Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: YukiWhite97    30/08/2015    2 recensioni
Il percorso dell'esistenza può essere diverso per ognuno, ed ogni persona che viene al mondo ha le sue esperienze, la sua storia, il suo posto nella storia di un libro infinito chiamato Vita.
William, tramite svariati racconti, riuscirà a spiegare allo shinigami Grell, esperienze elementari ma anche fondamentali come la nascita, la crescita e la morte.
Racconti che, insieme ai loro personaggi, riusciranno a prendere vita....
Brevissima storiella basata sul film "L'apetta Giulia e la Signora Vita".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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William alzò il capo sbuffando rumorosamente, al suono stridente e fastidioso del suo telefono. 
Si alzò, prendendo la cornetta e rispondendo.
"Pronto? - domandò con calma, per poi, dopo alcuni secondi di silenzio, alzare il tono della voce - COSA?! COME SAREBBE A DIRE? PRODUZIONE RIDOTTA?! CHE SIGNIFICA?!
Nello stesso frattempo, Grell era entrato silenziosamente nel suo ufficio, ben attento a non farsi scoprire dall'ira di quest'ultimo, cercando di nascondersi sotto il tavolo.
"Giusto te! - urlò ad un tratto il moro voltandosi e indicandolo - cosa hai fatto, 33 21 22, non ti sei presentato a lavoro?!"
"Emh - balbettò il rosso tirandosi timidamente su, con le mani dietro la schiena - e tu come lo sai?"
"Mi ha chiamato la direzione per informarmi di un calo della produzione dello 0,000001% nella tabella di marcia, una cosa mai accaduta nella storia degli shinigami! Hai qualcosa da dire per discolparti, 33 21 22?"
"Sì - borbottò ancora, parecchio intimidito - che mi chiamo Grell. E che mi sono svegliato tardi. A quel punto mi sembrava inutile andare a lavoro, così ho pensato di andarmene un pò giro"
"Che non succeda mai più! - sbottò l'altro portandosi una mano sul viso - e per punizione....!"
"Niente storia 'sta sera?" - piagnucolò il rosso.
"No - sospirò - te la racconto. In fondo - arrossì - in fondo sei il mio preferito, ma che non succeda mai più!"
"Parola di Grell! - esultò felice - ma tu Will, puoi chiamarmi come vuoi!". Il moro lo guardò, arrossendo terribilmente al suo sguardo felice e bambinesco.
"Emh, emh - fece sgranchendosi la voce - vorrà dire che recupererai domani con un pò di straordinari. Mi rendo conto che stai entrando in un' età difficile, quella che gli essere umani definirebbero "adolescenza", o qualcosa del genere. Dunque, tornando alla nostra storia: come hai potuto vedere, Alois è diventato grande, e ora anche Ciel sta diventando grande....

C'era una volta un cielo infinito, e tre mondi: il primo era il mondo degli adulti. Quest'ultimo era freddo, insignificante, grigio.
Gli altri due invece, erano il mondo dei bambini e quello degli animali. Essi erano colorati, e gli abitanti d ognuno potevano tranquillamente entrare ed uscire da un altro mondo.
Ma a nessuno, era concesso entrare o uscire dal mondo degli adulti, se non con permessi speciali, concessi esclusivamente dalla guardie.
Ciel camminava impettito, guardandosi intorno con fare nostalgico: la gente tendeva ad essere così anonima, così fredda e insensibile, una realtà ben  diversa da quella che aveva sperato di vivere.
"Aveva ragione la mia mamma - sussurrò per poi sospirare - qui sono sempre tutti tristi, o arrabbiati. Non vi è musica ne colori. E' tutto... spento... voglio andar via di qui.... al più presto".
Ciel si trovava in quella fase della vita in cui difficilmente avrebbe potuto trovare la sua identità. Troppo grande per rimanere nel mondo dei bambini, ma troppo piccolo per rimanere in quello degli adulti. Legato indissolubilmente a quelle che erano le gioie della sua infanzia, era impossibile pensare di poter crescere e abbandonare la fanciullezza per divenire anche lui un ligio e freddo adulto.
Dovette ben presto accettare il fatto di essere diverso, ma ciò non lo frenò dal cercare di comportarsi in modo diverso: cominciò ad essere gentile con la gente, addirittura a sorridere, e ciò lo rendeva agli occhi degli altri una persona scomoda, una persona che le guardie tenevano d'occhio.
E ben presto, sarebbe arrivato il giorno in cui egli avrebbe dovuto chiedere il permesso, per poter uscire da quel mondo che tanto odiava....

