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Autore: ketyblack    30/08/2015    2 recensioni
Ingredienti:
❥Una piscina da gestire
❥La bella stagione
❥Un gruppo di ninja senza missioni da compiere
❥La calura estiva
Formeranno un mix letale, garantito!
Tsunade nota che con la calura estiva le visite al villaggio da parte dei turisti stanno diminuendo, per porre rimedio a questo problema decide di far costruire una piscina appena fuori da Konoha. Indovinate un po' chi dovrà gestirla e sacrificare la bella stagione sgobbando sotto il sole? Leggete e scoprirete ogni arcano.
Forse un po' fuori contesto rispetto al manga, ma con questo caldo soffocante non posso far altro che scrivere cose del genere! Una ff dal sapore estivo e leggero, una bella short-fic era proprio quello che ci voleva! Non mancheranno momenti comici e nemmeno hot. Recensite in tanti!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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 Ma buooonsalve a tutti carissimi! Ecco il terzo capitolo di questa storia, vi avviso già che ci sarà un capitolo in più del previsto, per il sommo gaudio di tutti quanti! Buona lettura!
 

Pool of love - An endless summer

Capitolo 3: August

 

torrido e infinito sembrò il mese di agosto. Dopo quei tre giorni di pioggia battente di fine luglio non vi era nemmeno una nuvola passeggera in cielo e c'erano più o meno quaranta gradi all'ombra.

“Cho, mi fai una granita? Tra poco devo fare il pagliaccio con i balli caraibici...” sbuffò Shikamaru accasciandosi su uno sgabello davanti al bancone.

“Agli ordini! Secondo me Shika sei troppo stressato. Basta con queste prese di posizione con Kiba. Se Ino è felice dovremmo esserlo anche noi per lei, no?” disse di punto in bianco il mastodontico Akimichi porgendo al Nara una grossa granita al limone.

“Certo. Ma l'idiota non la racconta giusta... vedo cambiamenti all'orizzonte, vecchio mio!” rispose in tono teatrale iniziando a trangugiarsi la granita.

“Ehi, crybaby, che strano non vederti dormire da qualche parte...” al Nara venne un lieve infarto nel sentire di punto in bianco quella voce fin troppo conosciuta. Non ora, maledizione!

Si girò come se nulla fosse, ignorando l'occhiata spaventata di Choji dietro il bancone. Con finta disinvoltura e non facendo caso alla frecciatina che gli era appena stata rivolta sorrise sghembo.

“Temari. Devi davvero essere a corto di idee per passarti l'estate qui.” disse in tono asciutto brandendo il bicchiere di granita a mo' di arma.

“Stai calmo, ragazzino. Sono qui per rilassarmi e godermi il panorama...” fece in tono allusivo. Eh no, cara. Il Nara assottigliò lo sguardo, la mascella contratta. Era decisamente infastidito.

“Beh, allora vattene, qui non c'è nulla da vedere che tu non abbia già visto.” sbottò dandole la schiena. Si sentì battere sulla spalla.

“Ricorda una cosa, il cliente ha sempre ragione. E se non vuoi che il tuo villaggio ottenga una brutta nomea faresti bene a stare calmo.” sussurrò in tono minaccioso sfiorandogli l'orecchio con le labbra carnose.

 

Dal mini-club si sentivano chiaramente le solite musiche dei balli caraibici di mezzogiorno. Ino lanciò un'occhiata a bordo piscina e vide i due soliti animatori improbabili ballare chi con maestria, come Kiba e chi con imbarazzo misto a rabbia come Shikamaru. In quei giorni i due evitavano di parlarsi, si diceva che in spogliatoio il Nara non ci entrasse nemmeno se fiutava la presenza dell'Inuzuka.

“Ino-chan! Ino-chan! Izumo ha detto che tu e l'animatore con le zanne rosse siete fidanzati! Vi ha visti per mano al parco!” urlò una bambina che non doveva avere più di dieci anni. Ah, beata innocenza. Ricordò la bionda che anche lei in quel periodo spiava le coppiette più grandi facendosi dei gran film mentali.

“Tsukushi! Ti avevo detto di star zitta!” spuntò dal nulla un'altra bambina, probabilmente coetanea della prima, tutta imbarazzata. Ino si aprì in un mezzo sorriso.

“E' che io e lui siamo molto amici, per questo stiamo spesso insieme e...” ma Tsukushi non la lasciò finire.

“Ma tu non eri sempre insieme all'animatore col codino? Lui sì che è bello!” disse puntando un dito in direzione di Shikamaru che ballava legnoso come sempre. L'altra bambina si lanciò al collo di Tsukushi buttandola per terra.

