Ginny Weasley e i Doni della Morte: l'inizio di tutto
Cap.
2
Una
piacevole scoperta
Era
notte inoltrata, ma Ginny non riusciva a dormire.
La
notte precedente, Harry aveva avuto una visione che aveva permesso di salvare
suo padre dall’attacco del serpente di Voldemort.
Ora
suo padre era ricoverato al San Mungo e stava abbastanza
bene.
Quel
pomeriggio erano andati a trovarlo insieme ad alcuni membri
dell’ordine.
Quando
gli adulti avevano cominciato a parlare dell’aggressione, lei, Ron, Harry, Fred
e George, li avevano spiati con delle orecchie oblunghe.
Avevano
sentito Malocchio che ipotizzava una possessione di Harry da parte di Voldemort,
per giustificare la visione che il ragazzo aveva avuto.
Da
quel momento, Harry era stato intrattabile. Si era chiuso in un mutismo che
erano riusciti ad abbattere solo con l’intervento di Hermione in tarda serata
che, appena arrivata, li aveva fatti riunire tutti, così erano riusciti a
convincere Harry che loro non pensavano fosse posseduto.
Infatti
Ginny gli aveva ricordato che l’unica ad essere stata posseduta da Voldemort era
lei, quindi sapeva benissimo come avrebbe dovuto sentirsi.
Harry
si era rincuorato e durante la cena, si era comportato normalmente, felice di
poter essere di nuovo a casa con il suo padrino.
Ginny
si alzò dal letto e indossata una vestaglia, decise di scendere a bere una tazza
di te.
Arrivata
in cucina, si accorse di non essere l’unica ad aver avuto
quell’idea.
-
ciao Ginny. Non riesci a dormire? - chiese Sirius, mentre girava pigramente un
cucchiaino in una tazza di te
-
No. Nemmeno tu? - chiese la ragazza
-
No. La notte non dormo quasi mai. È una brutta abitudine che mi porto dietro da
Azkaban - rispose l’uomo - vuoi una tazza di te? L’ho appena fatto, è ancora
caldo - disse evocando con un colpo di bacchetta una tazza per la
ragazza.
-
grazie - disse Ginny cominciando a sorseggiare il suo the.
Per
qualche minuto restarono in silenzio. Sirius fissava Ginny aspettando che
cominciasse a parlare. Ormai la conosceva: sapeva che era inutile chiederle cosa
avesse, tanto quando sarebbe stata pronta, avrebbe parlato
spontaneamente.
Dopo
parecchi minuti di silenzio, però, il malandrino cominciava ad essere
impaziente. Dopotutto non era certo famoso per la sua
pazienza…
-
allora? Vuoi dirmi che cos’hai? O dobbiamo restare ancora molto in questo
silenzio? - disse Sirius
-
Sir, io… non sono sicura di volerne parlare - rispose
Ginny
-
di cosa? Del fatto che Harry si sia innamorato e abbia baciato un’altra ragazza?
- buttò lì l’uomo
Ginny
sospirò - ti ha raccontato tutto, naturalmente. Solo che lui non sa che io l’ho
visto. E comunque non sa nemmeno che io sono innamorata di lui! - guardò l’uomo
con gli occhi lucidi - Sirius, cosa devo fare? Perché non si accorge di me? -
Una
lacrima traditrice le solcò il volto.
-
credo che questo lato del suo carattere somigli paurosamente a Lily - disse una
voce alle loro spalle
Ginny
e Sirius si voltarono di scatto, trovandosi davanti Lupin.
-
Remus! Mi hai messo paura! - esclamò Ginny
Remus
sorrise e le si sedette accanto
-
non disperare, piccola. Se somiglia a Lily come penso, si accorgerà di te. Devi
solo avere pazienza. - le disse
Ginny
fece un piccolo sorriso.
-
credi davvero che si accorgerà di me? - chiese la ragazza
-
io credo di si. Innamorarsi delle rosse è un tratto genetico dei Potter! - disse
Sirius
-
perché genetico? - chiese Ginny
-
anche la mamma di James aveva i capelli rossi. E anche la nonna. - disse
Remus
-
è un po’ come una tradizione di famiglia! - esclamò Sirius
Ginny
rise - ah beh, allora ho qualche
speranza! –
-
speranza per che cosa? - chiese una voce alle loro spalle.
