Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: DARKOS    28/08/2015    2 recensioni
[E fallire non lo aveva calmato, come i suoi amici e familiari speravano, anzi aveva solo intensificato la sensazione d'impotenza che lo assaliva.
"Voglio andarmene da qui. Voglio altro nella vita. Non è questo il mio destino. Io sono destinato a... "
A che cosa? Non lo sapeva neanche lui.]
Questa è una mia versione sul passato di Xehanort, e dei fatti che potrebbero essersi svolti tra quando lascia la sua casa e l'inizio di Birth by Sleep.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Xehanort, Young Xehanort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
BEFORE KINGDOM PARTE XI

Re e Pedine

“Spiegamelo di nuovo.”
Era la terza volta che Eraqus voleva riepilogare il tutto, ma Xehanort non se ne fece un problema. Lo capiva: il loro Ordine e tutti i Mondi circostanti erano stati ad un passo dall’annientamento. Era ovvio voler essere più che certi di aver compreso la situazione, e di non aver tralasciato alcun tassello del puzzle, al fine di evitare il ripetersi di una situazione simile.
“Il nemico adoperava il potere dell’Oscurità, misto a conoscenze proibite. Dopo essere entrato in una modalità che lui chiamava “Stile Perduto”, i suoi attacchi e poteri smisero di avere un elemento ben preciso. Erano qualcos’altro… come magia pura concentrata.”
Eraqus intrecciò le punte delle dita, pensieroso. “E tu pensi sia lo stesso potere di cui parlava il Maestro? Quello dei tempi andati?”
Xehanort si strinse nelle spalle. “Conosci anche tu la storia preferita del Maestro. L’occhio azzurro, le caratteristiche animalesche, torna tutto.” E aveva intuito anche le verità nascoste dietro al suo Keyblade, e parecchie nozioni sulla Guerra. Ma Xehanort tenne queste considerazioni per sé.
“Un avversario temibile, non c’è che dire. Immagino sia un bene che ora non possa più nuocere. E riguardo i suoi esperimenti? Quelle figure incappucciate e i cavalieri?”
“Ne ho già parlato con Yen Sid. Stando alle sue analisi, e alle parole che mi ha lasciato Chishikey al riguardo, pare che avesse trovato un modo di generare entità tramite ricordi - i suoi ricordi - tenendoli insieme con una sorta di Oscurità derivata dagli Heartless, che chiamava “Guilt”. Il Guilt, inoltre, serviva a donargli capacità fisiche e magiche ben oltre la loro reale capacità. I cavalieri non erano altro che versioni “migliorate” di questo processo di clonazione.” Poi, intuendo quello che Eraqus stava pensando, aggiunse: “Ma alla fine, non erano che pupazzi vuoti, eccetto che per un mucchio di ricordi non loro. Non li possiamo nemmeno definire propriamente esseri viventi.” Ma anche qui, Xehanort tacque al proprio amico le sue riflessioni sulla fedeltà e l’efficacia che quei fantocci avevano dimostrato.

Eraqus si alzò dalla sua sedia, costatando l’andamento della loro partita a scacchi. Come al solito, Xehanort sembrava avere sempre qualche risorsa segreta che gli permetteva di ribaltare la situazione in suo favore. “Bene, direi che possiamo archiviare la questione. Sono lieto che non abbiamo dovuto ricorrere all’incantesimo di trasformazione del castello. Hai reso un ottimo servizio all’Ordine, come al solito. Per ora riposati, te lo sei meritato. Ma più tardi vorrei ti unissi a me e Yen per il monitoraggio sui Mondi. Sarebbe fatale per noi, se un qualche avamposto del nemico fosse sopravvissuto e ci colpisse proprio mentre ci crediamo vittoriosi.”
Xehanort lo accompagnò lungo il corridoio per un breve tratto. “Ma certo. Dobbiamo scongiurare una simile eventualità. Partirò immediatamente. E, Eraqus?”
Entrambi si fermarono e si guardarono. Xehanort proseguì: “Chishikey ci ha impartito un’importante lezione. Siamo troppo pochi. Possiamo anche essere formidabili, tu, io e Yen… ma non possiamo essere dappertutto in ogni momento. E non saremo qui in eterno. Abbiamo bisogno di nuovi soldati, forze fresche che prendano il nostro posto un giorno. Finora i nostri tentativi di rintracciare altri Ordini si sono rivelati infruttuosi. E se l’aiuto non arriva dall’esterno…”
“…ce lo procuriamo noi.” Disse Eraqus, lisciandosi la barba che stava iniziando a farsi crescere. Aveva capito dove voleva arrivare l’amico. “Procurarci degli apprendisti, nuovi ragazzi con il dono di brandire un Keyblade.”
Xehanort lo fissò con aria solenne. “Il Maestro trovò noi. È giunta l’ora di pensare di fare altrettanto. Non è facile localizzare un futuro Prescelto nel vasto universo, lo so. Potrebbero volerci anni, per non parlare poi dell’addestramento effettivo.”
“Meglio iniziare, subito, allora. Hai ragione.” Ripresero a camminare, finché si accomiatarono e procedettero per le proprie strade, Xehanort a riposare, Eraqus da Yen Sid ad accettarsi che fosse tutto in ordine e pianificare le mosse future.

Nei propri alloggi, Xehanort si buttò sul letto, avvertendo i sintomi di protesta del proprio corpo dolorante. Non si ricordava l’ultima volta che si era sentito così esausto, abituato ad essere il migliore. Eppure, perfino quel colosso di un’altra era, con tecniche ancestrali, non era riuscito ad eliminarlo. Ormai Xehanort dubitava esistesse qualcuno in grado di farlo. Era semplicemente troppo forte, in troppe discipline. Ma sapeva che un giorno avrebbe dovuto dire addio a No Heart. Conosceva Eraqus: non lasciava mai tutte le sue uova in un paniere. Avrebbe cercato nuovi discepoli, certo, ma Xehanort sapeva che avrebbe anche convinto i suoi due amici a legare le loro armature come Sentimenti Persistenti al castello, come ultimo baluardo nel caso le cose fossero andate male. Ma andava bene: era una perdita calcolata, e nella lunga corsa Xehanort avrebbe guadagnato ben più di quello che ora stava perdendo.
“Trovare è perdere, e perdere è trovare…” mormorò, mentre pensava un’ultima volta a Chishikey e alla sua visione nichilista della realtà. Eppure, anche nelle sue idee c’era del vero. La supremazia di un unico elemento è sbagliata, ma forse questo mondo aveva bisogno di una coltre di Oscurità, che rivelasse i segreti e liberasse le menti dalla troppa Luce…
Ma questi pensieri potevano aspettare. Per ora, era meglio continuare a recitare la parte del buon soldato, anche perché Xehanort nutriva ancora del rispetto per i suoi due compagni. Si mise più comodo, tentando di dormire.
Il domani avrebbe segnato l’inizio della ricerca.
Quella fu l'ultima volta che i tre dormirono sotto lo stesso tetto.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: DARKOS