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Autore: ElenSofy    30/08/2015    0 recensioni
Salve a tutti!
Questa fanfic è ambientata dopo la II guerra magica e il protagonista è un Draco sconfitto e ferito fortemente dalla guerra appena conclusa. E' ferito nell'animo, così si allontana dal mondo magico cercando o almeno provando a cercare la pace.
Riuscirà a trovare la felicità oppure sarà costretto a vivere ancora tra l'odio e il rancore che gli stanno scavando il cuore profondamente?
Se volete saperlo, leggete!
ElenSofy
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve a tutti, vorrei ringraziare chi ha recensito (jessy black 93, spero di risentirti presto!), poi chi ha messo la storia tra le seguite (ale 74, ChicaCate94 e jessy black 93: eccetto jessy black che ha recensito, mi farebbe piacere sentire anche una vostra opinione!) e ringrazio per le 56 visite del primo capitolo. 

Come promesso, ecco il secondo capitolo!
Sperando che vi piaccia, vi lascio alla lettura: ci sentiamo tra le recensioni!

II

Ci siamo incontrati per caso e ci siamo piaciuti da subito, ma ora un enorme peso mi attanagliava lo stomaco.
Un segreto che non sapevo come rivelare cercava di fuoriuscire dalla mia bocca, nonostante io non abbia voglia di parlare.
Anche se lo volessi, non saprei proprio come iniziare.
La trovai rilassata sul divano, il suo esile corpo vestito solo di una leggera sottanina azzurra e una coperta sulle gambe, il suo libro preferito aperto sul petto.
Si è addormentata mentre leggeva ed è ancora più bella mentre dorme.
Le afferrai il libro e l’occhio mi cadde su una frase scritta in corsivo, che diceva:

 “Ti sembrerà strano, ma quasi tutti ritornano da noi prima o poi, come il mare si ritira dalla riva, e poi ritorna in avanti, perché sa quanto è preziosa…”

