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Autore: ceeline    31/08/2015    1 recensioni
Erano passati tre anni.
Tre anni da quella maledetta notte.
Tre lunghissimi anni da quando vidi per l'ultima volta il suo sorriso.
Mi chiusi il cancello del carcere alla spalle sorridendo, finalmente ero libera.
-
«Osa toccarmi di nuovo e giuro che chiamo la polizia e ti faccio sbattere in cella per maltrattamento!» Scoppiò in una grossa risata a quelle parole piegandosi in due, infine dopo svariati minuti smise e la guardò ghignando, «fallo! Mi renderesti il ragazzo più felice del mondo» senza guardarla si avviò nuovamente verso la porta.
«Sai, io penso che tu soffra di qualche disturbo bipolare!» Batté le mani quella raggiungendolo in strada.
Harry si fermò a guardarla da una decina di metri di distanza, «sai, io invece credo che tu debba imparare a farti i cazzi tuoi!»
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NB: I comportamenti dei personaggi in questo mio scritto non hanno nulla a che fare con la realtà, se non per l'aspetto fisico.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo uno.

 

Osservavo Harry da lontano quella sera. Mentre il diretto interessato era intento a strisciarsi contro una ragazza al ritmo della musica che proveniva dall'interno, di fianco all'insegna del pub da Woody's ormai inisistente in quanto solo la prima lettera emanava una leggera luce bluastra.
Risi al ricordo di me ed Harry, concentrati a lanciare svariate bottiglie di birra con l'intenzione di farle passare attraverso le due 'O', con il solo risultato di vedere le altre cinque lettere scoppiare, formando piccoli fuochi d'artificio rallegrandoci almeno quella sera.
Lanciai un'occhiata inespressiva a Blake che mi guardava, curioso e voglioso di sapere il perché del mio sorriso. Lo bloccai prima che potesse rivolgermi la domanda voltandomi a guardare quei cinque ragazzini in piedi davanti a noi che aspettavano impauriti sotto le occhiate minacciose di Marlom che sarebbe scoppiato a ridere appena i pivelli avrebbero svoltato l'angolo. Perché sì, osservandoli con attenzione non si poteva dire che avessero più di quattordici anni, dal modo in cui il ragazzo al centro, che doveva essere il 'portavoce' o 'leader' del gruppo si torturava le mani o da come gli altri quattro si guardavano impauriti forse, abbassando poi lo sguardo sotto quello di Marlom.
Battei le mani più forte del dovuto facendoli sussultare. «Allora ragazzi, di cosa avete bisogno, di preciso?» Domandai stampandomi in faccia il più stupido dei sorrisi. Voltai lo sguardo alla mia sinistra giusto per scorgere Harry ora impegnato a limonare con la ragazza di prima, sorrisi, pensando che forse anche io mi sarei dovuta divertire con qualcuno una di quelle sere, come faceva il ricco. E da quello che vedevo, eccome se ci sapeva fare.
«Allora? Non abbiamo tutta la notte!» Biascicò Blake, concentrato a rollarsi un personale. Un ringhio uscì dalle labbra di Marlom che li fissava in cagnesco, facendoli cagare sotto dalla paura.
«Dell'erba. Sì, vogliamo dell'erba!» Parlò quello centrale, stampandosi sulla faccia un espressione da duro.
Lo fissai dritto negli occhi scoppiando a ridere alcuni secondi dopo, che grinta.
«Dimmi, quanti anni hai, ragazzino?» Mi guardò incredulo chiedendosi sicuramente cosa centrasse la domanda in tutto ciò. Aspettai pazientemente qualche secondo prima di voltarmi una seconda volta a sinistra sentendo dei schiamazzi, li vidi ridere entrambi, le risa della ragazza mi entrarono nei timpani perforandomi il cervello. Li guardai ancora, il tempo pareva fermarsi, mentre con gli occhi osservavo il mio migliore amico, il suo sorrico. La voglia di andare da lui mi colpì così feroce che feci un passo esitante verso la sua direzione con un sorriso che arrivava fin agli angoli della bocca.
Sentii a malapena la risposta del ragazzo che non mi arrivò neanche alle orecchie.
«Quanto avete?» Di colpo, l'adrenlina cominciava a farsi spazio nel mio corpo, nelle mie gambe che ebbero un fremito, la voglia di correre. «Cento dollari» rispose un altro che non guardai neanche. Caccai la bustina che tenevo nel reggiseno lanciandola a Marlom, mentre Blake si allontanava per entrare nel pub.
«Ah ah, prima i soldi bellezza» la voce del mio amico mi fece voltare di scatto a guardare quei cinque. Li fulmiai uno ad uno con lo sguardo, porgendo poi la mano davanti ai loro occhi che vidi sgranarsi poco a poco. Con le pupille leggermente dilatate e mani tremolanti uno di loro mi porse il bigliettone da cento che prontamente nascosi nell'incavo dei due seni regalando a quei pivelli un sorriso prima di incamminarmi finalmente verso l'entrata del pub.Ogni passo sembrava allontanarmi dai due ragazzi lontani circa cento metri. Con un ringhio aumentai il passo, trovandomi poco dopo a correre con un sorriso stampato sulla faccia. Lo dovevo salvare da quella situazione, e dalla ragazza che più di qualche bacio non gli avrebbe concesso.
«Scusa bella, ma così me lo rovini.» Ansimai, probabilmente per la corsa appena fatta. Presi per mano il riccio che accettò esitante prima di fiondarmi nel locale con al mio seguito Harry lasciando quella povera ragazza ansimante e vogliosa di qualcosa che probabilmente non avrebbe avuto.
Lo sentii sul collo, poi sulla clavicola e giù per la spalla, risalendo poi su per l'orecchio dove mi vi posò un leggero bacio, «gelosa per caso, Elle?» Brividi mi percossero l'intera spina dorsale, liberandosi poi giù per le gambe che per un attimo temei si afflosciassero a terra.
Mi voltai a guardarlo negli occhi e perdendomici dentro. «Non avresti risolto niente, comunque» gli dissi, baciandolo su una guancia, provocando uno dei suoi migliori sorrisi.