Dopo aver corso per parecchi metri su una distesa infinita di erba nera come il carbone, Ciel arrivò all'alto cancello che separava il mondo degli adulti dalla libertà che tanto bramava.
Provò ad aprirlo, ma inevitabilmente fallì, poiché il cancello era in massiccio ferro, al quale si aggrappò disperatamente. Poteva in lontananza udire il rumore delle sirene, segno che le guardie dovevano aver scoperto della sua fuga.
"Accidenti! - imprecò - e adesso come faccio? Devo andar via di qui, alla svelta!". Si guardò intorno, un pò impaurito, scorgendo poi dall'erba d'ebano una figura che si muoveva. Trasalì, pensando che qualcuno lo avesse adescato, ma quando fece per urlare, una mano gli si poggiò sulla bocca. 
Immediatamente i suoi occhi blu si spostarono su colui che gli era apparso da dietro e lo aveva zittito, e sugli occhi color rubino che quest'ultimo possedeva, un dettaglio particolare che lo colpì molto.
"Tu! - urlò ad un tratto scostandosi - chi diamine sei?!"
"Non agitarti - lo rassicurò alzando le mani - non sono un tuo nemico, vedi, ho la tua stessa età". Ciel lo guardò, notando come effettivamente quel tipo fosse molto più piccolo rispetto agli abitanti di quel mondo, nonostante la statura superiore alla propria.
"Sei anche tu un ragazzino come me - costatò - e io che pensavo di essere l'unico"
"Ti sbagli - rise il corvino - prima o poi tutti passiamo da questo mondo, solo che per alcuni è più difficile - gli porse una mano - Io sono Sebastian Michaelis"
"Io - sussurrò accennando un sorriso - mi chiamo Ciel.. Ciel Phantomhive"
"Ciel - sussurrò a sua volta sorridendo - è un bel nome... ma cosa ci fai qui? Vuoi scappare anche tu?"
"Anche? Significa che abbiamo avuto la stessa idea?" - domandò.
"Probabile - sospirò - nessuno di noi bambini vorrebbe mai venire qui, e quando ci entriamo vorremmo uscirne. Sono qui da prima di te, e posso pertanto capirti. Nessuno vorrebbe rimanere imprigionato in un mondo come questo". Il ragazzo dai capelli antracite sorrise, per poi arrossire terribilmente: quel ragazzino dagli occhi color sangue era molto, molto carino, anche affascinante a suo modo, e soprattutto aveva un modo di parlare che lo conquistava,
I suoi benevoli pensieri vennero però interrotti quando udì un rumore che somigliava vagamente a quello di un carrarmato, cosa di cui si accorse anche Sebastian e che lo portò a portare il suo nuovo amico dietro di se, come a volerlo proteggere.
Immediatamente dopo, dai quattro carrarmato che sopraggiunsero, ne uscirono saltellando quattro uomini vestiti in tuta mimetica, simili a dei soldati.
"Oh - sussurrò Ciel spaventato - cosa ci faranno?"
"Non avere paura - lo rassicurò il corvino - non ti faranno nulla, io non lo permetterò". Un'altra frase, la prima che aveva fatto battere il suo giovane cuore tra la fanciullezza e l'età adulta.
In quel momento, una delle quattro guardie, un tipo dai capelli arancionati e con degli strani tatuaggi stampati in viso, si fece avanti.
"Voi, piccoli delinquenti, come avete osato provare a scappare di qui! Io, il comandante Joker, non posso permettere che due abitanti del mondo degli adulti scappino via, è contro il regolamento!"
"Contro il regolamento?! - sbottò Sebastian - noi non vogliamo stare qui, non è il nostro posto, e tu non puoi obbligarci, intesi?! Siamo stati costretti a venire qui dal nostro mondo che amavamo e da cui vogliamo tornare!"
"Sebastian! - lo zittì Ciel - ma cosa....?". Le parole gli morirono in gola. Egli era terrorizzato, ma allo stesso tempo, nonostante non lo conoscesse, sapeva che quel ragazzino lo avrebbe difeso con quel coraggio che mostrava senza paura.
"Voi marmocchi - sbottò Joker - è per questo che quelli come voi li teniamo lontani! Dico io, cosa ci sarà mai di bello ad essere bambini? Essere bambini è orribile!"
"Perché, tu lo sei mai stato?! - lo provocò il corvino - qui è orribile, facci andare via!"
"Oh, che insolenti - sospirò portandosi una mano sul viso - chi lascia il mondo dei bambini non può più tornarci! Però, se proprio insistete, potrei darvi il permesso speciale di qualche giorno...!"
"Eh?! - sussultò Ciel incredulo - davvero... noi potremmo...?"
"Ma se non tornerete entro il tempo prestabilito, torneremo a prendervi con la forza! - li minacciò azionando il cancello - ora andate, veloci!". Sebastian e Ciel si guardarono negli occhi un pò confusi, ma poi, non appena ebbero realizzato, istintivamente si presero per mano, iniziando a correre verso l'esterno. Non appena furono usciti tutto fu buio, quasi spaventoso, era così strano scappare via, così pauroso da non trovare la forza di guardarsi indietro. Ma poi, non appena intravidero i primi sprazzi di sole, di aira pulita che tanto era loro mancata, iniziarono a sentirsi meglio.
"Ci siamo! - esclamò Sebastian ansimando felicemente - siamo qui! Ciel, ce l'abbiamo fatta!". Il ragazzino dai capelli antracite si guardò intorno, felice di poter rivedere finalmente tutti quei colori, quel sole, e quella vera vita. poi udì delle voci, e immediatamente dopo, un gruppo di bambini poco più piccoli di loro, fece capolino.
"Guardate! - esclamò Luka - sono scappati, sono scappati dal mondo degli adulti! Bentornati!". A quel richiamo, il gruppo di ragazzini festosi andò incontro ai due sventurati, i quali furono felici di riabbracciare i loro coetanei.
"Ma come... come hai fatto? - sussurrò Ciel - non hai avuto paura?"
"Certo che ho avuto paura! - rise Sebastian - ma la paura va affrontata! Adesso non dovra più essere spaventato Ciel, il sole è tornato a brillare!"
Era proprio vero, pensò poi Ciel, il sole era tornato a brillare, sole luminoso che si rispecchiava negli occhi lucidi di quell'avventato e sciocco ragazzino.
Ma quest'ultimo lo portò a sorridere, come mai aveva fatto, poiché già sapeva che in lui avrebbe potuto trovare il più improbabile dei compagni di vita.

