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Autore: FairySweet    27/08/2015    2 recensioni
Cos'è l'amore Gomez Addams? Forse è una rosa senza colore, un fiocco nero su una culla, forse è la pelle di ghiaccio che tutte le notti sfiori e baci.
Cos'è l'amore ....
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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In fondo quella cena non era stata poi tanto male, Mercoledì e Midoro avevano passato ore intere ad insultarsi, quell'odio violento che usciva dagli occhi di sua figlia si inchiodava al cuore del giovane.
Ofelia giocava con le sue bambole e Pugsley chiacchierava amabilmente con sua zia distogliendo l'attenzione della donna che spiava di tanto in tanto le espressioni di Gomez.
“Ofelia mi ha raccontato del suo viaggio in Europa” mormorò Lavivia incatenando il suo sguardo “Si è divertita molto” annuì appena concentrandosi sul calice di vino di fronte a lui “Ha incontrato una donna che assomigliava molto alla sua mamma” “Una fioraia” sussurrò divertito “Ha incontrato una fioraria che vendeva rose e ha immaginato sua madre. Mi ripete continuamente che quella ragazza aveva gli stessi occhi della sua mamma” “Forse ha ragione” “Di occhi belli ne è pieno il mondo ma mia moglie ...” scosse leggermente la testa sospirando “ … lei era speciale” “Non ne parlate mai” “Non ne vedo il motivo” ma la donna sorrise abbassando qualche secondo lo sguardo “Se vi rifiutate di aprire la porta al passato chiudete fuori il vostro presente. Avete paura di parlare di lei perché in lei trovereste ricordi tanto dolci e belli da costringervi a piangere” “Ecco perché non ne parlo” esclamò divertito tornando a concentrarsi sul vino “Non voglio turbare i miei figli con stupide idiozie come i ricordi” “Non credo che loro considerino stupido il ricordo della madre. Mercoledì ha sofferto così tanto …” lentamente, quasi senza accorgersene, il suo sguardo si era spostato al viso giovane della donna.
Osservava Mercoledì con un sorriso macrabo e triste dipinto sulle labbra “ … porta dentro un dolore enorme. La mancanza della madre, del suo affetto, la mancanza di quell'abbraccio che fa più male di un coltello piantato nel cuore” gli occhi di nuovo inchiodati ai suoi e il respiro bloccato in fondo all'anima “Ecco perché la trovo perfetta. Penché nel suo dolore riesce ad essere se stessa. Perché non permette al passato di sconvolgerla anche se quel passato è la cosa che desidera più al mondo” “Ho provato a …” “Non dovete impedirle niente del genere, lasciatela crescere come più le piace e vedrete che diventerà una donna meravigliosa” “Cos'è accaduto al tu?” “Come?” domandò confusa “Mi avete detto più di una volta che visto la “situazione” tra le nostre famiglie, sarebbe stato meglio eliminare ogni dubbio e ogni segno di lontananza tra i genitori. Come mai ora mi date del voi?” “Scusa, a volte dimentico le buone maniere” “Tuo marito non è qui” “Lo so, aveva degli affari da sbrigare, affari importanti e così, ho deciso di accompagnare mio figlio nel rispetto delle tradizioni” “Padre?” la vocina di Ofelia interruppe ogni discorso cancellando di colpo la curiosità e l'attenzione per quella donna sposata che aveva qualcosa di magico “Posso giocare con Oblio?” “Mi prometti che non andrai a dormire troppo presto per quel coccodrillo?” “Promesso” “D'accordo” le diede una pacca leggera sulla schiena costringendola a scappare via “Ofelia, è un bel nome” “Non lo farà” l'espressione confusa sul volto della donna lo costrinse a continuare “Andrà a dormire prestissimo e si sveglierà prestissimo, in tempo per la scuola e perché? Per poter fare colazione assime ad Oblio” “E che male c'è in questo?” “Oblio non ha giornate piene da seguire, mangia, dorme, si rotola di tanto in tanto. Non ha la scuola, non ha le lezioni di scherma o quelle di francese” “Non credi che sia troppo piccola per questo?” “Ofelia parla spagnolo e francese correntemente come Mercoledì e Pugsley. Mia moglie amava le lingue, diceva sempre che il mondo era un posto strano e contorto e l'unico modo per capirlo, era parlare la sua lingua. I miei figli hanno solo l'imbarazzo della scelta. Possono chiedermi anche la luna e l'avranno” “Assomigli a mio marito” esclamò divertita appoggiandosi allo schienale “Per i nostri figli farebbe pazzie. Midoro è l'unico a poter giocare con i suoi soldi e con l'unico scopo di raddoppiarli. Ludvig è così contento di lui” “Non trovate che i ragazzi siano perfetti?” esclamò d'improvviso Porzia intromettendosi tra loro “Sono allegri, solari, pieni di domande l'uno verso l'altro” ma Gomez ridacchiò appena perché il volto di Mercoledì era un libro aperto “Sono abbastanza sicuro che mia figlia sia stanca di questa cena” “E cosa te lo fa pensare?” domandò indispettita la donna fissando la nipote “Se non le togli quel coltello di mano lo aprirà dalla gola in giù” Lavivia sorrise battendo leggermente le mani “D'accordo, sono più che convinta che questa serata sia servita ad entrambi. Vi siete conosciuti meglio e questo mi fa molto piacere” Midoro si alzò elegantemente dalla sedia porgendo la mano alla fanciulla ma Mercoledì non si mosse nemmeno “Raggio di Malinconia?” la voce del padre la costrinse a tornare in quella realtà che odiava da morire.
