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Autore: Inquisitor95    27/08/2015    1 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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25.

La città di pietra






Ricordo ogni dettaglio di quella notte come se fosse accaduto proprio ieri, quel momento in cui potemmo stare in intimità accanto all'acqua fredda del fiume. Senza paura che gli altri potessero scoprirci, senza pensieri di qualunque natura.
Sento ancora le sensazioni che provai la prima volta che feci l'amore, il corpo caldo di Raphael che strisciava la mia pelle, i nostri indumenti intimi gettati via come fossero spazzatura, Raphael che mi baciava il corpo, la sua parte più intima più dura rispetto alla mia carne debole e fragile, la paura che avevo di quanto potessi soffrire. Pensavo che la mia prima volta mi avrebbe cambiato, che sarebbe stata bellissima. Ma le cose furono diverse nonostante il risultato fu quello che immaginavo.
Cercava di essere delicato, ma ogni suo minimo spostamento mi provocava dolore e automaticamente mi arrecava paura. Raphael era però gentile e mi diceva di stare tranquilla, mi baciava e mi diceva di non preoccuparmi, che il dolore sarebbe passato, che bastava chiudere gli occhi. Effettivamente fu così: il dolore divenne presto qualcosa di diverso che si trasformò lentamente in piacere regalandomi emozioni che non avevo mai sentito, persino il fastidio iniziale svanì e la passione mi andò direttamente al cervello, facendomi dipendere da quell'emozione, sentivo che ne avevo fame, ero famelica del contatto con Raphael; a detta di Hematha restammo via per diversi minuti ma a me era sembrato molto meno. Certo il problema giunse anche quando terminammo di fare l'amore, non potevo certo aspettarmi di trovarmi in un bagno di sangue.
« Tranquilla Myrah! Non stai per morire! È naturalissimo che ti stia uscendo sangue... tranquilla! Ci penso io a te! » quelle parole mi davano forza ma ero troppo spaventata alla vista del sangue che avevo perso dalle gambe, non sapevo nulla di come funzionava e non mi aspettavo quello: ecco la natura del dolore.
Raphael mi prese tra le braccia e insieme entrammo nell'acqua fredda che raffreddò la nostra passione e ci fece stare tranquilli e rilassati, Raphael si preoccupò di pulirmi di nuovo, mi abbracciava e mi baciava dicendomi che ero stata brava.
« Che significa che sono stata brava? » chiesi il giorno seguente, mi ero ripresa subito dallo shock del mio sangue e nonostante inizialmente avessi paura di poterlo rifare con Raphael, pian piano dentro di me sentivo il desiderio crescere.
« Non pensare al fatto che mi sia piaciuto non parlavo mica di quello! Ma so che molte ragazze si sentono male la prima volta proprio per ciò che è successo a te... » spiegò attentamente con un sussurro, mi limitai ad annuire e basta.
Da quella sera però qualcosa tra me e Raphael era cambiato, fare l'amore aveva segnato un legame indelebile tra di noi, non eravamo amanti, eravamo fidanzati. Anche se non ufficialmente ma per noi era così per entrambi ci amavamo. Nascondere la cosa fu difficile soprattutto per il fatto che gli altri sei avvertirono i cambiamenti nell'aria tra me e Raphael, inoltre in quei pochi momenti di intimità con Raphael sembrava che gli imprimessi il mio odore cosa che qualcuno notava. Ufficialmente non dicemmo agli altri cosa accadeva tra noi anche se tutti lo avevano capito e cercavano di non parlarne. I più erano contenti del nostro “gioco”. Tarnyth e Glaremy erano chiaramente in disapprovazione e non mi risolsero la parola durante tutto il viaggio verso Sigdel; Winsper chiaramente soffriva, forse lui riusciva ad amarmi quanto Raphael.