“Ma stai zitta, Ino-chan è così bella, è meglio quello con le zanne rosse!” la bionda rise sotto i baffi cercando di dividerle. Ma dov'era Sakura quando serviva? Ultimamente era sempre a farsi i suoi comodi per poi tornare tutta scarmigliata e con le guance arrossate. Si rabbuiò a pensare che probabilmente, eccezion fatta per Hinata che era un caso a parte, mancava solo lei a sperimentare la sua prima volta. Ed era così strano che non si lasciasse andare, insomma, stava con Kiba, lui si stava anche facendo insistente con le richieste, l'ultima volta si era quasi fatta spogliare del tutto, ma qualcosa la bloccava. E sapeva benissimo che cos'era e aveva anche un nome. E un codino che sfidava le leggi di gravità.

Sussultò quando vide un biondo fin troppo conosciuto uscire con nonchalance dagli spogliatoi tirando per un braccio un'imbarazzatissima Hinata. Le si piegarono le labbra in un lieve sorriso. Finalmente quel cretino aveva capito qualcosa. Forse non era poi il più stupido del villaggio.

 

“Sasuke, dai, devo tornare, Ino sarà già incazzata...” sussurrò la rosa staccandosi a malincuore dalla labbra calde del ragazzo. L'Uchiha sospirò mollando la presa sui suoi fianchi. Vide uno strano guizzo negli occhi scuri.

“Forse dovremmo dirlo a Naruto, glielo dobbiamo...” fece Sakura meditabonda senza guardarlo in faccia.

“Io non ho nulla da nascondere.” la rosa giurò a sé stessa di non aver mai sentito parole più belle. Per Sasuke quella valeva come una serenata sotto le stelle con tanto di orchestra sinfonica e mazzo di rose rosse. Gli buttò le braccia al collo con slancio, felice.

“E' la cosa più bella che potessi dirmi!” esclamò lei dandogli baci sulla guancia e affondando le mani tra i suoi capelli corvini. Sasuke ricambiò la stretta, con un ghigno che sembrava quasi un sorriso sincero. Si stava proprio rammollendo, doveva ammetterlo, ma non gliene importava poi così tanto.

“Dai, va' adesso. Altrimenti la bionda ti ammazza!” disse dandogli un buffetto sulla fronte e rimettendosi il fischietto da tiranno al collo.

 

“E poi la notte del dieci agosto sicuramente andrò fino in fondo! Me lo deve, insomma, sono mesi che aspetto!” stava urlando Kiba al bar ad uno Shino che non poteva essere meno interessato a ciò che il compagno stava dicendo.

“Scontato, fin troppo.” una voce irruppe nel suo monologo, alzò lo sguardo, accigliato, pregando non fosse la diretta interessata. Beh, bionda era bionda, e aveva anche un gran bel paio di tette.

“Ma buongiorno, Temari, qual buon vento...” ghignò alla sua stessa battuta facendo calare il gelo a quel tavolino del bar. La bionda in questione se ne stava seduta su uno sgabello al bancone, con le lunghe gambe accavallate e le braccia appoggiate mollemente al bancone.

“Molla l'osso, Inuzuka.” sibilò lei rifacendo una battuta scontata quasi quanto la sua. Però doveva ammettere che si era fatto carino anche lui.

“Non che siano affari tuoi, ma faccio quello che voglio, fino a prova contraria...” esclamò alzandosi dalla sedia e poggiando una mano al bancone. I canini affilati brillarono al sole.

“Certamente. Ma sappiamo tutti che Ino Yamanaka non è roba per te. In fondo l'hai sempre saputo anche tu, no?” rispose sorseggiando il suo drink con tanto di ombrellino. Forse il bar non era proprio il posto migliore per parlarne, dal momento che Choji troneggiava dietro la piastra dei panini e Hinata armeggiava con la macchinetta del caffè.

“Non penso proprio, sai?” sibilò adirato. Pensò con compassione a Shikamaru che aveva dovuto subire le angherie di quella donna per quasi un anno.

“Scommettiamo? Ti dico che non durerà fino alla fine dell'estate.” gli porse la mano smaltata, lui non tardò a stringerla vigorosamente, sicuro di sé.

“Oh, perderai.” la guardò intensamente.

 

Una foglia cadde solitaria coprendo il vialetto di sassi della piscina. Shikamaru la guardò posarsi a terra con attenzione. Stava per succedere qualcosa, tutto quell'amore nell'aria, era tutta calma apparente. Almeno, ci sperava vivamente. Aveva appena visto Kiba e Ino appartarsi dietro gli scivoli d'acqua, si potevano sentire le risate della bionda fino al campo da beach volley che lui stava bagnando con uno scazzo pauroso. Era da giorni che era nervoso, da quando era tornata Temari, continuava a provocarlo, in modo lieve ma fastidioso e la vedeva sempre troppo vicina a Kiba. Ma che diavolo era successo a quel cazzone dell'Inuzuka da un anno a quella parte? Le donne avevano preso a corrergli dietro come delle invasate e ora anche Ino. E Temari. Era una follia.

