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Autore: Inquisitor95    30/08/2015    3 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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27.

Alleati della pietra






« Allora principe Alcaliry, come vi hanno trascinati fuori da Sigdel? Non mi pare che la città mancasse di protezione e non vedo la possibilità di fuggire con una persona con facilità... » dissi parlando col principe dagli occhi violacei, eravamo fermi e riuscivamo a vedere le porte di Sigdel incassate nella roccia del vecchio vulcano spento. Era ancora mattina e il sole brillava debolmente oltre uno strato di nubi leggere.
Essendo svenuta per le ferite e per la stanchezza, Raphael era preoccupatissimo, l'aiuto della Magia Bianca di Hematha era stato prezioso per il mio stato ma poche ore di riposo mi avevano già rimesso in sesto e mi sentivo potente. Le scenate di preoccupazione di Raphael però avevano chiarito ogni minimo dubbio sula nostra relazione, ecco perché sembrava quasi evitare di guardarmi, cercava di sviarmi e arrossiva.
In fondo era meglio così. Gli altri lo sapevano e ci eravamo già posti il problema senza bisogno di preoccuparci. « Probabilmente riderete... sono interessato alle Arte Arcane di voi maghi; così come mio padre... sono immischiato in una ricerca che potrebbe cambiare il volto della storia nanica! » disse con voce giovanile, probabilmente aveva molti anni ma corrispondevano a una diversa età rispetto a noi umani. « Sono stato ingannato con alcune false notizie e mi sono avventurato tra le montagne da solo per cercare ciò che serviva! »
« Che genere di ricerca? So che voi nani non potete nascere con le doti magiche. Tranne rare eccezioni... » riportai ciò che sapevo e lui lo confermò annuendo con forza.
« Precisamente. Ma qual è la natura di queste eccezioni? Sto cercando di trovare un modo per riprodurre la magia. Il problema però è che spesso la soluzione sta nel sangue... non è una cosa che si può apprendere a basta! Temo ci vorranno decine di anni prima che io riesca a ultimare gli studi, la mia paura però è di non riuscire a vederne la fine... » si preoccupava per il suo popolo, avere maghi nani era una caso eccezionale. In tutta Inakarrias forse non ne esistevano.
« Credo che dovreste cercare una soluzione all'esterno del nostro regno. Dovreste chiedere alle Accademie della magia fuori da Inakarrias, la magia viene insegnata a chi possiede doti magiche e forse qualche mago anziano potrà rispondere ai vostri quesiti o magari interessarsi alla vostra causa... » era una possibilità da non escludere. Il problema però era che lui era il principe ereditario, figlio unico di Re Kyndol, l'unica cosa che poteva fare era trovare persone disposte a studiare per lui.
Quando ci mettemmo in viaggio ero con la testa totalmente in un altro luogo, riflettevo soprattutto sulla chiave che il re aveva nella corona. Pensavo a dove potessero essere usate, forse fuori Inakarrias e chissà quante altre chiavi ancora erano presenti per il mondo. La mia mente veniva però distratta allo stesso tempo da Winsper, sembrava diverso ma nel frattempo non era cambiato nulla di lui, aveva ancora il suo bel fisico, la sua armatura. Nulla di lui era realmente cambiato.
« Sembri diverso sai? Forse è perché so che la maledizione è stata spezzata, avverto chiaramente che qualcosa in te è mutato rispetto a quando ti ho visto la prima volta... » dissi cercando di fare un discorso amichevole con lui. Non volevo perderlo come amico, era simpatico e dolce e ci teneva a me quando Raphael.
Si voltò verso di me con sguardo assente e pensieroso. « Davvero? Io non sento nulla di diverso... ma mi sollevano le tue parole! » cademmo in un silenzio imbarazzante mentre continuavamo a camminare verso la porta. « Sono felice per te! »
Le sue parole cambiavano decisamente il nostro discorso, si era forse spostato su me e Raphael? « Io e Raphael siamo felici. Non pensavo che mi sarei mai potuta innamorare di lui la prima volta che lo vidi, immagino che il destino mi abbia arriso facendomi fuggire dagli Erranti... » non sapevo cosa dire, qualunque mia parola poteva ferirlo come se gli tirassi un coltello in mezzo al cuore. Dovevo fare attenzione.
