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Autore: _E r i s_    28/08/2015    4 recensioni
||Lievi accenni Naruto/Sakura|| ||Rating variabile dal giallo all'arancione|| ||Horror, sovrannaturale, thriller, drammatico, azione||
Non sono affatto soddisfatta di questa storia, perciò vi invito a lasciare un commentino per sapere se fa schifo o meno u.u
Dall'ultimo capitolo:"Una pagina strappata a metà veniva trasportata delicatamente dal vento, leggera come una piuma e innocua quanto essa...
Ma la pagina non era bianca, parole di rosso erano calcate su questa...
"E se mai riuscissi a liberarti di Lui, in pace ti crederai,
Ma Lui esisterà sempre e tu non lo saprai mai,
Perchè, infondo, il corpo immortale non è
Per questo, Lui continuerà a vivere per sempre in Te"
||Conclusa||
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sakura
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '{NaruSaku is the way}'
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Note dell'autrice:Ciao a tutti! Eccomi con il terzo capitolo di sto schifo! ^^
Non sarà bello, nè interessante, nè lungo, ma...subite! *mad mod:on*
Non mi sta per niente soddisfacendo, tutt'altro. Bè, spero che almeno a voi piaccia! Come detto, accetto qualunque tipo di critica, e vorrei avvertire che l'aggiornamento è irregolare, così, per precisarlo.
Escluso questo...nulla. Buona lettura!
Ps. L'ho scritta di fretta, perdonate eventuali errori!


Pov. generale

Casa Nara. Ore 17:14.

