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Autore: ceeline    27/08/2015    1 recensioni
Erano passati tre anni.
Tre anni da quella maledetta notte.
Tre lunghissimi anni da quando vidi per l'ultima volta il suo sorriso.
Mi chiusi il cancello del carcere alla spalle sorridendo, finalmente ero libera.
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«Osa toccarmi di nuovo e giuro che chiamo la polizia e ti faccio sbattere in cella per maltrattamento!» Scoppiò in una grossa risata a quelle parole piegandosi in due, infine dopo svariati minuti smise e la guardò ghignando, «fallo! Mi renderesti il ragazzo più felice del mondo» senza guardarla si avviò nuovamente verso la porta.
«Sai, io penso che tu soffra di qualche disturbo bipolare!» Batté le mani quella raggiungendolo in strada.
Harry si fermò a guardarla da una decina di metri di distanza, «sai, io invece credo che tu debba imparare a farti i cazzi tuoi!»
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NB: I comportamenti dei personaggi in questo mio scritto non hanno nulla a che fare con la realtà, se non per l'aspetto fisico.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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He's my salvation.

 

Stavo letteralmente bruciando, poiché eravamo appena entrati nel mese di Dicembre.
Schiusi leggermente gli occhi, battendo tre volte le palpebre prima di mettere bene a fuoco lo scenario, che mi si presentava davanti ogni mattina da tre anni.
Volsi lo sguardo alla mia sinistra, verso la finestra socchiusa, dalla quale intravedevo dei piccoli fiocchi di neve depositarsi sul davanzale.
Sorrisi a quella visione: amavo la neve, è sempre stata la cosa che amavo maggiormente dell'inverno, la mia ancora di salvezza.
Non si poteva andare a scuola con la neve, le strade erano bloccate e così impedivano a centinaia di macchine di far avanti e indietro, rilasciando nell'aria lo smog che ti faceva esplodere i polmoni, e così non si sentivano più i clacson alle prime ore del mattino.
La neve era una sorta di soluzione a certi problemi.
O forse l'amavo perché era acqua ghiacciata che tornava al suo stato naturale una volta toccata terra.
Mi definivano 'strana' perché preferivo la pioggia al sole.
Io preferivo chiamarla 'libertà di pensiero' dato che ognuno poteva pensarla come voleva, di fatti non gli davo troppo peso.Anzi, non davo peso alle parole delle persone in generale.Sbuffai per poi stirare le braccia indolenzite, andando a sbattere contro qualcosa o - più azzeccato - qualcuno.
«Mhh» partì un mugolio alla mia destra, che mi fece alzare gli angoli della bocca fino a formare un sorriso.
Strinse più forte la presa sui miei fianchi, avvicinandosi maggiormente a me e nascondendo la testa nell'incavo del mio collo, che stava andando a fuoco per colpa dei suoi respiri.
Tesi le braccia fino al comodino, dove mi aggrappai, cercando di liberarmi dalla sua stretta che non tardò a farsi più forte.Sbuffai nuovamente mollando la presa dal legno del mobile, tornando alla posizione precedente.
Poggiai le mani sulle sue nel tentativo di liberarmi.Lo sentii sorridere sul mio collo, dove poi mi lasciò un bacio umido, cominciando a strofinare il naso su quest'ultimo come un gatto che fa le fusa.Mi lasciai scappare un risolino rotolando nelle coperte, finendo faccia a faccia con lui.
«Fa un po’ caldo, non lo credi anche tu?» sorrise maligno, guardandomi negli occhi.
Incrociò le sue gambe con le mie, sotto le coperte.
Sgranai gli occhi per l'innocenza con cui aveva appena pronunciato quelle parole.
Caldo un cazzo, sembrava di stare in un forno crematorio.
Mi scoppiò a ridere in faccia, facendo spuntare due fossette su entrambe le guance.
In un attimo mi sovrastò con il suo corpo, e mi imprigionò tra lui ed il materasso, tenendo entrambe le mani ai lati della mia testa.
«'Giorno, Elle» disse, prima di depositarmi un tenero bacio sulla punta del naso.
Mentre lui si alzava alla velocità della luce, diretto al bagno, io mi stiracchiai per bene rotolando dalla sua parte, restando ad annusare il suo profumo, che aleggiava ancora tra le lenzuola.
Istintivamente, sorrisi, ripensando ad ogni mattina passata da quel Dicembre 2010, ai suoi ricci che mi solleticavano la pelle, all'odore di miele che saliva su per le narici mandandomi il tilt il cervello, alle due pozze verde-azzurro puntate su di me, in cui avrei voluto affogare... Le sue fossette visibili ogni volta che sorrideva... ogni volta dovevo reprimere il desiderio di posarvi un bacio...
Non era il mio ragazzo, era il mio coinquilino.
Conosciuto tre anni prima, appena atterrai all'aeroporto di Toronto, essendomi trasferita da Montreal e lui da Londra.
Io non piacevo ad Harry come lui non piaceva a me, dopo aver tentato svariate volte di mettere su una relazione che finiva sempre con del sano sesso sfrenato.
Sentii diverse gocce d'acqua gelata cadermi addosso, scivolando giù dalle mie spalle e provocandomi brividi di freddo.
«Alzati, puttana» Lo sentii ridere, dopo aver pronunciato quel nomignolo.
Alzai un sopracciglio, mandandolo a fanculo mentalmente e affondando ancora di più la testa nel cuscino.
«Non mi costringerai a farlo»
«Fatti una scopata, Styles!» risi pensando al suo sguardo malizioso puntato su di me.
Lo sentii sbuffare «Ok..».
Sorrisi maligna, prima di abbandonarmi completamente su quel letto, lasciando che il sonno prendesse il sopravvento su di me.
«Ah! Cazzo! Sei gelido!» urlai, divincolandomi, mentre sentivo il suo corpo freddo poggiarsi sulla mia schiena calda.
Saltai giù dal letto, ma vi ricaddi qualche secondo dopo, perché mi ero scontrata contro Harry.
«Dio! Ma che ti è saltato in mente? Siamo a Dicembre, non a Luglio! Sei completamente pazzo!» Alzai lo sguardo incontrando il suo, un misto tra il divertito e il confuso.
«Scusa Elle, eri così bella su quel letto e non ho resistito» sfoggiò uno dei suoi sorrisi più affascinanti, facendo sorridere anche me.
Mi alzai, buttandomi tra le sue braccia, sussultando ancora per la sua pelle fredda che mano a mano si stava riscaldando.
«Sei il migliore amico più stronzo sulla faccia della terra. Ma ti voglio bene, Haz» dissi poggiando il mento sulla sua spalla.
«E tu sei la migliore amica più pigra del mondo, ma ti voglio bene anche io, El» Mi strinse più forte, facendo scontrare i nostri petti.
Stofinai più volte il naso sul suo collo, ispirando il profumo della sua pelle così buono e fresco.
Harry era la mia nave, la mia ancora, il mio faro, la mia stella. La mia salvezza.

