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Autore: DARKOS    29/08/2015    2 recensioni
[E fallire non lo aveva calmato, come i suoi amici e familiari speravano, anzi aveva solo intensificato la sensazione d'impotenza che lo assaliva.
"Voglio andarmene da qui. Voglio altro nella vita. Non è questo il mio destino. Io sono destinato a... "
A che cosa? Non lo sapeva neanche lui.]
Questa è una mia versione sul passato di Xehanort, e dei fatti che potrebbero essersi svolti tra quando lascia la sua casa e l'inizio di Birth by Sleep.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Xehanort, Young Xehanort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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E quindi... ci siamo. La fine della mia prima storia. Ho voluto finire al numero 13, non a caso. La cosa mi fa uno strano effetto. Non avrei mai pensato di comporre una fanfiction, men che mai di questo genere, ma sono contento di averlo fatto e di aver condiviso con voi questa mia interpretazione di Xehanort e della sua storia, entrambi sono elementi affascinanti della saga, a mio parere. Ovviamente, essendo la mia prima, sono al corrente ci sono un sacco di pecche e difetti. Mi auguro solo vi siate divertiti a leggergela quanto io a scriverla. A chiunque abbia seguito, dall'inizio alla fine, i miei più sentiti ringraziamenti, e spero alla prossima volta!

BEFORE KINGDOM XIII

Reconnect: Kingdom Hearts

"Questo Mondo è troppo piccolo." Xehanort guardava le onde infrangersi sulla riva. Come ogni giorno, era uscito, aveva preso la sua barca ed era tornato sull'Isola a contemplare il mare. Gli piaceva stare lì; nel corso degli anni, aveva esplorato ogni anfratto di quel posto, dal ponte fatiscente fino alla piccola grotta nascosta. Ormai conosceva quel posto come il palmo della sua mano. Ma da tempo ciò non gli bastava più. Cercava altro. Nuove terre. Nuovi orizzonti. Una nuova vita. "Bisognerebbe fare qualcosa... ma cosa?" La solita domanda. Aveva tentato di tutto: costruire una zattera, provare a convincere i compaesani, perfino ad aprire la porta misteriosa... niente. E fallire non lo aveva calmato, come i suoi amici e familiari speravano, anzi aveva solo intensificato la sensazione d'impotenza che lo assaliva. "Voglio andarmene da qui. Voglio altro nella vita. Non è questo il mio destino. Io sono destinato a... " A che cosa? Non lo sapeva neanche lui.

“Alla grandezza.” Una voce alle spalle del ragazzo lo fece girare di scatto. Una figura incappucciata, avvolta in un mantello con cappuccio marrone, lo fissava. “Chi sei?” Era ovvio che non era un abitante delle Isole.
“Questo Mondo è stato collegato. Collegato all’Oscurità… e presto sarà completamente eclissato.”
Xehanort squadrò il nuovo venuto con rinnovato interesse.
“C’è così tanto da imparare… e tu capisci così poco. Ma tutto questo può cambiare.”
“Insegnatemi, dunque. Cosa sapete voi che io non so?”
“Nulla, in realtà” disse lo sconosciuto, avvicinandosi “Visto che io sono te. Te proveniente da un’epoca che deve ancora arrivare.”
Xehanort rimase interdetto. Stava per dire qualcosa all’incappucciato, ma poi vide cosa c’era – o meglio, cosa non c’era – sotto al cappuccio, e si ritrasse, pensieroso.
Intanto l’altro proseguì: “Tu sei destinato alla grandezza. Presto il tuo sogno si avvererà, e prima di quanto pensi ti ritroverai in cima a vette di potere e saggezza inarrivabili agli esseri comuni. Nulla sarà fuori dalla tua – dalla nostra – portata. E tuttavia sono venuto a interferire col corso degli eventi, perché ci sono delle persone che ci ostacolano nel futuro.”
“Chi sono?”
“Nemici della conoscenza. Persone di mentalità ristretta, che si oppongono alla verità solo sulla base di preconcetti, con troppa paura dell’ignoto. Condannano ciò che non comprendono. E purtroppo hanno fermato in parte il piano del nostro “io” più anziano. Ed è per questo che sono venuto a rimediare. Io non sono altro che un'ennesima versione di te, una versione ancora incompleta purtroppo. Per venire nella tua epoca, ho dovuto sacrificare anche quel poco che avevo, ed è questo il motivo del mio aspetto attuale. Il mio nome non ha importanza, ma se proprio devi, puoi chiamarmi... Ansem.”
In cuor suo, Xehanort non aveva mai dubitato dello straniero. Tutto ciò che diceva, per lui aveva perfettamente senso. Che fosse la verità era l’unica spiegazione logica. ‘Se io andassi a trovare una mia versione più giovane, è esattamente così che agirei’, si ritrovò a pensare.
“Dimmi cosa devo fare.”

“Questo è un Keyblade” disse Ansem. “Non vi è tempo di addestrarti a sufficienza, ma avrai a tua disposizione anche il potere temporale per aiutarti. Il tuo innato talento farà il resto. Nessuno degli avversari che incontrerai ha le abilità necessarie a fermarti del tutto.”
Xehanort esaminò l’arma consegnatagli. Era la prima volta che vedeva un oggetto di simile fattura, eppure nel prenderlo tutto gli era parso incredibilmente… spontaneo, come se non avesse mai fatto altro nella vita che brandire quell’arma.
“Ho capito come funzionano i corridoi oscuri. E tu ora cosa farai, Ansem?”
“Io rimarrò qui, e attenderò. Devo creare un collegamento quando il momento sarà opportuno. Vai, ora. Raduna le nostre versioni e trova Sora. Ti verranno rivelate tutte le nostre conoscenze, e imparerai che è tutto già in moto. Certo, dimenticherai quello che avrai appreso, ma non per sempre. Il tuo cuore ricorderà al posto tuo.”
“Quando il nostro “io” più anziano tornerà, le Tredici Oscurità e le Sette Luci si affronteranno, per forgiare la chiave suprema…” Ripeté Xehanort mentre si avviava verso il portale lasciatogli da Ansem.
Era solo un ragazzo, desideroso di visitare nuovi Mondi. E ora, il suo desiderio si era avverato, sebbene in un modo del tutto inaspettato. Ora, avrebbe viaggiato nelle varie epoche, per incontrare tutte le sue versioni future, ed affrontare i guerrieri della Luce in favore dell’Oscurità.
Xehanort strinse saldamente il Keyblade nella mano, e annuì, con una nuova luce negli occhi.
Aveva trovato ciò a cui era destinato.


La Terra di Partenza. Due ragazzi, dopo una sessione di allenamento, ingannano il tempo giocando a scacchi. E come tutti i ragazzi della loro età e del loro Ordine, hanno delle ideologie, e la voglia di plasmare il loro destino.
“Hai sentito della vecchia Guerra dei Keyblade?”
“Sì. La storia preferita dal Maestro.”
“Quindi conosci i Maestri Perduti. Sono coloro che hanno dato inizio alla Guerra dei Keyblade.”
“Mai sentiti nominare.”
“…puoi smetterla con la farsa.”
[…]
“E su quella terra, l’Oscurità trionferà e la Luce morirà… il futuro è già stato scritto.”
“Chi dice che non posso cambiarlo? E forse la Luce trionferà. C’è più nella Luce di quanto si pensi.”
Eraqus: “Ne rimarresti sorpreso.”
Xehanort: “Oh, lo spero proprio.”

BEFORE KINGDOM - FINE
   
 
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