano le divinità. Temette che il dio non la vedesse, infatti sembrò proseguire sulla sua strada senza notarla. Jamila si era già accasciata a terra, scoraggiata, quando si accorse che Horus stava tornando su sui passi, le sopracciglia corrucciate e l'aria di chi crede di aver appena visto un'assurdità. Quando si accorse che c'era effettivamente qualcuno steso a terra e questa persona era per di più Jamila, che mai si sarebbe aspettato di trovare lì, le corse incontro.
“Che diavolo ci fai qui? E soprattutto, come ci sei arrivata?” le chiese appena le si fu accovacciato vicino.
“Avevo bisogno di parlarti, ho usato il teletrasporto” rispose la cuoca, che nel frattempo si stava riprendendo.
“Hai idea dei rischi che hai corso? Teletrasportarti a una distanza simile, addirittura da un mondo all'altro, senza essere esperta! Avresti potuto rimanere nel limbo per sempre!”
“So di aver preso dei rischi, ma non è successo niente di tutto ciò in fondo, non c'è motivo di preoccuparsi tanto!”
A quelle parole Horus si arrabbiò ancora di più.
“Dannazione, Jamila! Ti rendi conto dell'importanza del tuo compito e di ciò che accadrebbe se non venisse portato a termine?”
La ragazza fece un passo indietro, improvvisamente fredda tanto era incredula. Come se non bastasse il comportamento di Sinuhe nei suoi confronti, quella mattina, adesso ci si metteva anche Horus.
“Certo. Dimenticavo di essere la tua arma. Lo strumento per liberarti dei tuoi nemici. Scusami se nel tentativo di farti sapere delle cose importanti ho rischiato di lasciarti a corto di schiavetti sulla terra”
Man mano che parlava si convinceva delle sue stesse parole, non facendo altro che aumentare la sua rabbia e con essa il tono di voce.
“Sinuhe aveva ragione. Me ne vado” aggiunse poi, preparandosi ad utilizzare il teletrasporto per tornare a casa, incurante degli avvertimenti che Horus le aveva appena dato.
Il dio le afferrò un polso con forza, con l'intenzione di fermarla, un attimo prima che la ragazza si smaterializzasse, ritrovandosi in quel modo sulla Terra con lei. Jamila svenne all'istante per l'eccessivo uso di magia. Horus la prese in tempo, prima che cadesse a terra, tenendola tra le sue braccia. Si guardò intorno, non avendo idea di cosa fare. Non era mai stato nel regno dei mortali, ma in quel momento il fatto di stare invecchiando 365 volte più velocemente era la sua ultima preoccupazione. Adagiò Jamila per terra, sedendosi poi al suo fianco. Stese una mano verso di lei, usando i suoi poteri per rinfonderle un po' della forza vitale che aveva perso utilizzando il teletrasporto in quel modo. Probabilmente la situazione non sarebbe stata così grave se non avesse cercato di fermarla, non facendo altro che trasformarsi in un'ulteriore difficoltà che la ragazza aveva dovuto affrontare nell'utilizzo di una magia già complicata: era un miracolo che fossero lì. Ci volle del tempo prima che Jamila si risvegliasse.
“Dove sono?” chiese, appena ebbe aperto gli occhi.
“Sulla Terra, penso” rispose Horus, neutro.
In quel momento Jamila si ricordò dell'accaduto. D'istinto si mise seduta nonostante i giramenti di testa, allontanandosi dalla divinità e fissandola con gli occhi di un animale ferito. Ci fu un attimo di silenzio in cui Horus si sentì trafitto da quello sguardo: le iridi di lei sembravano ghiaccio e, come un pugnale di quel materiale, gli gelavano il cuore. Jamila, notando che Horus non era intenzionato a dire alcunché, si alzò e fece per andarsene.
“Aspetta!” la fermò lui.
La ragazza non si voltò, in attesa che continuasse.
“Non era quello che intendevo dire”
“E cosa, allora?” chiese, cercando di apparire sicura mentre la voce si incrinava. Odiava litigare.
Horus sospirò.
“Siamo una squadra e abbiamo ognuno bisogno dell'altro, hai visto come è andata la prova... E tu sei più utile di quanto pensi”
Horus vide la schiena della ragazza scossa da un singhiozzo.
“Non è solo questo. Tu mi sembri importante. Io...”
Horus si prese la testa tra le mani, incapace di continuare. Non sapeva neanche lui cosa voleva dire.
Prese un profondo respiro.
“Scusa” sussurrò così piano che Jamila lo sentì a malapena.
Le lacrime presero a rigare le guance della ragazza, mentre si sedeva a gambe incrociate, sempre dando le spalle al ragazzo. Non sapeva neanche lei perché si sentisse così male, forse era soltanto quella situazione assurda in cui si trovava, non era abituata a essere sotto pressione. Si sforzò di calmarsi e in breve fu di nuovo in grado di parlare con voce ferma.
“Ti ho portato io qui?” chiese, dopo qualche minuto di silenzio, la ragazza.
“Sì”
“E se fossi rimasta nel limbo?”
“Sarei rimasto con te” disse, enunciando un dato di fatto “Sono stato troppo impulsivo, lo so”
Ci fu di nuovo qualche minuto di silenzio.
“Vattene da qui, invecchierai come un comune mortale!” esclamò Jamila arrabbiata.
Horus scrollò le spalle.
“Qualche giorno in più, qualche giorno in meno...”
La ragazza si passo una mano sul viso, scacciando le ultime traccie delle lacrime di poco prima e voltandosi verso l'altro.
“Che cosa dovevi dirmi?” chiese infine il dio.
“Siamo stati attaccati dai Sethish. Per questo non siamo venuti all'appuntamento”
Horus si irrigidì.
“Raccontami cosa è successo”
Obbedì e quando ebbe finito di descrivere l'accaduto e la nuova Sethish, attese il parere di Horus.
“Tutto sommato ve la siete cavata bene”
Jamila sospirò, pensando alla sua povera gamba.
“Dovremo intensificare gli allenamenti e nel frattempo potreste stare al sicuro nel regno degli dei, se non avete troppi impegni qui”
“Anche se ne avessimo? A questo punto sarebbero presto rovinati, lo hai detto tu stesso”
“Già” disse Horus amareggiato.
Che cosa aveva fatto?
“Ci vediamo domani sera nella Stanza, portate con voi tutto quello che potrebbe servirvi” aggiunse.
“Non ti garantisco nulla, devo prima parlarne con Sinuhe”
Nella sua mente già immaginava la difficoltà di quella conversazione.
“Anzi, facciamo direttamente tra due giorni, al tramonto, nella Stanza” si corresse la giovane “Ci sono più probabilità che riesca a convincerla per allora”
Horus annuì.
“Non credo che attaccheranno nell'immediato futuro, in ogni caso” si alzò da terra, preparandosi a tornare nel regno degli dei.
Jamila lo imitò, per poi vederlo scomparire sparire un attimo dopo, nel nulla come un miraggio. Si allontanò a sua volta, mentre mille pensieri sconclusionati le vorticavano nella testa.



 

Il cantuccio dell'Autrice
Ebbene, questo è l'ultimo capitolo risalente alla vecchia versione, i prossimi saranno scritti da zero man mano *^*
Aspettavo da tantissimo questo momento, quindi sono finalmente soddisfatta, adesso si entrerà nel vivo della storia ^^
Niente, grazie a tutti per avermi seguita fin qui nonostante tutto!
Al prossimo capitolo!

Red Wind

 
   
 
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