In un mese di viaggio facemmo molti progressi su tutti gli aspetti legati alla magia: per quanto riguardava la maledizione di Winsper eravamo riusciti a scoprire di un particolare rituale con alcuni pietre runiche, si trovavano unicamente tra le Montagne del fuoco perciò andare a Sigdel cadeva a pennello. Riguardo il mio legame col demone invece la cosa era più delicata: il tomo sembrava non essere utile al nostro caso, forse sarebbe stato meglio rivolgerci direttamente agli elfi o magari chiedere a qualche Grande Stregone un aiuto; io viaggiavo con la mente soprattutto al libro di Rugornah, che ci fosse una soluzione lì? Forse mi sbagliavo e anche se fosse stato non potevo di certo tornare nella foresta Mikenna, non volevo rischiare di incontrare gli Erranti erano passati tre mesi dal disastro e loro ricordavano.
Ebbi modo di affinare le mie conoscenze arcane, già durante la battaglia contro gli orchi ero stata capace di evocare una tempesta di neve, un incanto che non mi avevano insegnato e che non sapevo come evocare, sfogliai il libro di Endelisis e non trovai nozioni sull'incantesimo che avevo migliorato. Non riuscivo a spiegarmi come lo avevo assimilato allora.
Decisi di studiare grazie a Hematha, lei sembrava parecchio interessata a come studiavo e anche Winsper si legò parecchio a noi, stava tra me e l'elfa nonostante il suo disprezzo per la razza, con lei però era un'altra storia e me lo aveva già detto. Riuscii ad apprendere una potentissima magia del fuoco legata all'evocazione distruttiva di fiamme; appresi anche l'incantesimo d'acqua in grado di generare un'onda anomala, una magia legata all'acqua che però non avevo modo di sfruttare se non con le grandi masse d'acqua vicine a me. I miei studi sulla Magia Verde potevano anche essere finiti visto che non mi interessavano le magie della geocinesi e l'aerocinesi. Come ultimo e potente incantesimo appresi l'evocazione di una tempesta di fulmini, per ovvi motivi distruttiva e letale se saputa controllare; Hematha invece aveva cominciato a dire che non studiavo più la Magia Gialla o quella Bianca perciò volle riparare alla mancanza.
Eravamo ormai quasi arrivati, avevamo superato il passo di Dhom superando in pochi giorni le Fenandar, superammo il villaggio di Kaneda dove facemmo scorte e proseguimmo contro le alte montagne prive di neve costeggiando le alte scogliere fino ad arrivare alle prime valli dove ci accampammo. In pochi giorni saremmo arrivati a Sigdel dopo quattro settimane; Hematha e Winsper si sedettero nuovamente con me, lui per assistere alla lezione che Hematha mi fece sugli incanti: cercò di insegnarmi il rituale della resurrezione. Quella era una magia che non avrei mai dovuto usare perché ci avrei potuto rimettere la mia vita durante l'incantesimo; non nascondo che mi sarebbe piaciuto apprendere di più sulla lumocinesi ma non avevo nessuno che mi insegnasse. Hematha fu anche felice di insegnarmi l'incanto di una protezione superiore, l'ultimo del ramo protettivo della Magia Gialla, uno scudo potente capace di proteggere da attacchi fisici e magici, uno scudo modellabile e incrollabile se la mia volontà era abbastanza forte.
I miei studi erano ormai quasi al completo, in pochi mesi avevo imparato ciò che avrei imparato in forse cinque anni ancora tra gli Erranti, ero una maga potente ed Hematha era convinta del fatto che la mia forza non dipendesse solo dalla presenza di Lamia, io ero potente. Ero forte e piena di energia. Io potevo benissimo riuscire a sconfiggere la Gilda delle Tenebre.
« Certo non è un'impresa da poco... da sola sei forte ma hai bisogno comunque di qualcuno che ti guardi le spalle! » disse Winsper, i suoi occhi castani si erano posati su di me con tristezza, gli rivolsi un sorriso cercando di ignorare il perché mi guardasse in quel modo visto che lo sapevo bene.