"C'era una volta un bosco buio e da cui sono sempre provenuti rumori spettrali.
C'è chi affermava che lì ci fossero i fantasmi, chi diceva che lì c'era stata una guerra e ora i cadaveri avevano preso vita e infine chi diceva che quei rumori erano solamente generati dal vento.
La folta chioma degli alberi non permetteva alcuna visuale dall'interno del bosco, non un raggio di luce superava le foglie scure.
Non un'anima viva si avventurava lì, non un'anima viva vi risiedeva.
Esisteva da tanto, quel bosco, così come i suoi rumori:non versi di animali, non rami che si infrangevano contro il suolo. Urla.
Una volta, accanto quel bosco esisteva un piccolo villaggio. Gli abitanti temevano quella foresta, ma, un giorno, un bambino decise di porre fine a quel terrore, e, senza preavviso, si addentrò ne bosco.
Egli aveva i capelli rossi, il colore del male, e per farsi accettare aveva deciso di divenire l'eroe del villaggio.
I genitori, gli amici e i semplici conoscenti lo cercarono giorno e notte, senza mai smettere.
Perlustrarono i confini del villaggio, ma nessuno osò pestare il terreno rosso del bosco.
Il bambino non fece più ritorno, fin quando, un giorno di pioggia, un'ombra scura si fece largo tra i rami degli alberi, raggiungendo quella che ormai era diventata una piccola città indipendente.
Gli occhi rossi vagavano smarriti alla ricerca di qualcuno, ma nessuno riconobbe la figura del bambino, in quell'ombra.
Come riconoscere in un'ombra un bambino così innocente?
Si sentiva dire che, all'interno della foresta, vivessero delle bestie, queste rubavano il volto di coloro che entravano nel bosco per indossarlo e tornare umani.
Infatti, quelle bestie erano state umane, e avevano perso il volto a causa di altre bestie e così via.
Il volto del bambino era stato brutalmente strappato, e lui tentava disperatamente di trovarne uno nuovo, ma nessuno somigliava a lui. Lui era l'unico ad aver il colore del male addosso.
Gli abitanti scapparono, ma il rancora del giovane si trasformò in violenza e seminò panico per tutto la città, nemmeno una persona ne uscì viva.
Da quel giorno, la bestia senza viso si rintanò nel bosco buio.
Si diceva che da quando erano apparse quelle belve, il bosco non aveva mai fine. Era lì, sui resti del villaggio, eppure allo stesso tempo no.
Poteva essere evidente, o essere invisibile all'occhio umano.
Un giorno, il bambino divenuto bestia, non sopportando più la solitudine dovuta al suo aspetto, uscì allo scoperto e si dice che ancora oggi stia vagando alla ricerca del proprio volto."
-Per essere una storia per bambini, è inquietante.-Sibilò Shikamaru, sfogliando con poca energia il libro che Ino gli aveva messo in mano.
-Infatti. L'autore non doveva essere un tipo molto felice.-Commentò Choji, assaggiando una delle patatine all'interno del pacchetto.
-Peccato che il nome dell'autore non sia nemmeno scritto.-Puntualizzò il corvino, emettendo un sospiro seccato.
-Altra cosa inquietante.-Osservò Ino, sporgendosi per leggere qualche altra riga.
-Ricordatemi una cosa:perchè lo stiamo leggendo?-Choji si voltò a guardare interrogativo i suoi due compagni, che sedevano sul divano di casa Nara.
-Sto aiutando l'Hokage con questa storia del Killer e ha detto che in biblioteca ci potrebbe essere qualcosa di utile, ma questo è il meglio che ho trovato.-Sentenziò Shikamaru seccato.
-Una fiaba per bambini?
-Non può essere una fiaba. Deve esserci qualcosa dietro a questo scritto. Quale scrittore concluderebbe una storia così?-Alzò la voce Ino, per farsi udire.
-Hai ragione, dà qua.-Bofonchiò Nara, riprendendo il libro dal tavolino dove l'aveva poggiato.
Sfogliò qualche pagina, prima di bloccarsi su una in particolare.
C'era una pagina che era stata strappata a metà ed era parecchio rovinata-avendo molti anni, il libro-, ma i caratteri erano comunque leggibili.
-E' una filastrocca.-Mormorò incerto il moro, attirando l'attenzione degli altri due, che gli si avvicinarono.
-A me non pare proprio una filastrocca.-Sussurrò la bionda, leggendo i primi versi.
A quel punto, cominciò a leggere a voce alta.
-"Si aggira per i boschi e nelle città,
Negli occhi color del male non si legge pietà,
Nel cuore di pietra porta il volto rubato,
Porta la morte con sè come qualcosa di scontato,
Pronuncia inerme queste parole:
'Tutti morirete sotto mio comando,
Finchè il mio volto non troverò, andrò allo sbando'
E continua ad uccidere e a portar mala sorte,
E quando ti troverà, ti aspetterà la morte."
Mi spiegate che cazzo di filastrocca è?!-Esclamò infine la ragazza dagli occhi color cielo, stringendo la gonnia viola.
-Inquietante.-Ripetè terrorrizato il castano paffuto, deglutendo rumorosamente.
-Cosa dovrebbe c'entrare questo con un serial killer?-Diede voce ai suoi pensieri Nara, grattandosi il mento confuso.
-Bè, magari il ragazzino dai capelli rossi e il killer sono collegati, no?-Propone come ipotesi Ino, venendo però subito sminuita da Shikamaru.
-Quel ragazzino non esiste. Non possono essere collegati. E' solo frutto della fantasia, questo.-Rispose secco, indicando il libro con sguardo serio.
-Capisco, ma...-Mormorò incerta la bionda-Chi te lo assicura che quella è solo fantasia?


Casa Hyuga. Ore 19:58.