Senza contare di quanto fosse inquietante vedere Sasuke Ghiacciolo Uchiha aggirarsi per la piscina come un re. Quello scopava, ne era sicuro, ricordava come se fosse ieri quando anche lui aveva quella faccia da ebete. E se la faceva con Sakura, era tutto troppo ovvio. Perfino quel cretino di Naruto aveva qualcuna per le mani e non voleva farlo sapere in giro, con scarsi risultati a giudicare dai segni violacei che esibiva Hinata sul collo. Ah, la nota dolente, la mazzata finale era stata quella mattina: andando al bar notò che pure Choji probabilmente quella sera avrebbe imbroccato con una rossa dalla pelle scura niente male, doveva chiamarsi Karui, erano nella stessa divisione durante la guerra.

Non seppe come ma camminando pensieroso si ritrovò di fronte al mini-club, ormai deserto colorato dai riflessi rossi del tramonto. Vi era solamente Ino che stava appendendo un disegno con un piccolo sorriso sul volto. Le si avvicinò affondando le mani nelle tasche.

“Riesci ancora a stare al passo con quegli assatanati?” chiese alludendo a quella marmaglia di bambini urlanti che lui stesso aveva problemi a gestire durante la baby dance. La bionda si voltò sistemandosi i lunghi capelli.

“Oh beh, non è per nulla facile. Soprattutto da quando Sakura...” si stoppò. Nessuno doveva saperlo. Ma, come immaginava, Shikamaru sapeva fare due più due. Ci era arrivato da tempo, forse da prima di Sakura e Sasuke stessi.

“Beh tu hai sempre l'Inuzuka tra i piedi.” osservò lui con una punta d'invidia. La bionda scoppiò in una risata cristallina indicandogli con il capo il disegno alle sue spalle.

Il Nara sgranò gli occhi, non tanto per la bruttezza del disegno, realizzato da una bambina, ma per il soggetto scelto. In mezzo quella che doveva essere una Ino principessa, a lato un Kiba con un'espressione stupida molto realistica, identica all'originale e poi dall'altra parte riconobbe sé stesso con un mantello da principe e una spada. Scoppiò a ridere.

“Hai anche tu la tifoseria, eh?” lo prese in giro dandogli un buffetto sulla spalla.

“Oh, le bambine di dieci anni sono pazze di me... peccato che siano le uniche che mi considerino...” sbottò lasciandosi cadere su una panca. Era patetico.

“Ma smettila! Ultimamente ti piangi troppo addosso, e se questo ti può far star sereno, non hai nulla da invidiare a Kiba.” gli disse scompigliandogli i capelli, proprio come lui odiava. Si gettò al suo fianco. Gli sfiorò il braccio con le dita affusolate, risalendo fino alla guancia leggermente ispida di barba.

“Shika? Perché ci siamo baciati?” ecco. La domanda che tutti quanti temevano. Il moro sospirò cercando il pacchetto di sigarette nel taschino dei pantaloni.

“Sulla scia degli eventi, credo.” ma trova una scusa più decente, Nara! Sei un genio o no?

Ino taceva guardando dritto avanti a sé. Non aveva bisogno che le spiegasse niente. Lei aveva già capito tutto. Poggiò la testa sulla spalla dell'amico, contatto fraterno, puro, innocente.

“Cazzate. Lo sai anche tu. Il tuo problema è che mi vuoi sempre nei momenti sbagliati. Solo quando qualcun altro si interessa a me...” esclamò lei guardando il cielo ormai all'imbrunire.

“Questo lo dici tu. Non mi sei mai stata indifferente. Solo che non ho mai avuto le palle di dirtelo.” sbottò lui soffiando il fumo lontano da lei. Tutte le certezze di Ino crollarono, lo abbracciò forte appoggiando il volto nell'incavo della spalla del Nara.

“Shikamaru...” sussurrò più a sé stessa che a lui.

 

Kiba cercava Ino disperatamente, non l'aveva vista uscire dal cancello verde e pensava se ne fosse andata via prima. Con Nara. Alzò gli occhi al cielo. I discorsi con Temari negli ultimi giorni l'avevano turbato non poco, non riusciva a lavorare bene e aveva anche smesso di fare il marpione con qualunque essere di sesso femminile.

“Inuzuka con le pive nel sacco...” un lieve sussurro alle sue spalle. Strinse gli occhi.

“Quanto aveva ragione Shikamaru a darti della seccatura. Stai diventando una persecuzione, mi sei sempre appiccicata!” sibilò lui accelerando il passo, invano. Gli era alle calcagna.