« A proposito di spalle... » disse Hematha, si accertò che attorno a noi non ci fosse qualcuno in particolare e poi continuò. « Come vanno le cose con Raphael? Dai movimenti che fate certe notti nella tenda... posso capire che vada bene? »
Quasi mi stavo strozzando con la saliva. Avevamo già detto che non era necessario parlarne con gli altri, la cosa però sembrava essere troppo evidente da nascondere. « Hematha ti stai sbagliando! » vidi che Winsper strinse il pugno e i denti. Cercava di ignorare le immagini di me e Raphael insieme, mi dispiacque per lui, essere sua amica non poteva essere sufficiente ma non potevo offrire altro.
« Myrah guarda che lo sappiamo che state insieme. Tutti ormai lo sanno, se ne accorgono non solo da come lui ti guarda... ma da come tu guardi lui! » disse Winsper guardandomi ancora negli occhi, forse guardavo Raphael come lui stava facendo ora.
« Per non parlare degli strani ansimi che si sentono certe notti... o meglio tante notti! » disse Hematha continuando a scherzare, rideva tranquillamente del mio imbarazzo ma chiaramente non lo faceva per male, era strano che una sacerdotessa parlasse di quello!
« Non so cosa dirti, mi spiace! » negare era la soluzione migliore anche se mi scappò un sorriso che confermò le loro teorie. « Quindi Winsper... tra un po' spezzeremo la maledizione... questo mese non mi pare sia andata male no? » in effetti ogni mese lui aveva il problema della luna piena, quel mese il cielo era perfettamente pulito durante quella notte e la trasformazione fu inevitabile; tra alcune pagine del tomo però Tarnyth trovò un infuso potente capace di farlo dormire per tutto il giorno in modo che non si trasformasse, l'idea sembrava stupida ma aveva funzionato, sempre meglio che chiudersi in una lugubre caverna o impazzire in mezzo alle persone!
« Già... questa storia finirà finalmente! » disse sospirando e felice di aver cambiato argomento. « Magari potrò concentrarmi di più sulle mie relazioni con le persone... » una frecciatina nei miei confronti forse? D'altronde io non mi facevo più problemi a mostrare il marchio delle tenebre, in molti erano ignoranti e non potevano conoscerne il significato. Ero più libera.
« Lo stesso vorrei poter dire io, ma viaggiare in questo gruppo ci porta via molto tempo e non ho modo di trovare una ragazza giusta per me... » disse Hematha guardando il terreno pietroso con assenza. « Forse non voglio neanche pensarci al momento! Essendo una sacerdotessa mi dico di amare solo il Creatore... » Winsper la guardò come se fosse impazzita.
A quel punto vidi il ritorno del ragazzo. « Cosa!? Io pagherei monete d'oro per avere una ragazza a letto ogni notte! Anche se stessimo viaggiando tutti insieme... » la cosa mi fece ridere.
Non era invidioso di me, o meglio era geloso di me. Dentro di sé sperava di essere lui al posto di Raphael, anche se non era vero che facevamo l'amore ogni sera! « Troverai la ragazza giusta per te Winsper... sei una brava persona, maledizione esclusa! » dissi cercando di fare una battuta per tirargli su il morale.
« Hai ragione. Magari potrei cercare di conquistare Glaremy... » non mi parlava più e mi stava benissimo, ma conoscevo bene il tipo visto che avevamo parecchio parlato e non era una ragazza adatta per lui senza contare il grado di lei nell'esercito.
« Glaremy è davvero molto attraente! » commentò Hematha. « Certo non ha il fisico femminile di Myrah e preferisco le ragazze più femminili... ma non mi dispiace! »
La domanda di Winsper fu parecchio inopportuna. « Sei tu quindi che stai sopra? Insomma che fai l'uomo? » tutte e due ci voltammo verso di lui scioccate e lei gli piantò un ceffone per scherzare, se avesse voluto dargliene uno forte lo avrebbe fatto.