Spinse di lato la mano del giovane alzandosi in piedi “Cara, è stato davvero un piacere rivederti. Sono sicura che mio figlio avrà l'accortezza di scriverti presto” “Non ne vedo l'ora” esclamò ironico Midoro “Mi ha fatto piacere rivederti” sussurrò Lavivia mentre la mano si stringeva leggermente attorno a quella di Gomez “Spero di poterti invitare nella nostra bellissima casa uno di questi giorni” un tremito leggero salì lungo le dita fino al cervello.
Annuì appena lasciando andare la mano fresca e delicata della donna e senza più aggiungere una parola, restò immobile ad osservarla mentre abbandonava lentamente la sala affianco a suo figlio.
Si era scordato la dolcezza di una tavola piena di persone, una tavola con dei bambini, una donna e un uomo.
Per qualche secondo, davanti agli occhi si confuse l'immagine di sua moglie nei lineamenti di Lavivia, quel bacio leggero sulla sua pelle era bastato per costringere di nuovo il cervello a ricordare “Padre?” “Che c'è?” “Possiamo alzarci ora?” annuì leggermente mentre Mercoledì lasciava la tavola ma lo sguardo del figlio rimase inchiodato al suo “Che c'è?” “Non è un male” “Cosa sarebbe un …” “Ricordare la mamma non è un male” “Non l'ho ricordata” “Io si” sussurrò abbassando qualche secondo lo sguardo “Ho rivisto la mamma in Lavivia. Era seduta al suo posto e aveva lo stesso modo di impugnare la forchetta e …” si fermò qualche secondo riprendendo fiato “ … se fossi stato uno sconosciuto invitato a cena per caso, beh, avrei pensato: che bella famiglia felice” “Non siamo una famiglia felice non è vero?” ma l'altro sospirò abbassando qualche secondo lo sguardo “Non lo siamo più da anni ormai” “Oh ti sbagli papà. La nostra vita ci piace, ci piace ogni cosa della nostra vita ma ogni tanto abbiamo bisogno di ricordarla, specialmente Ofelia” “Non voglio che la sua assenza vi sconvolga Pugsley” “Sono passati anni ormai, come può sconvolgerci qualcosa di così lontano?” ma lo sguardo sul volto del padre non era cambiato di una virgola “Senti, io lo so che non vuoi ricordare. So che ti fa del male e so che vederla nei sogni è l'ultima cosa che vorresti ma Ofelia ne ha bisogno” “Quello che non conosce non può ferirla” “D'accordo” sussurrò Pugsley alzandosi “Ci vediamo più tardi” “Dove vai?” “ Ad incontrare Amelia” “Quella ragazza ti ha rubato il cuore non è così?” “Più o meno” sussurrò divertito dandogli una pacca sulla spalla “Ciao papà” un altro sorriso e poi una tavola vuota davanti a sé dove i ricordi affollavano i pensieri e una bambina che spiava di tanto in tanto il volto del padre
Chiuse gli occhi qualche secondo scuotendo la testa “Ofelia vuoi andare di là a cercare tuo zio?” “Stai bene?” sussurrò confusa inclinando leggermente la testa di lato “Padre?” “Sto bene, ora vai di là bambina mia” la piccola socchiuse leggermente gli occhi alzandosi dal tappeto “Sei sicuro?” “Si, si vai non preoccuparti” mosse un passo, un altro ancora fino alla porta e controvoglia uscì.
Si portò la mano destra al petto tentando di rallentare un cuore troppo debole e stanco “D'accordo” sussurrò alzandosi “È tutto passato” lasciò cadere il bicchiere sul pavimento, il rumore del vetro rotto entrò violentemente nel cervello bloccando tutto per l'ennesima volta.
  
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