“Dovrebbe farti riflettere tutto ciò. Quell'ochetta della Yamanaka non se n'è nemmeno accorta e, credimi, quando stavo con Nara se ne accorgeva eccome della mia presenza.” quanto era brava a girare il coltello nella piaga? Lo sorpassò a passo veloce, impregnando l'aria di quel suo profumo esotico, deciso, misto a crema solare e cloro. Sapeva d'estate, ce l'aveva addosso. Quei capelli leggermente crespi ricadevano sulle spalle nude, liberi da quei quattro codini che si ostinava a portare. Abbassò il capo, firmando la sua resa.

“Hai ragione. Per Ino, Shikamaru rimarrà sempre l'unico. E io sono solo uno stupido cane randagio.” disse amaramente, le sue stesse parole lo ferivano come lame. Ma non faceva poi così male, era estate e c'erano un milione di possibilità.

“E io per Shikamaru sono sempre stata solo un passatempo.” concluse lei piccata, fermandosi per strada.

“Beh, potremmo darci un nome. Che ne dici di “club degli sfigati”, secondo me suona bene!” propose Kiba affiancandola fino alle porte del villaggio. Lei rise sincera sfiorandogli una spalla.

“Semmai il “club dei più fighi”, caro Inuzuka.” lo baciò ai confini delle labbra per poi allontanarsi verso il suo albergo.

Kiba si diresse meditabondo verso casa. Mah, quella Temari! Non poteva rimanere nel suo villaggio a fare giganteschi castelli di sabbia?

La guardò sottecchi prima di voltarsi per tornare a casa propria. Quella sì che era una donna, sicuramente non si sarebbe tirata indietro arrivati al punto di non ritorno e Kiba non ne poteva più di doversi sfogare da solo tutte le notti. Forse davvero Ino non era quella adatta a lui.

 

“Shikamaru! Andiamo a casa!” lo chiamò aggirandosi per la piscina con le chiavi del cancello che tintinnavano ad ogni suo passo. Del Nara nessuna traccia, era sparito da una decina di minuti, dicendole di aspettarlo al mini-club. Sentì un rumore metallico provenire dalla piscina degli scivoli. Si avvicinò e vide un tombino parecchio grosso aperto, probabilmente Shikamaru stava armeggiando con qualcosa.

“Aspetta un attimo! Ho finito!” rispose lui uscendo da quel gigantesco buco. In pochi secondi si accesero i lampioni tutt'intorno alla piscina e sentì l'acqua scorrere all'interno degli scivoli. Con un sorriso soddisfatto le si avvicinò prendendola per un braccio.

“Che vuoi fare? Io su quei cosi non ci salgo, eh!” esclamò allarmata. Non ci era mai salita di giorno dopo la chiusura, figuriamoci al buio con la piscina deserta. Di tutta risposta il Nara si tolse la maglietta e la lasciò cadere per terra, salendo il primo scalino che conduceva allo scivolo.

“Ti sfido.” sorrise sghembo. Eh no, così non era per niente leale, però! La bionda gonfiò il petto e rimase in bikini senza dire altro. Salì sullo scivolo dopo di lui.

Quando Shikamaru fu seduto in cima le fece cenno di sedersi dietro di lui.

“Eh no! Non si può andare in due sullo scivolo!” obiettò lei incrociando le braccia.

“E' solo una stupida regola per i bambini, questo scivolo ci regge eccome!” borbottò lui sentendo che la compagna si stava sedendo con passo incerto.

Si diede una leggera spinta e sentì le esili braccia della bionda stringersi al suo petto. Non ne fu affatto dispiaciuto. Si immaginò la faccia di Kiba di fronte a quella scena. Oh, si sarebbe sicuramente incazzato a morte!

 

L'indomani furono tutti puntuali all'entrata della piscina. Ino e Kiba chiudevano la fila, non si erano nemmeno guardati in faccia. C'era un silenzio teso, il ragazzo scostò il braccio non appena sentì la bionda afferrargli la mano.

“Dobbiamo parlare,Yamanaka.” disse in tono asciutto distanziandosi dal resto della comitiva. Hai vinto, Nara. Ma solo perché l'ho deciso io.

La bionda lo guardò interdetta, ancora con il braccio scansato a mezz'aria. Ma che era successo? Che avesse saputo del bacio...?

“Ci ho riflettuto. È estate, ci sono mille opportunità per tutti quanti, e tu non puoi continuare a stare con me, non sono io quello che vuoi.” aveva già chiarito tutti i punti da solo in quella notte insonne, tormentato non più dal viso della bionda ma da qualcun'altra. Era inevitabile, Kiba era uno spirito libero, Ino si chiedeva quanto ancora sarebbe durato tutto ciò.