« A me non sembra una ragazza sana. Non oso immaginare quanto delle sue grandi avventure sessuali nell'esercito siano corrette... » era anche vero che di fronte a re e regine si era comportata con il massimo rispetto della gerarchia. Conosceva bene certi valori ma altri erano per lei sconosciuti.
« Magari le vivesse con me certe avventure... » disse Winsper sussurrando quasi al nulla per evitare che altri sentissero. « Almeno potrei dimenticare che ti amo! » disse poi guardando me. La cosa mi fece sentire strana e cademmo in silenzio.
La discussione finiva definitivamente là.

 
* * *

Sigdel apparve a noi al tramonto del giorno seguente quando continuammo la scalata sulle montagne, ci trovammo davanti una specie di grande piazza dove si trovava una guarnigione di nani, era strano vederli vista la loro scarsa altezza ma erano comunque serrati; proteggevano il grande portone che permetteva l'accesso alla loro città, sembravano piuttosto irrequieti ma alla vista di Yvossa parvero più tranquilli. Nonostante la nana avesse parlato con le guardie assicurando loro che non eravamo un pericolo, decidemmo che non saremmo entrati tutti vista la gentilezza dei nani. Con me portai per ovvi motivi Yvossa, era un'ottima conoscenza nella città, presi anche Raphael e infine cercai l'appoggio di Glaremy, parve piuttosto annoiata e insoddisfatta del fatto che l'avessi chiamata, questo ovviamente per l'evidente relazione tra me e il Paladino.
Le grandi porte furono aperte, mi aspettavo di trovarmi in un passaggio oscuro e pieno di polvere, ciò che trovammo invece fu un lungo antro costruito in pietra e pieno di torce alle pareti che illuminavano tutta a sala, un gigantesco lampadario era sospeso al centro della stanza con altre torce per illuminare, restammo a bocca aperta mentre avanzavamo in quella meravigliosa civiltà, a pochi metri dall'ingresso stava un ultimo portone che sembrava sigillato da un complesso meccanismo interno, la porta alle nostre spalle si chiuse e quella davanti a noi si aprì nello stesso tempo dandoci la possibilità di varcarla.
« Questa è Sigdel...? » chiese senza parole Raphael quando vide ciò che avevamo intorno, Glaremy non riuscì neanche a parlare per la meraviglia; io sentii il cuore pulsare e l'emozione salire.
« Ebbene sì... e questa è una delle città più brutte dicono! » commentò Yvossa ridendo della sua battuta. Io non potevo credere alla meraviglia a cui avevo modo di assistere.
Una città immensa si ergeva davanti a noi, una lunga scalinata ci portava verso la parte della città inferiore, una città costruita su una gigantesca valle dentro la montagna stessa; palazzi alti dagli ingressi grandi e alti quanto noi probabilmente, finestre piccole e circolari, poi si saliva verso il centro dove si ergevano edifici più imponenti e grandi, probabilmente abitazioni delle casate più importanti come quella di Yvossa stessa. L'intera città sembrava costruita su livelli collegati da lunghe scalinate che sembravano partire dal piano inferiore, arrivavano a giro per tutta la parete rocciosa e si collegavano. All'occhio mi saltò subito il palazzo reale, un imponente edificio dorato, dubitai per qualche istante che fosse fatto d'oro, l'intera città nonostante fosse costruita con la pietra brillava proprio come il sole. Infine in cima potei vedere un gigantesco cratere circolare e oltre esso vi era il cielo. Ero estasiata da tutto quello!
« Io la trovo fantastica e incredibile! » mi avvicinai alla balaustra della scala e la toccai, persino la consistenza era quella della pietra. « Come fa a brillare tutto come fosse oro? »
Yvossa scrollò le spalle. « Ricordati che io appartengo a una casata anche se sono una ladra! Per gli abbellimenti ci pensano i decoratori nel palazzo del consiglio... » disse indicando un edificio ai piani di sopra.
« Come avete fatto a costruirla? » chiese Glaremy voltando la testa a destra e sinistra per carpire ogni dettaglio. « Questo doveva essere un vulcano in origine... ma si parla di migliaia di anni fa credo se i nani vi anno edificato dentro! » il suo ragionamento non faceva una piega, doveva essere così.