« Sì vede che state bene. E sono sicuro che avrete dei bellissimi figli... però ti prego... » fece una pausa e temevo mi volesse dire qualcosa di male. « Se mi dici che stai per avere un bambino giuro che mi ammazzo! » la cosa mi fece scoppiare a ridere e gli altri si voltarono, quasi mi ressi sul bastone.
« No tranquillo! Ti prometto però che sarai il primo a saperlo... » dissi infine cercando di trattenere le risate. Avere un figlio non era ancora contemplabile, amavo Raphael più della mia vita forse, lui mi amava quasi come fossi la ragione della sua di vita. Ma non volevo di certo fare figli a diciott'anni! Ero ancora giovane e con il caos che la Gilda delle Tenebre stava generando decisamente non era il caso di fare figli.
Ritornammo in città e quindi tornammo nuovamente in quella meravigliosa città che sembrava costruita con l'oro, le porte si chiusero dietro di noi e salimmo le scalinate che portavano all'ultimo piano dove si trovava il castello reale. Quando le guardie davanti la porta ci videro subito aprirono per fare entrare il loro principe, quello continuava a dire che stava bene e che voleva solo tornare da suo padre. Fummo così scortati tutti quanti direttamente nella sala delle udienze dove il re era stato già chiamato e ci stava attendendo con la sua armatura e la corona sulla testa.
« Figlio mio finalmente sei tornato! Sano e salvo! Sembra che tu manchi da casa da anni! » il padre corse contro il figlio e lo strinse, fu piacevole vedere come padre e figlio si volessero bene. Entrambi si commossero. Il re si rivolse subito a noi mandando il figlio dove poteva riposarsi e dove poteva mangiare in quantità tutto ciò che voleva. « Io non ho davvero parole che possano esprimere a sufficienza la mia gratitudine! Sono davvero... » rimase con la bocca aperta e piana di gioia.
« Non è un problema. Abbiamo dovuto farlo, risolviamo i problemi! Sta quasi diventando un'abitudine... » dissi in maniera sarcastica, cosa che fu apprezzata dal sovrano.
« Posso immaginarlo certo... » tornò subito serio e prese la propria corona tra le mani, con una di esse strinse la pietra circolare e la tolse come forse appoggiata. La passò verso di me e la presi tra le mani, nell'attimo in cui stavo per udire le voci quelle tacquero subito. « Mantengo sempre le promesse. Avete la chiave e avrete senza dubbio il mio esercito... mi piacerà vedere l'imperatore di Inakarrias con i miei occhi. »
« Immagino che sia la nostra prossima tappa. L'Imperatore probabilmente vorrà vederci e sapere da noi cosa stiamo affrontando... » dissi rigirandomi la chiave tra le mani. « Questa chiave è stata presa dai vostri avi dagli Erranti... mi potreste dire se ne sapete qualcosa? Magari il Primo Incantatore dell'epoca disse qualcosa sulla natura della porta... »
Re Kyndol non sembrava sapere nulla di quella che era la vera natura delle chiavi. Nonostante quello però mi spiegò come la chiave era entrata nel loro regno. Era stata donata ai vecchi sovrano, ci disse che era incastonata in una pietra ovale e la Prima Incantatrice l'aveva consegnata direttamente di spontanea volontà. Diceva che la pietra lì non era al sicuro e che probabilmente qualcuno l'avrebbe reclamata per aprire la porta e per scaturire paura e chissà quali pericoli.
« Grazie per le risposte... » non mi aveva detto nulla di particolarmente utile in verità ma era comunque giusto visto che ci aveva dato la chiave e l'esercito.