“Hai ragione, sai. Ci ho pensato molto anche io. Tu non vuoi impegnarti, tu vuoi solamente una stupida storiella estiva e lo capisco. Ma non è ciò che voglio io.” rispose lei con voce ferma, sicura. Era meglio così, per tutti quanti.

 

Nello spogliatoio maschile regnava lo stupore generale, per una volta era Naruto ad essere al centro dell'attenzione, e non per una delle sue idiozie.

“E allora? Adesso ci racconti tutto!” esclamò gioviale Choji quasi uccidendolo in una presa ferrea. Shikamaru seduto sulla panca sorrideva lievemente, aveva appena sentito Kiba dire a Shino che era di nuovo su piazza, e non sembrava nemmeno poi così dispiaciuto. Meglio così.

“Ma niente, ragazzi! Quando ci sarà qualcosa da raccontare sarete i primi a saperlo, promesso!” esclamò lui cercando di uscire indenne dal linciaggio generale. Gli si parò davanti Sasuke, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.

“Ehi, dobe. Mi sto vedendo con Sakura.” disse in tono piatto, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Gli altri alle spalle del biondo sbiancarono, Kiba scoprì i denti facendo un cenno del capo all'Uchiha.

“Ma, siete proprio due bastardi! Anzi, tu sei proprio un bastardo, bastardo!” Naruto era diventato un disco rotto, ma sotto sotto era felice, forse. Sasuke era indecifrabile come al solito.

Gli altri erano tutti paralizzati da cotanta idiozia tutta insieme. L'unico affatto sorpreso era Shikamaru, il suo sesto senso non sbagliava mai. Soprattutto se doveva farsi i fatti altrui.

“Vado ad aprire il bar, gente. Ti saluto Hinata, eh, Naruto?” esclamò Choji legandosi il grembiule e facendo un cenno della mano al resto della comitiva.

Lentamente anche gli altri si diressero in postazione, l'ultimo ad andarsene fu Naruto, trascinato via di forza da Shino che aveva compreso che i due animatori avevano bisogno di parlare, da soli.

“Abbiamo rotto. Sei contento?” gli fece l'Inuzuka infilandosi la maglietta della divisa. Shikamaru sbuffò sonoramente. Non aveva alcuna voglia di parlare con lui, soprattutto di cose che sapeva già fin troppo bene.

“Senti, Inuzuka, io non ho nulla contro di te. E se avete messo fine a questa follia non è stato sicuramente per merito mio. Io voglio solo che Ino sia felice...” disse sincero.

“Nara, sei geloso a morte di quella Yamanaka, parola mia. È tua, come lo è sempre stata, d'altronde.” concluse Kiba poggiandogli una mano sulla spalla. Shikamaru annuì in silenzio, sempre stata sua? Bah, dicevano tutti così ma alla fine se la faceva sempre con chiunque tranne che con lui. Che vita ingiusta!

“Va la', andiamo a fare i pagliacci. Manca poco alla fine di quest'estate rovente.” sbottò il Nara che non poté tuttavia reprimere un sorriso sincero mentre spintonava l'amico verso la piscina principale.

 

“Buongiorno, Choji, mi fai un caffè?” eccola, di solito la prima cliente della giornata, sarebbe rimasta fino alla fine dell'estate e l'Akimichi non poteva essere più felice di così. Ed eccolo appoggiato al bancone con un sorriso ebete in direzione di quella rossa dalla pelle scura.

“Certo, arriva subito, Karui!” era ridicolo vedere quell'omone in agitazione per una ragazza. Non gli era mai capitato, di solito le ragazze lo tenevano distante e preferivano essergli amiche, tutta colpa della sua stazza imponente. Ma con Karui sentiva che era diverso, era così bella quando gli sorrideva e lo guardava con quegli occhi color del miele.

“Sempre sul pezzo, bravo!” esclamò lei appoggiandosi al bancone e facendogli l'occhiolino per poi ritornare al suo sdraio a bordo piscina.

Choji la fissava sognante da lontano, irrigidendosi un poco tutte le volte che qualche ragazzo la guardava. In effetti come avrebbe potuto scegliere uno come lui? Un timidone senza speranze e per di più con quel fisico importante?

“Choji, il panino al tavolo cinque!” gli disse Hinata lanciandogli un piatto sul bancone.

Serviti i tavoli e sopravvissuti alla bolgia del pranzo stavano ripulendo i fornelli della cucina, come sempre, ormai parlavano spesso e la timidezza della Hyuga sembrava svanire di volta in volta.

“Posso andare in pausa mezz'ora prima?” gli chiese la ragazza arrossendo un po'.