Purtroppo, proprio come aveva Joker preannunciato, la sera del terzo giorno, lui e i suoi uomini si apprestarono a lasciare il mondo degli adulti per catturare Ciel e Sebastian e riportarli indietro.
Il problema era che non sarebbe stato facile, essi non erano abituati a tutti quei colori, a quel profumo, e non appena varcarono la soglia che divideva quella luce dal loro buio, furono talmente accecati che furono costretti a chiudere gli occhi.

"Accidenti, no! - esclamò Ciel - Sebastian, hai visto? Tornano a prenderci, che facciamo?!"
"Non devi avere paura - lo rassicurò il corvino prendendolo per mano - loro qui non possono entrare"
"Ma... ma noi siamo entrati" - sussurrò arrossendo.
"Perché io ho sempre creduto in questo mondo - disse sorridendo - e anche tu ci hai sempre creduto. Fidati di me, Ciel". I loro occhi di colore contrastante si incrociarono, e silenziosamente, il più piccolo diede lui il suo consenso.

Le guardie avevano dunque oltrepassato il loro mondo, e si erano ritrovati in quello dei bambini. L'aria per loro appariva molto rarefatta, e proprio per questo erano stati costretti a indossare delle maschere.
"Sbrighiamoci ad andarcene - imprecò Joker - questo posto mi disgusta!"
"Hey, guardate! - disse ad un tratto una voce acuta che lo portò a voltarsi - sono guardie! Brutte e cattive, ah, ah, ah!". Non appena il rosso si fu voltato, si ritrovò davanti un gruppo di bambini, affiancato ad un altro gruppo di animali dallo strano color pastello.
"Dannazione! - fece indietreggiando - ma quanti sono?!"
"L'avevi detti anche tu no? - rise Sebastian - i bambini sono terribile, e adesso vedrai quanto, forza ragazzi!". A quel segnale, con una trappola che i bambini avevano già costruito in tempo record, con il semplice movimento di una corda, riuscirono a far scivolare un telo pieno di profumatissimi e coloratissimi fiori addosso alle guardie.
Quest'ultime, stordite dall'odore, furono costrette ad accasciarsi al suolo, senza possibilità di reagire, una visione che fece ridere disgusto i bambini, i quali presero ad acclamare Sebastian.
Un vero leader, pensò poi Ciel, un amico sincero, e soprattutto senza paura.
"Forza Ciel - lo incoraggiò poi il corvino prendendolo per mano - so che vorremmo rimanere qui, ma è arrivato il momento di divenire grandi, insieme".
E quella proposta non gli risultò affatto male. Sorridendo, gli strinse una mano, capendo che mai più si sarebbero persi.

Le cose cambiarono finalmente nel mondo degli adulti. La legge del divieto di entrare o uscire fu finalmente eliminati, e i grandi furono finalmente liberi di poter vedere i loro bambini quando e come volevano, una cosa non da poco, poiché la mancanza dell'allegria e della pura innocenza, era stata la causa che aveva reso quel mondo grigio, quel mondo che era ora tornato ad essere colorato.
Sebastian e Ciel divennero amici inseparabili, e anche crescendo, non scordarono mai l'allegria del vivere tipici dei bambini. Anzi, portarono con loro questa gioia di vivere, aiutando i piccoli come loro, ad entrare nel mondo degli adulti senza paura. 
Crescere poteva risultare terribile, ma in realtà era soltanto un nuovo inizio. 
Tutti, in quel mondo, osservavano i due improbabili amici con un pò di diffidenza inizialmente, quando li vedevano arrivare insieme, Ma poi si perdevano nella loro amicizia che con il tempo divenne profonda, li osservavano finché entrambi, mano nella mano, si perdevano nel tramonto del sole.


Angolo dell'autrice
Anche questo capitolo mi piace tantissimo twt <3
Non solo perché i nostri due picci si sono incontrati ( e diciamolo, sono adorabili), ma anche perchè si parla di una bella tematica, ovvero la difficoltà del bambino nel passare dall'infanzia all'adolescenza, un periodo in cui siamo passati tutti e non con poche difficoltà.
Ma questo non è che l'inizo della vita, le belle cose arrivano adesso :PP
   
 
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