« Figuratevi! Anzi... mi aspetto che restiate per il pranzo! Siete miei ospiti d'onore al castello e non accetto rifiuti! » non avevamo nulla da obiettare visto che sentivamo la mancanza di qualcosa che non fosse la minestra di Raphael o la carne di Hematha. Restammo quindi al castello per tutto il pomeriggi: potei anche vedere il “laboratorio” del principe nanico, una stanza piena di appunti e libri sulla magia, ogni sua annotazione però era piena di dubbi visto che non poteva direttamente sperimentare le sue teorie. Ero dispiaciuta ma non poteva di certo usare il sangue dei maghi per le sue ricerche.
* * *

Attorno a me vedevo solo una grande landa di distruzione, la terra era bruciata e riuscivo ad avvertire un odore che mi suonava diverso per quel luogo, era un profumo di rose ma non riuscivo a vederne cespugli. Attorno a me c'erano solo fiamme ed esalazioni violacee, il cielo oscurato che segnava la fine di ciò che era stata Inakarrias. Mi trovavo ancora in quel posto stranissimo, il futuro che sognavo, il futuro in cui il drago mi parlava; ed eccolo ancora una volta: stavolta arrivò in volo da lontano, atterrò di peso sulla landa distrutta dissolvendo parte della nebbia e delle ceneri generate dai fuochi e che viaggiavano nell'aria. Aveva l'aria malconcia, respirava a fatica.
« Che cosa vi è successo? » dissi preoccupata rivolgendomi in maniera rispettosa nei confronti del dragone. Le sue scaglie bianche erano macchiate del suo sangue scuro.
« Non pensare a me, Profetessa... il mio tempo ormai sta scadendo e non mi resta che indicare la via a te... sperando che non ci sia più necessità del mio aiuto! » ruggì il drago, non riuscivo a capire, ero arrabbiata perché chiunque gli avesse fatto del male la doveva pagare. « Mancano ormai solo quattro membri della Gilda... sei quasi a metà dell'opera... non demordere! » vidi che i suoi respiri erano sempre più faticosi, i suoi occhi diventavano vuoti e si spegnavano a tratti della luce della vita. Cominciai a correre verso il drago arrivando a scontrarmi contro il suo gigantesco mento.
« Ho bisogno di sapere se ci sono altre chiavi; ho bisogno di sapere dove metterle... sento che potrebbero aiutarmi nello scontro. Vi prego rispondetemi... » il drago parve tornare per pochi istanti in vita, come se stesse lottando.
Vedevo contraddizione e negazione, non voleva rivelarmi il luogo dove potessi usare le chiavi. Alla fine forse si stava rassegnando però. « Hai tutte le chiavi Profetessa... il problema è che sai pure dove usarle! » disse il drago.
Quelle parole mi lasciavano sconcertata. Improvvisamente il luogo attorno a noi cambiò, una nuova dimensione fu generata e sentì il profumo degli alberi, un odore che riuscivo a distinguere unicamente come la foresta Mikenna. Non ero però nel mezzo della foresta. Ero in uno spiazzo dove aleggiava una strana nebbia, un'aria fredda che proveniva dal nulla e un gigantesco portone scuro davanti ai miei occhi. La Porta dei Dragoni! Fu allora che avevo collegato ogni cosa. Ecco dove avevo già visto quello strano metallo, era la serratura della porta dove stavano i cinque stampi delle chiavi.
Volevo ringraziare il drago, ma ancora una volta la dimensione era mutata attorno a me, mi trovavo sola e del drago non c'era neanche l'ombra. Sentivo solo la sua presenza come fosse uno spirito. Una forza imponente che cercava di proteggermi. Non riuscendo più a vedere attorno a me cominciai ad agitarmi fino a svegliarmi: finalmente sapevo dove usare le chiavi!