“Certo, vai da Naruto, non c'è problema. Qui ci penso io. Fate tanto i misteriosi ma l'hanno capito tutti...” rispose il castano battendole una mano sulla spalla. Hinata non credette alle sue orecchie, eppure avevano sempre fatto attenzione a non destare sospetti...

“Le guance rosse, gli occhi luccicanti e soprattutto sembra che tu sia andata a caccia di vampiri...” le lanciò uno sguardo eloquente vicino alla scollatura dove emergeva, camuffato malamente da un velo di fondotinta, un succhiotto. Lei avvampò passandosi una mano proprio lì.

“Dai... è... imbarazzante! Poi parli proprio tu, sono giorni che guardi Karui da lontano...” replicò la Hyuga.

“Ma questo non centra proprio nulla. Vai dai Naruto, su! Del bar me ne occupo io!” esclamò brusco facendole cenno di andare.

 

Da quando Ino e Kiba si erano allontanati l'Inuzuka era ancora di più, se possibile, esibizionista e marpione. Lanciava occhiate di fuoco alle ragazze della piscina facendole arrossire e ormai tra un ballo e l'altro si dimenticava sempre la maglietta della divisa. Era tutto alla normalità.

“Signorine, scusatemi, ora dobbiamo andare in pausa, ci ritroviamo per il torneo di beach volley alle quattro!” disse sornione il castano esibendo un sorriso malizioso.

Shikamaru lo guardava da lontano, eh sì, la storia con Ino gli aveva proprio lasciato una profonda cicatrice... certo. Stupido Inuzuka! Lo vide fargli cenno di seguirlo, guardando con fare eloquente il fondoschiena di una rossa niente male. Anche l'amica della rossa non era da buttar via, pensò.

“Sarà un successo il torneo di oggi!” esclamò Kiba raggiungendolo e facendo l'occhiolino alle due ragazze che si allontanarono ridacchiando.

“Oh, un successo. Come tutti i giorni, sai che noia vedere quelle quattro galline che ci fissano come se fossimo carne da macello in esposizione.” sbottò il Nara bevendo un sorso d'acqua.

“Sei proprio un rammollito. Meriteresti di morire vergine!” lo prese in giro sfoderando un ghigno da schiaffi. Shikamaru assottigliò lo sguardo inarcando lievemente le labbra.

“Non che siano affari tuoi. Ma non lo sono più da un pezzo, non credere di essere l'unico gallo nel pollaio, qui.” rispose a tono lasciandolo lì come un'automa. Ma l'altro non perse il suo cipiglio di superiorità, lo affiancò nuovamente.

“Guarda che la mano non conta, eh.” sorrise beffardo, vittorioso.

“Guarda, chiedi a lei, saprà dirti meglio. Ora devo proprio andare, addio, collega.” indicò con il capo Temari che si stava accingendo a spalmarsi la crema solare. A Kiba mancò un battito. Quel colpo di scena non se l'aspettava proprio. Non fece in tempo a ribattere che il Nara era già sparito.

Con passo deciso si avvicinò alla ragazza che, infastidita, lo scrutò torva da dietro i giganteschi occhiali da sole.

“Ehm, Inuzuka, ti puoi togliere dal sole?” chiese in tono strascicato flettendo le ginocchia sul lettino. Quell'idiota di Nara sicuramente non si è fatto sta tipa, ma che se ne inventi una migliore! Non è roba per lui. Continuava a ripetersi nella mente.

“Ehi! Mi senti? Levati di mezzo!” urlò la bionda mettendosi a sedere.

Forza, Kiba, inventati qualcosa, non puoi chiederle così di punto in bianco se è stata a letto con Shikamaru! Con un sorriso idiota si sedette sul lettino di fianco, intanto era in pausa.

“Senti, volevo solo farti una domanda, ma se ti disturbo me ne vado.” disse il ragazzo guardandola intensamente negli occhi. La bionda fece un lieve cenno col capo, invitandolo a proseguire. Chissà che idiozia voleva domandarle.

“Al villaggio sappiamo tutti che tu e Shika...” non lo fece finire, prese a sbracciarsi come un'ossessa.

“Non ho idea di che cosa tu voglia chiedermi, ma non voglio rivangare il passato. Shikamaru è storia vecchia, non se ne ricorda più nessuno.” era stata categorica. Non gli aveva nemmeno lasciato il tempo di spiegare.

“Sì, ma voi, avete fatto...” stavolta Temari scoppiò a ridergli in faccia, sguaiatamente, reggendosi la pancia.

“Ahahahah, sei solo un ragazzino, Kiba... hai presente che vuol dire avere una relazione?” non la smetteva di ridere. E Kiba si sentiva mortificato, col capo chino fece per alzarsi. Una mano sottile gli cinse il polso delicatamente. Temari non rideva più, e giurò di vedere del dispiacere in quegli occhi d'acquamarina.