Con gli angoli della bocca tiranti all'insù osservavo da un angolo ciò che succedeva nel locale, Woody alle prese con il bar, ragazzi e ragazze che ballavano accalcati come una massa di disperati e senza pensieri nel fulcro del locale.
Portai una mano alla bocca ingerendo la seconda pasticca – dopo neanche mezz'ora dalla prima – con della vodka, prima di camminare lenta verso quell'ammasso di gente.
La musica che mi entrava nelle orecchie mi mandava in tilt il cervello facendomi ridere come una pazza, un senso di felicità mi percosse mentre con gli occhi scrutavo la folla cercandolo.
O quanto monotona fosse la mia vita e quella di chi mi frequentava.
Alzarsi alle due del pomeriggio con la voglia pari a zero, i muscoli indolenziti e senza forze. Drogarsi per il resto della giornata, con la sola differenza che la sera lo facevamo fuori casa, vendere roba rovinando la vita di altre persone. Cancellai quel pensiero, erano loro a rovinarsela, erano le persone stesse a cercare me, Harry o gli altri, non ci saremmo mai dati la colpa di ciò.
Dovetti strattonare più persone per riuscire a raggiungere la porta del locale ed uscire da quello schifo. Vidi Harry seduto con Marlom e Blake intenti a rollarsi un personale per ognuno prima di portarselo alla bocca.
Non era questa la vita che volevo quando da Montreal mi trasferii qui, a Toronto. Ero uscita dal guscio protettivo che mia madre e mio padre avevano costruito appositamente per me, volevo dimostrargli quanto potessi valere avendo cura di me stessa. Farmi una vita mia.
E loro avevano accettato con rammrico senza ostacolarmi, fidandosi. Quella fiducia che mi davano ancora oggi.
Non pensavo che con Harry saremmo finiti in questa situazione quando lo conobbi come mio coinquilino, erano stati normali i primi mesi, quasi bellissimi. Entrambi avevamo un lavoro, uno stipendio con il quale eravamo riusciti a comprare la casa così da non pagare più l'affitto.
Fino a quando un giorno fummo licenziati entrambi con la scusa 'c'è la crisi, non possiamo più pagarvi', era andato tutto a puttane, le promesse fatte a miei, i piani futuri, ed io ero andata a puttane con loro.
Ci ritrovammo nel giro di un mese e mezzo nel più grande giro di droga che esistesse a Toronto, accettamo quando incontrammo Blake e Marlom. Forse la scelta più giusta di sempre. Oppure no.
Asciugai con mani tremolanti le gote bagnate da lacrime amare camminando veloce verso Harry, che ancora non mi aveva notata.
«Harry» mi accovacciai all'altezza dei suoi ginocchi piangendo.
«E' sbagliato Harry, dobbiamo smetterla.» Mi guardava negli occhi come si guarda una pazza, ma con un pò do compassione, rancore forse.
«E come farete a vivere dopo, eh?» Sputò Blake, mi guardava con aria di sfida. Lui sapeva, di come vivevamo io ed Harry prima che li incontrassimo.
«Tu, fatti i cazzi tuoi Blake!» Urlai a squarciagola volendo che mi sentisse, l'adrenalina cominciava a farsi sentire quando balzai in piedi come un fulmine, lo vidi ridere di gusto mentre lo guardavo in cagnesco.
«Ci risiamo. Harry, portala a casa.» Sentii dire Marlom ad Harry, che prontamente mi prese per mano camminando verso casa.