Quando mi svegliai vidi che ero in un bagno di sudore, non per il caldo che aveva fatto durante la notte ma per il fatto che sentivo un corpo nudo stretto a me, il corpo bollente e muscoloso di Raphael che mi stringeva, non sembrava essersi svegliato a causa del mio costante agitarmi; cercai di ricompormi scoprendomi senza vestiti ovviamente. Provai a sciogliermi delicatamente da quell'abbraccio quando potei sentire la voce di Raphael e il suo respiro sull'orecchio.
« Non hai dormito bene? Spero non sia per quello che abbiamo fatto stanotte... » disse con un tocco di malizia che raramente Raphael faceva vedere. Mi strappò un sorriso.
« No, mi è piaciuto stanotte. Ma ho fatto un sogno... » ecco che ricollegavo il sogno alla realtà. « Credo di sapere dove possano essere usate le chiavi! » mi misi con le gambe incrociate e seduta.
Raphael si spinse verso di me cingendomi tra le sue gambe e sfregando il suo corpo contro il mio.
« È grandioso. Ma sei certa di voler controllare cosa nascondano? Voglio dire... non è meglio lasciarle? Che sia il prossimo a controllare cosa c'è! Magari ci sono dei demoni all'interno... le ombre forse! » ogni pensiero di Raphael poteva essere veritiero, non avevamo modo di saperlo.
« Si tratta della Porta dei Dragoni. Si trova nella foresta Mikenna, è vicina al mio clan! » gli dissi, mostrò visibile stupore sbarrando gli occhi. « Se sono vicini al pericolo... devo saperlo! Devo salvarli... » che cosa gli stavo chiedendo in realtà non lo sapevo neanche io ma lui riuscì a percepire lo stesso qualcosa.
« Vuoi che ti porti dagli Erranti? Una normale visita di cortesia magari... ma riconosci che non è di strada! » era una deviazione troppo lunga e non avevamo ancora deciso cosa fare. Inoltre c'era da sistemare la questione con l'Imperatore che probabilmente ardeva per conoscerci. Inoltre altri alleati si erano figurati nella mia mente più di una volta, gli elfi.
« Vorrei chiedere aiuto agli elfi! » non parlavo di un clan specifico ma nella mia mente pensavo di parlare col clan degli Elfi della luna di Hematha. In fondo per quanto ne sapevo erano gli unici in giro per Inakarrias. Raphael mi strinse a sé, poggiò le labbra alle mie cominciando un bacio passionale.
« Sono con te fino alla fine e oltre! » era una frase abbastanza lugubre se pensavo al fatto che in quella guerra rischiavamo di morire contro la Gilda. Più di una volta avevo sfiorato il volto della morte e ne ero sempre uscita ferita ma viva.
Mi rivestì, indossai la mia veste da notte e poi usci dalla tenda lasciando Raphael al suo interno, nel frattempo potevo vedere che Tarnyth era già sveglio, aveva acceso un fuoco e i suoi capelli rossi brillavano dello stesso colore del sangue sotto la luce, mi fissò con occhi colmi di risentimento ma rassegnati. Non mi andava di parlargli perciò mi limitai a salutarlo e restammo in silenzio, pian piano tutti gli altri uscirono e si svegliarono. La mattina era fredda e una nebbia saliva lungo la valle pianeggiante che ci separava dalla capitale imperiale.
Dovevamo decidere cosa fare e dovevamo farlo tutti insieme. Molti dei miei compagni si rimettevano totalmente nelle mie mani e nelle mie idee ma io volevo sapere cosa ne pensavano. « L'Imperatore vorrà sicuramente vederci. Sapere la situazione e la sua gravità; dobbiamo parlare con lui al più presto! »
« Concordo! » disse Glaremy, era raro che ci trovassimo concorde nello stesso punto. « Dovrei fare rapporto per le alleanze strette. Nel frattempo potremo vedere se l'Imperatore ha finalmente ricevuto la Sacra Crociata... » a quella frase mi voltai stranita verso di lei non sapendo di cosa parlava.
« La Sacra Crociata? Di che stai parlando? » chiesi, tutti sembravano a conoscenza di quell'argomento e fu proprio Hematha a chiarire i miei dubbi al riguardo.