“Mi dispiace, non avrei dovuto riderti in faccia. Ma, credimi, non è quello che ti rende più o meno uomo di lui...” sussurrò piano guardando in lontananza il ragazzo dal codino che si sedeva al bar con una sigaretta tra le labbra.

“Beh ma questo non centra nulla. Odio quando fa il superiore con me! Per una volta speravo di essere io al di sopra e, invece, parità. Senza contare che lui ha avuto una come te, mentre io l'ho fatto con una tipa della Roccia in guerra, neanche tutto sto granché.” disse il ragazzo più a sé stesso che a lei. La bionda sedeva sul lettino ancora sorpresa, ma perché lo stava dicendo a lei? Credeva di essere l'unico sfigato nelle questioni sentimentali? Eh no, bello mio!

“Se è per questo il giorno dopo la mia prima volta Shikamaru mi ha mollata dicendomi di dover tornare alla Foglia, per sbrigare delle faccende ma sappiamo tutti che in realtà è scappato perché non ero io ciò che voleva...” gli raccontò lei con gli occhi leggermente velati di pianto. Kiba si sorprese nel sentir pronunciare proprio da lei simili parole, ne aveva sofferto e si poteva ancora percepire dal tono sommesso.

“Io...io, non sapevo, mi... dispiace...” borbottò lui sembrando un totale imbranato, le poggiò una mano sulla spalla. Lei scosse il capo sfoderando un sorriso un po' troppo tirato.

“E' tutto passato, non ti preoccupare, Inuzuka, adesso va' ad aiutare quel cretino col campo da beach volley!” esclamò dandogli un colpetto su un fianco.

 

Sakura e Ino guardavano sorridendo i bambini che giocavano davanti a loro, quel giorno non c'era molto lavoro, i bimbi erano più o meno una decina ed erano tutti tranquilli. Li tenevano d'occhio mentre preparavano i panini per la merenda.

“Mi stai dicendo che non è ancora venuto da te? Magari Kiba non gliel'ha detto...” commentò Sakura.

“Non lo so, secondo me vuole farmela pagare per qualcosa, quello stronzo.” rispose Ino guardando con fare truce il campo da beach volley gremito di ragazze urlanti tra le quali spiccava Temari piuttosto presa nel guardare Kiba alla battuta.

“Tu sei fissata, starà lavorando, guardalo là!” fece cenno la rosa. In effetti si stava sbracciando a bordo campo, fischiando per una contesa di palla. E a giudicare dalle urla esagitate di Kiba stavano per venire alle mani. La bionda sbuffò.

“Ma Naruto stamattina perché ti ha urlato addosso? Stava quasi per piangere, quello lì mica è troppo normale...” cercò di cambiare discorso. Sakura arrossì un po'.

“Beh, diciamo che Sasuke gliel'ha detto, finalmente!” l'Haruno sorrise in direzione del bel moro che sbucò di colpo dalla siepe lì vicino.

“Buongiorno, Sasuke!” esclamò gioviale avvicinandosi a lui. Lui le fece un breve cenno del capo. Certo che non si scomponeva proprio mai! Sembravano quasi due estranei ad un occhi poco allenato. Ma Ino comprendeva bene ciò che li legava. Si sedette su una panca guardando i bambini giocare, vagando con la mente a quando anche lei non aveva altre preoccupazioni. Quando gli orrori della guerra erano lontani, quando aveva ancora un padre, quando la differenza tra maschi e femmine non era poi così marcata.

“Ino-chan! Ino-chan!” sentì urlare poco lontano da sé. Che cosa era già di nuovo successo? Accorse subito, inginocchiandosi vicino ad un bambino in lacrime, probabilmente si era sbucciato un ginocchio correndo.

“Dai, Yamato, fammi vedere...uhm...non è nulla di grave, vieni, andiamo in infermeria che mi metto un bel cerotto!” esclamò la bionda prendendo per mano il bambino. Fece cenno a Sakura di tener d'occhio i bambini.

Si diresse verso l'infermeria, situata poco distante dalla piscina principale in cui i bambini stavano godendo appieno dell'assenza del bagnino. Il solito coglione, Uchiha!

Non appena entrò nella piccola struttura fece sedere il piccolo sul lettino mentre cercava disinfettante e cerotti. Sentì un secondo dopo la porta che si apriva. Scattò in direzione del lettino, pregando che Yamato non fosse scappato in giro per la piscina per una gara di nascondino.

“Ah, sei solo tu. Che ci fai qui?” chiese piuttosto arrabbiata al nuovo avventore. Lui di tutt al risposta si stiracchiò dirigendosi verso il lettino dell'infermeria. Trovandolo occupato.