« Sì credo fosse un vulcano... adesso basta fare i turisti! Abbiamo un compito e non vorrei tanto restare qua in città... quest'aria mi puzza di piscio di cane! » rispose Yvossa in maniera abbastanza fredda e sarcastica. Raphael lo trovò divertente ma io non riuscivo a capire perché quell'avversione nei confronti di quella meravigliosa città.
Immaginai però che fosse come la foresta Mikenna per me, anche se in verità mi mancava moltissimo, erano le persone che non volevo assolutamente vedere. Ci spostammo subito lungo la prima scalinata in modo da scendere, il primo piano doveva essere sicuramente quello un po' più povero, c'era una locanda e una taverna dove i nani cantavano quello che sembrava un inno allegro, in lontananza potei anche vedere un edificio con alcune elfe sulle porta e dei nani che stavano dialogando con loro, o meglio, le ragazze dialogavano e i nani le palpavano.
« Quello è un bordello.... ma ci sono delle elfe? Voglio dire mi aspetterei semplicemente delle nane. È permesso a chiunque di prostituirsi in questa città? » chiesi, le mie parole potevano essere anche cattive ma la nana la prese a ridere.
« Già è un vero schifo! Anche tu bambolina, se vuoi, potresti andarci. Pagherebbero con mattoni d'oro. Ma immagino che il tuo fidanzato col musino nero non lo permetterebbe! » disse indicando Raphael mentre superavamo la strada.
Ecco che dovevamo partire con la nostra difesa. « Io e Myrah non siamo fidanzati. E non ho il mento nero... ho semplicemente una barbetta che molte donne considerano sensuale. Ma voi nane non siete abituate alle barbe ispide dei nani!? » chiese lui sarcasmo, sia io che Yvossa ridemmo.
« Infatti non ho detto che non mi piaccia! Sei molto sexy ragazzo. Non mi dispiacerebbe essere al posto di Myrah e fare follie la notte con te... » disse lei in risposta e la cosa mi imbarazzava al quanto, Raphael non volle ripetere.
Superammo le prime scalinate e successivamente i due piani, in quelli abitava la popolazione che viveva normalmente e con alcuni agi in più, là c'era persino un ospedale e alcune infrastrutture utili, nel piano successivo poi abitavano le casate dei nani e c'era anche una cattedrale per i loro dei, il palazzo del consiglio e altri edifici pubblici importanti. Arrivammo al palazzo reale dopo quasi mezz'ora per salire, la luce del sole era ormai svanita lasciando spazio alle ombre della notte, il cielo viola e nuvoloso. Il castello sembrava brillare maggiormente ora che ci trovavamo di fronte alle sue porte, una guarnigione anche lì ovviamente ma che grazie alla presenza di Yvossa ci fecero passare. Potemmo quindi avanzare lungo l'atrio.
Mi sentivo ancora strana in mezzo a quelle persone così basse, rispetto a me non erano molto bassi ma era comunque strano. Inoltre i loro visi erano parecchio strani, gonfi e la maggior parte degli uomini avevano lunghe barbe fastidiose. Senza dubbio però indossavano armature costruite con materiali di primo ordine come l'oro vulcanico annerito. Fummo infine introdotti nella stanza che stava prima della sala del trono; Yvossa si sistemò le sua armatura e le piume di pavone che aveva sparse per essa, lo stesso feci io; non mi ero preoccupata di coprire il marchio delle tenebre ma probabilmente i nani non ne conoscevano il significato o l'origine. O almeno lo speravo.
« Dobbiamo comportarci in qualche modo particolare? » dissi rivolgendomi alla nana. « Voglio dire, com'è il vostro re? Cattivo? Freddo? Divertente? » dovevo trovare il modo giusto di approcciarmi a lui in modo da convincerlo. Lei era tentennante.