I
tre si guardarono per un attimo paralizzati… quella voce era di
…
-
Harry! - esclamò Sirius - come mai in piedi a quest’ora? -
-
non riuscivo a dormire. Ho sentito dei rumori e così ho deciso di scendere a
vedere chi fossa ancora alzato oltre me - rispose Harry
-
beh, ci hai scoperti! Stiamo prendendo del te, ne vuoi un po’ anche tu? - chiese
Sirius
-
veramente preferirei della cioccolata - disse Harry
-
parole sante! - esclamò Remus
Harry
sorrise e si avviò a preparare la bevanda. Mentre era alle prese con il latte,
si girò verso gli altri, che erano rimasti a guardarsi in
silenzio.
-
ne preparo anche per te, Gin? - chiese il ragazzo
Ginny
lo guardò stralunata - eh? -
Harry
fece un piccolo sorriso - preparo un po’ di cioccolata anche per te? -
-
ah… si, perché no? - disse Ginny sorridendogli
Harry
le fece un altro sorriso e poi si voltò
Sirius
e Remus guardavano da Harry a Ginny con il loro miglior sguardo
malandrino.
-
che c’è? - sussurrò Ginny all’indirizzo dei due, cercando di non farsi sentire
da Harry
-
te lo avevamo detto, no? - rispose Sirius, bisbigliando
-
ma mi ha solo offerto della cioccolata! È stato solo gentile! - rispose
Ginny
-
ah, credimi, dietro quella proposta ce n’è una molto più interessante… Ahio!
Lunastorta sei impazzito! - esclamò Sirius. Remus gi aveva rifilato un pugno in
testa.
-
guarda che stai parlando di Harry, non di te! E nemmeno di James! Harry somiglia
a Lily, ricordi? - rispose Remus
-
Ah già, me ne ero scordato - rispose Sirius
-
di cosa? - intervenne Harry
Sirius
trasalì, mentre Remus si batteva una mano sulla fronte e Ginny arrossiva.
-
beh, mi ero scordato di… di… portare fuori la spazzatura! -
Remus
alzò gli occhi al cielo
-
e non puoi farla semplicemente evanescere? - chiese Harry mentre porgeva la
tazza di cioccolata a Ginny
-
grazie - sussurrò la ragazza
-
prego - rispose Harry con un sorriso
“se
non smette di sorridermi in questo modo, io gli salto addosso a questo qui!”
pensò la ragazza, ricambiando il sorriso
Mentre
Harry e Ginny sorseggiavano la loro cioccolata, scambiandosi ogni tanto qualche
sfuggevole occhiata, Remus e Sirius si guardarono e con lo stesso ghigno
stampato in faccia, nel medesimo istante, si alzarono dalle rispettive sedie
-
noi andiamo a letto. Mi raccomando, non fate troppo tardi - disse
Remus
-
e soprattutto, fate i bravi! - esclamò Sirius, facendo l’occhiolino ad Harry,
che arrossì.
Ginny
li guardò in tralice. Se lo sguardo avesse potuto uccidere, Remus e Sirius
sarebbero diventati cenere in quel preciso momento.
Sirius
ghignò e con la scusa di darle un bacio sulla guancia per la buonanotte, le
bisbigliò all’orecchio - approfittane! -
-
sei un cane morto - gli rispose Ginny con un ringhio
Sirius
sorrise - buonanotte piccoli! –
Calò
un silenzio imbarazzato tra di loro.
A
Ginny sembrava di essere tornata al suo primo anno ad Hogwarts, quando non
riusciva a spiccicare parola di fronte ad Harry.
“miseriaccia,
sei una Weasley! Dove diamine è finita la tua determinazione?Digli qualcosa!”
pensò la ragazza e, preso coraggio aprì la bocca per parlare, nello stesso
istante in cui lo fece Harry.
Si
bloccarono tutti e due e arrossirono simultaneamente.
Dopo
qualche secondo, Ginny prese coraggio
-
prima tu. – disse al ragazzo
-
beh, ecco… - cominciò Harry passandosi una mano tra i capelli – volevo chiederti
una cosa. So che non sono fatti miei e se vuoi puoi anche non rispondermi, ma
voglio chiedertelo ugualmente. –
-
dimmi pure – lo incoraggiò Ginny
-
cosa è successo con Michael Corner? L’altro giorno mi stavo avvicinando a te e
alle tue amiche e sei fuggita via. -
Ginny
impallidì.
-
Hermione poi mi ha detto che avevi litigato con lui. – continuò
Harry
Ginny
sospirò – si è vero. L’altro giorno ho litigato con Michael. E alla fine l’ho
lasciato. –
-
oh.. mi dispiace – disse Harry
-
a me non tanto. – rispose la ragazza
-
posso chiederti perché? – disse Harry
-
era già un po’ di tempo che non andavamo più d’accordo –
rispose
-
come mai? Sembravate così affiatati! –
“ecco,
e adesso cosa puffola gli racconto? È meglio dire la verità..” pensò
Ginny
-
Michael voleva qualcosa che non potevo dargli. – disse
arrossendo
Harry
la guardò e arrossì un poco.