«Tu sai che ho ragione, vero?»
Entrammo in casa e la puzza di chiuso, alcol e fumo si fece sentire. Vidi Harry avviarsi su per le scale senza darmi risposta.
«Ridondi, cazzo! Ci stiamo rovinando la vita, lo sai meglio di me tu! Ed io non voglio questo.»
«Perché metti in ballo questo discorso ogni qual volta che ti fai! E' un controsenso, è la dimostrazione che tu, come io d'altronde non possiamo vivere senza questa merda di roba!»
Mi presi la testa fra le mani non volendo sentire le sue urla, perché non erano altro che verità.
Piansi buttandomi a terra.
«Io non volevo, non volevo finisse così» biscicai in preda ad una crisi, e mi domandai mille volte in quel momento come avevamo fatto a lasciarci andare via così.
Due braccia mi avvolsero, abbracciandomi forte e cullandomi.
«Ehi» la voce di Harry era vicina, il suo alito caldo mi accarezzava la gota destra con delicatezza mentre il suo naso si scontrava con il mio. Lo guardai negli occhi leggendo in essi la paura, la stessa paura che provavo io ormai da tempo ma che in certe sere come quella non riuscivo a dominare.
Sfiorò le sue labbra con le mie che presero a bruciare insieme alle lacrime che come lava scendevano depositandosi sul pavimento. Le poggiò poi sulle mie lasciandovi diversi baci sopra.
«Ti voglio bene, Elle. Sai quanto io tenga a te?»
Non parlai, mi godei la vista del suo viso così vicino al mio, sorridendogli con gli occhi posai la testa sul suo petto sentendo ogni suo battito, mentre mi cullava.

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Author's note.
Buonasera gentee! Ho aggiornato prima del previsto lo so, (amatemi) ma ne morivo dalla voglia quindi, ecco a voi il capitolo! 
Cosa ne pensate? In generale, Elle è abbastanza contraddittoria nelle sue scelte ma, quando dice di voler smettere lo pensa veramente, secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? Lascio a voi le opinioni, che potete farmi sapere lasciandomi una bella recensione! (Non mordo mica argh!)
Nel prologo ho ricevuto solo un parere, (e ringrazio di cuore quella persona) e mi piacerebbe averne di più, (adesso non sto a fare l'autrice rompi scatole che pretende duecentomila recensioni) ma mi aiuterebbe molto sapere cosa ne pensate della storia, dei personaggi stessi. Quindi non abbiate timore e scrivetemi, che siano critiche o altro mi vanno bene e mi aiutano a migliorare :)
Ho saputo proprio ieri che ho l'esame di recupero il 4 Settembre, (me la sto facendo sotto dall'ansia) quindi spero di poter riuscire a pubblicare settimana prossima! Sempre se ci sono recensioni eh! (Ahahah no scherzo)
Adesso vi lascio, approfitto per ringraziare quelle persone che hanno aggiunto la storia alle preferite/seguite: grazie di cuore

Ho appena scoperto che Candice Accola è in dolce attesa, la mia bella patata! Sono felicissima per lei

P.S. Come sempre, se ci sono errori/orrori grammaticali e/o mancanze nel lessico avvertitemi :)
Crediti per il magnifico banner a HilaryC.
-ceeline

   
 
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