 Posai il libro sul tavolo in cucina e mi buttai su una sedia: in quel momento avrei voluto essere ancora nel Mondo Magico, avrei voluto ancora che ci fosse la guerra.
Con la guerra tutto questo non sarebbe mai successo!
Mi ero innamorato e per di più di una babbana: come tornare a casa e riferire a mio padre la mia decisione?
L’unica soluzione che mi venne più razionale era quella di fuggire anche da questo mondo, magari di tornare nel mio Mondo originale.
Facendo così, agivo come un debole e un fallito, ma non avevo altra scelta: non potevo portarla con me nel mio Mondo, non avrebbe potuto trovarsi bene.
I miei genitori non l’avrebbero accettata mai e non voglio che il mio unico amore debba essere odiata solo perché babbana: lei merita altro, qualcuno migliore di me.
Sono tre mesi che ci frequentiamo ormai, di cui due in cui dividiamo la stessa casa: la mia.
Per tutto questo tempo l’ho illusa, le ho raccontato tutte bugie: mi sono inventato tutta una serie di balle sulla mia infanzia.
Non mi merita, lei è così pura, così fragile: ha bisogno di qualcuno che la ami veramente e non le dica tutte queste bugie senza senso.
D’altronde come avrei potuto dirle che sono un mago? Come ci sarebbe rimasta dopo aver appreso la notizia?
A tutto questo pensavo, quando sentì una mano posarsi sulla mia spalla: è Clarisse.
“Ei, ti ho visto talmente bella che non ho avuto il coraggio di svegliarti…” esclamai divertito.
“Perché negli altri momenti non sono bella?” mi domandò, aggrottando le sopracciglia.
“Mmmh, lo sai che mi fai impazzire quando fai così…comunque, tu sei bella in ogni momento della giornata, se è questo che vuoi sapere...”
Sorrise, un sorriso radioso e pieno di gioia e non riuscì a trattenermi da darle un bacio, ma poi ripensai a quello che mi ero detto poco prima nella mente.
Non potevo continuare a mentire, le avrei detto la verità, tutta la verità...
“Clarisse, ti devo dire una cosa importante...ne vale il nostro rapporto...” dissi, con il tono più naturale e serio che potessi trovare.
“Oh, senti Daniel, potremmo parlarne stasera. Sai, oggi ho il turno a lavoro e dovrei tornare per le nove di sera...ovviamente, trovo la cena pronta?”
“Certo, nell’attesa preparerò qualcosa...” la presi per la vita e la baciai con passione.
“A dopo, Dan!”e si diresse a prepararsi per uscire
“A dopo!” e la guardai chiudersi la porta di casa alle spalle.
Avevo dovuto mentire anche sul mio nome, non potevo rivelarle quello vero o mi avrebbe preso per pazzo.
Ma quando mi voltai, ad un tratto, con la coda dell’occhio vidi qualcosa di argenteo che fluttuava nell’aria.
Sapevo cosa poteva essere e non potevo ignorarlo.
Il Patronus mi si parò davanti e disse: “Draco, figliolo, corri a casa, ti prego! Tuo padre sta molto male, tua madre Narcissa.”
La luce svanì.
Non potevo ignorare questo messaggio, poteva essere l’ultima volta che avrei potuto vedere mio padre e non avevo intenzione di perdere l’occasione di riappacificarmi con lui.
Dopotutto avevo deciso di dire tutta la verità a Clarisse, dovevo dare una seconda possibilità anche a mio padre.
Così mi diressi nella camera da letto, aprì il baule dietro la porta, presi la bacchetta.
Erano anni che non la impugnavo e appena toccai il bordo uscirono scintille rosse dalla punta.
Mi concentrai e in un momento mi Smaterializzai a Villa Malfoy, la stessa villa dove avevo vissuto per tanti anni e dove avevo anche sofferto per colpa della mia famiglia e da cui così velocemente ero scappato.
Il cancello era chiuso, ma appena mi avvicinai si aprì come se mi avesse riconosciuto.
Il giardino era più curato di quando me ne ero andato, forse mia madre si era data al giardinaggio ora che aveva molto più tempo libero senza Voldemort in giro per la sua dimora.
Non vidi elfi domestici, segno che si era decisa anche a fare le faccende domestiche da sola.
Dopo che Dobby era stato liberato da quell’idiota di Potter, avevamo avuto solo un altro elfo domestico che liberai io di nascosto: non riuscivo proprio a sopportarlo, non andavamo d’accordo e così per non vederlo più girare per casa a fare pulizie, decisi di regalargli uno dei miei calzini spaiati e bucati.
Non fu un azione di beneficenza, semplicemente non riuscivo a convivere con quell’essere ancora per molto: riusciva addirittura a rovinarmi quei pochi giorni che passavo in casa durante le vacanze scolastiche!
Percorso il corridoio, entrai direttamente in salotto.
La mia mente stava pensando a Clarisse, a quando sarebbe tornata e avrebbe trovato il bigliettino che diceva: “Impegno familiare grave. Tu non ti preoccupare, aspettami a casa. Tuo, Daniel.”
Ma in salotto trovai una sorpresa: qualcuno si era preso gioco di me.
Mio padre stava bene, era lì in piedi davanti al camino accanto a mia madre. Sembrava invecchiato di parecchi anni e quanto ad aspetto sembrava essere appena uscito da una malattia che probabilmente l’aveva costretto a letto, nonostante ciò l’abbigliamento era sempre impeccabile e ogni cosa era al suo posto: camicia ben stirata, bastone da passeggio accanto stretto nella mano destra.
“Ti stavamo aspettando, Draco...”disse, cercando di ammiccare un sorriso rincuorante, ma secondo me senza successo.
Non avevo mai visto mio padre sorridere, almeno non a me, che sono il suo unico figlio. E le rare volte che ci provava, a me quelli non sembravano sorrisi.
Forse mio padre non sapeva sorridere...

“Siediti, ti dobbiamo parlare...” aggiunse mia madre.

NOTE DELL'AUTRICE:

Bene, che ne dite di quest'altro capitolo? Tra il nostro Draco/Daniel e Clarisse potrebbe funzionare? E poi Lucius e Narcissa secondo voi nascondono qualcosa? Perchè avrebbero dovuto chiamare così urgentemente il figlio?
Alla prossima e recensite!

  
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