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Autore: Darktweet    29/08/2015    1 recensioni
Un gruppo di ragazzi ottiene poteri da un magico libro senza sapere il perché: ma giorno dopo giorno, i poteri li metteranno sempre più in pericolo.
Solo quando vengono convocati nel regno celeste comprendono ciò che devono fare: ritrovare il major flux (l'ordine superiore).
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: La città


Allo stesso tempo, quella grande e immensa caverna faceva rimanere esterrefatti i tre ragazzi sia per il suo splendore che per la sua inquietudine.
Era una enorme città scavata in grandi cave profonde sotterranee, illuminata ogni dieci metri da cristalli luminosi. Il fulcro della città sembrava il grande palazzo scavato nella roccia, mentre tutt’attorno  si diramavano abitazioni e negozi particolari.
“E’ magnifica!” esclamò Eric.
“E’ enorme…” fece Trisha, esterrefatta.
I tre ragazzi discesero un piccolo sentiero scavato, per poi ritrovarsi in una via principale. Le case sembravano fatte di appena qualche stanza. Dalle finestre, che sembravano avere al posto del vetro del cristallo, si notava che i letti erano posti tutti nella stanza principale.
“Attenti!” fece Trisha, prendendo i due ragazzi per mano e spingendoli verso un vicoletto.
“Cosa c’è?” fece Eric.
“Non devono vederci. Guardate!”fece Trisha.
La ragazza fissò oltre il vicoletto delle persone. O meglio, quello che sembravano.
Erano donne con quattro braccia. O zampe.
“Che diavolo sono?” chiese Eric.
“Saranno esseri… come gli insetti giganti.” Mormorò Trisha.
“Allora… Forse Sabrina sarà qui da queste parti!” esclamò Eric.
“Shh… abbassa la voce!” fece Trisha. Poi pensò a quello che aveva ascoltato dai ragni giganti.
“I ragni hanno farfugliato qualcosa riguardante una regina… può essere che quell’immenso palazzo…” mormorò Trisha.
“Sia il palazzo di questa regina!” concluse Eric. “Randall, riesci a controllare l’energia magica?”
Eric guardò Randall. Ma al momento, l’amico non era nelle sue migliori condizioni. Si era poggiato contro la fredda parete di roccia di una delle abitazioni.
Sembrava palliduccio e sudava freddo.
“Amico, tutto bene?” gli fece Eric, poggiandogli una mano sulla spalla.
Le ali sembravano scendere sempre più giù, mettendosi rilassate.
“Randall, cos’hai?” fece Trisha, preoccupata. Gli mise una mano sulla fronte.
“Aveva la febbre…” mormorò Eric, ricordandosi all’ultimo minuto.
“Non doveva venire con noi!” esclamò Trisha, sempre più preoccupata.
“E come potevamo fare…” farfugliò Eric.
“Inoltre, il legame che ha col potere dell’aria è forte. Qui sotto l’aria manca.” Continuò Trisha.
“E’ vero…” fece Eric. “Randall, non preoccuparti. Ancora un po’…”
“Accompagnalo in superficie.” Disse Trisha.
“Cosa?” fece Eric, stupefatto.  “E tu?!”
“Io cerco di inoltrarmi qui sotto. “ rispose Trisha.
“Da sola?” chiese Eric, un po’ titubante. Non se la sentiva di lasciare sottoterra in territorio nemico una sua amica.
“Ascolta. Io sono grande e vaccinata. Tu porta Randall in superficie, va a casa mia, il tempo necessario per farlo riprendere e cerca di tornare qui col teletrasporto.” Fece Trisha.
Eric la guardò. La luce in penombra dei cristalli rendeva i suoi capelli quasi argentei, e i suoi occhi azzurri spiccavano in quel tetro luogo. Il che la rendevano ancora più bella.
“Ehm, certo…” mormorò il ragazzo, arrossendo.
“Dai, vai!” esclamò Trisha. Il ragazzo sospirò, e prendendo per mano l’amico, in un attimo sparirono.
Trisha tentò di muoversi tra i vicoletti, che le sembravano quelli più disabitati.
Le sarebbe servito un incantesimo di invisibilità di Randall, ma sicuramente in quelle condizioni non ne sarebbe stato granché capace.
-Chissà se starà meglio-  pensò Trisha.
Intanto, in un lampo di luce Eric aveva portato nel quartier generale Randall.
Eric chiuse le tendine delle finestre, in modo che i vicini non potessero nel caso guardare i due trasformati.
“Randall tutto ok?” fece Eric, mentre accompagnava l’amico sul divanetto.
Randall emise un lamento.
“Non mi sono sentito bene lì sotto…” mormorò Randall.
Eric prese un bicchiere dalla mensola, per poi riempirlo d’acqua e qualche cucchiaino di zucchero.
“Bevi dai” disse, dandogli il bicchiere.
“E’ stata l’assenza d’ossigeno… Noi possiamo restare lì sotto per magia, ma per te è limitato.” Spiegò Eric.
“Già… “ mormorò l’amico, mentre sorseggiava.
Intanto, Trisha si era fatta avanti per molti vicoli, fino ad arrivare a quella che le sembrava la piazza principale.
Era gremita di strani umanoidi dalle zampe e chele simili a quelle degli insetti.
“Vieni qui, Jrekke!” sentì Trisha. Ovviamente era in realtà quello che sembrava un lamento emesso da una di quelle creature.
Ma improvvisamente, mentre furtivamente Trisha cercava di inoltrarsi nella piazza, si ritrovò quello che sembrava un piccolo ragno umanoide.
“Yeeek!” fece il piccolo, sobbalzando.
“Tesoro!” fece la madre, raggiungendolo. Poi urlò vedendo Trisha.
“Un mostro! Un mostro! Chiamate la guardia reale!” esclamò l’umanoide, mentre Trisha rimase esterrefatta.
Di punto in bianco molte di quelle creature si radunarono vicino alla madre-ragno e a Trisha.
“Eccola! Prendetela!” esclamò una grossa formica, mentre le altre zampettavano verso Trisha.
“No!” esclamò Trisha, mentre evocava dei rampicanti dal terreno, che allontanarono alcune formiche, ma un grosso ragno la bloccò, e mentre cercava di divincolarsi, un altro la colpì con una grossa mazza.
 
   
 
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