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Author's note.
Ma buonaseraaaa! Ah, quanto mi è mancato scrivere in questo piccolo spazio... Credo di essermi presa una pausa piuttosto lunga, troppo lunga per i miei gusti!
Avevo già pubblicato la storia circa un anno fa ma, visto i troppi problemi e l'impossibilità di continuarla l'ho cancellata così da non lasciarla incompiuta. Spero davvero di riuscire a starle dietro come una volta facevo con "I just wanted to change", quindi ECCOMI! Certo non che sia una scelta saggia pubblicare in questo periodo visto l'imminente ritorno a scuola, (come se giugno, luglio e agosto non fossero mai esistiti) ed io che tra una settimana ho l'esame di recupero di matematica (che fortuna aw).
Ok non voglio dilungarmi troppo, (anche perché non so quanti di voi arriveranno a leggere fin qui o - di male in peggio - a leggere l'intero capitolo) spero che il prologo sia di vostro piacimento e che vi invogli a seguire la storia. 

P.S. 
Io spero di non aver commesso errori/orrori grammaticali o mancanze nel lessico, ma se ci fossero, vi prego di farmelo sapere, che siano critiche oppure no, accetto tutto :)
Vi lascio finalmente, (altrimenti questo spazio autrice rischia di diventare più lungo del capitolo stesso lol) al prossimo aggiornamento!
I crediti per il magnifico banner vanno a Hilary C. Efp!
-ceeline

   
 
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