-Hinata-sama...-Un mormorio attirò l'attenzione della giovane futura capoclan che si voltò di scatto verso un membro della famiglia.
-La sua vita è in pericolo.
-Lo so.-Rispose, cercando di mantenere un certo autocontrollo.
-Faccia attenzione, stanotte.
-Grazie.
Poco dopo la ragazza si diresse a letto per poter riposare qualche minuto, ma appena arrivò di fronte alla sua camera, si bloccò.
Voltò perplessa lo sguardo verso Hanabi, che era alle sue spalle, e le porgeva qualcosa.
Si voltò definitivamente osservando la sorella minore.
-Che cos'è?
-Nee-san mi aveva chiesto di dargli una mano a pulire la tua camera. Ho trovato questo.-Spiegò la bambina, indicando il foglietto che teneva tra le mani.
-C-cosa c'è scritto?-Mormorò stringendo la camicia da notte che indossava.
La bambina dagli occhi color perla abbassò lo sguardo e cominciò a leggere:-"Se credi di potermi scappare, stai facendo un grosso errore. Per quanto mi riguarda, potrei essere il tuo amico migliore." Che significa?
Un senso opprimente di nausea colse la giovane ragazza che a passi lenti ma decisi raggiunse il cugino, in un'altra camera.
-Nee-san...-Mormorò, sentendo le lacrime pungergli gli occhi.
Il ragazzo si alzò di scatto dal letto e la raggiunse guardandola perplesso.
-Hinata-san, cosa è successo?-Sussurrò, prima che la ragazza cominciasse definitivamente a piangere.
-Hanabi, cosa...?-Non finì la frase, che la bimba interpellata gli passò svelta il biglietto con uno sguardo fin troppo serio per una della sua età.
-Che diamine è questo, adesso?-Ringhiò il giovane, stringendo tra le mani la carta.
-Che bastardo...
-Chi è?-Lo interruppe Hanabi, con sguardo serio.
-Nee-san, chi ha scritto quel biglietto?-Continuò poi, ignorando il fatto che la sorella maggiore fosse in lacrime.
-Non lo so.-Mormorò poco dopo lui, stringendo tra le braccia la cugina.


Casa Haruno. Ore 22:37.

-Ehi, sei sicura di voler stare da sola?
-Certo, e poi hai sentito bene gli ordini dell'Hokage:dovete proteggere Hinata.
Kiba le sorrise incerto e si issò sui gomiti, alzandosi dal divano.
-Ok, ma se hai paura a stare sola chiama qualcuno.
-Lo farò.-Gli sorrise rassicurante Sakura, anche se, in cuor suo, sperava vivamente che il castano non la lasciasse sola.
Lui si avvicinò alla porta di casa e la spalancò, per poi girarsi verso la rosa e sorriderle:-Allora, a domani.
-Si.-Rispose semplicemente la rosata, ricambiando perplessa il sorriso. La porta sbattè e lei rimase sola dentro quelle quattro mura.
Sospirò e afferrò una foto sul tavolo:raffigurava lei e Naruto, poco dopo che era tornato dal suo viaggio con Jiraya.
Osservò intensamente la figura del biondo, prima  di scuotere la testa e riposarla sul tavolo.
Rimase immobile fin quando qualcuno non bussò alla porta, e la ragazza si precipitò lì per osservare dallo spioncino.
La figura del biondo le apparse davanti e lei ricambiò uno sguardo perplesso, quando spalancò la porta.
-Naruto, non dovresti essere da Hinata?
-Nah, possono fare senza di me.-Ghignò, lasciandola con ancor più interrogativi.
-Ma gli ordini di Tsunade-sama sono stati chiari...
-Lascia perdere quella vecchia.-Sussurrò ed entrò nella casa, chiudendosi la porta dietro le spalle.
Sakura lo osservò con fare indagatorio e lui, notando lo sguardo perplesso della ragazza, le sorrise solare.
-Cosa c'è, Sakura-chan? Non ti fidi più di me?-Chiese, mutando espressione in un broncio.
Lei sorrise dolcemente, notando il labbro inferiore tremolante del biondo.
-Ti ho già detto che lo ammazzo quel bastardo, se prova a torcerti un capello.-Sentenziò, avvicinandosi pericolosamentee alla ragazza.
-Infatti, con te mi sento al sicuro.-Mormorò lei, sorridendo contro il suo petto, ricambiando quell'abbraccio.
-Non ho da temere con te.-Continuò la rosa, stringendosi di più al ragazzo, ma non ottenne risposta.
Così alzò lo sguardo per poi notare quella strana luce negli occhi turchesi del biondo.
-Naruto, va tutto ben-?
-Sai, Sakura-chan...-La interruppe, allontanandola da sè il necessario per guardarla negli occhi.
-A volte mi chiedo come tu possa essere così ingenua.
Poi fu solo il buio.

  
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