-
non voleva quello che penso, vero? – chiese titubante
“Oh
mio Dio com’è imbarazzante!!!” pensò la ragazza
-
io…io credo di si. Voleva che il nostro rapporto diventasse più “intimo”, ma io
non me la sono sentita. – disse la ragazza, arrossendo ancora di
più.
Harry
era improvvisamente furioso. Aveva una voglia matta di spaccare la faccia a
Michael Corner, ma era un buon attore e riuscì a non lasciar trasparire il suo
stato d’animo con la ragazza.
-
se vuoi la mia opinione, è stato un po’ avventato. In fondo non state insieme da
molto! – le disse
-
si è vero, ma non è stato questo il problema. Sai, essendo l’unica ragazza in
casa, sono cresciuta con determinati principi. Quando lo farò, sarà con l’uomo
che amerò per il resto della mia vita. So che può sembrarti esagerato, in fondo
non ho nemmeno quindici anni, ma non mi va di diventare come le mie compagne di
dormitorio che ne cambiano uno alla settimana!! –
-
tu non sarai mai come le tue compagne di dormitorio – disse Harry senza
pensarci.
“e
questa da dove mi è uscita??” pensò il ragazzo
Ginny
diventò un tutt’uno con i capelli – beh… grazie. –
-
prego – le disse Harry sorridendo.
“è
proprio carina quando arrossisce…ehi! Cosa diavolo pensi! È Ginny! È la
sorellina di Ron! Però…però è proprio una bella ragazza….non avevo mai notato il
colore dorato dei suoi occhi…bellissimo… Ok. Basta così. Harry, ritorna a letto,
la mancanza di sonno ti sta facendo pensare cose senza senso!”
Mentre
Harry pensava queste cose, Ginny lo guardava un po’
stranita.
Il
ragazzo le era sembrato un po’ strano. Prima aveva sorriso, poi si era fatto
quasi sognante, poi era sbiancato… “non starà mica pensando a Cho, vero? Non
posso sopportarlo!” pensò Ginny
-
Harry? Ti senti bene? – chiese alla fine.
Harry
sussultò – si, si sto benissimo! – rispose in fretta - bene, credo sia arrivato
il momento di andare a letto… cioè, volevo dire a dormire! – “Miseriaccia
Harry!!!”
Ginny
arrossì un po’ ma gli sorrise. – hai ragione, si è fatto tardi. – disse la
ragazza, alzandosi.
Si
avviarono tutti e due silenziosamente per le scale,
sorridendosi.
Arrivati
alla porta di Ginny si fermarono.
-
beh, buonanotte. – disse la ragazza
-
buonanotte – disse Harry, allungando una mano a sfiorarle una
guancia.
A
quel gesto Ginny sbarrò gli occhi, sorpresa, ma poi gli fece un dolce sorriso.
Si allungò e gli diede un bacio su una guancia.
-
grazie Harry. – disse
-
di cosa? – sussurrò il ragazzo
-
di esserti preoccupato per me –
Le
sorrise – di nulla. Io mi preoccupo sempre per te. Buonanotte – le disse
allontanandosi
-
buonanotte – sussurrò Ginny chiudendosi la porta alle
spalle.
Harry
entrò silenziosamente in camera, cercando di non svegliare Ron che russava
sonoramente nel letto accanto al suo, e si infilò sotto le
coperte.
Per
un momento aveva avuto l’impulso di baciare Ginny. Si era fermato appena in
tempo, ma non aveva resistito nel farle una carezza sulla
guancia.
“dannazione,
Harry!” si urlò nascondendosi la testa sotto al cuscino “cosa diamine ti
prende?hai baciato Cho solo qualche giorno fa e ora ti imbamboli a guardare la
sorella del tuo migliore amico? Miseriaccia, è come se fosse la tua sorellina!”
Si
girò di fianco, determinato a smetterla di pensarci, mentre una vocina nella sua
testa, che somigliava paurosamente a quella del suo padrino, gli diceva
“non
è tua sorella, caro mio”
“ecco
sono completamente uscito di senno” si disse, chiudendo gli
occhi.
Però
in fondo, la vocina aveva ragione. Ginny non era sua sorella e lui, stranamente,
si accorse di non averla mai considerata tale.
Sorridendo,
pensò che forse non era stato così male averla finalmente notata.
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