“Che palle. Proprio all'orario del mio sonnellino pomeridiano, ammettilo, mi odi, Ino!” sbottò non appena vide il bambino seduto sul “suo” trono.

“Se per una volta non dormi non morirai di certo, Shikamaru. Ora vattene, ho da fare.” mormorò asciutta raggiungendo il bimbo con cerotti e disinfettante.

Sentiva lo sguardo del Nara puntato addosso e la cosa iniziava ad infastidirla. Una volta applicato il cerotto al piccolo Yamato lo fece alzare dal lettino, lo prese per mano per tornare al mini-club. Shikamaru la trattenne per un braccio. La bionda lo guardò come se avesse voluto ucciderlo.

“Dobbiamo parlare.” disse semplicemente guardandola fisso negli occhi celesti. Ino scosse il capo, arrossendo lievemente.

“Non ora, ho da fare, devo accompagnare Yamato in postazione e...” non la fece finire. Si sbracciò verso Kiba che stava occupando la sua pausa accanto a una biondina che tra un po' gli saltava addosso sul lettino.

L'Inuzuka, palesemente seccato, si diresse verso di loro.

“Ohi, collega, riporta il marmocchio al mini-club.” gli lanciò il bambino addosso e gli sbatté pure la porta in faccia. Udirono una mezza bestemmia dall'altro lato della porta.

E ora erano soli, faccia a faccia, con un discorso in sospeso che non poteva più essere rimandato.

“E così tu e Kiba avete chiuso...” disse lui facendo pure un tono sorpreso. Che gran sorpresa! Pensò il Nara assottigliando lo sguardo in direzione della biondina che si sedette sul lettino dell'infermeria.

“Già. Lo sanno tutti, non fare il finto tonto.” sbottò lei prendendo a torcersi le mani pur di non guardarlo in faccia.

“E' vero. In realtà sono stato il primo a saperlo, me l'ha detto Kiba di persona.” confessò avvicinandosi.

“E che ti ha detto?”

“Che in fondo sei sempre stata mia.” concluse lui accarezzandole una guancia. Sorrise quando la sentì trattenere il respiro. Era quasi alta come lui seduta su quel lettino.

“Oh, ma che gran poeta. Ma basta, io non sono il tuo trastullo, Nara! Anzi, mi disgusti...” cercò di suonare convincente, ma quando vide le labbra di lui avvicinarsi pericolosamente, capitolò. Nel preciso istante in cui univa le labbra con quelle di Shikamaru firmò la sua resa. Il Nara aveva vinto, aveva calcolato tutto quanto, come sempre.

“Ti disgusto così tanto da lasciarti baciare...” le sussurrò all'orecchio prima di scendere a baciarle il collo lentamente.

Non seppe come ma poco dopo si ritrovò sdraiata su quel lettino d'infermeria, con Shikamaru che la baciava dappertutto, che la toccava, la sentiva, le respirava sulla pelle liscia. Per Ino fu come se non avesse mai baciato nessuno, come se nessun ragazzo l'avesse mai toccata. Con Shikamaru non sentiva quell'ansia della prima volta, del fatto che tutto sarebbe dovuto essere perfetto, si sarebbe fatta prendere anche in quel momento preciso. Perché se era con Shikamaru tutto il resto non aveva importanza.

 

L'ANGOLO DI KETY

 

Finalmente anche August è fatto! Devo dire che ho avuto parecchie difficoltà a scriverlo, la mia ispirazione sembrava essersene andata chissà dove, povera me! Sarà sicuramente colpa degli esami, già! Come vi ho anticipato all'inizio posterò al più presto l'epilogo della storia, beh, non poteva farla finire così, ci sono troppe questioni in sospeso, la piscina non può chiudere senza una bella festa di chiusura, no? Allora rimanete sintonizzati su questa storia se volte sapere come va a finire (spero di non rovinare tutto come mio solito!). Che dire di questo capitolo, secondo me non è tra i più riusciti, ma a voi l'ardua sentenza!

 

Ringrazio come sempre i miei carissimi recensori che mi spronano sempre a dare il meglio che posso e senza di loro non riuscirei più a scrivere nulla, garantito! Grazie ragazzi, vi amo! Ingrazio anche coloro che non recensiscono ma leggono solamente, con un piccolo commento mi fareste la kety più felice del mondo, però! Ovviamente grazie a chi ha messo la storia tra le preferite, seguite, da ricordare, siete dei grandi!

Ringrazio uno per uno i miei fidatissimi recensori: Puffin, Rokudaime Hokage, princess love e crazyfrog95! Vi abbraccio forte forte tutti! Le vostre parole mi commuovono ogni volta!

 

Ci sentiamo presto per l'epilogo!

 

ketyblack

  
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