« Si tratta dell'esercito dello Stato della Chiesa. Le Guerre Sante combattute contro i maghi e gli eretici... centinaia di innocenti mandati al rogo solo per “merito” loro. È strano che tu non ne abbia mai sentito parlare... » nella sua voce nascondeva una velo di tristezza, lei credeva nel Creatore quanto nella Sua santa sede: la chiesa. Era difficile persino per lei da accettare però la caccia ai maghi.
« L'Imperatore crede che la Chiesa ci aiuterà? Mi sembra sempre più assurdo il pensiero... » disse Raphael con tono amaro. « Il Creatore ci ha abbandonati secoli fa. Quando sono cominciate le Guerre Sante... ormai non c'è nulla di buono in questo mondo per cui che senso ha continuare a credervi!? » era davvero infuriato, io non la pensavo esattamente come lui: credevo nel Creatore, ma il suo ragionamento non faceva una piega. Eravamo davvero stati abbandonati?
« A ogni modo... siamo tutti d'accordo sul fatto di andare a parlare con l'Imperatore no? » ora che lo dicevo sentivo di nuovo una certa ansia, non tutti potevano avere il piacere di vederlo nell'arco della loro vita. Metteva soggezione.
Tutti quanti annuirono.
« C'è un'altra cosa a cui pensavo... » dissi chinando appena il volto come per nasconderlo. « Vorrei chiedere un'alleanza agli elfi! » le mie parole quasi fecero scoppiare il pandemonio.
« Nessuno clan si alleerà con gli umani! » furono le fredde parole di Tarnyth, lo stesso significato avevano le parole di Hematha che furono dette con dolcezza e tatto.
« Gli elfi non si fideranno di noi. Sono passati pochi anni da quanto è finita la rivolta contro di loro e sono ancora colmi d'amarezza! » quello fu il pensiero di Winsper il cui risentimento verso gli elfi era piuttosto chiaro.
« Credo sia una buona idea invece. Myrah è il nostro comandante e noi tutti dovremmo ascoltarla. Volenti o nolenti dovremmo seguirla e appoggiare le sue idee! » Morkor era un mondo totalmente diverso; immaginai che tra gli orchi non si ammettessero repliche agli ordini di qualche superiore.
« Sai bambolina, ammetto che hai davvero le palle di cambiare questo mondo di merda e farne qualcosa di buono! » commentò Yvossa ridendo delle sue parole. « Se tu ci riuscissi, giuro che ti offrirò da bere per il resto della mia vita! » non era il momento adatto per quelle battute ma comunque trovammo un buon accordo.
Saremmo andati prima dall'Imperatore, anche il suo consenso era utile per chiedere aiuto agli elfi, successivamente saremmo stati da loro per poi tornare dagli Erranti dove però volevo stare sola con Raphael visto che era il mio fidanzato.
Quando la riunione terminò smontammo l'accampamento, finii in fretta di smontare la mia tenda e subito andai da Tarnyth, era ridicolo continuare a trattarci in maniera così fredda. Lui non si risparmiò in futili parole e andammo al sodo. « Sono geloso e non posso farci nulla! Ti odio perché hai scelto lui e non me... » quelle parole mi ferirono, nessuno mi aveva mai odiata, a parte mia sorella. Ma quello non faceva male quanto adesso visto che Tarnyth era mio amico.
« Mi odi perché ho scelto Raphael? Per quale motivo avrei dovuto scegliere te al suo posto? Perché siamo maghi entrambi? Ti rendi conto che l'idea è stupida!? » a quel punto non c'era nulla che potevo fare per tenerlo amico.