« Vedi... Re Kyndol è un nano abbastanza particolare, se gli stai simpatica non esiterà un istante a dimostrartelo. Ma bada molto alla prima impressione perciò siate pronti e presentabili! » le sue parole di certo non mi erano in alcun modo di aiuto.
Le porte si aprirono grazie a due nani corazzati che ci permisero di entrare, ci trovammo nella sala del trono, una stanza piuttosto spoglia rispetto a com'era addobbato il resto del castello, c'erano parecchi arazzi ai muri che riportavano alcune scene di battaglia, avanzammo piano verso il trono sul quale stava seduto il nano; i suoi occhi furono la prima cosa che notai: di un viola intenso e acceso, aveva i capelli scuri come il carbone, sopra era pelato e intorno gli cadevano fino a unirsi alla barba che era intrecciata. Indossava una possente armatura fatta probabilmente con delle ossa di drago e alle spalle aveva un mantello con il simbolo di Sigdel, un vulcano.
« Benvenuti umani! È un piacere vedervi nella mia città... è bello rivedere anche te, Yvossa! » ci stava chiaramente studiando, in particolare si era soffermato su di me e probabilmente sul marchio.
« Re Ryndol è un piacere rivedervi. Questa è Myrah! È lei che mi ha ispirato a ritornare... o non sarei mai tornata in questa vecchia catapecchia! » disse piuttosto acida. Accennai un inchino rispettoso e poi alzai nuovamente lo sguardo.
« Grazie per averci ricevuti. Sono Myrah, provengo dal clan dei maghi chiamati Erranti! » mi sembrava una bella presentazione. Lui mi fece un sorriso incuriosito.
« Maghi eh? Mi ha sempre incuriosito la magia. Purtroppo tra noi nani sono in pochi ad avere quei talenti, quei pochi che nascono con il dono della magia vengono subito portati via dalle città... ma parliamo di nani contabili su una mano! » disse pieno di amarezza verso la situazione. Pensavo che i nani fossero totalmente esclusi dalla magia vista la conformazione diversa così come gli orchi. Ma poteva capitare.
« Immagino sappiate perché siamo qui... » fino ad allora non avevo avuto modo di vedere la corona, un nano entrò nella stanza portandola direttamente verso il re e fu allora che vidi la pietra circolare, era la stessa chiave e ne sentivo la voce.
« Un'alleanza contro la Gilda delle Tenebre? Noi nani abbiamo occhi e orecchie ovunque fuori da Sigdel! » disse indovinando il nocciolo della situazione. Annuii ma non era tutto, volevo anche la chiave che aveva!
« Desidererei anche un'altra cosa e non sono certo che vogliate concedermela. L'oggetto che tenete nella corona... è una... » mi interrompette prima che potessi dire la qualunque.
« Provenendo dagli Erranti posso immaginare cosa... la chiave? » disse indicando con un dito l'oggetto. Quasi temevo di annuire ma alla fine lo feci. « Potrei scegliere di concedervelo... ma purtroppo recentemente ho avuto un problema, e la vostra presenza qui si lega perfettamente a ciò che mi serve... » la cosa cominciava a darmi fastidio, perché tutti quelli cui cercavamo aiuto volevano qualcosa in cambio?
« Di che si tratta? » chiesi infine, cercai di mostrarmi ancora simpatica ma non potei evitare di essere fredda.
Il re prese un respiro. « Mio figlio, Alcaliry, è stato rapito da un uomo in nero. Un membro della Gilda da quanto diceva il messaggio! » mi si mozzò il fiato. « Non credete che le cose possano essere connesse strettamente? Salvate mio figlio da quel bastardo e giuro che vi darò tutto l'esercito di Sigdel, più la vostra amata chiave. Vi sta bene? » non era una richiesta vera e propria, ci avrebbe dato l'esercito lo stesso, ci stava dando la possibilità di causare altri problemi alla Gilda e di liberarci di uno di loro allo stesso tempo; non potemmo rifiutare visto quanto fosse succulenta l'offerta.


 
  
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