Gettò di lato la sua tenda e mantenne un tono tranquillo anche se dentro di sé voleva urlare. « Io ti amo! E lo farò per sempre... ma ti prego di dirmelo: che cos'ha lui di diverso? É muscoloso non lo metto in dubbio. Bello, va bene... ma non sei una di quelle ragazze che si sofferma sull'aspetto esteriore... »
Mi stava chiedendo una spiegazione inutile. Sapevo che qualunque mia risposta lo avrebbe ferito. Era inutile tentare di dire quella che avrebbe fatto meno male. Dovevo dire le cose come stavano e nella più totale sincerità.
« Raphael e io ci conosciamo da più tempo, ma non sono i giorni a fare la differenza! » cominciai in primo punto. « Il modo in cui si è sempre approcciato a me... il fatto che mi sono fidata di lui a poco a poco, il fatto che mi sono innamorata di lui a poco a poco... non posso spiegartelo; è così e basta... e dovresti accettarlo ed essermi amico! » a quel punto cominciò ad alzare la voce facendo girare chi era più vicino a noi.
« Esserti amico!? No, non voglio essere una spalla su cui piangere le futilità; non voglio accontentarmi... non sono Winsper che si vede che ti sbava dietro e che non riesce a lasciarti andare! Io voglio tutto di te... » l'ultima frase l'aveva urlata facendo girare tutti, sia Winsper che Raphael erano neri in viso, il secondo si avvicinò con la spada sguainata, mi misi tra loro perché non potevo permettere che accadesse.
« Non ti azzardare mai più ad alzare la voce alla mia fidanzata hai capito bastardo!? » potei vedere l'odio negli occhi di Raphael, mi avvicinai a lui mentre gli altri accorrevano a separarli prima che scoppiasse il peggio.
« Stai tranquillo, non mi intrometterò tra voi! Ma non ti aspettare che io continui a guardarti le spalle, Raphael! » quello mi fece scattare di rabbia e urlai contro entrambi.
« Smettetela subito di litigare! » a quel punto calò il silenzio nell'intera montagne ed ebbi modo di prendere fiato e calibrare il mio tono di voce. « Tarnyth, se non possiamo fidarci di te, se non possiamo essere certi che tu sia pronto a difenderci, allora non posso permetterti di restare con noi! » quelle parole lasciavano tutti di stucco, lo stavo cacciando via.
« Cosa intendi dire? » disse lui balbettante, l'elfo era praticamente senza parole, incredulo per ciò che dicevo.
« Non voglio essere costretta a cacciarti via! » dissi infine stringendo i denti, Raphael abbassò subito la spada. « Se non ti sta bene proteggerci, allora vattene via! Questo non è il tuo posto... pensaci bene! Non voglio che accada di nuovo... »
Ero stata dura, fredda e cattiva. Mai quella parte di me era riuscita a scaturire dal mio interno, la guerra e il tempo mi stavano cambiando? Forse stavo finalmente crescendo. Tarnyth non disse una parola, chinò semplicemente il viso e raccolse le sue cose, temevo realmente che andasse via ma restò insieme a noi, semplicemente in disparte e da solo. Lo avevo perso.
« Immagino tu sia arrabbiata con me... ma nessuno ti farà del male. Te l'ho promesso quando abbiamo deciso di avere una relazione! » disse Raphael venendomi accanto e strisciando appena le braccia, gli strinsi la mano appena la trovai.
Non per fargli male, ma perché non mi ero mai sentita così protetta, così amata ed era come se lui potesse scivolare via. « Non sono arrabbiata con te. Ti amo e nulla potrà mai cambiarlo... » senza pensarci gli diedi un bacio sulle labbra.
Non sentii commenti al riguardo e lui fece un sorriso. « Ciò non cambia il fatto che ho perso il controllo... che tu mi fai perdere il controllo! Non riesco a stare lucido... e mi piace! »
Non potei non sogghignare e mi ci strinsi al braccio, accerchiando la fredda armatura con le braccia. « Mi piace questo lato di te, romantico e aggressivo allo stesso tempo... »
« Io sono molto romantico. E troverò il modo di mostrartelo sempre... » ci guardammo negli occhi e poi continuammo per la nostra strada, il viaggio verso la capitale imperiale era lungo.
  
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